Andrea Pinchi - Paolo Vannuccini. Oltre l’apparenza. Gioco a due nelle stanze dell’Arte
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Andrea Pinchi, GINO51 Urban Squid 2018. Acrilico, carta da dattilografia Fabriano, 1960 circa, pelle del 1785 e corda del1659 su tela, cm. 100x100
Dal 15 Marzo 2018 al 14 Maggio 2018
Roma
Luogo: Galleria d’Arte Eitch Borromini
Indirizzo: via Santa Maria dell’Anima 30
Orari: da lunedì a domenica 11-20
Curatori: Sveva Manfredi Zavaglia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 6861425
E-Mail info: galleriaborromini@gmail.com
Si inaugurerà mercoledì 14 marzo a Roma, nella splendida dimora storica di Palazzo Phamphilji, oggi Eitch Borromini, la mostra “Oltre l’apparenza. Gioco a due nelle stanze dell’arte”, un interessante percorso artistico tra bellezza e cultura a cura di Sveva Manfredi Zavaglia. Il progetto espositivovede al confronto due diverse anime creative: Andrea Pinchi e Paolo Vannuccini, i due grandi artisti, si confronteranno alla ricerca dell’arte perfetta, dove il comune denominatore è andare “oltre l’apparenza”.
Andrea Pinchi e Paolo Vannuccini sono i due artisti protagonisti della grande mostra “Oltre l’apparenza. Gioco a due nelle stanze dell’arte”, un percorso nelle “stanze dell’arte” che si svolgerà nella Galleria d’Arte Eitch Borromini, un tempo antica dimora papale, oggi fra le culle d’arte della capitale. Il progetto espositivo rivela la ricerca interiore e l’evoluzione artistica di due diverse anime creative, che condividono una buona ricerca tecnico artistica e un pensiero autentico e libero. I due artisti espongono in modo velato una realtà insolita dove il comune denominatore è andare “oltre l’apparenza” alla ricerca della bellezza. Una bellezza estetica che fa riflettere in modo profondo ma allo stesso tempo giocoso, come il titolo della mostra suggerisce.
Nelle opere di Andrea Pinchi si evince una eccezionale raffinatezza espressiva. La suspense che suscitano i suoi titoli, sempre originali, suggerisce un’analisi profonda che l’artista percorre nel mondo interiore delle emozioni e nel suo rapportarsi al vivere quotidiano. Il suo lavoro si snoda su canoni di rigore geometrico, di grande equilibrio strutturale, e di forme pulite e squadrate, dove all’improvviso si manifesta e domina il gesto creativo dell’artista. Pinchi utilizza materiali differenti e di recupero per la realizzazione delle sue opere, come ad esempio antichi strumenti musicali o pelle antica che recupera e trasforma. L’artista dà vita a città o luoghi immaginari, viaggi, visioni mistiche e reali con diversi volumi o piccoli fili che si congiungono in una costruzione armonicamente perfetta. Realizza l’impercettibile in modo sottile, il vedo non vedo, con la delicata sensibilità che solo l’artista possiede. Le sue opere diventano il suo mondo, un modo in apparenza giocoso ma in realtà estremamente autentico e profondo.
Contrariamente, le opere di Paolo Vannuccini annunciano immediatamente la sua urgente necessità di parlare al mondo del suo forte bisogno: essere libero di vivere la propria essenza. Così come nel dualismo Pirandelliano, Vannuccini attraverso il suo gesto creativo e informale racconta il suo vero mondo interiore, quello dell’essere e non dell’apparire. Consapevolmente introspettivo, l’artista applica il suo segno sulla tela a colpi di spatola e pennello, in modo turbolento ed istintivo quasi catartico, rispettando però un attento uso del colore e della materia. Le sue opere apparentemente caotiche seguono in realtà un ordine gestuale preciso rivelando sintesi armonica e forti emozioni. Nei suoi ultimi lavori, figure umane spuntano all’improvviso davanti a muri di colore col desiderio di scavalcare e riuscire ad andare oltre; si tratta di sagome di persone che prendono forma, tratti e figure immaginarie sognate dalla sensibilità artistica che porta ad aprire la mente a rianimarla attraverso il colore. L’arte diventa così mezzo fondamentale per raggiungere la pace interiore.
La mostra ha dunque lo scopo di guidare lo spettatore in questo “gioco a due“ fra mondo estetico ed interiore, che i due artisti mostrano proprio fra essenza ed apparenza. Un progetto espositivo di rilevanza artistica straordinaria che prevede un viaggio conoscitivo della pittura e del colore, in dialogo continuo con il sé e la vita. Il linguaggio dell’arte in questa doppia personale vuole in modo sottile provocare ed incuriosire l’occhio dell’osservatore attento creando un rapporto diretto tra le opere d’arte, i loro autori ed il pubblico esigente.
Durante l’inaugurazione verrà presentato un lavoro singolare e inedito di Andrea Pinchi: l’etichetta di Filo Rosso, un nuovo vino prodotto da Sartago. Filo Rosso nasce dal fortunato incontro con Andrea Pinchi e dalla voglia di interpretare, anche figurativamente, l’appartenenza di questo vino alla sua Terra. Frutto di una selezione di Sangiovese e Merlot, invecchia 14 mesi in botte e offre morbidezza e carattere all’assaggio. Al naso è speziato. Il colore granato intenso e la struttura delicata lo rendono elegante ed avvolgente.
L’arte e il vino conoscono in questa operazione un gesto reciproco di creatività che unisce la tradizione del bere alla bellezza e all’Arte.
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