Di roccia, fuochi e avventure sotterranee
Dal 22 Settembre 2021 al 14 Novembre 2021
Roma
Luogo: MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Indirizzo: Via Guido Reni 4/a
Curatori: Alessandro Dandini de Sylva
Costo del biglietto: Solo mostra € 5. Mostra + Museo MAXXI: Intero € 12 | Ridotto € 9
Telefono per informazioni: +39 06.320.19.54
E-Mail info: info@fondazionemaxxi.it
Sito ufficiale: http://www.maxxi.art
La mostra Di roccia, fuochi e avventure sotterranee, in programma nello Spazio Extra MAXXI dal 22 settembre al 14 novembre 2021, presenta i progetti fotografici di cinque tra i più interessanti autori della fotografia italiana attuale, Fabio Barile, Andrea Botto, Marina Caneve, Alessandro Imbriaco, Francesco Neri, incaricati di fotografare e documentare la nascita di altrettante grandi opere infrastrutturali in tutto il mondo.
In mostra 120 immagini realizzate tra il 2019 e il 2020 in cinque cantieri e in tre Continenti, tra Europa, Estremo Oriente e Oceania. La mostra, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, è organizzata in collaborazione con Ghella, la più antica azienda italiana di grandi infrastrutture nata nel 1867 e attiva in tutto il mondo, specializzata in scavi in sotterraneo (da quello della mitica Transiberiana nel 1898 fino ai tunnel della metropolitana di Sydney che corrono sotto la baia).
Una selezione delle opere in mostra entrerà a far parte della Collezione di Fotografia del MAXXI.
Dice Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte: “È straordinario come i cinque fotografi abbiano saputo raccontare il cantiere senza “nominarlo” mai, lasciandosi attraversare dalle sue suggestioni senza rappresentarlo in modo stereotipato o “aziendale”. Il risultato sono cinque progetti d’autore che, grazie alla lungimiranza di un committente illuminato, danno conto della varietà d’esiti e vitalità della fotografia documentaria oggi. L’ingresso di parte di queste opere nelle nostre Collezioni, e dunque nel Patrimonio dello Stato, ci rende particolarmente felici e rappresenta l’esito finale di una collaborazione feconda tra pubblico e privato, tra due eccellenze italiane come il MAXXI e Ghella”.
Aggiunge Lorenzo Ghella, Vicepresidente Ghella: “Vorrei tributare un sincero ringraziamento al MAXXI, il Museo nazionale dedicato all’arte contemporanea, che ha fortemente creduto nel nostro progetto editoriale Di Roccia, Fuochi e Avventure Sotterranee. Scegliere di presentarlo con una mostra è un prezioso e non scontato riconoscimento alla qualità del lavoro, sia degli artisti sia del curatore Alessandro Dandini de Sylva. Ma per Ghella è anche un’importante conferma della bontà della nostra decisione di privilegiare l’Arte come sguardo profondo e libero nel racconto del nostro lavoro. Una testimonianza che ci incoraggia a impegnarci già da oggi in nuovi progetti fotografici di questo calibro”.
Spiega Alessandro Dandini de Sylva, curatore della mostra: “Costruire un’immagine: è questo il fine ultimo di una campagna fotografica aziendale. Costruire, cioè mettere insieme la visione dell’azienda e la ricerca artistica del fotografo, e formare a partire da esse una nuova immagine o, meglio ancora, un nuovo immaginario. Le campagne fotografiche che formano questa raccolta rappresentano una risorsa preziosa perché non solo documentano la realizzazione di grandi progetti di ingegneria combinando sapientemente rappresentazione e sperimentazione, ma tracciano anche la direzione delle future trasformazioni delle città e del paesaggio nel XXI secolo”.
Nel percorso, introdotto dalle immagini storiche che documentano l’attività dell’azienda dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta, le vedute delle città e dei cantieri si alternano a reperti archeologici, carotaggi, spettacolari esplosioni, componenti di macchine escavatrici, paesaggi, foreste e formazioni rocciose. Le dimensioni, la struttura e la fisicità degli spazi, dei macchinari e dei materiali da escavazione restituiscono la complessità dell’infrastruttura del cantiere e la sua natura di organismo in continuo divenire.
Il lavoro di Fabio Barile (Barletta, 1980) sul tunnel ferroviario che collegherà Oslo a Ski, giustappone immagini di intricati sistemi naturali e artificiali come foreste di conifere, scorci di cantiere e nuove urbanizzazioni. Le fotografie di Andrea Botto (Rapallo, 1973), realizzate nella galleria che unirà Italia e Austria sotto il passo del Brennero, documentano l’attività del cantiere che culminano con la spettacolare esplosione del fronte di scavo. Le immagini di Marina Caneve (Belluno, 1988) della linea metropolitana che collegherà l’aeroporto di Atene al porto del Pireo, si interrogano sul rapporto tra città, progettazione contemporanea e memoria storica. Le fotografie di Alessandro Imbriaco (Salerno, 1980) che ritraggono dettagli ripresi all’interno delle mastodontiche talpe meccaniche, utilizzate per realizzare i tunnel che corrono sotto la baia di Sydney, evocano atmosfere riconducibili all’esplorazione spaziale. La sequenza di Francesco Neri (Faenza, 1982) della prima metropolitana sotterranea di Hanoi taglia visivamente la città, restituendo il cantiere come una zona di conflitto e di sfida agli ambienti caotici, imprevisti ed organici della città.
