I vestiti dei sogni. La scuola italiana dei costumi per il cinema
Dal 16 Gennaio 2015 al 22 Marzo 2015
Roma
Luogo: Museo di Roma Palazzo Braschi
Indirizzo: piazza San Pantaleo 10
Orari: da martedì a domenica 10-20
Enti promotori:
- Roma Capitale - Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica Sovrintendenza Capitolina
Telefono per informazioni: +39 06 0608 / 06 82077304
E-Mail info: museodiroma@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museodiroma.it
A Palazzo Braschi in Piazza Navona, dal 17 gennaio al 22 marzo 2015, si terrà la mostra "I vestiti dei sogni. La scuola italiana dei costumisti per il cinema", dedicata all’eccellenza italiana dei costumi per il cinema.
Protagonisti i Premi Oscar Piero Tosi, Danilo Donati, Milena Canonero e Gabriella Pescucci.
Un’eccellenza italiana. Un’arte nell’arte. Quella dei costumi, quella degli artisti e degli artigiani che hanno fatto grande il cinema, italiano e internazionale. Dalle dive del muto, quando il cinema italiano, già agli albori, primeggiava nel mondo, a “La Grande Bellezza”, capace di ridare al nostro cinema un nuovo Oscar. Da Lyda Borelli – protagonista e autrice in “Rapsodia Satanica” di scelte impareggiabili per vesti che hanno determinato un intero immaginario estetico, a Tony Servillo, emblema di un eclettismo contemporaneo manifestato anche attraverso quei tagli e quei colori di abiti già divenuti ovunque un cult. Ma gli Oscar sono anche quelli del caposcuola Piero Tosi (alla carriera, nel 2013) e Danilo Donati (nel 1969 per “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli e nel 1977 per “Il Casanova” di Fellini), di Milena Canonero (ben tre, il primo con Stanley Kubrick per “Barry Lyndon”, poi per “Momenti di gloria” e, in anni recenti, per la “Marie Antoniette” di Sofia Coppola), di Gabriella Pescucci (al lavoro con Martin Scorsese per “L’età dell’innocenza”), figure che ci guideranno alla scoperta di una mostra che vuole superare lo stereotipo della galleria di abiti, per far emergere il senso di una scuola, di una tradizione artigiana italiana che ha fatto grande il cinema, quella dei disegnatori dei costumi e di chi poi li ha realizzati, case come Tirelli, Peruzzi, Gattinoni, Fanani, Annamode, Attolini.
"I vestiti dei sogni. La scuola italiana dei costumi per il cinema", è il titolo di questa mostra, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione ArtisticaSovrintendenza Capitolina con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, che la Cineteca di Bologna ed Equa di Camilla Morabito realizzeranno dal 17 gennaio al 22 marzo al Museo di Roma in Palazzo Braschi. Sede eccezionale e location, grazie alla sua magnifica scalinata, proprio per “La Grande Bellezza”, con la cui quadreria la mostra stessa entra in un dialogo trasversale tra le arti. Con un progetto di allestimento luci affidato a Luca Bigazzi, tra i più apprezzati direttori della fotografia del panorama contemporaneo, I vestiti dei sogni raccoglierà oltre 100 abiti originali, decine di bozzetti e una selezione di oggetti, tra i quali spicca l’unicum della pressa che un maestro come Danilo Donati costruì per foggiare i costumi dell’Edipo Re di Pier Paolo Pasolini.
Un doppio percorso immaginato, da un lato, lungo l’arco cronologico di un secolo, le cui tappe sono segnate dai costumisti (Vittorio Novarese, Gino Sensani, Maria de Matteis, Pero Tosi, Piero Gherardi, Danilo Donati, Milena Canonero, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti); dall’altro lato, alla ricerca del lavoro del costumista in capolavori della storia del cinema che grazie ai loro abiti sono impressi nella memoria di generazioni e generazioni: da “Matrimonio all’Italiana” di Vittorio De Sica a "La Decima Vittima" di Elio Petri, dal “Casanova” di Federico Fellini a “Marie Antoinette” di Sofia Coppola, fino a “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino e “Il Giovane Favoloso” di Mario Martone.
Protagonisti i Premi Oscar Piero Tosi, Danilo Donati, Milena Canonero e Gabriella Pescucci.
Un’eccellenza italiana. Un’arte nell’arte. Quella dei costumi, quella degli artisti e degli artigiani che hanno fatto grande il cinema, italiano e internazionale. Dalle dive del muto, quando il cinema italiano, già agli albori, primeggiava nel mondo, a “La Grande Bellezza”, capace di ridare al nostro cinema un nuovo Oscar. Da Lyda Borelli – protagonista e autrice in “Rapsodia Satanica” di scelte impareggiabili per vesti che hanno determinato un intero immaginario estetico, a Tony Servillo, emblema di un eclettismo contemporaneo manifestato anche attraverso quei tagli e quei colori di abiti già divenuti ovunque un cult. Ma gli Oscar sono anche quelli del caposcuola Piero Tosi (alla carriera, nel 2013) e Danilo Donati (nel 1969 per “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli e nel 1977 per “Il Casanova” di Fellini), di Milena Canonero (ben tre, il primo con Stanley Kubrick per “Barry Lyndon”, poi per “Momenti di gloria” e, in anni recenti, per la “Marie Antoniette” di Sofia Coppola), di Gabriella Pescucci (al lavoro con Martin Scorsese per “L’età dell’innocenza”), figure che ci guideranno alla scoperta di una mostra che vuole superare lo stereotipo della galleria di abiti, per far emergere il senso di una scuola, di una tradizione artigiana italiana che ha fatto grande il cinema, quella dei disegnatori dei costumi e di chi poi li ha realizzati, case come Tirelli, Peruzzi, Gattinoni, Fanani, Annamode, Attolini.
"I vestiti dei sogni. La scuola italiana dei costumi per il cinema", è il titolo di questa mostra, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione ArtisticaSovrintendenza Capitolina con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, che la Cineteca di Bologna ed Equa di Camilla Morabito realizzeranno dal 17 gennaio al 22 marzo al Museo di Roma in Palazzo Braschi. Sede eccezionale e location, grazie alla sua magnifica scalinata, proprio per “La Grande Bellezza”, con la cui quadreria la mostra stessa entra in un dialogo trasversale tra le arti. Con un progetto di allestimento luci affidato a Luca Bigazzi, tra i più apprezzati direttori della fotografia del panorama contemporaneo, I vestiti dei sogni raccoglierà oltre 100 abiti originali, decine di bozzetti e una selezione di oggetti, tra i quali spicca l’unicum della pressa che un maestro come Danilo Donati costruì per foggiare i costumi dell’Edipo Re di Pier Paolo Pasolini.
Un doppio percorso immaginato, da un lato, lungo l’arco cronologico di un secolo, le cui tappe sono segnate dai costumisti (Vittorio Novarese, Gino Sensani, Maria de Matteis, Pero Tosi, Piero Gherardi, Danilo Donati, Milena Canonero, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti); dall’altro lato, alla ricerca del lavoro del costumista in capolavori della storia del cinema che grazie ai loro abiti sono impressi nella memoria di generazioni e generazioni: da “Matrimonio all’Italiana” di Vittorio De Sica a "La Decima Vittima" di Elio Petri, dal “Casanova” di Federico Fellini a “Marie Antoinette” di Sofia Coppola, fino a “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino e “Il Giovane Favoloso” di Mario Martone.
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