Felice Levini. Nord-Est Sud-Ovest

Felice Levini. Nord-Est Sud-Ovest, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma
Dal 06 Dicembre 2013 al 09 Febbraio 2014
Roma
Luogo: Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Indirizzo: viale delle Belle arti 131
Orari: da martedì a domenica 8.30-19.30
Curatori: Achille Bonito Oliva, Maria Vittoria Marini Clarelli
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 4
Telefono per informazioni: +39 06 32298221/ 349 5113067
E-Mail info: s-gnam.uffstampa@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.gnam.beniculturali.it
L’intervento installativo di Felice Levini presso la Galleria nazionale d’arte moderna, voluto e curato dalla Soprintendente Maria Vittoria Marini Clarelli e da Achille Bonito Oliva, prevede un confronto diretto con le opere, in particolar modo con quelle dei Futuristi, appartenenti alla collezione permanente della Galleria.
L’artista ha ideato una struttura cubica (m 4 x 4 x 4) dove assemblare un gruppo di lavori visibili sia dall’esterno che dall’interno di tale struttura, che è a sua volta opera d’arte. Non si tratta, dunque, della costruzione di un mero perimetro espositivo, quanto della costruzione architettonica di una visione dell’arte.
Tre tele di grandi dimensioni campeggiano su fondo nero, ciascuna su una delle tre facce del dado. Dalla quarta, in alto su fondo bianco, emerge la testa della dea Fortuna bendata, con la scritta “Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine”. Al di sotto, attraverso un oblò in vetro, si assiste invece ad una rappresentazione (Non c’è, già presentata nel 2004 presso la Fondazione Volume, Roma) tesa a simboleggiare la continua domanda sull’esistenza. Completano l’installazione I quattro punti cardinali, posizionati sulle pareti laterali e contrassegnati dal colore rosso.
Una visione caleidoscopica dove il dentro e il fuori si misurano in un dialogo tra forme, contenuto e materia. Un’ipotesi di esistenza/resistenza, “Azione a distanza” del fare e ragionare sul possibile “rasoio” dell’arte. Liberi dalla dittatura dell’estetismo del “contemporaneo”.
Felice Levini nasce a Roma nel 1956, dove tuttora vive e lavora. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti, apre nel 1978 uno spazio in Via S. Agata dei Goti che gestisce con altri artisti e che diventa luogo di incontro per mostre e serate dedicate alla poesia.
Nel 1980 entra a far parte del gruppo dei "Nuovi-Nuovi" che debutta con la mostra a cura di Renato Barilli alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Bologna.
Nel corso degli anni '90 il suo lavoro oscilla tra l'astratto e il figurativo; nei suoi allestimenti, alla ripetizione dell'immagine, che la rende astratta, viene contrapposta la presenza umana, viva. Ricorre spesso all'autoritratto. Nel 1991 espone al XXXIV Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 1993 è presente alla XLV Biennale di Venezia, nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma. Numerose sono le sue mostre personali in importanti spazi di ricerca come La Nuova Pesa, Fondazione Volume!, De Crescenzo e Viesti.
L’artista ha ideato una struttura cubica (m 4 x 4 x 4) dove assemblare un gruppo di lavori visibili sia dall’esterno che dall’interno di tale struttura, che è a sua volta opera d’arte. Non si tratta, dunque, della costruzione di un mero perimetro espositivo, quanto della costruzione architettonica di una visione dell’arte.
Tre tele di grandi dimensioni campeggiano su fondo nero, ciascuna su una delle tre facce del dado. Dalla quarta, in alto su fondo bianco, emerge la testa della dea Fortuna bendata, con la scritta “Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine”. Al di sotto, attraverso un oblò in vetro, si assiste invece ad una rappresentazione (Non c’è, già presentata nel 2004 presso la Fondazione Volume, Roma) tesa a simboleggiare la continua domanda sull’esistenza. Completano l’installazione I quattro punti cardinali, posizionati sulle pareti laterali e contrassegnati dal colore rosso.
Una visione caleidoscopica dove il dentro e il fuori si misurano in un dialogo tra forme, contenuto e materia. Un’ipotesi di esistenza/resistenza, “Azione a distanza” del fare e ragionare sul possibile “rasoio” dell’arte. Liberi dalla dittatura dell’estetismo del “contemporaneo”.
Felice Levini nasce a Roma nel 1956, dove tuttora vive e lavora. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti, apre nel 1978 uno spazio in Via S. Agata dei Goti che gestisce con altri artisti e che diventa luogo di incontro per mostre e serate dedicate alla poesia.
Nel 1980 entra a far parte del gruppo dei "Nuovi-Nuovi" che debutta con la mostra a cura di Renato Barilli alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Bologna.
Nel corso degli anni '90 il suo lavoro oscilla tra l'astratto e il figurativo; nei suoi allestimenti, alla ripetizione dell'immagine, che la rende astratta, viene contrapposta la presenza umana, viva. Ricorre spesso all'autoritratto. Nel 1991 espone al XXXIV Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 1993 è presente alla XLV Biennale di Venezia, nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma. Numerose sono le sue mostre personali in importanti spazi di ricerca come La Nuova Pesa, Fondazione Volume!, De Crescenzo e Viesti.
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