Camillo Pasquarelli. The valley of shadows
Dal 19 Settembre 2019 al 11 Ottobre 2019
Roma
Luogo: Officine Fotografiche Roma
Indirizzo: via G. Libetta 1
Orari: da lunedì a venerdì 10-13.30 / 15.30-19; chiuso sabato e festivi
Curatori: Emilio D’Itri
Telefono per informazioni: +39 06 97274721
E-Mail info: of@officinefotografiche.org
Sito ufficiale: http://roma.officinefotografiche.org
La valle del Kashmir, un territorio conteso da India e Pakistan dal 1947, è una delle zone più militarizzate al mondo. Nel 2010 il governo indiano ha dotato le forze di sicurezza, dispiegate nello stato del Jammu e Kashmir, di una nuova arma. Da allora cartucce riempite con centinaia di piccoli proiettili di piombo vengono utilizzate per mantenere il controllo durante gli scontri in città. Considerati “non- letali”, i fucili a piombini dovrebbero essere puntati verso la parte inferiore del corpo.
L’8 luglio 2016 il giovane comandante Burhan Wani del gruppo armato kashmiro Hizbul-e-Mujahideen è stato ucciso in un scontro con l’esercito indiano. Molto popolare, specialmente tra i giovani, grazie all’uso che faceva dei social network per diffondere il suo messaggio, il martirio di Wani è stato la scintilla che ha incendiato l’intera valle. Il governo ha imposto un coprifuoco alla popolazione che è durato quattro mesi, mentre i leader separatisti incitavano ad uno sciopero continuo.
Centinaia di ragazzi hanno riempito le strade del Kashmir per protestare contro “l’occupazione indiana”, scagliando pietre contro l’esercito e la polizia. A partire dal luglio 2016 le forze di sicurezza hanno risposto utilizzando in maniera massiccia i fucili a piombini.
Secondo un report delle Nazioni Unite pubblicato nel 2018, l’utilizzo di tale arma ha causato la cecità di 1000 persone e decine di morti.
Mentre molte delle vittime non erano neanche coinvolte negli scontri con le forze di sicurezza, coloro che sono stati colpiti durante le proteste tendono ad evitare di parlarne apertamente, timorosi di ritorsioni da parte della polizia.
Per i giovani che hanno perso parzialmente la vista, la lettura diventa troppo difficoltosa con la conseguenza inevitabile dell’abbandono degli studi e di ogni possibilità di ottenere un buon livello d’istruzione. Gli uomini rimasti completamente senza vista non possono più prendersi cura delle proprie famiglie.
Le vittime, che portano dentro i loro corpi dozzine di microproiettili di piombo, è probabile debbano affrontare conseguenze mediche a lungo termine.
Quelle rimaste totalmente o parzialmente non vedenti, parlano dell’oscurità che è discesa sulle loro vite e di come, ormai, siano in grado di vedere solo ombre indistinte muoversi intorno a loro.
Camillo Pasquarelli nasce a Roma nel 1988. Solo una volta conclusi gli studi in Scienze Politiche e Antropologia, decide di dedicarsi interamente alla fotografia. Oggi è interessato principalmente a progetti personali e a lungo termine attraverso la combinazione dell’approccio antropologico con i mezzi visivi.
Dal 2015 ha lavorato ad un progetto riguardo la valle del Kashmir, India, esplorando la nozione e l’esperienza del conflitto, della memoria, della religione e delle aspirazioni politiche.
Nel 2017 ha ricevuto uno dei grant per studenti dell’Alexia Foundation per continuare a lavorare in Kashmir.
I suoi progetti hanno ricevuto numerosi premi come 1° Premio al LensCulture B&W, Short Story at World Report Award, Feature Shoot Emerging Photographer, 1° Premio Fotoleggendo, 1° Premio al Kuala Lumpur International Photo Awards, e molti altri.
Le immagini di Camillo sono state pubblicate su Time, Der Spiegel, Polka, National Geographic, Internazionale, BuzFeed, Mashable, Il Reportage, Gazeta Wyborcza, e altri.
I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo, come alla Aperture Gallery di New York, Format Festival in UK, Head On in Australia, Festival della Fotografia Etica in Italia, Getxo Photo Festival in Spagna, Indian Photography Festival, Kuala Lumpur International Photo Awards, e molti altri.
Inaugurazione giovedì 19 settembre ore 19
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