GOYA FISONOMISTA

Francisco de Goya, Capricho 79, Nadie nos ha visto, 1796-1799
Dal 29 Aprile 2021 al 18 Settembre 2021
Roma
Luogo: Sala Dalí - Instituto Cervantes
Indirizzo: Piazza Navona 91
Orari: da martedì a sabato 16-20
Curatori: Juan Bordes
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 85373628/29
E-Mail info: cenrom@cervantes.es
Per la prima volta in Italia, arriva alla Sala Dalí dell’Instituto Cervantes (piazza Navona,91 Roma) la mostra “Goya Fisonomista” a cura di Juan Bordes.
Dopo Madrid, Bordeaux, Algeri e Praga viene esposta anche a Roma, da giovedì 29 aprile fino al 18 settembre 2021, la mostra che raccoglie 38 incisioni di Francisco Goya appartenenti a tre delle sue famose serie: Los Caprichos (29 incisioni), Los Disparates (5 incisioni) e Los Desastres (4 incisioni). Questa accurata selezione che analizza i rapporti dei volti di Goya con i trattati di fisiognomica dell'epoca, si completa con 109 riproduzioni di illustrazioni del XVIII e XIX secolo, oltre a un video.
Organizzata dall’Instituto Cervantes e dalla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, la mostra “Goya Fisonomista. Il volto dell'opera grafica di Goya” si potrà visitare in piena sicurezza e nel rispetto delle norme anti Covid vigenti.
Francisco de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 1746 – Bordeaux, 1828) costruisce nelle opere presenti in questa esposizione dei volti particolarmente espressivi, che sono la rappresentazione dell’inconscio collettivo della sua epoca. Volti che parlano senza sotterfugi direttamente al popolo, principale destinatario del messaggio delle sue opere.
Questa mostra - inaugurata per la prima volta nel giugno del 2018 alla Calcografía Nacional (Madrid) – riflette l'aspetto più brutale, emotivo e singolare del pittore e incisore aragonese. Analizzando il rapporto tra i volti più significativi dei suoi personaggi e le teorie fisiognomiche pubblicate tra il Settecento e l’Ottocento.
Rivelando, inoltre, l'interesse di Goya per la fisionomia, in parte originato dal suo viaggio in Italia, dove le ristampe di Giovanni Battista della Porta erano popolari in un momento in cui la scienza studiava il riflesso della malattia mentale nei volti delle persone. Una pseudoscienza che cercava l'animalità del volto umano e delle sue espressioni, e che faceva parte del sapere popolare sin dal XVI secolo.
Per dimostrare il vincolo di Goya con queste teorie, vengono evidenziati i parallelismi tra una selezione di litografie delle principali serie dell’artista spagnolo (insieme ad ingrandimenti fotografici dei volti dei suoi personaggi) e i grandi album fisionomici di Le Brun o l’enciclopedia di Moreau de la Sarthe (1806-1809). Grazie a questi paragoni le fonti di Goya diventano evidenti, con un allestimento che mette a confronto le varie opere, mostrandoci tre tipi di fisionomie: l'animale, il patologico e il degradato.
Dopo Madrid, Bordeaux, Algeri e Praga viene esposta anche a Roma, da giovedì 29 aprile fino al 18 settembre 2021, la mostra che raccoglie 38 incisioni di Francisco Goya appartenenti a tre delle sue famose serie: Los Caprichos (29 incisioni), Los Disparates (5 incisioni) e Los Desastres (4 incisioni). Questa accurata selezione che analizza i rapporti dei volti di Goya con i trattati di fisiognomica dell'epoca, si completa con 109 riproduzioni di illustrazioni del XVIII e XIX secolo, oltre a un video.
Organizzata dall’Instituto Cervantes e dalla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, la mostra “Goya Fisonomista. Il volto dell'opera grafica di Goya” si potrà visitare in piena sicurezza e nel rispetto delle norme anti Covid vigenti.
Francisco de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 1746 – Bordeaux, 1828) costruisce nelle opere presenti in questa esposizione dei volti particolarmente espressivi, che sono la rappresentazione dell’inconscio collettivo della sua epoca. Volti che parlano senza sotterfugi direttamente al popolo, principale destinatario del messaggio delle sue opere.
Questa mostra - inaugurata per la prima volta nel giugno del 2018 alla Calcografía Nacional (Madrid) – riflette l'aspetto più brutale, emotivo e singolare del pittore e incisore aragonese. Analizzando il rapporto tra i volti più significativi dei suoi personaggi e le teorie fisiognomiche pubblicate tra il Settecento e l’Ottocento.
Rivelando, inoltre, l'interesse di Goya per la fisionomia, in parte originato dal suo viaggio in Italia, dove le ristampe di Giovanni Battista della Porta erano popolari in un momento in cui la scienza studiava il riflesso della malattia mentale nei volti delle persone. Una pseudoscienza che cercava l'animalità del volto umano e delle sue espressioni, e che faceva parte del sapere popolare sin dal XVI secolo.
Per dimostrare il vincolo di Goya con queste teorie, vengono evidenziati i parallelismi tra una selezione di litografie delle principali serie dell’artista spagnolo (insieme ad ingrandimenti fotografici dei volti dei suoi personaggi) e i grandi album fisionomici di Le Brun o l’enciclopedia di Moreau de la Sarthe (1806-1809). Grazie a questi paragoni le fonti di Goya diventano evidenti, con un allestimento che mette a confronto le varie opere, mostrandoci tre tipi di fisionomie: l'animale, il patologico e il degradato.
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