Blackout. Allora & Calzadilla
Dal 16 Febbraio 2018 al 30 Maggio 2018
Roma
Luogo: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Indirizzo: via Guido Reni 4/a
Orari: 11-19; sabato 11-22. Chiuso Lunedì, 25 Dicembre, 1 Maggio. La biglietteria chiude un’ora prima del museo
Curatori: Hou Hanru, Anne Palopoli
Costo del biglietto: intero € 12, ridotto € 8 / € 4. Gratuito minori di 14 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; accompagnatore del disabile; dipendenti MiBACT; accompagnatori e guide turistiche Regione Lazio; 1 insegnante ogni 10 studenti; membri ICOM; soci AMACI; giornalisti accreditati; possessori della membership card del MAXXI; studenti universitari di Arte e Architettura dal martedì al venerdì*; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità
Telefono per informazioni: +39 06 3201954
E-Mail info: infopoint@fondazionemaxxi.it
Sito ufficiale: http://www.maxxi.art
Un trasformatore elettrico esploso che diventa una scultura, una pompa di benzina scolpita in pietra calcarea fossile, una motocicletta con una tromba saldata alla marmitta, un tavolo rovesciato che diventa una barca a motore, grandi quadri composti da frammenti di pannelli fotovoltaici e un coro che canta una composizione con le parole di Benjamin Franklin “(…) quanti bei sistemi creiamo per poi doverli distruggere! E se l’elettricità non dovesse risultare utile ad altri scopi, ciò sarà comunque importante, poiché avrà reso umile un Uomo che ha peccato di vanità”.
Le opere provocatorie di Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla, duo artistico tra i più innovativi nel contesto dell’arte contemporanea internazionale, compongono la mostra BLACKOUT a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli al MAXXI dal 16 febbraio al 30 maggio 2018.
Gli artisti hanno lavorato nello spazio più iconico del MAXXI, la Galleria 5 al terzo piano, creando una stretta connessione tra il percorso espositivo, le opere e il museo.
All’ingresso della mostra, il visitatore è accolto da Petrified Petrol Pump (2012) una pompa di benzina abbandonata che sembra essersi trasformata in pietra. L’opera allude all’aspetto ciclico di sfruttamento e distruzione che caratterizza il rapporto dell’uomo con la Natura; ricavata da calcare in cui sono presenti fossili, porta in sé i segni delle ere geologiche della terra e di quegli organismi che hanno contribuito a creare i combustibili.
Le tecnologie di oggi diventano reliquie, archeologia del futuro, e quell’oggetto che in qualche modo è stato agente del cambiamento climatico globale, ha contribuito alla sua stessa fine, riassorbito dalla Natura.
In mostra anche un’opera della serie Solar Catastrophe (2016), in cui gli artisti utilizzano frammenti di pannelli solari realizzati in silicone policristallino, assemblati secondo uno schema di forme geometriche, una composizione che, con il suo ritmo e le sue pause, segna il confine tra il significato e la sua mancanza, alludendo contemporaneamente alla storia dell'arte modernista, alla realtà del problema ambientale e alla crisi energetica del mondo contemporaneo. Il pannello fotovoltaico, simbolo del progresso ambientale, decostruito su una tela, diventa un elemento metaforico, una allusione alle scorie che lascia dietro di sé il progresso.
La ricerca di energie alternative per gli artisti è un impegno reale che si traduce concretamente coniugando la dimensione economica, ideologica ed estetica: per la mostra, infatti, gli artisti hanno previsto anche un sistema a energia solare che garantisce l’alimentazione delle tecnologie e l’illuminazione delle opere esposte.
Il percorso continua con l’opera Blackout (2017), da cui prende il titolo la mostra, scultura realizzata con i resti del trasformatore elettrico esploso nel 2016 causando un blackout a Portorico. Frammenti di ceramica, bobine di trasformatori, rame caricato elettricamente sono assemblati come a creare una sorta di mostruosa centrale elettrica, che produce un ronzio costante. Completa il lavoro la composizione sonora mains hum (2017), realizzata dal musicista americano David Lang, alla terza collaborazione con il duo artistico, che cita una riflessione di Benjamin Franklin sull’energia elettrica.
Questa performance vocale, che sarà eseguita dal vivo in occasione dell’opening della mostra e per tutta la sua durata secondo un calendario ad hoc, è pensata in collaborazione con gli artisti come parte fondamentale della scultura ed è eseguita dal gruppo vocale romano Voxnova Italia, alla sua seconda collaborazione con Allora & Calzadilla (la prima fu alla Biennale di Venezia del 2015), creando una “impronta sonora” cheavvolge tutta la mostra.
