Davide Serpetti. The Sleepers
Dal 18 Settembre 2021 al 31 Ottobre 2021
Roma
Luogo: Casa Vuota
Indirizzo: Via Maia 12
Orari: su appuntamento
Curatori: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Il sonno, che cova nella culla della casa, ci rende vulnerabili e ci trasporta in un altrove misterioso e inafferrabile, dove la realtà si smaterializza e l’immaginario si fa fluido e mutevole. È l’atto del dormire, con i suoi fili fantasmagorici ora intrecciati e ora sciolti, il motivo conduttore della prima mostra personale che Davide Serpetti fa a Roma, curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. Allestita dal 18 settembre al 31 ottobre, la mostra si intitola The Sleepers ed è stata pensata appositamente per le stanze di Casa Vuota, l’appartamento dismesso trasformato in contenitore d’arte di via Maia 12 al Quadraro. Sono due i giorni in cui l’intervento di Serpetti viene presentato al pubblico: sabato 18 settembre, dalle ore 11 alle 14 e dalle 16 alle 20, e domenica 19 settembre, dalle 11 alle 14 e dalle 16 alle 18. Per la visita è necessario prenotarsi al numero di telefono 3928918793 oppure all’email vuotacasa@gmail.com.
“The Sleepers – racconta Davide Serpetti – è un progetto realizzato appositamente per Casa Vuota. All’interno dello spazio domestico, l’atto del dormire assume per me una centralità. È un momento fondamentale della nostra quotidianità casalinga, che diventa qualcos’altro attraverso la mia arte. Ho scelto di abitare Casa Vuota con dei ritratti, teste di figure dormienti, che offrono per me il pretesto per indagare alcune tematiche che ho affrontato negli ultimi anni con la mia pittura, come i discorsi sull’iconografia e sull’androginia”.
“Il progetto ideato da Serpetti per Casa Vuota – scrivono i curatori della mostra Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – mette in dialogo la pittura, il linguaggio privilegiato della sua ricerca, con la necessità di abbracciare le tre dimensioni e di rendere dinamica l’immagine, attraverso un’originale sintesi tra scultura ed elaborazione digitale. Per quanto semplice all’apparenza, l’intervento è complesso e stratificato, in equilibrio tra profondità storica e superfici ipercontemporanee. Nella materia sfuocata e fluida della sua pittura, ognuno dei ritratti esposti rimanda a un ideale estetico che da anni ossessiona il lavoro dell’artista, quello rappresentato dalla scultura Ecce puer di Medardo Rosso, già oggetto di una serie di dipinti a partire dal 2019, la cui contemplazione racchiude in sé una riflessione sulla storia dell’arte e sul potere magnetico dell’icona, fuori dalla sfera del sacro e dentro la cultura pop. Tra citazione e riappropriazione, l’artista si emancipa dal modello medardiano realizzando la sua personale versione del puer, prima come elemento tridimensionale e poi come portato pittorico”.
“Passando dalla pittura alla scultura e viceversa – proseguono i curatori – Davide Serpetti presenta a Casa Vuota un’inedita installazione, realizzata in collaborazione con Karol Sudolski. Al centro di una stanza buia si colloca una scultura, realizzata a partire dalla rielaborazione di un volto reale fotografato, che si anima e diventa viva attraverso la proiezione di pattern digitali in movimento tratti dagli stessi dipinti di Serpetti. Quindi l’artista traduce in pittura questa scultura, in forma di ritratti, che prendono in prestito le scale cromatiche degli Omaggi al quadrato di Josef Albers”.
