Autopsia della scultura romana 1900-2015. Seconda parte
Dal 21 Marzo 2015 al 21 Aprile 2015
Roma
Luogo: Monserrato Arte ‘900
Indirizzo: via di Monserrato 14
Orari: da lunedì a venerdì 16-20; sabato 10-13
Curatori: Vincenzo Mazzarella
Telefono per informazioni: +39 348 2833034
E-Mail info: monserratoarte900@gmail.com
Sarà inaugurata il prossimo 21 marzo presso la galleria Monserrato Arte ‘900 di Roma l’esposizione “Autopsia della scultura romana 1900-2015. Seconda parte” ideata e curata da Vincenzo Mazzarella.
Come suggerisce il titolo, la mostra, oltre a presentare una “dissezione” delle varie correnti artistiche che hanno avuto fervore a Roma dai primi anni del Novecento; vuole essere il secondo appuntamento, lungo un anno, che la galleria Monserrato Arte ‘900 propone sulla “scultura romana” con l’obiettivo di creare una ricognizione del lavoro di celebri artisti -scultori e ceramisti- e di maestri ancora poco noti al grande pubblico; non tutti nati a Roma, ma tutti operanti nella città eterna dal 1900 al 2015.
La seconda di questa serie di mostre raggruppa artisti eterogenei: da Mirko Basaldella che presentiamo con una enigmatica “maschera idolo” di bronzo degli anni cinquanta e con dei piccoli gioielli in argento; a Mario Ceroli con una curiosità di dodici stazioni della via Crucis in ceramica dei primi anni sessanta molto fresche! (non dimentichiamo che Ceroli fu assitente di Leoncillo). Da Ercole Drei presente con un bozzetto in gesso potente e imperioso bozzetto di uno dei due gruppi scultorei per la galleria Colonna (ora Alberto Sordi) a Gino Dallanese, piacevole scoperta di uno scultore pressoché inedito con uno straordinario bronzo di un ragazzo in equilibro su un cerchio del 1933.
Di Adolfo De Carolis si presenta una delle poche ceramiche realizzate nei primi del Novecento con simboli religiosi di forte impatto; di Aurelio De Felice è una figurina seduta assorta nel suo passato. Di
Gino De Dominicis, artista al di là dell’artista, è esposta una piccola piramide di cristallo di rocca così esplicativa da creare una forte tensione. Di Tano Festa c’è una finestra assolutamente gioiosa.
Giovanni Grande, scultore per la Lenci, si presenta un grande gesso per un bronzo inserito perfettamente nel clima novecentista dell’epoca. Susanne Kessler con sette piramidi, che rappresentano i sette monti di Gerusalemme; dove la sua scultura è data da sottili fili che ricamano e s’intrecciano tra loro sulla pianta della città. Si presenta un grande ferro della Lancia degli anni settanta, una potente immagine strutturale. Di Leoncillo Leonardi un assoluto capolavoro Le rovine di Terni, drammatico e forte come una foto di guerra. Salvatore Meli splendido ceramista, è presente con un gioioso e ironico piatto dai colori forti e una placca di pura costruzione astratta. Giovanni Prini è in mostra con una scultura in gesso patinato oro dal nome Bocciolino. Di Andrea Spadini presentiamo tutti i bozzetti sia in bronzo, in cera, in ceramica dell’opera sua più emblematica e struggente, il Lazzarone napoletano. Ascanio Renda con quei suoi fantastici panneggi in maiolica in mosaico bianco e nero con delle gocce rosse.
Questa vuole essere la seconda pagina di un discorso che ogni mese seguirà con altri artisti operanti a Roma senza limite di tempo.
La mostra è accompagnata da una presentazione con un’inedita lettera di Napoleone Bonaparte al curatore. Si ringrazia, Paolo Bielli, Riccardo Boni, Angela Cecchi Spadini, Paolo Cortese, Riccardo De Antonis, Roberta Giulieni, Ovidio Jacorossi, Mario Massimo Mazzarella, Giulia Tulino.
Come suggerisce il titolo, la mostra, oltre a presentare una “dissezione” delle varie correnti artistiche che hanno avuto fervore a Roma dai primi anni del Novecento; vuole essere il secondo appuntamento, lungo un anno, che la galleria Monserrato Arte ‘900 propone sulla “scultura romana” con l’obiettivo di creare una ricognizione del lavoro di celebri artisti -scultori e ceramisti- e di maestri ancora poco noti al grande pubblico; non tutti nati a Roma, ma tutti operanti nella città eterna dal 1900 al 2015.
La seconda di questa serie di mostre raggruppa artisti eterogenei: da Mirko Basaldella che presentiamo con una enigmatica “maschera idolo” di bronzo degli anni cinquanta e con dei piccoli gioielli in argento; a Mario Ceroli con una curiosità di dodici stazioni della via Crucis in ceramica dei primi anni sessanta molto fresche! (non dimentichiamo che Ceroli fu assitente di Leoncillo). Da Ercole Drei presente con un bozzetto in gesso potente e imperioso bozzetto di uno dei due gruppi scultorei per la galleria Colonna (ora Alberto Sordi) a Gino Dallanese, piacevole scoperta di uno scultore pressoché inedito con uno straordinario bronzo di un ragazzo in equilibro su un cerchio del 1933.
Di Adolfo De Carolis si presenta una delle poche ceramiche realizzate nei primi del Novecento con simboli religiosi di forte impatto; di Aurelio De Felice è una figurina seduta assorta nel suo passato. Di
Gino De Dominicis, artista al di là dell’artista, è esposta una piccola piramide di cristallo di rocca così esplicativa da creare una forte tensione. Di Tano Festa c’è una finestra assolutamente gioiosa.
Giovanni Grande, scultore per la Lenci, si presenta un grande gesso per un bronzo inserito perfettamente nel clima novecentista dell’epoca. Susanne Kessler con sette piramidi, che rappresentano i sette monti di Gerusalemme; dove la sua scultura è data da sottili fili che ricamano e s’intrecciano tra loro sulla pianta della città. Si presenta un grande ferro della Lancia degli anni settanta, una potente immagine strutturale. Di Leoncillo Leonardi un assoluto capolavoro Le rovine di Terni, drammatico e forte come una foto di guerra. Salvatore Meli splendido ceramista, è presente con un gioioso e ironico piatto dai colori forti e una placca di pura costruzione astratta. Giovanni Prini è in mostra con una scultura in gesso patinato oro dal nome Bocciolino. Di Andrea Spadini presentiamo tutti i bozzetti sia in bronzo, in cera, in ceramica dell’opera sua più emblematica e struggente, il Lazzarone napoletano. Ascanio Renda con quei suoi fantastici panneggi in maiolica in mosaico bianco e nero con delle gocce rosse.
Questa vuole essere la seconda pagina di un discorso che ogni mese seguirà con altri artisti operanti a Roma senza limite di tempo.
La mostra è accompagnata da una presentazione con un’inedita lettera di Napoleone Bonaparte al curatore. Si ringrazia, Paolo Bielli, Riccardo Boni, Angela Cecchi Spadini, Paolo Cortese, Riccardo De Antonis, Roberta Giulieni, Ovidio Jacorossi, Mario Massimo Mazzarella, Giulia Tulino.
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