Enrico David. La Caduta / Esko Mannikko. Time Flies
![Enrico David, Apparato Prodigioso, 2015, rame, acciao, resina, pigmenti, carta, grafite 215 x 185 x 55 cm Enrico David, Apparato Prodigioso, 2015, rame, acciao, resina, pigmenti, carta, grafite 215 x 185 x 55 cm](http://www.arte.it/foto/600x450/0f/33403-re.jpg)
© Enrico David Ph. Richard Ivey. Courtesy Michael Werner Gallery, New York and London / Collezione Maramotti, Reggio Emilia | Enrico David, Apparato Prodigioso, 2015, rame, acciao, resina, pigmenti, carta, grafite 215 x 185 x 55 cm
Dal 16 Maggio 2015 al 18 Ottobre 2015
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Collezione Maramotti
Indirizzo: via Fratelli Cervi 66
Orari: giovedì e venerdì 14.30-18.30; sabato e domenica 10.30-18.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0522 382484
E-Mail info: info@collezionemaramotti.org
Sito ufficiale: http://www.collezionemaramotti.org
Collezione Maramotti è lieta di annunciare due nuove mostre di Enrico David ed Esko Männikkö, in apertura il 17 maggio negli spazi della Collezione dedicati alle mostre temporanee.
La mostra Enrico "La Caduta" David si compone di opere che evidenziano una stretta connessione, un naturale dialogo tra linguaggio pittorico e scultoreo, anche grazie alla modalità con cui vengono allestite nello spazio.
Un grande dipinto che lambisce il soffitto, distaccato dal muro, è sorretto da due strutture metalliche verticali: costituisce un fondale per le “unfinished figures” della parte piu propriamente scultorea della mostra. Una di esse è sospesa a soffitto, sorretta da cavi, fluttuante nello spazio quasi a negare il suo peso specifico. La palette è costituita da colori fangosi – forse muffe – la forma sembra cercare di descrivere i resti o forse i preamboli di un corpo. La testa, inarcata all’indietro, si prolunga in indistinti filamenti tendinei, a descrivere fasci di nervi, tendini, tessuto fibroso. Un’altra scultura si erge dal suolo in forma di altorilievo e racchiude una figura descritta in un reticolo da cui cerca di liberarsi. L’oggetto veste l’ambiguità di un disegno, di un graffito inciso su una struttura creata appositamente ad imitare un pezzo di maceria o una rovina, tentativo di evocare un supporto con una sua qualità formale legata and un suo possibile uso passato.
Due sculture sono rivestite in gesmonite, un materiale con cui l’artista inizia a sperimentare nel 2014, più duro del gesso e di peso nella sua sostanza, ma che può essere levigato dipinto e “trattato” con grande flessibilità, e questo ben si attaglia all’idea trasformativa delle forme di David.
La mise-en-scène della mostra realizzata per la Collezione Maramotti non ha una narrativa esplicita, ma dal modo in cui le opere esistono in funzione reciproca e si confrontano con lo spazio, emerge un contesto narrabile allo spettatore.
16 maggio - 27 settembre 2015
Time Flies. A highlight presenta una cinquantina di fotografie di Esko Männikkö dal 1991 al 2013, selezionate per enfatizzare le affinità e le consonanze della sua ricerca con la Collezione. Parte delle opere sono state esposte nel 2014 nella retrospettiva Time Flies presso Kunsthalle Helsinki, con cui la Collezione ha collaborato per questo progetto espositivo.
Centrali nella poetica di Männikkö sono il tempo come presenza/assenza, cristallizzato nelle sue immagini, il suo magistrale uso della luce e l’estrema attenzione alla dimensione compositiva, che conferiscono ai suoi lavori una sorta di sospensione metafisica.
Questi elementi sostanziali e formali hanno ricondotto e accostato il suo lavoro, da parte di certa critica, alla ritrattistica rinascimentale e alle qualità tonali, compositive e luministiche dei dipinti di Vermeer. Le cornici, recuperate nei mercatini o realizzate su misura con legno di riuso, costituiscono parte visiva essenziale dell’opera e non dimensione accessoria, e legano il suo lavoro alla tradizione pittorica.
Soggetti favoriti nelle sue fotografie sono oggetti, luoghi, persone e stili di vita autentici, a lui familiari, che riflettono al contempo tratti universali dell’umanità. Il suo approccio è pregno di grande rispetto e di sensibilità, mai teso alla documentazione, ma alla ricerca di un’empatia, di un contatto autentico che esalti la bellezza degli aspetti ordinari del quotidiano. Anche i soggetti piu umili e fragili non sono mai vittime, ma vengono ripresi nella loro integra dignità.
La mostra Enrico "La Caduta" David si compone di opere che evidenziano una stretta connessione, un naturale dialogo tra linguaggio pittorico e scultoreo, anche grazie alla modalità con cui vengono allestite nello spazio.
Un grande dipinto che lambisce il soffitto, distaccato dal muro, è sorretto da due strutture metalliche verticali: costituisce un fondale per le “unfinished figures” della parte piu propriamente scultorea della mostra. Una di esse è sospesa a soffitto, sorretta da cavi, fluttuante nello spazio quasi a negare il suo peso specifico. La palette è costituita da colori fangosi – forse muffe – la forma sembra cercare di descrivere i resti o forse i preamboli di un corpo. La testa, inarcata all’indietro, si prolunga in indistinti filamenti tendinei, a descrivere fasci di nervi, tendini, tessuto fibroso. Un’altra scultura si erge dal suolo in forma di altorilievo e racchiude una figura descritta in un reticolo da cui cerca di liberarsi. L’oggetto veste l’ambiguità di un disegno, di un graffito inciso su una struttura creata appositamente ad imitare un pezzo di maceria o una rovina, tentativo di evocare un supporto con una sua qualità formale legata and un suo possibile uso passato.
Due sculture sono rivestite in gesmonite, un materiale con cui l’artista inizia a sperimentare nel 2014, più duro del gesso e di peso nella sua sostanza, ma che può essere levigato dipinto e “trattato” con grande flessibilità, e questo ben si attaglia all’idea trasformativa delle forme di David.
La mise-en-scène della mostra realizzata per la Collezione Maramotti non ha una narrativa esplicita, ma dal modo in cui le opere esistono in funzione reciproca e si confrontano con lo spazio, emerge un contesto narrabile allo spettatore.
16 maggio - 27 settembre 2015
Time Flies. A highlight presenta una cinquantina di fotografie di Esko Männikkö dal 1991 al 2013, selezionate per enfatizzare le affinità e le consonanze della sua ricerca con la Collezione. Parte delle opere sono state esposte nel 2014 nella retrospettiva Time Flies presso Kunsthalle Helsinki, con cui la Collezione ha collaborato per questo progetto espositivo.
Centrali nella poetica di Männikkö sono il tempo come presenza/assenza, cristallizzato nelle sue immagini, il suo magistrale uso della luce e l’estrema attenzione alla dimensione compositiva, che conferiscono ai suoi lavori una sorta di sospensione metafisica.
Questi elementi sostanziali e formali hanno ricondotto e accostato il suo lavoro, da parte di certa critica, alla ritrattistica rinascimentale e alle qualità tonali, compositive e luministiche dei dipinti di Vermeer. Le cornici, recuperate nei mercatini o realizzate su misura con legno di riuso, costituiscono parte visiva essenziale dell’opera e non dimensione accessoria, e legano il suo lavoro alla tradizione pittorica.
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