Matteo Mauro. Il mio Barocco
Dal 24 Settembre 2021 al 17 Ottobre 2021
Ragusa
Luogo: Chiesa di San Vincenzo Ferreri
Indirizzo: Via Giardino 8
Orari: 24 - 25 settembre 15:00 - 22:00; 26 settembre 10:00 - 17:00; 2 ottobre 17:00 - 22:00; 3 ottobre 10:00 - 17:00; 9 ottobre 17:00 - 22:00; 10 ottobre 10:00 - 17:00 ; 16 ottobre 17:00 - 22:00; 17 ottobre 10:00 - 17:00
Telefono per informazioni: +39 333 77 19 927
E-Mail info: baroccoeneobarroco@gmail.com
S’inaugura venerdì 24 settembre alle ore 16.00 presso Chiesa di San Vincenzo Ferreri di Ragusa la personale di Matteo Mauro, Il mio Barocco. La mostra s’inserisce tra gli appuntamenti dedicati al design e all’arte contemporanea dell’edizione zero di Barocco & Neobarocco, un “design festival” che dal 24 al 26 settembre farà dialogare la cultura del progetto con la cultura d’impresa, nel contesto delle scenografie barocche della città di Ragusa, fulcro della rinascita settecentesca del Val di Noto. L’evento del festival dedicatoalla mostra sarà sabato 25 settembre alle ore 12.00 accompagnato dalla performance musicale sperimentale Arte in movimento dell’Ibla Ensemble.
Barocco & Neobarocco offre l’occasione di un confronto sulle espressioni del design “neobarocco”, inteso come interpretazione contemporanea di quell’estetica barocca che ha segnato la storia del territorio ibleo e che è ancora una costante formale comune ad alcune tendenze culturali del nostro tempo. Saperi e imprenditorialità del territorio sono coinvolti in una dialettica creativa, insieme a designer, artisti e fashion stylist, con la partecipazione di protagonisti del mondo del progetto e con il contributo di aziende affermate a livello internazionale.
Oltre ad un programma d’incontri e approfondimenti specialistici per addetti ai lavori, il festival propone installazioni artistiche site-specific ed espone gli esiti del lavoro di ricerca di Accademie e Università, dispiegandosi in location diverse e prestigiose, in un percorso di attraversamento meraviglioso e sorprendente degli spazi della città di Ragusa.
Il design festival ha il patrocinio degli Enti territoriali e istituzioni nazionali quali: ADI, Accademia di Brera, Accademia di Carrara, Università di Napoli Luigi Vanvitelli, IULM, Ordine degli Architetti e il sostegno di realtà imprenditoriali diffuse in tutto il territorio nazionale.
È all’interno di questo festival, organizzato da Roberto Semprini con il supporto di Valentina Fisichella, che Matteo Mauro presenta Il mio Barocco, mostra curata da Chiara Castro e Aurelia Nicolosi. Il progetto cui l’artista, architetto, e designer, catanese di nascita e londinese d’adozione, si dedica ormai da diversi anni grazie al supporto dall’azienda Farmabarocco e dalla Galleria KōArt. Matteo Mauro insegue con tenacia una sintesi fra tradizione figurativa e tecnologie digitali; la sua ricerca, infatti, mira alla rielaborazione di sculture classiche, dove figure mitologiche sottratte alla forma lasciano l’impronta su geometrie bronzee e marmoree.
«Neobarocco – spiega Chiara Castro, una dei curatori del festival e della mostra - è un invito a fermarsi perdendo la misura del tempo, anche se fosse quella di un istante. Le opere di Matteo Mauro si uniscono organicamente alle opere settecentesche della Chiesa di San Vincenzo Ferreri come voci di un racconto sempre rintracciabile, in cui il percorso non lineare della rigenerazione degli stili è l’emblema della vita delle città e degli uomini. Il destino del Barocco ci ricorda che nella complessità c’è ricchezza e che le fratture sono i fulcri per il nuovo equilibrio. Il tempo delle epoche passate non si disperde ma torna presente ogni volta che guardiamo, a qualsiasi profondità, le forme neobarocche».
Le sculture della serie, Loves who don’t know how to get by in this world saranno presentate nel contesto esclusivo della chiesa sconsacrata di San Vincenzo Ferreri che affaccia sui magici giardini Iblei di Ragusa Ibla.
«Matteo Mauro – dichiara Aurelia Nicolosi, una delle curatrici della mostra - è un artista eclettico e sorprendente che spazia con disinvoltura dalla pittura alla scultura al digitale con un'attenzione e precisione nella ricerca del dettaglio, che si riscontra solo negli autori maturi. La poesia e la grazia sottesa alle sue opere raccontano la passione per l'architettura e la potenza della Natura, nelle sue variegate forme. La sperimentazione costante, che caratterizza il suo lavoro, sicuramente non passerà inosservata e lo eleverà, nei prossimi anni, tra i creativi più all'avanguardia del panorama internazionale».
