Hervé Guibert: This and More
Dal 09 Marzo 2023 al 21 Maggio 2023
Roma
Luogo: MACRO — Museo d'Arte Contemporanea di Roma
Indirizzo: Via Nizza 138
Orari: Martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: 12.00 – 19.00 Sabato e domenica: 10.00 – 19.00 Lunedì chiuso Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Curatori: Anthony Huberman
Enti promotori:
- Roma Culture
- Azienda Speciale Palaexpo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 696271
E-Mail info: info@museomacro.it
Sito ufficiale: http://www.museomacro.it
Hervé Guibert: This and More, a cura di Anthony Huberman ed organizzata in collaborazione con il Wattis Institute di San Francisco, presenta una selezione di fotografie dello scrittore, giornalista e fotografo francese Hervé Guibert (1955-1991). Se il lavoro fotografico di Guibert è prevalentemente associato al ritratto, in questo caso la mostra esplora un nucleo di opere inusuali, in cui l’artista cattura piuttosto l’assenza dell’elemento umano: le fotografie non contengono volti ma oggetti inanimati, interni e spazi domestici carichi di ricordi ed emozioni che evocano la presenza di personaggi fuori campo.
Una buona fotografia, nelle parole di Guibert, non è necessariamente quella che rende visibile una persona o un luogo, ma quella che è “fedele alla memoria della mia emozione”. Laconiche e riservate, le fotografie esposte nella mostra offrono un approccio al ritratto in cui ciò che conta è quello che manca nell’immagine: carichi di sentimenti di amore così come di aspetti traumatici, questi spazi interni invitano a immaginare le persone che li hanno vissuti e abitati. Le opere mettono a nudo gli aspetti più intimi dell’artista, mantenendo al tempo stesso la riservatezza di momenti privati, i cui protagonisti sono tenuti al sicuro, o tragicamente distanti, al di fuori dell’inquadratura. Piuttosto che cercare un senso di verità oggettiva, la mostra mette in evidenza tutto ciò che è soggettivo e invisibile in una fotografia, in cui si stratificano ricordi, aneddoti e assenze.
Molto noto in Francia, dove la sua opera ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’AIDS, Guibert ha avuto una relazione speciale con l’Italia. Appassionato del cinema di Pasolini, Fellini e Antonioni, ha soggiornato a lungo all’Isola d’Elba dove ha scritto, nel corso della vita, molti dei suoi testi. Ha inoltre vissuto a Roma, tra il 1987 e il 1989 in residenza a Villa Medici e prolungando la sua permanenza anche l’anno successivo.
Opening 9 marzo, dalle ore 18 alle ore 21
Alle ore 18.30, si terrà una conversazione con Anthony Huberman, Luca Lo Pinto ed Emanuele Trevi.
La mostra si sposterà al KW Institute for Contemporary Art di Berlino (9 giugno – 20 agosto 2023).
Un ringraziamento speciale a Christine Guibert e a Françoise Morin, Les Douches la Galerie, e a Photi Giovanis di Callicoon Fine Arts.
HERVÉ GUIBERT (Parigi, 1955-1991) è stato scrittore, fotografo e critico fotografico. Ha pubblicato il suo primo libro, La Mort propagande, a 22 anni, nel 1977. Nello stesso anno ha iniziato a curare una rubrica sulla fotografia per Le Monde e ha lavorato come critico fotografico di riferimento del giornale fino al 1985, scrivendo di artisti, scrittori e filosofi come Patrice Chéreau, Roland Barthes, Isabelle Adjani, Michel Foucault, Miquel Barceló e Sophie Calle. Tra il 1977 e la sua morte prematura nel 1991, ha scritto più di venticinque romanzi e racconti, sempre in prima persona, tra cui Suzanne et Louise (1980), L’Image fantôme (1982), Des aveugles (1985), Fou de Vincent (1989). Il suo romanzo del 1990 À l’ami qui ne m’a pas sauvé la vie gli ha procurato l’acclamazione dei media e una grande notorietà pubblica, e ha avuto un ruolo significativo nel cambiare l’atteggiamento dell’opinione pubblica francese nei confronti dell’AIDS. Nel 1992 la televisione francese ha trasmesso postumo La Pudeur ou l’impudeur, un film che Guibert ha girato su se stesso mentre stava perdendo la sua battaglia contro l’AIDS. Le fotografie di Guibert sono state oggetto di una retrospettiva alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi nel 2011 e alla Fondazione Loewe di Madrid nel 2019. Altre mostre personali recenti sono state presentate alla Callicoon Fine Arts di New York (2014 e 2019), alla Galerie Les Douches di Parigi (2018, 2020, 2021), alla Kristina Kite Gallery di Los Angeles (2018) e alla Galerie Felix Gaudlitz di Vienna (2020).
