Bertina Lopes. I colori della pace
Dal 17 Ottobre 2012 al 31 Ottobre 2012
Roma
Luogo: Auditorium Parco della Musica
Indirizzo: via Pietro de Coubertin
Orari: da lunedì a sabato 11-20; domenica e festivi 10-20
Curatori: Claudio Crescentini, Massimo Domenicucci
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 802411
E-Mail info: info@musicaperroma.it
Sito ufficiale: http://www.auditorium.com
Nel ventennale dalla sigla dell’ “Accordo Generale di Pace di Roma” (4 ottobre 1992), tra il governo del Mozambico e gli oppositori della Resistência Nacional Moçambicana (Restistenza nazionale mozambicana. Renamo), raggiunti dopo una la lunga opera di mediazione – 27 mesi con 11 sessioni di lavoro – iniziata e condotta a termine, con l'appoggio delle Nazioni Unite, dalla Comunità di Sant'Egidio, rappresentata da Andrea Riccardi, Matteo Zuppi, del Governo Italiano e dal vescovo Jaime Gonçalves, l’Ambasciatrice della Repubblica del Mozambico in Italia, Carla Elisa Luis Mucavi, d’intesa con il Ministero degli Affari Esteri e l’Archivio Bertina Lopes, promuove una mostra tematica dell’artista luso-mozambicana e italiana d’adozione, più famosa dell’Africa, Bertina Lopes (1924-2012), dal titolo Bertina Lopes.I colori della pace
La mostra e il catalogo (Palombi Editori), curati da Claudio Crescentini e Massimo Domenicucci e sostenuti da un autorevole Comitato Scientifico internazionale - Agostino Bagnato (“Sapienza” Università di Roma); Alda Costa (Università Eduardo Mondlane, Maputo), Elise K. Porfyrogenis (Centre des Études d’Art contemporain, Atene/Basilea), Claudio Strinati (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) - nasce proprio lungo la scia di questa fondamentale eredità umanitaria e pacifista dell’artista e dal sentimento stesso del suo gesto pittorico, tramite il quale l’impegno politico, sociale e umanitario va di pari passo con la forza incontrastata del colore utilizzato per la creazione delle sue opere. Proprio quel colore che tanto fu ammirato da Giulio Carlo Argan, il quale riteneva, da storico dell’arte e Sindaco di Roma (1976-79), l’arte della Lopes come una delle espressioni più congeniali a giudicare Roma “communis patria” di ogni forma di cultura.
“Africa, respireremo insieme per vincere” (1988), “La realtà inizia dove finisce la nostra illusione” (1993), “L’Africa dentro” (1996), “Una ventata è un soffio di libertà” (1997), “Noi dell’Africa immensa” (2000), “I drammi del mondo” (2005), sono solo alcuni titoli dei grandi dipinti realizzati negli ultimi venticinque anni di attività dell’artista, presentati nella nuova personale all’Auditorium e dai quali bene si evince la forza delle radici della Lopes e soprattutto la passione “mondialista” e libertaria immessa nella sua creazione pittorica.
Del resto nel corso della sua lunga carriera, intensa e importante, iniziata negli anni Cinquanta a Maputo e proseguita a Lisbona e, dagli anni Sessanta, a Roma, la Lopes ha lasciato al mondo dell’arte e della cultura internazionale una grande eredità morale, etica e spirituale che ha attraversato tutte le sue diverse fasi stilistiche e che possiamo tradurre nell’urgenza della sua arte come viva espressione dell’amore per gli uomini, dove la Pace, la Solidarietà, la Tolleranza e la Comunicazione positiva fra i popoli ne sono di sicuro l’elemento preordinante e fondante.
