Diego Perrone. La notte all'indietro pesa
Dal 24 Luglio 2019 al 07 Gennaio 2020
Roma
Luogo: Museo Nazionale Romano - Palazzo Massimo
Indirizzo: largo di Villa Peretti 2
Orari: da martedì a domenica 9-19.45
Enti promotori:
- Museo Nazionale Romano - Palazzo Massimo
Sito ufficiale: http://www.museonazionaleromano.beniculturali.it/
Palazzo Massimo presenta dal 25 luglio al 7 gennaio 2020 un nuovo progetto di Diego Perrone: la scultura dal titolo La notte all’indietro pesa allestita nella Sala della dea Roma.
Il progetto di Diego Perrone, promosso dal Museo Nazionale Romano, è vincitore della terza edizione diItalian Council, il bando ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane - guidata da Federica Galloni - del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo. Dopo essere stata presentata in primavera a Bullseye Projects di Portland nell’Oregon, l’opera approda a Roma, per proseguire nel corso del 2020 all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles a gennaio, al Museo svizzero di San Gallo a febbraio per essere infine installata a settembre alla Crypta Balbi.
La notte all'indietro pesa è una scultura di pasta di vetro - spiega Diego Perrone - pensata come un insieme di forme e soggetti stratificati su un unico volume. Nella parte a bassorilievo emerge il profilo di un volto raffigurato da una prospettiva inusuale, quasi a volo di uccello, che conferisce uno sbilanciamento all'indietro: una specie di fluttuazione nello spazio, come in assenza di gravità. Nella parte centrale ho modellato a rilievo due mani nell'atto di mostrare due orologi da polso. Il colore blu opaco del vetro è servito per evidenziare naso e occhi della faccia e prolungandolo poi in mezzo alle due mani con gli orologi ha evocato un terzo soggetto molto simile ad una civetta”.
E sulla particolare realizzazione dell’opera: “La tecnica che uso – aggiunge l’artista - si chiama pate de verre, letteralmente "pasta di vetro” e consiste in una fusione a cera persa del vetro in uno stampo di gesso refrattario. Ho cercato di portare alle estreme conseguenze tecnica e materiale rimanendo sul filo tra il fattibile e la potenza visiva che immaginavo. Queste sculture sono sovradimensionate per essere di vetro e devono rimanere in forno a raffreddarsi almeno cinque settimane e il mescolarsi poi di tipologie di vetri opachi e trasparenti allunga maggiormente i tempi di realizzazione. Quando sono finite sembrano blocchi di minerali scolpiti con colori innaturali e la persistenza dei vetri opachi ne accentua la matericità e la fisicità. La loro caratteristica principale è che sono bassorilievi, ma essendo costituiti di materia trasparente colorata, la prima cosa che avverto guardandole sono le macchie di colore. Questo fa si che si generi un’ambiguità tra la massa scultorea e l’immagine che è per sua natura bidimensionale.”
L’opera di Diego Perrone è presentata nella Sala che ospita un affresco del IV sec. d.C. che rappresenta Venere seduta, integrato a olio come dea Roma nel XVII secolo (sono state ridipinte la metà superiore della testa, quasi completamente lo scudo, i piedi con il plinto, lo zoccolo alla base con l’iscrizione). L’affresco è stato trovato nel 1655 nei pressi del battistero di San Giovanni in Laterano e portato nel giardino segreto di Francesco Barberini. Nel 1935 viene donato allo stato Italiano dalla principessa Barberini.
La rappresentazione di Venere come Dea Roma presenta l’elmo e lo scudo, simboli riconducibili anche a Minerva / Atena.
“La scultura di Diego Perrone a ben guardare evoca la presenza di una civetta, uno dei simboli di Atena / Minerva, legata al tema notturno dell’opera – dichiara il Direttore del Museo Nazionale Romano Daniela Porro - dove passato e futuro si fondono in un ricordo ancestrale che la materia vitrea esalta e al contempo disconosce. Il progetto di Diego Perrone La notte all’indietro pesa consegna al contemporaneo una suggestione sapiente della dea Atena – prosegue Daniela Porro - Atena è la dea della saggezza, delle Arti e dell’astuzia, simbolo della filosofia, ma anche dea della strategia di guerra che donava ai suoi protetti la mètis, quella fondamentale capacità di combattere con astuzia e non solo con la forza bruta. La mètis è quel tipo di intelligenza ‘tecnica’ e applicata che ben si addice all’invenzione tecnologica, alle competenze artigianali e alla tecnica sapiente messe in atto nella realizzazione di un’opera d’arte”
Il catalogo sarà pubblicato da Mousse Publishing e presentato al finissage della mostra.
Opening, mercoledì 24 luglio, ore 18
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