Una buona fotografia, nelle parole di Guibert, non è necessariamente quella che rende visibile una persona o un luogo, ma quella che è “fedele alla memoria della mia emozione”. Laconiche e riservate, le fotografie esposte nella mostra offrono un approccio al ritratto in cui ciò che conta è quello che manca nell’immagine: carichi di sentimenti di amore così come di aspetti traumatici, questi spazi interni invitano a immaginare le persone che li hanno vissuti e abitati. Le opere mettono a nudo gli aspetti più intimi dell’artista, mantenendo al tempo stesso la riservatezza di momenti privati, i cui protagonisti sono tenuti al sicuro, o tragicamente distanti, al di fuori dell’inquadratura. Piuttosto che cercare un senso di verità oggettiva, la mostra mette in evidenza tutto ciò che è soggettivo e invisibile in una fotografia, in cui si stratificano ricordi, aneddoti e assenze.
Molto noto in Francia, dove la sua opera ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’AIDS, Guibert ha avuto una relazione speciale con l’Italia. Appassionato del cinema di Pasolini, Fellini e Antonioni, ha soggiornato a lungo all’Isola d’Elba dove ha scritto, nel corso della vita, molti dei suoi testi. Ha inoltre vissuto a Roma, tra il 1987 e il 1989 in residenza a Villa Medici e prolungando la sua permanenza anche l’anno successivo.
Opening 9 marzo, dalle ore 18 alle ore 21
Alle ore 18.30, si terrà una conversazione con Anthony Huberman, Luca Lo Pinto ed Emanuele Trevi.
La mostra si sposterà al KW Institute for Contemporary Art di Berlino (9 giugno – 20 agosto 2023).
Un ringraziamento speciale a Christine Guibert e a Françoise Morin, Les Douches la Galerie, e a Photi Giovanis di Callicoon Fine Arts.
HERVÉ GUIBERT (Parigi, 1955-1991) è stato scrittore, fotografo e critico fotografico. Ha pubblicato il suo primo libro, La Mort propagande, a 22 anni, nel 1977. Nello stesso anno ha iniziato a curare una rubrica sulla fotografia per Le Monde e ha lavorato come critico fotografico di riferimento del giornale fino al 1985, scrivendo di artisti, scrittori e filosofi come Patrice Chéreau, Roland Barthes, Isabelle Adjani, Michel Foucault, Miquel Barceló e Sophie Calle. Tra il 1977 e la sua morte prematura nel 1991, ha scritto più di venticinque romanzi e racconti, sempre in prima persona, tra cui Suzanne et Louise (1980), L’Image fantôme (1982), Des aveugles (1985), Fou de Vincent (1989). Il suo romanzo del 1990 À l’ami qui ne m’a pas sauvé la vie gli ha procurato l’acclamazione dei media e una grande notorietà pubblica, e ha avuto un ruolo significativo nel cambiare l’atteggiamento dell’opinione pubblica francese nei confronti dell’AIDS. Nel 1992 la televisione francese ha trasmesso postumo La Pudeur ou l’impudeur, un film che Guibert ha girato su se stesso mentre stava perdendo la sua battaglia contro l’AIDS. Le fotografie di Guibert sono state oggetto di una retrospettiva alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi nel 2011 e alla Fondazione Loewe di Madrid nel 2019. Altre mostre personali recenti sono state presentate alla Callicoon Fine Arts di New York (2014 e 2019), alla Galerie Les Douches di Parigi (2018, 2020, 2021), alla Kristina Kite Gallery di Los Angeles (2018) e alla Galerie Felix Gaudlitz di Vienna (2020).
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