Leda Tagliavini e la Commedia
Dal 10 Settembre 2021 al 26 Settembre 2021
Albinea | Reggio Emilia
Luogo: Biblioteca Comunale “Pablo Neruda”
Indirizzo: Via Morandi 9
Orari: da lunedì a venerdì ore 9.00-13.00 e 15.00-19.00, sabato ore 9.00-13.00. L’ingresso sarà consentito con certificazione verde (green pass o tampone entro 48 ore prima)
Telefono per informazioni: +39 0522 590262
E-Mail info: biblioteca@comune.albinea.re.it
La Biblioteca Comunale “Pablo Neruda” di Albinea ospita, dal 10 al 26 settembre 2021, “Leda Tagliavini e la Commedia”, mostra personale dell’artista reggiana Leda Tagliavini, che si inserisce nelle celebrazioni per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Realizzata con il patrocinio del Comune e della Biblioteca di Albinea, l’esposizione sarà inaugurata venerdì 10 settembre alle ore 19.00.
Il progetto, che comprende trenta opere pittoriche a tecnica mista su tela o su tavola realizzate nel 2021, trae origine da un lungo percorso di studio e ricerca attraverso le tre cantiche della “Divina Commedia” e i compendi danteschi.
Se nelle intenzioni dell’artista c’era il desiderio di riportare fedelmente le descrizioni, i fatti, le suggestioni poetiche, anche in segno di incondizionato rispetto, la pittura ha preso fortunatamente il sopravvento, portando a galla il vissuto personale, la materia e la memoria, le parole chiave di un lessico pittorico costruito negli anni.
Spazio dunque all’interpretazione nella descrizione dei personaggi selezionati, molti dei quali femminili, come Piccarda e Costanza, Pia, Aracne, le Arpie, Taide, la stessa Beatrice, e poi Paolo e Francesca, Catone, Caronte, Cerbero, Sordello, Gerione, i Centauri, nonché nei paesaggi, dalla Foresta oscura al Fiume di fuoco, sino a riveder le stelle.
«Se nelle opere della sua precedente produzione – si legge nel testo di Chiara Serri – l’artista si muoveva ai limiti dell’astrazione, nei dipinti presentati alla Biblioteca Comunale “Pablo Neruda” di Albinea assistiamo ad un significativo ritorno alla figura. Alla descrizione minuziosa dei volti – pensiamo agli occhi di Caron dimonio, certo fiammeggianti, ma anche umidi e vacui nella trascrizione di Tagliavini, o ancora alla maschera metamorfica di Aracne che ne preserva la bellezza – si contrappone il non finito dei corpi, che spesso si sciolgono nel fondo. Ed è proprio il fondo, con le paste alte e stratificate, gli inserti materici e l’esplosione del colore in tutta la sua forza e potenza che rende ogni opera immediatamente riconducibile all’artista, grazie anche al ricorrere di alcuni elementi trasversali a diverse serie pittoriche, come le linee di forza, che come lame fendono la tavola, gli uccelli, gli alberi scheletriti e i corpi allungati, guardiani silenziosi del tempo e dello spazio».
Ogni opera può essere collocata in una specifica cantica attraverso l’analisi del colore: il rosso e il nero sono i toni dell’Inferno, le terre per il Purgatorio, il verde e il celeste per il Paradiso, eccezion fatta per alcune figure per le quali l’artista mostra una certa indulgenza, come Francesca, dall’incarnato roseo e la veste bianca, oppure Pia, che con sguardo malinconico supplica il Poeta di ricordarla tra i vivi. Fondamentale è anche il movimento: convulso, vorticoso e roboante nelle scene infernali, quasi assente nelle immagini paradisiache, caratterizzate da una natura rigogliosa e dalla presenza di figure distaccate, in ieratica contemplazione.
Nata a Reggio Emilia, Leda Tagliavini si è formata all’Istituto d’Arte della città e all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive, ottenendo numerosi riconoscimenti. Nel 2021 ha esposto a Mosca, Parigi, Torino, Roma, Cuneo, Venezia e Milano. È inoltre in programma una mostra collettiva a New York. È presente in diversi cataloghi d’arte. Alcune sue opere sono in permanenza al Museo Archeologico di Bene Vagienna (CN). Vive e lavora ad Albinea (RE).
Se nelle intenzioni dell’artista c’era il desiderio di riportare fedelmente le descrizioni, i fatti, le suggestioni poetiche, anche in segno di incondizionato rispetto, la pittura ha preso fortunatamente il sopravvento, portando a galla il vissuto personale, la materia e la memoria, le parole chiave di un lessico pittorico costruito negli anni.
Spazio dunque all’interpretazione nella descrizione dei personaggi selezionati, molti dei quali femminili, come Piccarda e Costanza, Pia, Aracne, le Arpie, Taide, la stessa Beatrice, e poi Paolo e Francesca, Catone, Caronte, Cerbero, Sordello, Gerione, i Centauri, nonché nei paesaggi, dalla Foresta oscura al Fiume di fuoco, sino a riveder le stelle.
«Se nelle opere della sua precedente produzione – si legge nel testo di Chiara Serri – l’artista si muoveva ai limiti dell’astrazione, nei dipinti presentati alla Biblioteca Comunale “Pablo Neruda” di Albinea assistiamo ad un significativo ritorno alla figura. Alla descrizione minuziosa dei volti – pensiamo agli occhi di Caron dimonio, certo fiammeggianti, ma anche umidi e vacui nella trascrizione di Tagliavini, o ancora alla maschera metamorfica di Aracne che ne preserva la bellezza – si contrappone il non finito dei corpi, che spesso si sciolgono nel fondo. Ed è proprio il fondo, con le paste alte e stratificate, gli inserti materici e l’esplosione del colore in tutta la sua forza e potenza che rende ogni opera immediatamente riconducibile all’artista, grazie anche al ricorrere di alcuni elementi trasversali a diverse serie pittoriche, come le linee di forza, che come lame fendono la tavola, gli uccelli, gli alberi scheletriti e i corpi allungati, guardiani silenziosi del tempo e dello spazio».
Ogni opera può essere collocata in una specifica cantica attraverso l’analisi del colore: il rosso e il nero sono i toni dell’Inferno, le terre per il Purgatorio, il verde e il celeste per il Paradiso, eccezion fatta per alcune figure per le quali l’artista mostra una certa indulgenza, come Francesca, dall’incarnato roseo e la veste bianca, oppure Pia, che con sguardo malinconico supplica il Poeta di ricordarla tra i vivi. Fondamentale è anche il movimento: convulso, vorticoso e roboante nelle scene infernali, quasi assente nelle immagini paradisiache, caratterizzate da una natura rigogliosa e dalla presenza di figure distaccate, in ieratica contemplazione.
Nata a Reggio Emilia, Leda Tagliavini si è formata all’Istituto d’Arte della città e all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive, ottenendo numerosi riconoscimenti. Nel 2021 ha esposto a Mosca, Parigi, Torino, Roma, Cuneo, Venezia e Milano. È inoltre in programma una mostra collettiva a New York. È presente in diversi cataloghi d’arte. Alcune sue opere sono in permanenza al Museo Archeologico di Bene Vagienna (CN). Vive e lavora ad Albinea (RE).
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