Struttura, architettura e decorazione delle cupole: grandezza e artificio a Roma e nel ducato farnesiano tra Cinque e Settecento
Dal 07 Ottobre 2021 al 09 Ottobre 2021
Piacenza
Luogo: Palazzo Farnese di Piacenza / Palazzo Vescovile di Parma
Indirizzo: Sedi varie
Orari: Evento gratuito. È necessaria l’iscrizione sulla piattaforma IM@TERIA. Sono richiesti il green pass e l'uso della mascherina
Curatori: Anna Còccioli Mastroviti, Manuel Ferrari, Antonella Gigli
Enti promotori:
- MiC - Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- Comune di Piacenza
- Diocesi di Piacenza – Bobbio
Giovedì 7 e venerdì 8 ottobre, a Palazzo Farnese di Piacenza e sabato 9 ottobre al Palazzo Vescovile di Parma si tiene il convegno di studi dal titolo Struttura, architettura e decorazione delle cupole: grandezza e artificio a Roma e nel ducato farnesiano tra Cinque e Settecento, dedicato al tema del costruire e del “dipinger cuppole”.
Il convegno, guidato da un comitato scientifico presieduto da Corrado Azzollini, Segretario Regionale del MiC nonché Soprintendente ad interim Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, ideato da Anna Còccioli Mastroviti, storico dell’arte della stessa Soprintendenza, promosso di concerto con il Comune di Piacenza e con la Diocesi di Piacenza – Bobbio, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, intende affrontare un quadro storico critico significativo e finora trascurato in sede locale, sulla fioritura delle cupole tra età post Tridentina e la grande stagione del Barocco.
Le comunicazioni evidenzieranno, da un lato, le conoscenze e le riflessioni sulla trattatistica arricchite da nuove acquisizioni esecutive, tecniche, costruttive, strutturali portato delle indagini d’archivio e dello scavo dei documenti del cantiere, dall’altro lato si intende tracciare un quadro storico dell’evoluzione della qualità del costruire e del modus pingendi nell’arco temporale compreso fra l’avvio del cantiere di S. Maria di Campagna all’interno del quale è documentato il Pordenone (1530) e la decorazione della cupola della chiesa dei Teatini di S. Vincenzo (1709-1712), passando attraverso quella della cupola del Duomo con il Guercino (1625), la costruzione della cupola della chiesa delle Benedettine su progetto di Domenico Valmagini (1685) e la cupola dell’Oratorio di S. Cristoforo, progettato dallo stesso architetto ticinese e poi decorata a quadratura da Ferdinando Galli Bibiena (1690 c).
Grazie a un finanziamento ministeriale, è stato infatti possibile effettuare i rilievi laser scanner e fotogrammetrici delle cupole del Duomo, della chiesa di Santa Maria di Campagna e dell’oratorio di San Cristoforo a Piacenza, e della cupola del Duomo di Parma, operazioni dalle quali si sono tratti nuovi elementi di conoscenza di queste strutture.
Negli ultimi decenni si registrano non infrequenti riflessioni sulle valenze simboliche della cupola, mentre più rari sono gli studi dedicati ai modi e agli schemi geometrici della sua costruzione, alle tecniche e ai materiali impiegati, alle tecniche di cantiere. Una lettura rivolta alla totalità della “più nobil parte delli Edifici Templari, che sono le cupole doppie…”, così Carlo Fontana (1694) sintetizzava l’importanza delle cupole nell’ambito dell’architettura sacra, e affrontare in uno studio complessivo un trittico teorico, storico e monografico sulle cupole fra Piacenza, Parma e Roma attraverso percorsi di definizione, strutturale tecnica e costruttiva, con tutte le connesse conseguenze sul cantiere della decorazione.
Obiettivo del Convegno di Studi, a fronte della quasi totale inaccessibilità di gran parte delle cupole e delle conseguenti difficoltà di sopralluoghi e poco note componenti tecnico costruttive, è quindi affrontare questi temi desumibili oggi “dall’autopsia” del monumento resa possibile dalla più aggiornata strumentazione tecnica.
