Ghê Gaia Terra | Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente
Dal 22 Aprile 2022 al 22 Maggio 2022
Roma
Luogo: Museo delle Mura
Indirizzo: Via di Porta San Sebastiano 18
Orari: dal martedì alla domenica 9-14. Ultimo ingresso mezz'ora prima della chiusura. Chiuso il primo maggio
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museodellemuraroma.it
Venerdì 22 aprile alle ore 17.00, nel giorno dedicato all’Earth Day, la più grande manifestazione ambientale al mondo, verrà inaugurata la rassegna di arte contemporanea “Ghê Gaia Terra | Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente”, al Museo delle Mura di Roma, a cura di Antonietta Campilongo, visitabile sino al 22 maggio 2022. Dopo il grande successo di Ghê Gaia Terra, che si è svolto a novembre 2021 presso il Tempio Romanico di San Francesco a Capranica di Viterbo, il progetto espositivo torna con nuove opere pittoriche e scultoree, quelle di 29 artisti, e con video e performance, firmate da 11 creativi. L’obiettivo, però, non cambia: quello di riflettere, tramite l’Arte e le arti, sul futuro del pianeta e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto tra Uomo e Natura.
LE OPERE IN MOSTRA - Ghê Gaia Terra è una mostra di racconti e di atmosfere, di rimandi e di sensazioni, che volge lo sguardo all’universo ecologico. La scelta di intervenire nel dibattito di sensibilizzazione sui temi dell’inquinamento viene proprio dall’attualità, con la convinzione che un’azione artistica possa contribuire ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza di questa emergenza globale. Si arriva così ad indagare una dimensione concreta che si illumina di aspetti antropologici e sociologici, urgenti per l’umanità e per l’universalità. L’obiettivo della rassegna è quello di avvalersi dell’arte come tramite per lanciare messaggi “green”, di amore e rispetto, in particolare sul rapporto uomo-ambiente.
GLI ARTISTI IN MOSTRA – Saranno in mostra i seguenti artisti: Alessandro Angeletti, Rosella Barretta, Rossana Bartolozzi, Francesco Bonifazi, Massimo Campi, Antonella Catini, Antonio Ceccarelli, Silvano Corno, Paola De Santis, Alexander Luigi Di Meglio, Lean (Andrea Leonardi), Luciano Lombardi, Valentina Lo Faro, Eleonora Lucchini, Maria Carla Mancinelli, Lucia Nicolai, Giorgio Ortona, Veronika Palkovics, Adriana Pignataro, Loredana Raciti, Consuelo Rodriguez, Loredana Salzano, Stefania Scala, Andrea Sterpa, Carlo Tirelli, Anna Tonelli, Valter Vari, Klara Varhelyi, Tommaso Vitale. Artisti Special Guest: Rosella Barretta, Rossana Bartolozzi e Anna Tonelli. Performance: artisti&innocenti, letizia Girolami, Letizia leone, Loredana Raciti e Maria Luisa Sales. Video: Daniele Conca, Lara Ferrara, Maria Korporal.
IL TARDIGRADO – E’ il tardigrado (phylum di invertebrati protostomi celomati) l’enigmatico simbolo della manifestazione. Il messaggio è forte: questi organismi, infatti, potrebbero essere gli unici a sopravvivere sulla Terra, se non invertiamo la tendenza all’inquinamento e al consumo sfrenato, al riscaldamento e all’incuria quotidiana. Noti come “orsi d’acqua”, questi invertebrati a otto zampe possono sopravvivere fino a trenta anni senza cibo o acqua e possono resistere a temperature estreme, per pochi minuti a 150 °C e per parecchi giorni a −200 °C. Ma sono anche resistenti ad alti livelli di radiazioni, alla mancanza di ossigeno e alla resistenza al vuoto dello spazio. La domanda è tragica, ma necessaria: rimarranno solo loro?
