Arctic Tales
Dal 27 Maggio 2022 al 04 Settembre 2022
Roma
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Indirizzo: Piazza S. Egidio 1b
Orari: dal martedì alla domenica 10.00 - 20.00; ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Enti promotori:
- Roma Culture
- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
- Reale Ambasciata di Norvegia a Roma
Costo del biglietto: Museo+Mostre: intero € 9.50, ridotto € 8.50 (residenti € 8.50 / € 7.50). Gratuito e ridotto per le categorie previste dalla tariffazione vigente. Non sarà attivato un biglietto solo Mostra
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it
ARCTIC TALES è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Reale Ambasciata di Norvegia a Roma in collaborazione con Norwegian Seafood Council. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.
I due reportage fotografici di Valentina Tamborra, dai titoli “Skrei - Il Viaggio” e “Mi Tular - Io sono il confine”,sono nate dall’esigenza della fotografa di indagare i confini e la scoperta di territori del Nord della Norvegia. In questo suo percorso professionale Tamborra indaga il concetto di confine sotto diverse chiavi interpretative, analizzandolo come frontiera fisica, sociale e culturale. I reportage toccano temi fondamentali quali cambiamento climatico, sostenibilità, inclusione, rispetto delle culture, preservazione della memoria, tradizione e linguaggio.
“Skrei - Il Viaggio”, a cura di Roberto Mutti con la direzione artistica di Giuseppe Creti, prende il nome da un’antica espressione vichinga “å skrida” che significa “viaggiare, migrare, muoversi in avanti”, ma che è anche il nome di un particolare tipo di merluzzo norvegese. Dopo essere stato esposto durante la quinta edizione del Vogue Photo Festival del 2020, “Skrei - IlViaggio” arriva a Roma per narrare le migrazioni di uomini e animali.
Il viaggio di Valentina Tamborra ha avuto inizio nella Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma e nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, dove sono conservate le testimonianze della vicenda avventurosa del navigatore Pietro Querini. L’uomo, sopravvissuto al naufragio della sua nave, arriva alle isole Lofoten nel 1432 e viene soccorso dai pescatori locali dai quali apprende i metodi di conservazione del merluzzo, che esporta a Venezia al suo ritorno. Questo viaggio legherà profondamente l’Italia e la Norvegia, segnando le sorti culinarie dello stoccafisso nella tradizione italiana.
Con questo progetto la fotografa rende omaggio a Roma e Venezia, arrivando alle isole norvegesi Lofoten, cuore del suo reportage di cui celebra le storie di uomini, volti, luoghi e tradizioni antiche e moderne, che diventano motivo di scambio e incrocio di mondi.
Con “Mi Tular - Io sono il confine”, a cura di Giuseppe Creti, Valentina Tamborra si sposta nelle Isole Svalbard, un lembo di terra ghiacciata incastonato nel Mar Glaciale Artico, dove orsi polari e persone si contendono un confine invisibile. La parola “Tular”, che in antico etrusco significa Io sono il confine, riporta alla mente il mito dell’Ultima Thule, l’ultima isola al di là del mondo conosciuto. Le Svalbard — isole dove in inverno la temperatura scende fino a -30°, la luce è un miraggio che dura poche ore al giorno e il numero di orsi polari è uguale al numero degli abitanti — sono da sempre note per essere un luogo inospitale per l’uomo. Negli ultimi anni, però, qualcosa è cambiato: le persone che decidono di rimanere sono sempre più numerose. Ad oggi, si contano circa 3000 abitanti e 3000 orsi polari, e sono 40 le nazionalità presenti sull’arcipelago.
Tamborra osserva più da vicino chi sono le persone che hanno deciso di stabilirsi in questo remoto angolo di mondo, da loro stesse definito una “bolla”.
In questo avamposto umano ai confini del Polo Nord s’incrociano storie apparentemente lontanissime fra loro: uomini e donne provenienti da ogni angolo del mondo vivono qui, fianco a fianco, in un mix pacifico di lingue, culture, etnie e religioni. Dove la natura è letale, l’essere umano deve trovare un nuovo equilibrio per sopravvivere.
