Abitare a Roma in periferia. Fotografie di Rodrigo Pais nella seconda metà del ‘900
Dal 21 Settembre 2016 al 13 Novembre 2016
Roma
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Indirizzo: piazza di Sant’Egidio 1/b
Orari: da martedì a domenica 10-20 (ingresso consentito fino alle ore 19
Curatori: Ideata e prodotta dall’Università di Bologna
Enti promotori:
- Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
- Con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Lazio
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 5; residenti € 5 / € 4
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it
Le immagini realizzate dal fotografo Rodrigo Pais restituiscono con stile diretto e pragmatico, caratteristico del fotocronista, l’identità profonda della città di Roma e della sua periferia, con la stessa intensità d’immagini fotografiche di grandi autori come: William Klein per il progetto sulle strade della città natale “New York 1954-1955”, Bruce Davidson in “East 100th Street” serie del 1966-1968 che racconta la realtà di un caseggiato dell’East Harlem conosciuto per il suo degrado abitativo, Garry Winogrand e la sua fotografia di strada tra New York e Los Angeles, le riprese delle vie deserte di Eugène Atget e l’umanità di Robert Doisneau per la città e i sobborghi di Parigi, e naturalmente Vivian Mayer per la brulicante Chicago.
Della capitale italiana Pais non testimonia soltanto un periodo storico dal punto di vista dello sviluppo urbano o storico-politico ma ne entra nelle trame più sottili. La sua fotografia, sociale e documentaria, in diverse occasioni di denuncia, è rappresentazione di una realtà cruda e diretta che restituisce all’osservatore l’identità di una città che si trova nei volti della gente, nei luoghi e nei paesaggi in cui abitano. L’approccio documentarista e l’uso agevole della piccola Leica o della Rolleiflex, comportano un grado elevato di coinvolgimento dei soggetti che permette al fotografo di catturare ciò che si dipana in strada tra eventi epocali ed altri apparentemente insignificanti. La prolifica raccolta documentale prodotta con dovizia e professionalità, composta da quasi 380.000 fototipi di valore storico imprescindibile ma anche di grande valore artistico, è la testimonianza storica, culturale e sociale di una grande metropoli ma altresì della quotidianità che senza l’obiettivo fotografico e la sensibilità di Pais sarebbe perduta.
La mostra è organizzata in tre sezioni. La prima, affidata all’architetto Stefano D’Amico, ricostruisce lo sviluppo edilizio pubblico e privato con i suoi difetti, ma anche gli innegabili pregi a partire dagli anni ’50 con il Piano INA-CASA, o Piano Fanfani, dal nome di Amintore Fanfani, allora Ministro del lavoro e della previdenza sociale, fino agli anni ’90 del secolo scorso. La seconda, affidata al professor Francesco Sirleto, illustra le lotte per il diritto alla casa di una popolazione emarginata in una situazione abitativa costituita da baracche precarie costruite con materiali di fortuna, partendo dalle prime manifestazioni spontanee ai movimenti più consapevoli e organizzati da enti come il Sunia. La terza, non può che essere riferita al sociologo Franco Ferrarotti che fin dagli anni ’70 si è occupato delle periferie di Roma e, in particolare, delle condizioni di vita dei baraccati andando ad abitare per un certo periodo in una baracca al Borghetto Latino.
Rodrigo Pais è nato a Roma il 28 settembre del 1930 da genitori migrati in città alla ricerca di un lavoro. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza al centralissimo Rione Monti, dove frequenta le scuole elementari ma le modeste condizioni familiari lo conducono fin da giovanissimo a occuparsi di svariati lavori: sciuscià, cappellaio e garzone di bottega. Proprio tra le mura della bottega di barbiere, il giovane Pais ha la fortuna di incontrare un cliente che lavora presso il laboratorio del noto ritrattista Elio Luxardo che, a conoscenza della passione del ragazzo per la fotografia, lo invita in camera oscura. È il 1946 e inizia la grande avventura nel campo della fotografia, Pais incomincia a lavorare come stampatore nel laboratorio Binazzi e Lombardini ma solo nel 1950 ricopre il ruolo di fotoreporter per la rivista “Vie Nuove”. Il 1954 è l’anno in cui inizia la sua collaborazione con “l’Unità”, organo ufficiale del PCI, ma sono anche gli anni in cui lavora per “Paese”, “Paese Sera”, il “Corriere della Sera”, il “Corriere dell’informazione” e “La Stampa”. La sua attività fotogiornalistica è terminata nel 1998, dopo cinquant’anni di scatti fotografici che in ampi periodi hanno raggiunto il ritmo di 5 o 6 servizi giornalieri. Rodrigo Pais muore a Roma il 9 marzo del 2007 e lascia un ampio archivio fotografico e documentale che ricopre interamente la seconda metà del XX secolo.
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