Le campagne fotografiche commissionate da Ghella si inseriscono in una storica tradizione di documentazione di grandi progetti di ingegneria e costituiscono una serie di esplorazioni creative della costruzione di tunnel. I cinque artisti in mostra ci accompagnano in un viaggio nel nuovo della fotografia italiana, opponendo alla voracità della società visiva contemporanea un rallentamento dello sguardo, un ritorno alle tecniche fotografiche tradizionali e una riflessione sul fare l’immagine per reimparare e rieducare a vedere.
In mostra 120 immagini realizzate tra il 2019 e il 2020 in cinque cantieri e in tre Continenti, tra Europa, Estremo Oriente e Oceania. La mostra, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, è organizzata in collaborazione con Ghella, la più antica azienda italiana di grandi infrastrutture nata nel 1867 e attiva in tutto il mondo, specializzata in scavi in sotterraneo (da quello della mitica Transiberiana nel 1898 fino ai tunnel della metropolitana di Sydney che corrono sotto la baia).
Una selezione delle opere in mostra entrerà a far parte della Collezione di Fotografia del MAXXI.
Dice Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte: “È straordinario come i cinque fotografi abbiano saputo raccontare il cantiere senza “nominarlo” mai, lasciandosi attraversare dalle sue suggestioni senza rappresentarlo in modo stereotipato o “aziendale”. Il risultato sono cinque progetti d’autore che, grazie alla lungimiranza di un committente illuminato, danno conto della varietà d’esiti e vitalità della fotografia documentaria oggi. L’ingresso di parte di queste opere nelle nostre Collezioni, e dunque nel Patrimonio dello Stato, ci rende particolarmente felici e rappresenta l’esito finale di una collaborazione feconda tra pubblico e privato, tra due eccellenze italiane come il MAXXI e Ghella”.
Aggiunge Lorenzo Ghella, Vicepresidente Ghella: “Vorrei tributare un sincero ringraziamento al MAXXI, il Museo nazionale dedicato all’arte contemporanea, che ha fortemente creduto nel nostro progetto editoriale Di Roccia, Fuochi e Avventure Sotterranee. Scegliere di presentarlo con una mostra è un prezioso e non scontato riconoscimento alla qualità del lavoro, sia degli artisti sia del curatore Alessandro Dandini de Sylva. Ma per Ghella è anche un’importante conferma della bontà della nostra decisione di privilegiare l’Arte come sguardo profondo e libero nel racconto del nostro lavoro. Una testimonianza che ci incoraggia a impegnarci già da oggi in nuovi progetti fotografici di questo calibro”.
Spiega Alessandro Dandini de Sylva, curatore della mostra: “Costruire un’immagine: è questo il fine ultimo di una campagna fotografica aziendale. Costruire, cioè mettere insieme la visione dell’azienda e la ricerca artistica del fotografo, e formare a partire da esse una nuova immagine o, meglio ancora, un nuovo immaginario. Le campagne fotografiche che formano questa raccolta rappresentano una risorsa preziosa perché non solo documentano la realizzazione di grandi progetti di ingegneria combinando sapientemente rappresentazione e sperimentazione, ma tracciano anche la direzione delle future trasformazioni delle città e del paesaggio nel XXI secolo”.
Nel percorso, introdotto dalle immagini storiche che documentano l’attività dell’azienda dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta, le vedute delle città e dei cantieri si alternano a reperti archeologici, carotaggi, spettacolari esplosioni, componenti di macchine escavatrici, paesaggi, foreste e formazioni rocciose. Le dimensioni, la struttura e la fisicità degli spazi, dei macchinari e dei materiali da escavazione restituiscono la complessità dell’infrastruttura del cantiere e la sua natura di organismo in continuo divenire.
Il lavoro di Fabio Barile (Barletta, 1980) sul tunnel ferroviario che collegherà Oslo a Ski, giustappone immagini di intricati sistemi naturali e artificiali come foreste di conifere, scorci di cantiere e nuove urbanizzazioni. Le fotografie di Andrea Botto (Rapallo, 1973), realizzate nella galleria che unirà Italia e Austria sotto il passo del Brennero, documentano l’attività del cantiere che culminano con la spettacolare esplosione del fronte di scavo. Le immagini di Marina Caneve (Belluno, 1988) della linea metropolitana che collegherà l’aeroporto di Atene al porto del Pireo, si interrogano sul rapporto tra città, progettazione contemporanea e memoria storica. Le fotografie di Alessandro Imbriaco (Salerno, 1980) che ritraggono dettagli ripresi all’interno delle mastodontiche talpe meccaniche, utilizzate per realizzare i tunnel che corrono sotto la baia di Sydney, evocano atmosfere riconducibili all’esplorazione spaziale. La sequenza di Francesco Neri (Faenza, 1982) della prima metropolitana sotterranea di Hanoi taglia visivamente la città, restituendo il cantiere come una zona di conflitto e di sfida agli ambienti caotici, imprevisti ed organici della città.
Le campagne fotografiche commissionate da Ghella si inseriscono in una storica tradizione di documentazione di grandi progetti di ingegneria e costituiscono una serie di esplorazioni creative della costruzione di tunnel. I cinque artisti in mostra ci accompagnano in un viaggio nel nuovo della fotografia italiana, opponendo alla voracità della società visiva contemporanea un rallentamento dello sguardo, un ritorno alle tecniche fotografiche tradizionali e una riflessione sul fare l’immagine per reimparare e rieducare a vedere.
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