L’ORO DI GIOVANNI. Il restauro della Croce di Mercatello e il Trecento Riminese
Dal 18 Settembre 2021 al 07 Novembre 2021
Rimini
Luogo: Palazzo Buonadrata
Indirizzo: Corso d’Augusto 62
Orari: tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30
Curatori: Daniele Benati e Alessandro Giovanardi
Enti promotori:
- Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
- Soroptimist International Club di Rimini
- Patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Comune di Rimini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.artecultura-fondcarim.it
La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, e da Soroptimist International Club di Rimini e organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Marvelli di rimini. L’evento è a ingresso gratuito ed è curato da Daniele Benati (Università di Bologna) e da Alessandro Giovanardi (ISSR A. Marvelli delle Diocesi di Rimini, San Marino e Montefeltro).
L’allestimento espositivo e didattico, che si svilupperà nello storico Palazzo Buonadrata-Diotallevi, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, intende porre a serrato confronto le splendide croci di Giovanni presenti sul territorio italiano.
Sarà un’esposizione sobria e raffinata – supportata da suggestive proiezioni di materiali visivi – che permetterà anche una visione accurata del linguaggio artistico di Giovanni sul tema poetico e sacro della crocifissione, e completata dal patrimonio di opere della Fondazione ospitate al Museo della Città Luigi Tonini, oltre ad un importante prestito estero.
Al centro dell’esposizione, il Crocifisso di Mercatello, la maestosa e antica croce dipinta da Giovanni nel 1309 – 1314 (datazione poco decifrabile) che proviene dalla chiesa di San Francesco a Mercatello sul Metauro.
Si tratta dell’unica opera datata e firmata dal maestro protagonista della gloriosa Scuola Riminese del Trecento, reduce dal restauro che l’ha riguardata in questi mesi, e quindi visibile a distanza ravvicinata nel suo massimo splendore.
Il necessario spostamento dell’opera dalla sede originale rende possibile quindi un suo temporaneo ritorno nella città natale del pittore, dove non era più stata esposta dal 1935, anno della prima grande mostra sul Trecento riminese curata da Cesare Brandi. Accanto alla croce di Giovanni da Rimini saranno presenti altre opere del Maestro.
L’esposizione sarà una preziosa occasione per dare uno sguardo ravvicinato alla produzione riminese del Trecento, tesa tra le innovazioni narrative e “umanistiche” di Giotto (presente a Rimini dalla fine del XIII secolo) e le finezze formali e simboliche della cultura bizantina.
«Dal punto di vista linguistico e filosofico, simbolico e teologico – dice a proposito Giovanardi – Giovanni e gli altri pittori riminesi sono anche figli della pittura bizantina del XIII e XIV secolo e appartengono al comune lessico di immagini e simboli che si parla tra le due sponde dell’Adriatico, tra Rimini, Venezia, i Balcani e Costantinopoli».
L’allestimento espositivo e didattico, che si svilupperà nello storico Palazzo Buonadrata-Diotallevi, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, intende porre a serrato confronto le splendide croci di Giovanni presenti sul territorio italiano.
Sarà un’esposizione sobria e raffinata – supportata da suggestive proiezioni di materiali visivi – che permetterà anche una visione accurata del linguaggio artistico di Giovanni sul tema poetico e sacro della crocifissione, e completata dal patrimonio di opere della Fondazione ospitate al Museo della Città Luigi Tonini, oltre ad un importante prestito estero.
Al centro dell’esposizione, il Crocifisso di Mercatello, la maestosa e antica croce dipinta da Giovanni nel 1309 – 1314 (datazione poco decifrabile) che proviene dalla chiesa di San Francesco a Mercatello sul Metauro.
Si tratta dell’unica opera datata e firmata dal maestro protagonista della gloriosa Scuola Riminese del Trecento, reduce dal restauro che l’ha riguardata in questi mesi, e quindi visibile a distanza ravvicinata nel suo massimo splendore.
Il necessario spostamento dell’opera dalla sede originale rende possibile quindi un suo temporaneo ritorno nella città natale del pittore, dove non era più stata esposta dal 1935, anno della prima grande mostra sul Trecento riminese curata da Cesare Brandi. Accanto alla croce di Giovanni da Rimini saranno presenti altre opere del Maestro.
L’esposizione sarà una preziosa occasione per dare uno sguardo ravvicinato alla produzione riminese del Trecento, tesa tra le innovazioni narrative e “umanistiche” di Giotto (presente a Rimini dalla fine del XIII secolo) e le finezze formali e simboliche della cultura bizantina.
«Dal punto di vista linguistico e filosofico, simbolico e teologico – dice a proposito Giovanardi – Giovanni e gli altri pittori riminesi sono anche figli della pittura bizantina del XIII e XIV secolo e appartengono al comune lessico di immagini e simboli che si parla tra le due sponde dell’Adriatico, tra Rimini, Venezia, i Balcani e Costantinopoli».
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