L’artista, nelle sue sculture, parte dalla forma del parallelepipedo perfetto e compie una metamorfosi verso un panneggio fluido che ne addolcisce la forma. Gli esterni delle sculture lucidi e soffici, nascondono il lascito di un fossile mitologico. Il soggetto classico appare o scompare nella sua forma negativa, come se da lì fosse fuggito nell’attimo precedente allo sguardo dell’osservatore. La figura principale è quella di Ermes, il messaggero. La sua assenza nascosta dalla patinatura profonda, esalta la sua storia: quando Zeus decise di separare gli uomini in due metà, Ermes donò loro la parola affinché potessero ritrovare l’unità. L’intesa, la chiarezza, l’armonia tra il maschile e il femminile è una ricerca senza tempo.
«Queste sculture – conclude Matteo Mauro - sono il frutto di un anno bisestile che conta 20/20. Sono storie di separazioni. Storie di un mondo in quarantena. La storia quotidiana del sentirsi incompleti, spezzati. La storia di vite circondate da un Barocco in erosione ed un contemporaneo, che nella nostra terra, tarda ad arrivare. Sono storie sull'amore scritte da Platone e fraintese dal mondo intero. Sono la storia di gente che emigra e non si sentirà più a casa in nessun luogo e in tutti i luoghi. Di un mondo sempre più diviso, di razze sempre più divise, di un corpo e di una mente sempre più divisi. Sono le forme di storie che finiscono, ma poi non ricominciano. Sono il lascito di un classicismo che riappare nell'arte ma diviso e sfigurato. Sculture in bilico che ritrovano un equilibrio nell'attimo in cui le si osservano. Sono un po' la storia del Barocco, un po' la mia e un po' la storia di tutti».
Sempre il 25 settembre avrà luogo un’asta durante la quale saranno battuti i lavori degli artisti del museo Ferruccio Lamborghini che sono stati digitalizzati e “coniati” come token non fungibili (NFT). Tra le opere acquistabili durante l’evento che racconterà anche le storie e gli aneddoti inediti sulla famiglia Lamborghini vi saranno anche quelle di Matteo Mauro.
MATTEO MAURO (Catania, 1992)
Si laurea in architettura alla University College of London. Lavora con influenti designers come Ron Arad ed Isaie Bloch, ed insegna in diverse università inglesi. Grazie agli insegnamenti universitari, si avvicina a nuove tecniche digitali di rappresentazione alle quali si appassiona fino a farle diventare il suo strumento d’espressione artistica. È noto per la sua serie di dipinti Micromegalic Inscriptions (Inscrizioni Micromegaliche), vincitori di vari Award, tra i quali: l’International Van Gogh Prize dato da José Van Roy Dalí, figlio di Salvador Dalí. Le opere di Matteo nascono da un connubio tra analogico e digitale che caratterizza l’estetica delle sue creazioni. Le opere di Matteo Mauro sono state esposte in molteplici istituzioni dell’arte, tra le quali: la Royal Academy of Arts, Datang Art Museum, il MACS, il Marte Museum, il MEAM, il Dubai Ing-Creatives, il 798 Beijing, Qianjiang International Art Museum….
Barocco & Neobarocco offre l’occasione di un confronto sulle espressioni del design “neobarocco”, inteso come interpretazione contemporanea di quell’estetica barocca che ha segnato la storia del territorio ibleo e che è ancora una costante formale comune ad alcune tendenze culturali del nostro tempo. Saperi e imprenditorialità del territorio sono coinvolti in una dialettica creativa, insieme a designer, artisti e fashion stylist, con la partecipazione di protagonisti del mondo del progetto e con il contributo di aziende affermate a livello internazionale.
Oltre ad un programma d’incontri e approfondimenti specialistici per addetti ai lavori, il festival propone installazioni artistiche site-specific ed espone gli esiti del lavoro di ricerca di Accademie e Università, dispiegandosi in location diverse e prestigiose, in un percorso di attraversamento meraviglioso e sorprendente degli spazi della città di Ragusa.
Il design festival ha il patrocinio degli Enti territoriali e istituzioni nazionali quali: ADI, Accademia di Brera, Accademia di Carrara, Università di Napoli Luigi Vanvitelli, IULM, Ordine degli Architetti e il sostegno di realtà imprenditoriali diffuse in tutto il territorio nazionale.
È all’interno di questo festival, organizzato da Roberto Semprini con il supporto di Valentina Fisichella, che Matteo Mauro presenta Il mio Barocco, mostra curata da Chiara Castro e Aurelia Nicolosi. Il progetto cui l’artista, architetto, e designer, catanese di nascita e londinese d’adozione, si dedica ormai da diversi anni grazie al supporto dall’azienda Farmabarocco e dalla Galleria KōArt. Matteo Mauro insegue con tenacia una sintesi fra tradizione figurativa e tecnologie digitali; la sua ricerca, infatti, mira alla rielaborazione di sculture classiche, dove figure mitologiche sottratte alla forma lasciano l’impronta su geometrie bronzee e marmoree.
