Gian Mario Conti. Impollinazioni

Opera di Gian Mario Conti

 

Dal 11 Aprile 2025 al 20 Aprile 2025

Roma

Luogo: Spazio Arti Floreali

Indirizzo: Vicolo della Campanella 42

Curatori: Gina Ingrassia

Telefono per informazioni: +39 328 9295735 (whatsApp)

E-Mail info: info@inmagina.it

Sito ufficiale: http://www.artifloreali.it


Approda a Roma, l’arte visionaria ed ermetica di Gian Mario Conti, pittore, poeta, performer, arpista compositore e polistrumentista originario di Valbondione, provincia di Bergamo, che presenta in anteprima, nella sede di Spazio Arti Floreali, dall’ 11 al 20 aprile, il suo nuovo progetto artistico a cura di Gina Ingrassia.

La mostra, un progetto di Inmagina realizzato in collaborazione con Strati d’Arte Gallery e con il supporto della Ingegnere Antonio Buono srl e l’Associazione Culturale Cultura è Libertà, è da intendersi come progetto#0 del ben più ampio ciclo Impollinazioni.

Presentata come un racconto disteso lungo le superfici murarie della galleria propone una narrazione che prende atto del dolore del mondo e delle sue miserie - non come punto d’arrivo ma di partenza – trasmutandoli attraverso un atto poetico riassunto nel simbolo dell’ape che impollina il mondo, sbavandolo, inondandolo di giallo polline, luce, oro, bellezza.

Impollinare è vivere e non solo esistere, è l’invito a un atto di coscienza che ci renda consapevoli e attori della nostra vita, è guardare al dolore per trascenderlo. Impollinare è manifestare bellezza, instillare la speranza di una possibilità, dice l’artista.

Impollinare è attraversare muri, credere nell’impossibile, trovare l’ultimo squarcio di cielo, impollinare è offrire un fiore alla morte prima di entrare nella vita, questo il manifesto del nascituro progetto che si propone di impollinare di bellezza il mondo. Utilizzando diversi linguaggi dell’arte, mostre, reading musicali, performance, happening, Impollinazioni attraverserà l’Italia. L’artista ci porta a riflettere sulla società contemporanea che ci rende (e vuole) malati e infelici, completamente scollati dalla nostra vera natura e dalla fonte di provenienza, avvolti in un sonno della coscienza, a uso e consumo di un capitalismo che con il miraggio della ricchezza ha reso l’uomo schiavo, perso in una sorta di incantesimo perenne. Gian Mario Conti parte dal presupposto che l’Arte e la Musica sono strumenti d’eccellenza per aiutare l’essere umano a riprendere contatto con l’autenticità e con la vita e con il suo lavoro invita a una presa di coscienza collettiva, restituendo loro un ruolo determinante, quello di indicare la strada della Bellezza e della Verità. Compaiono nelle sue iconografie temi ricorrenti e fortemente evocativi, come i teschi, le mummie, le apparizioni spettrali, i bambini, le api, proiezioni di una riflessione che vede l’esistenza umana compartecipare a un eterno ciclo di morti e di rinascite cui spesso si cerca erroneamente (e inutilmente) di sfuggire. Con la potenza di questo ultimo lavoro l’artista ci suggerisce un’altra possibilità, una scelta alternativa: ciascuno di noi in qualunque momento può mutare la propria pelle, rinnovarsi e rinascere nuovo. Nei lavori esposti, tele e opere su carta, ammirevoli le sue distese di verdi, l’ampiezza dei blu, i bianchi infiniti e la raffinatezza del tratto, elementi distintivi di un artista caratterizzato da un linguaggio personalissimo e originale che coniuga, in un unico filo conduttore, pittura e musica, componendo per le sue esposizioni tappeti sonori con diversi strumenti che oltre ad essere un tutt’uno con l’opera pittorica lavorano in profondità creando vere e proprie esperienze interiori.

L’arte di Gian Mario Conti scende nel cuore delle cose, vera, senza filtri, arte che svela e ti specchia. Pura poesia, innocenza e peccato, avvolge come un canto d’infanzia, poi ti trafigge con mille coltelli, scrive la curatrice Gina Ingrassia.

In Italia, a partire dagli anni Ottanta, numerosi sono i riconoscimenti ricevuti e le sue esposizioni, tra cui quelle realizzate alla Galleria Il Forno di Bergamo, alla Galleria Il Cannocchiale Brera a Milano, al Museo della Tonnara di Favignana, al Castello Pasquini di Castiglioncello e la prestigiosa partecipazione alla mostra I Mille di Sgarbi a Cervia e a Cortina d’Ampezzo.

Gian Mario Conti
Pittore, poeta, performer, arpista compositore e polistrumentista, nel suo percorso artistico sviluppa un’estetica che coniuga, in un unico filo conduttore, linguaggio pittorico, musicale e gestuale. In Italia, a partire dagli anni Ottanta, numerosi sono i riconoscimenti ricevuti e le sue esposizioni, tra cui quelle realizzate alla Galleria Il Forno di Bergamo, alla Galleria Il Cannocchiale di Brera a Milano, al Museo della Tonnara di Favignana, al Castello Pasquini di Castiglioncello e la prestigiosa partecipazione alla mostra ‘I Mille di Sgarbi” a Cervia e poi a Cortina d’Ampezzo. Caratterizzano le sue opere gli introspettivi spazi bianchi, in cui si lascia spazio e libertà all’infinito e al silenzio. Un silenzio e una solitudine ‘abitate’, che ciascuno di noi per timore di ascoltare, riempie spesso con il superfluo. Le sue opere sono dense di simbolismi in cui l’osservatore, come dinanzi a uno specchio, vi trasferisce le proprie paure ed emozioni. Nei vari cicli pittorici vita e morte si uniscono a purificazione e rinascita, riportandoci da una società dell’Avere e del superfluo ad una società dell’Essere, che necessita di un nuovo e stretto contatto con la Natura e con il nostro vero sé. In ambito concertistico, si esibisce sia come solista che in formazioni cameristiche e ensemble, in festival e rassegne di nuova musica, in Italia e all’estero. Nell’ambito della sua carriera si è esibito in prestigiosi teatri tra cui il Teatro della Pergola e il Goldoni, collaborando con personalità dello spettacolo di fama internazionale tra cui Maurizio Donadoni. E’ autore delle musiche originali della pièce Deve trattarsi di autentico amore per la vita, rielaborazione drammaturgica di Giulia Calligaro dei Diari di Etty Hillesum cui hanno dato la voce nel corso degli anni Maddalena Crippa, Federica Fracassi e Laura Marinoni con l’interpretazione della quale è andata in onda su Rai Radio3. Di rilievo il suo lavoro in Brasile con Francesca Della Monica, una delle voci più originali nel panorama della musica sperimentale italiana, con la quale si è esibito a San Paolo e, in occasione dei 90 anni del Conservatorio, a Belo Horizonte, con Frammenti neuronali, a partire da Giacinto Scelsi, John Cage e Daniele Lombardi per arpa, flauto e armonica.

11 aprile Inaugurazione | 12 aprile Reading musicale per arpa, armonica a bocca e voce

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