IL “GRIDO DI DOLORE” - “C’è un grido di dolore, un grido di aiuto, un urlo di disperazione, che viene dalla nostra Gaia Terra o Ghê come la chiamavano gli antichi greci, che sempre di più, in seguito allo sviluppo industriale, ha portato una crescita enorme dell’uso di risorse non rinnovabili, dello sfruttamento del territorio, della produzione di rifiuti, nella creazione di sostanze di sintesi non riciclabili dai processi naturali – spiega Alice Straffi nel suo testo critico - L’uomo diventa così uno dei principali responsabili delle alterazioni all’ambiente. Il mondo dell’arte, che sempre registra e spesso anticipa le tendenze estetiche e culturali, ha dedicato grande attenzione al mondo della natura, mostrando creatività, curiosità e grande capacità propositiva”.
LE OPERE IN MOSTRA - Ghê Gaia Terra è una mostra di racconti e di atmosfere, di rimandi e di sensazioni, che volge lo sguardo all’universo ecologico. La scelta di intervenire nel dibattito di sensibilizzazione sui temi dell’inquinamento viene proprio dall’attualità, con la convinzione che un’azione artistica possa contribuire ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza di questa emergenza globale. Si arriva così ad indagare una dimensione concreta che si illumina di aspetti antropologici e sociologici, urgenti per l’umanità e per l’universalità. L’obiettivo della rassegna è quello di avvalersi dell’arte come tramite per lanciare messaggi “green”, di amore e rispetto, in particolare sul rapporto uomo-ambiente.
GLI ARTISTI IN MOSTRA – Saranno in mostra i seguenti artisti: Alessandro Angeletti, Rosella Barretta, Rossana Bartolozzi, Francesco Bonifazi, Massimo Campi, Antonella Catini, Antonio Ceccarelli, Silvano Corno, Paola De Santis, Alexander Luigi Di Meglio, Lean (Andrea Leonardi), Luciano Lombardi, Valentina Lo Faro, Eleonora Lucchini, Maria Carla Mancinelli, Lucia Nicolai, Giorgio Ortona, Veronika Palkovics, Adriana Pignataro, Loredana Raciti, Consuelo Rodriguez, Loredana Salzano, Stefania Scala, Andrea Sterpa, Carlo Tirelli, Anna Tonelli, Valter Vari, Klara Varhelyi, Tommaso Vitale. Artisti Special Guest: Rosella Barretta, Rossana Bartolozzi e Anna Tonelli. Performance: artisti&innocenti, letizia Girolami, Letizia leone, Loredana Raciti e Maria Luisa Sales. Video: Daniele Conca, Lara Ferrara, Maria Korporal.
IL TARDIGRADO – E’ il tardigrado (phylum di invertebrati protostomi celomati) l’enigmatico simbolo della manifestazione. Il messaggio è forte: questi organismi, infatti, potrebbero essere gli unici a sopravvivere sulla Terra, se non invertiamo la tendenza all’inquinamento e al consumo sfrenato, al riscaldamento e all’incuria quotidiana. Noti come “orsi d’acqua”, questi invertebrati a otto zampe possono sopravvivere fino a trenta anni senza cibo o acqua e possono resistere a temperature estreme, per pochi minuti a 150 °C e per parecchi giorni a −200 °C. Ma sono anche resistenti ad alti livelli di radiazioni, alla mancanza di ossigeno e alla resistenza al vuoto dello spazio. La domanda è tragica, ma necessaria: rimarranno solo loro?
IL “GRIDO DI DOLORE” - “C’è un grido di dolore, un grido di aiuto, un urlo di disperazione, che viene dalla nostra Gaia Terra o Ghê come la chiamavano gli antichi greci, che sempre di più, in seguito allo sviluppo industriale, ha portato una crescita enorme dell’uso di risorse non rinnovabili, dello sfruttamento del territorio, della produzione di rifiuti, nella creazione di sostanze di sintesi non riciclabili dai processi naturali – spiega Alice Straffi nel suo testo critico - L’uomo diventa così uno dei principali responsabili delle alterazioni all’ambiente. Il mondo dell’arte, che sempre registra e spesso anticipa le tendenze estetiche e culturali, ha dedicato grande attenzione al mondo della natura, mostrando creatività, curiosità e grande capacità propositiva”.
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