I soggetti ritratti sono scienziati; allevatori di cani da slitta; filosofi che fanno gli idraulici; chef che aprono ristoranti gourmet con la più grande selezione di vini in Europa in un luogo dove l’alcol è razionato; un minatore, uno degli ultimi, che nel tempo libero scrive fiabe per bambini: uomini ambiziosi che, in questo luogo remoto provano a custodire una memoria universale avviando un progetto enorme, l’Arctic World Archive, la più grande “biblioteca/archivio” di tutto il sapere umano all’interno di una miniera dismessa.
Le Svalbard sono la sede di molte attività di ricerca, tra cui anche dell’università più a nord del mondo, il Norwegian Polar Institute, diretto fino al 2021 da un uomo appassionato e coraggioso, che ha deciso di raccontare e difendere la bellezza delicata e maestosa dell’Artico: Kim Holmén. Holmén ha ricoperto molti ruoli nella ricerca alle Svalbard negli ultimi trent’anni. Oggi è Professore associato all'UIT, l'Università Artica della Norvegia, che si trova a Tromsø.
Di seguito il programma di appuntamenti ospitati presso la Sala Multimediale del museo, che saranno comprensivi di visita alla mostra.
Sarà proprio Kim Holmén - insieme al Presidente SIOI Franco Frattini e all’artista Valentina Tamborra - uno dei protagonisti al primo evento di ARCTIC TALES, dal titoloSustainable communities,che si terràvenerdì 27 maggio, dalle ore 14:00 alle ore 16:00, in lingua inglese.
Gli appuntamenti con ARCTIC TALES proseguono martedì 7 giugno dalle ore 17:00 alle 19:00 con Global Ocean Panel,un panel in lingua inglese con Henrik Harboe, Norway’s Special Envoy Oceans, il direttore della divisione Pesca e Acquacoltura della FAO, e altri esperti in materia. L’evento è realizzato in occasione dell'Anno Internazionale della pesca artigianale e dell'acquacoltura.
Il 22 giugno il Museo di Roma in Trastevere ospiterà, dalle ore 17:30 alle 19:30, anche un importante incontro: An Introduction to Sámi Contemporary Art: from the Venice Biennale till the history behind con Kristoffer Dolmen, Direttore del Sámi Dáiddaguovddáš, Centro di Arte Contemporanea Sámi, che offrirà uno sguardo generale e presenterà al pubblico la scena e la storia dell’arte contemporanea Sámi, in occasione della realizzazione del Padiglione Sámi per la 59. Biennale di Venezia. In apertura di serata Valentina Tamborra proporrà il suo nuovo progetto fotografico “Ákhát - TerraMadre”, dedicato proprio a questa popolazione. Il percorso della fotografa culminerà in questo terzo capitolo Artico “Ákhát -TerraMadre”, che compone la trilogia dell’artista legata ai popoli che vivono oltre il Circolo Polare Artico, ossia il popolo nativo dei Sámi.
VALENTINA TAMBORRA è nata a Milano nel 1983, dove vive e lavora.
Si occupa principalmente di reportage e di ritratto, amando mescolare narrazione e immagine. Ha collaborato e collabora con alcune fra le principali ong e con enti come amref, Medici Senza Frontiere, Albero Della Vita, Emergenza Sorrisi e Croce Rossa Italiana. I suoi progetti sono stati oggetto di mostre a Milano, Roma e Napoli.
Ha pubblicato sui principali media nazionali (Corriere della Sera, La Stampa, la Repubblica, Il Messaggero, Il Manifesto) e ha partecipato a trasmissioni radiofoniche e televisive (RAI, Radio 24, Radio Capital e Rai Radio2). È docente presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano e ha tenuto lezioni e workshop presso lo ied (Istituto europeo di Design) e la Naba (Nuova Accademia di Belle Arti), dove Doppia Luce, il suo primo grande progetto personale, dopo essere stato in mostra ha dato luogo a un ciclo di conferenze. Nell’aprile 2018, in occasione del Photofestival di Milano, ha vinto il Premio aif Nuova Fotografia.
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