“Il cuore della mostra – spiegano Del Re e de Nichilo – è un esercizio pittorico ripetuto in maniera quasi ossessiva: viene proposto al pubblico nell’allestimento di una galleria di teste dipinte che sono variazioni condotte intorno allo stesso soggetto, simili tra loro per forma e proporzioni e realizzate su tele tutte della stessa dimensione. L’andamento seriale scandisce il ritmo di un lavoro che fa della reiterazione e della variazione le sue qualità più evidenti. Nel loro abbandono al sonno, i dormienti di Davide Serpetti restituiscono alla casa la sua funzione originaria di luogo di protezione e di cura. Gli occhi sono chiusi sul caos delle immagini del mondo e il limbo della mostra vuole segnare una discontinuità nel flusso incessante delle comunicazioni e dei consumi che avvolgono e travolgono le culture contemporanee. Sono, nelle intenzioni dell’artista, delle sculture meditative, date nella sospensione. Serpetti si concentra esclusivamente sui volti, escludendo tutto il resto. Non c’è corpo, non c’è sfondo, non c’è spazio e non c’è tempo. Siamo nella dimensione del sogno, degli occhi chiusi che fanno assomigliare la faccia a un muro senza finestre. I ritratti, simili fra loro eppure dissonanti nella somiglianza, sembrano fluttuare nello spazio pittorico e nello spazio onirico di Casa Vuota, privi di peso e smaterializzati, eppure rischiarati da un’intima luminescenza. Si fanno portatori di una serie di domande. A chi appartengono i volti e i sonni messi in mostra? È sempre lo stesso il soggetto ritratto che viene fermato in momenti diversi e quindi muta nel suo aspetto? Oppure le facce appartengono a una pluralità di individui che tendono a rassomigliarsi? La figura dipinta è maschile o femminile? La scelta che Davide Serpetti compie da sempre con la sua pittura è di abitare il territorio dell’identità in maniera non binaria, perseguendo un modello di rappresentazione androgina dei soggetti dei suoi ritratti. In questi ritratti chiunque potrebbe identificarsi, perché fanno della sfuggevolezza, della mancata messa a fuoco, della possibilità proteiforme di cambiare, rompendo le regole di un destino già scritto, il loro punto di forza”.
Davide Serpetti (L’Aquila, 1990) studia alla NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e ottiene un MFA presso KASK - The Royal Academy of Fine Arts di Gent in Belgio nel 2015. Finalista del Premio Komask, espone in una doppia mostra alla Royal Academy of Antwerp e a Le Grand Curtius Museum di Liegi. Nel 2016 realizza la copertina di Exibart #95 con l’opera Il trittico di Di Caprio, seconda parte. Dal 2018, su invito di Luigi Presicce, coordina la residenza artistica Simposio di Pittura presso la Fondazione Lac o Le mon di Lecce. Nel 2020 vince il COMBAT Prize per la sezione di pittura, con una menzione speciale di Andrea Bruciati. Nello stesso anno viene segnalato su AucArt dalla curatrice britannica Kate Bryan, Global Head of Collections di Soho House. Nel 2021 Il Sole 24 Ore lo include nel novero dei giovani artisti da acquistare. Tra le mostre in cui espone i suoi lavori si segnalano nel 2010 Not Feeling At Home alla Galleria Artra di Milano, nel 2013 COBALTO40 curata da Yuri Ancarani presso Il Crepaccio di Milano, nel 2014 Don’t Steal My Moment presso KASK e nel 2015 What is your poison? presso Croxhapox a Gent, nel 2018 la personale Reloadallestita al Museo di San Domenico di Imola (Bologna), nel 2021 Danae Revisited curata da Carlo Sala alla Fondazione Francesco Fabbri di Pieve del Soligo (Treviso) e la personale Heavy Metal Lover alla mc2Gallery di Milano.
“The Sleepers – racconta Davide Serpetti – è un progetto realizzato appositamente per Casa Vuota. All’interno dello spazio domestico, l’atto del dormire assume per me una centralità. È un momento fondamentale della nostra quotidianità casalinga, che diventa qualcos’altro attraverso la mia arte. Ho scelto di abitare Casa Vuota con dei ritratti, teste di figure dormienti, che offrono per me il pretesto per indagare alcune tematiche che ho affrontato negli ultimi anni con la mia pittura, come i discorsi sull’iconografia e sull’androginia”.
“Il progetto ideato da Serpetti per Casa Vuota – scrivono i curatori della mostra Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – mette in dialogo la pittura, il linguaggio privilegiato della sua ricerca, con la necessità di abbracciare le tre dimensioni e di rendere dinamica l’immagine, attraverso un’originale sintesi tra scultura ed elaborazione digitale. Per quanto semplice all’apparenza, l’intervento è complesso e stratificato, in equilibrio tra profondità storica e superfici ipercontemporanee. Nella materia sfuocata e fluida della sua pittura, ognuno dei ritratti esposti rimanda a un ideale estetico che da anni ossessiona il lavoro dell’artista, quello rappresentato dalla scultura Ecce puer di Medardo Rosso, già oggetto di una serie di dipinti a partire dal 2019, la cui contemplazione racchiude in sé una riflessione sulla storia dell’arte e sul potere magnetico dell’icona, fuori dalla sfera del sacro e dentro la cultura pop. Tra citazione e riappropriazione, l’artista si emancipa dal modello medardiano realizzando la sua personale versione del puer, prima come elemento tridimensionale e poi come portato pittorico”.