L’esposizione comprende anche alcuni video tra cui The Night We Became People Again (2017) ambientato nell’area di Guayanilla-Peñuelas sulla costa sud-occidentale di Porto Rico, in cui si trova un'antica formazione di grotte, la Cueva Vientos (sede anche di una loro opera commissionata dalla DIA Art Foundation).
In questo lavoro confluiscono la narrazione di un mito indigeno, la storia di un impianto petrolchimico abbandonato e di una piantagione di canna da zucchero, il racconto dello scrittore portoricano marxista José Luis González, La noche que volvimos a ser gente, dove le persone condividono un momento di gioia e trascendenza riscoprendo il cielo stellato. Il ronzio di una voce fuoricampo, in una lingua estinta o forse del futuro, accompagna lo scorrere delle immagini, creando un legame sonoro, un singolare “agente musicale” capace di legare un flusso disgiunto di narrazioni. Il brano che la voce canta si trasforma così in un collage sonoro non più legato al significato delle parole ma alle emozioni.
La mostra è affiancata da una rassegna video, ospitata nella video gallery del MAXXI, che comprende tutta la produzione dei due artisti, ulteriore testimonianza del loro ’impegno nell’analisi di concetti chiave della contemporaneità come l’identità nazionale, la democrazia, il potere, la libertà, la partecipazione e i cambiamenti sociali. I video evidenziano la centralità del suono nel lavoro degli artisti: voci, parole, rumori e musica rendono esplicita la violenza nelle relazioni politiche, economiche e sociali. Per mezzo di questi lavori, girati a Portorico, in Cina, Giappone, Iran, USA, Turchia, Italia e Francia, Allora & Calzadilla attraversano il globo sottolineando la dimensione mondiale della circolazione dei suoni e creando una cassa di risonanza.
Nelle loro opere, gli artisti creano una stratificazione di significati e connessioni, situazioni ibride, capaci di creare immagini che racchiudono la complessità della realtà.
Con un approccio critico e visionario, che supera i limiti tra le diverse categorie di pensiero, artistiche, sociali e filosofiche, rileggono il presente offrendo punti di vista sempre nuovi.
BLACKOUT conferma la vocazione di Allora & Calzadilla alla riflessione su eventi e circostanze legate all’attualità storico-politica; in questa mostra il tema che si impone in modo quasi naturale è quello dell’energia in relazione al capitalismo, al potere e all’attualità politica in particolare di Portorico, luogo in cui gli artisti vivono e lavorano. La mostra rende evidenti le forze che giocano un ruolo nella realtà geopolitica dell’isola, “territorio non incorporato” degli Stati Uniti, oggi aggravata da un debito pubblico fuori controllo e una grave crisi energetica, forze che hanno svelato l’eredità del colonialismo statunitense e la sua complicità con il capitalismo finanziario globale.
Allora & Calzadilla sono tra gli artisti più riflessivi, progressisti e innovativi della scena dell’arte contemporanea attuale, le loro opere provocatorie – sculture, video, installazioni e performance – sono state esposte in mostre personali e collettive internazionali. Alcune delle loro mostre sono state ospitate dai più importanti musei del mondo - come il Museum of Modern Art di New York e lo Stedeliijk Museum di Amsterdam - e hanno preso parte a importanti festival internazionali, come Documenta 13 a Kassel, la Biennale di Venezia, la Whitney Biennal di New York, così come quelli di Gwangju, Sydney, San Paolo, Sharjah, Istanbul e Lion. Nel 2011 il duo è stato selezionato come rappresentante americano alla Biennale di Venezia, una novità per artisti che vivono a Portorico.
BLACKOUT fa parte di una serie di progetti del MAXXI incentrati sulla creazione artistica come impegno per il cambiamento del mondo, una linea espositiva che ha presentato temi legati all’economia globalizzata, alla circolazione delle merci, allo spostamento di persone, ai movimenti delle idee, ai rapporti di lotta tra l’interesse pubblico e quello del capitale come in Utopia for sale, Please Come Back o NATURE FOREVER. Piero Gilardi.
Performance mains hum: calendario
La performance mains hum verrà eseguita dal vivo alle 11:30 e alle 16:00 di sabato 3 e domenica 4 marzo; sabato 17 e domenica 18 marzo; sabato 31 marzo e domenica 1° aprile; sabato 7 aprile; domenica 22 aprile; sabato 28 e domenica 29 aprile; sabato 12 e domenica 13 maggio; sabato 26 e domenica 27 maggio.
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