Proprio grazie a questa coerente linea interpretativa dell’arte contemporanea, Bertina Lopes ha ottenuto significativi e fondamentali riconoscimenti internazionali, che vanno, solo per ricordarne alcuni, dal “Gran Prix d’Honneur” dell’Unione Europea Critici d’Arte (1988) al Premio Mondiale della “Rachel Carson Memorial Foundation” (1991), dalla nomina a “Commendatrice” (per meriti), direttamente dal Presidente della Repubblica del Portogallo Mario Soares (1993), alla mostra, per ora unica artista ad averla realizzata, presso la Sede mondiale della FAO di Roma in occasione del “Vertice Mondiale dell’Alimentazione” (1996). In questo stesso anno l’artista ha anche ricevuto il Premio “Messaggero della Pace - UNIPAX” e in seguito il “Premio Internazionale Arte e Solidarietà” (1998). Senza dimenticare la grande antologica, espressamente voluta dall’allora Sindaco di Roma Walter Veltroni, per il decennale della firma degli accordi di pace del Mozambico tenutasi presso il Sacro Palazzo Apostolico della Cancelleria sotto l’egida della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa (2002), alla quale ha fatto seguito la consegna ufficiale della Targa d’argento del Presidente della Repubblica Italiana (2002).
La mostra e il catalogo (Palombi Editori), curati da Claudio Crescentini e Massimo Domenicucci e sostenuti da un autorevole Comitato Scientifico internazionale - Agostino Bagnato (“Sapienza” Università di Roma); Alda Costa (Università Eduardo Mondlane, Maputo), Elise K. Porfyrogenis (Centre des Études d’Art contemporain, Atene/Basilea), Claudio Strinati (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) - nasce proprio lungo la scia di questa fondamentale eredità umanitaria e pacifista dell’artista e dal sentimento stesso del suo gesto pittorico, tramite il quale l’impegno politico, sociale e umanitario va di pari passo con la forza incontrastata del colore utilizzato per la creazione delle sue opere. Proprio quel colore che tanto fu ammirato da Giulio Carlo Argan, il quale riteneva, da storico dell’arte e Sindaco di Roma (1976-79), l’arte della Lopes come una delle espressioni più congeniali a giudicare Roma “communis patria” di ogni forma di cultura.
“Africa, respireremo insieme per vincere” (1988), “La realtà inizia dove finisce la nostra illusione” (1993), “L’Africa dentro” (1996), “Una ventata è un soffio di libertà” (1997), “Noi dell’Africa immensa” (2000), “I drammi del mondo” (2005), sono solo alcuni titoli dei grandi dipinti realizzati negli ultimi venticinque anni di attività dell’artista, presentati nella nuova personale all’Auditorium e dai quali bene si evince la forza delle radici della Lopes e soprattutto la passione “mondialista” e libertaria immessa nella sua creazione pittorica.
Del resto nel corso della sua lunga carriera, intensa e importante, iniziata negli anni Cinquanta a Maputo e proseguita a Lisbona e, dagli anni Sessanta, a Roma, la Lopes ha lasciato al mondo dell’arte e della cultura internazionale una grande eredità morale, etica e spirituale che ha attraversato tutte le sue diverse fasi stilistiche e che possiamo tradurre nell’urgenza della sua arte come viva espressione dell’amore per gli uomini, dove la Pace, la Solidarietà, la Tolleranza e la Comunicazione positiva fra i popoli ne sono di sicuro l’elemento preordinante e fondante.
Proprio grazie a questa coerente linea interpretativa dell’arte contemporanea, Bertina Lopes ha ottenuto significativi e fondamentali riconoscimenti internazionali, che vanno, solo per ricordarne alcuni, dal “Gran Prix d’Honneur” dell’Unione Europea Critici d’Arte (1988) al Premio Mondiale della “Rachel Carson Memorial Foundation” (1991), dalla nomina a “Commendatrice” (per meriti), direttamente dal Presidente della Repubblica del Portogallo Mario Soares (1993), alla mostra, per ora unica artista ad averla realizzata, presso la Sede mondiale della FAO di Roma in occasione del “Vertice Mondiale dell’Alimentazione” (1996). In questo stesso anno l’artista ha anche ricevuto il Premio “Messaggero della Pace - UNIPAX” e in seguito il “Premio Internazionale Arte e Solidarietà” (1998). Senza dimenticare la grande antologica, espressamente voluta dall’allora Sindaco di Roma Walter Veltroni, per il decennale della firma degli accordi di pace del Mozambico tenutasi presso il Sacro Palazzo Apostolico della Cancelleria sotto l’egida della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa (2002), alla quale ha fatto seguito la consegna ufficiale della Targa d’argento del Presidente della Repubblica Italiana (2002).
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