“Passando dalla pittura alla scultura e viceversa – proseguono i curatori – Davide Serpetti presenta a Casa Vuota un’inedita installazione, realizzata in collaborazione con Karol Sudolski. Al centro di una stanza buia si colloca una scultura, realizzata a partire dalla rielaborazione di un volto reale fotografato, che si anima e diventa viva attraverso la proiezione di pattern digitali in movimento tratti dagli stessi dipinti di Serpetti. Quindi l’artista traduce in pittura questa scultura, in forma di ritratti, che prendono in prestito le scale cromatiche degli Omaggi al quadrato di Josef Albers”.
“Il cuore della mostra – spiegano Del Re e de Nichilo – è un esercizio pittorico ripetuto in maniera quasi ossessiva: viene proposto al pubblico nell’allestimento di una galleria di teste dipinte che sono variazioni condotte intorno allo stesso soggetto, simili tra loro per forma e proporzioni e realizzate su tele tutte della stessa dimensione. L’andamento seriale scandisce il ritmo di un lavoro che fa della reiterazione e della variazione le sue qualità più evidenti. Nel loro abbandono al sonno, i dormienti di Davide Serpetti restituiscono alla casa la sua funzione originaria di luogo di protezione e di cura. Gli occhi sono chiusi sul caos delle immagini del mondo e il limbo della mostra vuole segnare una discontinuità nel flusso incessante delle comunicazioni e dei consumi che avvolgono e travolgono le culture contemporanee. Sono, nelle intenzioni dell’artista, delle sculture meditative, date nella sospensione. Serpetti si concentra esclusivamente sui volti, escludendo tutto il resto. Non c’è corpo, non c’è sfondo, non c’è spazio e non c’è tempo. Siamo nella dimensione del sogno, degli occhi chiusi che fanno assomigliare la faccia a un muro senza finestre. I ritratti, simili fra loro eppure dissonanti nella somiglianza, sembrano fluttuare nello spazio pittorico e nello spazio onirico di Casa Vuota, privi di peso e smaterializzati, eppure rischiarati da un’intima luminescenza. Si fanno portatori di una serie di domande. A chi appartengono i volti e i sonni messi in mostra? È sempre lo stesso il soggetto ritratto che viene fermato in momenti diversi e quindi muta nel suo aspetto? Oppure le facce appartengono a una pluralità di individui che tendono a rassomigliarsi? La figura dipinta è maschile o femminile? La scelta che Davide Serpetti compie da sempre con la sua pittura è di abitare il territorio dell’identità in maniera non binaria, perseguendo un modello di rappresentazione androgina dei soggetti dei suoi ritratti. In questi ritratti chiunque potrebbe identificarsi, perché fanno della sfuggevolezza, della mancata messa a fuoco, della possibilità proteiforme di cambiare, rompendo le regole di un destino già scritto, il loro punto di forza”.
Davide Serpetti (L’Aquila, 1990) studia alla NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e ottiene un MFA presso KASK - The Royal Academy of Fine Arts di Gent in Belgio nel 2015. Finalista del Premio Komask, espone in una doppia mostra alla Royal Academy of Antwerp e a Le Grand Curtius Museum di Liegi. Nel 2016 realizza la copertina di Exibart #95 con l’opera Il trittico di Di Caprio, seconda parte. Dal 2018, su invito di Luigi Presicce, coordina la residenza artistica Simposio di Pittura presso la Fondazione Lac o Le mon di Lecce. Nel 2020 vince il COMBAT Prize per la sezione di pittura, con una menzione speciale di Andrea Bruciati. Nello stesso anno viene segnalato su AucArt dalla curatrice britannica Kate Bryan, Global Head of Collections di Soho House. Nel 2021 Il Sole 24 Ore lo include nel novero dei giovani artisti da acquistare. Tra le mostre in cui espone i suoi lavori si segnalano nel 2010 Not Feeling At Home alla Galleria Artra di Milano, nel 2013 COBALTO40 curata da Yuri Ancarani presso Il Crepaccio di Milano, nel 2014 Don’t Steal My Moment presso KASK e nel 2015 What is your poison? presso Croxhapox a Gent, nel 2018 la personale Reloadallestita al Museo di San Domenico di Imola (Bologna), nel 2021 Danae Revisited curata da Carlo Sala alla Fondazione Francesco Fabbri di Pieve del Soligo (Treviso) e la personale Heavy Metal Lover alla mc2Gallery di Milano.
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