Coppie d’azione: Goffredo Mameli e Adele Baroffio
Dal 05 Luglio 2014 al 05 Luglio 2014
Roma
Luogo: Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina
Indirizzo: largo di Porta San Pancrazio
Orari: h 16
Costo del biglietto: ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Telefono per informazioni: +39 060608
E-Mail info: mara.minasi@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museodellarepubblicaromana.it/
Ultimo di sette incontri sul tema delle coppie celebri attive durante la repubblica romana. Relatore Andrea Cicerchia.
Coppie d’azione, amori rivoluzionari. La Repubblica Romana non fu soltanto il palcoscenico straordinario delle gesta di uomini come Garibaldi e Mazzini, Masina e Manara, Pisacane e Mameli. Fu un momento di partecipazione, di coralità, di virtù pubbliche e private, di passioni visionarie e traboccanti che dalle istanze teoriche di rinnovamento precipitarono nella vita vissuta, riversandosi sugli scranni della politica, sui campi di battaglia, negli ospedali improvvisati e sulle pagine dei giornali, travolgendo tutto e tutti in un empito di vitalità commovente, in cui vita pubblica e vita privata si rincorsero in un suggestivo gioco di specchi.
Sono i presupposti stessi della rivoluzione repubblicana compiuta a Roma il 9 febbraio 1849 a rendere possibile ciò: abolizione di ogni differenza tra cittadini, tutti devono godere di uguali diritti e a tutti si richiedono pari virtù civiche. Anche alle donne. Che rispondono in massa entusiaste al reclutamento per il soccorso ai feriti, preparando bende, somministrando cure, confortando i moribondi. Su queste sconosciute eroine del popolo, a riscattarne idealmente l’anonimato, svettano i nomi di alcune donne celebri, compagne di vita e talvolta di sventura di esponenti di spicco della vita politica e militare della Repubblica, il misconosciuto universo femminile di vere coppie d’azione in cui i pensieri, la fede politica, gli entusiasmi rivoluzionari rimbalzarono nell’anima degli amanti più forti delle cannonate francesi, in un crescendo di generosità, partecipazione e sacrificio di sé che trova nelle figure statuarie di Anita e Giuseppe Garibaldi i suoi simboli imperituri.
A riscattare la memoria di queste protagoniste anonime saranno alcune donne celebri, compagne di vita e talvolta di sventura di esponenti più o meno di rilievo della dirigenza politica e militare della Repubblica: da Anita, la coraggiosa brasiliana che raggiunge il suo Garibaldi per poi seguirlo nella ritirata in cui troverà la morte, a Enrichetta, la donna che ha lasciato un’agiata vita familiare per unirsi a Pisacane; da Margaret Fuller, la giornalista americana che, congiunta in matrimonio con un ufficiale della Repubblica, racconta al mondo con le sue corrispondenze ai giornali d’oltre oceano i giorni tragici della speranza e della sconfitta, ad Adele Baroffio, amore sconosciuto di Goffredo Mameli; da Cristina di Belgiojoso, la principessa repubblicana incaricata di dirigere gli ospedali, a Giulia Calame, moglie svizzera di Gustavo Modena.
A loro, all’opera da esse svolta in rappresentanza di tutte le donne, e ai loro compagni è dedicato il ciclo di conferenze, curato dalla D.ssa Mara Minasi e dal Prof. Giuseppe Monsagrati, promosso da Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che si terrà presso il Museo della Repubblica romana a partire da sabato 18 gennaio fino al 5 luglio 2014. Si è scelto di intitolarlo “Coppie di azione. Amore e rivoluzione a Roma nel 1849” proprio per sottolineare come il contributo di queste donne all’esperienza di libertà del ’49 romano sia meno marginale di quanto comunemente si creda e, al contrario, tenda ad affermare una volontà di partecipazione che, diffondendosi a strati sempre più ampi della popolazione femminile e accompagnando il compimento del Risorgimento, ne evidenzia ancora una volta i profondi contenuti di crescita civile.
Coppie d’azione, amori rivoluzionari. La Repubblica Romana non fu soltanto il palcoscenico straordinario delle gesta di uomini come Garibaldi e Mazzini, Masina e Manara, Pisacane e Mameli. Fu un momento di partecipazione, di coralità, di virtù pubbliche e private, di passioni visionarie e traboccanti che dalle istanze teoriche di rinnovamento precipitarono nella vita vissuta, riversandosi sugli scranni della politica, sui campi di battaglia, negli ospedali improvvisati e sulle pagine dei giornali, travolgendo tutto e tutti in un empito di vitalità commovente, in cui vita pubblica e vita privata si rincorsero in un suggestivo gioco di specchi.
Sono i presupposti stessi della rivoluzione repubblicana compiuta a Roma il 9 febbraio 1849 a rendere possibile ciò: abolizione di ogni differenza tra cittadini, tutti devono godere di uguali diritti e a tutti si richiedono pari virtù civiche. Anche alle donne. Che rispondono in massa entusiaste al reclutamento per il soccorso ai feriti, preparando bende, somministrando cure, confortando i moribondi. Su queste sconosciute eroine del popolo, a riscattarne idealmente l’anonimato, svettano i nomi di alcune donne celebri, compagne di vita e talvolta di sventura di esponenti di spicco della vita politica e militare della Repubblica, il misconosciuto universo femminile di vere coppie d’azione in cui i pensieri, la fede politica, gli entusiasmi rivoluzionari rimbalzarono nell’anima degli amanti più forti delle cannonate francesi, in un crescendo di generosità, partecipazione e sacrificio di sé che trova nelle figure statuarie di Anita e Giuseppe Garibaldi i suoi simboli imperituri.
A riscattare la memoria di queste protagoniste anonime saranno alcune donne celebri, compagne di vita e talvolta di sventura di esponenti più o meno di rilievo della dirigenza politica e militare della Repubblica: da Anita, la coraggiosa brasiliana che raggiunge il suo Garibaldi per poi seguirlo nella ritirata in cui troverà la morte, a Enrichetta, la donna che ha lasciato un’agiata vita familiare per unirsi a Pisacane; da Margaret Fuller, la giornalista americana che, congiunta in matrimonio con un ufficiale della Repubblica, racconta al mondo con le sue corrispondenze ai giornali d’oltre oceano i giorni tragici della speranza e della sconfitta, ad Adele Baroffio, amore sconosciuto di Goffredo Mameli; da Cristina di Belgiojoso, la principessa repubblicana incaricata di dirigere gli ospedali, a Giulia Calame, moglie svizzera di Gustavo Modena.
A loro, all’opera da esse svolta in rappresentanza di tutte le donne, e ai loro compagni è dedicato il ciclo di conferenze, curato dalla D.ssa Mara Minasi e dal Prof. Giuseppe Monsagrati, promosso da Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che si terrà presso il Museo della Repubblica romana a partire da sabato 18 gennaio fino al 5 luglio 2014. Si è scelto di intitolarlo “Coppie di azione. Amore e rivoluzione a Roma nel 1849” proprio per sottolineare come il contributo di queste donne all’esperienza di libertà del ’49 romano sia meno marginale di quanto comunemente si creda e, al contrario, tenda ad affermare una volontà di partecipazione che, diffondendosi a strati sempre più ampi della popolazione femminile e accompagnando il compimento del Risorgimento, ne evidenzia ancora una volta i profondi contenuti di crescita civile.
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