Gli Atti del Convegno di Studi, editi con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, a cura di Anna Còccioli Mastroviti, Antonella Gigli, Susanna Pighi raccoglieranno i contributi presentati dagli studiosi in sede di convegno nello spirito di collaborazione e di confronto istituzionale e scientifico tra la Soprintendenza ABAP di Parma e Piacenza e le Istituzioni piacentine, proseguendo su quella linea programmatica di studio, di tutela e di valorizzazione di monumenti e di artisti locali e non che, al servizio degli ordini religiosi, dell’alta aristocrazia e di una committenza varia che nei secoli scorsi hanno concorso a determinare l’identità artistica di Piacenza.
Il convegno, guidato da un comitato scientifico presieduto da Corrado Azzollini, Segretario Regionale del MiC nonché Soprintendente ad interim Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, ideato da Anna Còccioli Mastroviti, storico dell’arte della stessa Soprintendenza, promosso di concerto con il Comune di Piacenza e con la Diocesi di Piacenza – Bobbio, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, intende affrontare un quadro storico critico significativo e finora trascurato in sede locale, sulla fioritura delle cupole tra età post Tridentina e la grande stagione del Barocco.
Le comunicazioni evidenzieranno, da un lato, le conoscenze e le riflessioni sulla trattatistica arricchite da nuove acquisizioni esecutive, tecniche, costruttive, strutturali portato delle indagini d’archivio e dello scavo dei documenti del cantiere, dall’altro lato si intende tracciare un quadro storico dell’evoluzione della qualità del costruire e del modus pingendi nell’arco temporale compreso fra l’avvio del cantiere di S. Maria di Campagna all’interno del quale è documentato il Pordenone (1530) e la decorazione della cupola della chiesa dei Teatini di S. Vincenzo (1709-1712), passando attraverso quella della cupola del Duomo con il Guercino (1625), la costruzione della cupola della chiesa delle Benedettine su progetto di Domenico Valmagini (1685) e la cupola dell’Oratorio di S. Cristoforo, progettato dallo stesso architetto ticinese e poi decorata a quadratura da Ferdinando Galli Bibiena (1690 c).
Grazie a un finanziamento ministeriale, è stato infatti possibile effettuare i rilievi laser scanner e fotogrammetrici delle cupole del Duomo, della chiesa di Santa Maria di Campagna e dell’oratorio di San Cristoforo a Piacenza, e della cupola del Duomo di Parma, operazioni dalle quali si sono tratti nuovi elementi di conoscenza di queste strutture.
Negli ultimi decenni si registrano non infrequenti riflessioni sulle valenze simboliche della cupola, mentre più rari sono gli studi dedicati ai modi e agli schemi geometrici della sua costruzione, alle tecniche e ai materiali impiegati, alle tecniche di cantiere. Una lettura rivolta alla totalità della “più nobil parte delli Edifici Templari, che sono le cupole doppie…”, così Carlo Fontana (1694) sintetizzava l’importanza delle cupole nell’ambito dell’architettura sacra, e affrontare in uno studio complessivo un trittico teorico, storico e monografico sulle cupole fra Piacenza, Parma e Roma attraverso percorsi di definizione, strutturale tecnica e costruttiva, con tutte le connesse conseguenze sul cantiere della decorazione.
Obiettivo del Convegno di Studi, a fronte della quasi totale inaccessibilità di gran parte delle cupole e delle conseguenti difficoltà di sopralluoghi e poco note componenti tecnico costruttive, è quindi affrontare questi temi desumibili oggi “dall’autopsia” del monumento resa possibile dalla più aggiornata strumentazione tecnica.
Gli Atti del Convegno di Studi, editi con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, a cura di Anna Còccioli Mastroviti, Antonella Gigli, Susanna Pighi raccoglieranno i contributi presentati dagli studiosi in sede di convegno nello spirito di collaborazione e di confronto istituzionale e scientifico tra la Soprintendenza ABAP di Parma e Piacenza e le Istituzioni piacentine, proseguendo su quella linea programmatica di studio, di tutela e di valorizzazione di monumenti e di artisti locali e non che, al servizio degli ordini religiosi, dell’alta aristocrazia e di una committenza varia che nei secoli scorsi hanno concorso a determinare l’identità artistica di Piacenza.
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