«Neobarocco – spiega Chiara Castro, una dei curatori del festival e della mostra - è un invito a fermarsi perdendo la misura del tempo, anche se fosse quella di un istante. Le opere di Matteo Mauro si uniscono organicamente alle opere settecentesche della Chiesa di San Vincenzo Ferreri come voci di un racconto sempre rintracciabile, in cui il percorso non lineare della rigenerazione degli stili è l’emblema della vita delle città e degli uomini. Il destino del Barocco ci ricorda che nella complessità c’è ricchezza e che le fratture sono i fulcri per il nuovo equilibrio. Il tempo delle epoche passate non si disperde ma torna presente ogni volta che guardiamo, a qualsiasi profondità, le forme neobarocche».
Le sculture della serie, Loves who don’t know how to get by in this world saranno presentate nel contesto esclusivo della chiesa sconsacrata di San Vincenzo Ferreri che affaccia sui magici giardini Iblei di Ragusa Ibla.
«Matteo Mauro – dichiara Aurelia Nicolosi, una delle curatrici della mostra - è un artista eclettico e sorprendente che spazia con disinvoltura dalla pittura alla scultura al digitale con un'attenzione e precisione nella ricerca del dettaglio, che si riscontra solo negli autori maturi. La poesia e la grazia sottesa alle sue opere raccontano la passione per l'architettura e la potenza della Natura, nelle sue variegate forme. La sperimentazione costante, che caratterizza il suo lavoro, sicuramente non passerà inosservata e lo eleverà, nei prossimi anni, tra i creativi più all'avanguardia del panorama internazionale».
L’artista, nelle sue sculture, parte dalla forma del parallelepipedo perfetto e compie una metamorfosi verso un panneggio fluido che ne addolcisce la forma. Gli esterni delle sculture lucidi e soffici, nascondono il lascito di un fossile mitologico. Il soggetto classico appare o scompare nella sua forma negativa, come se da lì fosse fuggito nell’attimo precedente allo sguardo dell’osservatore. La figura principale è quella di Ermes, il messaggero. La sua assenza nascosta dalla patinatura profonda, esalta la sua storia: quando Zeus decise di separare gli uomini in due metà, Ermes donò loro la parola affinché potessero ritrovare l’unità. L’intesa, la chiarezza, l’armonia tra il maschile e il femminile è una ricerca senza tempo.
«Queste sculture – conclude Matteo Mauro - sono il frutto di un anno bisestile che conta 20/20. Sono storie di separazioni. Storie di un mondo in quarantena. La storia quotidiana del sentirsi incompleti, spezzati. La storia di vite circondate da un Barocco in erosione ed un contemporaneo, che nella nostra terra, tarda ad arrivare. Sono storie sull'amore scritte da Platone e fraintese dal mondo intero. Sono la storia di gente che emigra e non si sentirà più a casa in nessun luogo e in tutti i luoghi. Di un mondo sempre più diviso, di razze sempre più divise, di un corpo e di una mente sempre più divisi. Sono le forme di storie che finiscono, ma poi non ricominciano. Sono il lascito di un classicismo che riappare nell'arte ma diviso e sfigurato. Sculture in bilico che ritrovano un equilibrio nell'attimo in cui le si osservano. Sono un po' la storia del Barocco, un po' la mia e un po' la storia di tutti».
Sempre il 25 settembre avrà luogo un’asta durante la quale saranno battuti i lavori degli artisti del museo Ferruccio Lamborghini che sono stati digitalizzati e “coniati” come token non fungibili (NFT). Tra le opere acquistabili durante l’evento che racconterà anche le storie e gli aneddoti inediti sulla famiglia Lamborghini vi saranno anche quelle di Matteo Mauro.
MATTEO MAURO (Catania, 1992)
Si laurea in architettura alla University College of London. Lavora con influenti designers come Ron Arad ed Isaie Bloch, ed insegna in diverse università inglesi. Grazie agli insegnamenti universitari, si avvicina a nuove tecniche digitali di rappresentazione alle quali si appassiona fino a farle diventare il suo strumento d’espressione artistica. È noto per la sua serie di dipinti Micromegalic Inscriptions (Inscrizioni Micromegaliche), vincitori di vari Award, tra i quali: l’International Van Gogh Prize dato da José Van Roy Dalí, figlio di Salvador Dalí. Le opere di Matteo nascono da un connubio tra analogico e digitale che caratterizza l’estetica delle sue creazioni. Le opere di Matteo Mauro sono state esposte in molteplici istituzioni dell’arte, tra le quali: la Royal Academy of Arts, Datang Art Museum, il MACS, il Marte Museum, il MEAM, il Dubai Ing-Creatives, il 798 Beijing, Qianjiang International Art Museum….
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