Nell'anima l'eco delle zampogne. D’Annunzio e le antiche sonorità del mondo pastorale
Dal 23 Novembre 2013 al 26 Gennaio 2014
Pescara
Luogo: Museo Casa natale di Gabriele D’Annunzio
Indirizzo: corso Gabriele Manthonè 116
Orari: da lunedì a domenica 9-13.30
Enti promotori:
- Soprintendenza BSAE
- Associazione Culturale Zampogne d’Abruzzo
Telefono per informazioni: +39 085 60391
Sito ufficiale: http://www.casadannunzio.beniculturali.it
Visceralmente attratto dagli scenari ancestrali della regione e dall’antica civiltà pastorale, Gabriele d’Annunzio con la sua anima torna frequentemente a quell’Abruzzo adriatico e montano esaltandolo in diverse opere. Particolare il suo legame con la musica, attestato anche dalla frequentazione con molti musicisti, a partire dal coetaneo pescarese Vittorio Pepe e Francesco Paolo Tosti, frequentatori del Cenacolo di Michetti a Francavilla, e quindi Puccini, Debussy, Mascagni, Casella, Zandonai, Franchetti, Pizzetti.
La zampogna è parte integrante di quel mondo pastorale che suscita le emozioni del Poeta, il quale rivela una forte sensibilità musicale. Numerosi i versi e i richiami allo strumento e alle sue sonorità presenti in poesie e opere, che superano il silenzio e l’indifferenza della cultura del suo tempo. Peraltro, nel 1910, con sottile ironia il critico Enrico Thovez, insofferente per l’opera dannunziana e dello stesso cenacolo, intitolava un saggio: Il gregge, il pastore e la zampogna.
La mostra – organizzata dalla Soprintendenza BSAE insieme all’Associazione Culturale Zampogne d’Abruzzo – intende ricostruire momenti essenziali della storia dello strumento e la sua influenza nell’arte, nella letteratura, nella poesia e nell’iconografia, esercitata in particolar modo nell’ambito di quello straordinario fenomeno culturale, noto come Grand Tour. Attraverso documenti, partiture, libri di viaggiatori stranieri, incisioni e disegni, zampogne e ciaramelle, è rievocato un mondo che ha lasciato rilevanti tracce nella cultura europea. Stendhal, Dickens, Berlioz, Lear, Gregorovius e molti altri autori celebri hanno dimostrato interesse per gli zampognari abruzzesi, che con il loro repertorio hanno ispirato musicisti e compositori. Tra le pastorali influenzate dalle loro sonorità spicca lo stesso Sant’Alfonso Maria de Liguori, autore del testo del celebre Tu scendi dalle stelle.
Nella mostra emerge la scultura lignea tardo cinquecentesca raffigurante un pastore intento a suonare la zampogna, proveniente dal Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila. La scultura, che un tempo apparteneva alla chiesa di San Lorenzo martire di San Buono (Chieti), fu acquistata dal Regno d’Italia nel 1938 per evitarne la dispersione sul mercato antiquariale.
All’inaugurazione della mostra, sabato 23 novembre alle 10.45, interverranno Lucia Arbace, Soprintendente BSAE dell'Abruzzo, Antonio Bini, che ha curato la ricostruzione delle testimonianze del Grand Tour, e Antonello di Matteo, direttore artistico dell’Associazione Zampogne d’Abruzzo. I musicisti della stessa associazione impegnata nella valorizzazione dell’antico strumento, eseguiranno brani appartenenti alla tradizione pastorale, tra cui la Novena di Natale, che tradizionalmente ha inizio il 25 novembre.
Al tema del Natale è dedicato l’incontro del 3 dicembre, con letture di testi dannunziani a cura di Franca Minnucci, accompagnati dalle sonorità delle zampogne.
A conclusione della mostra, l’8 dicembre, sarà ricordato il musicista e compositore Vittorio Pepe, amico e coetaneo di Gabriele d’Annunzio, nella ricorrenza dell’anniversario della morte avvenuta l’8 dicembre 1943 durante i bombardamenti aerei di Pescara.
La zampogna è parte integrante di quel mondo pastorale che suscita le emozioni del Poeta, il quale rivela una forte sensibilità musicale. Numerosi i versi e i richiami allo strumento e alle sue sonorità presenti in poesie e opere, che superano il silenzio e l’indifferenza della cultura del suo tempo. Peraltro, nel 1910, con sottile ironia il critico Enrico Thovez, insofferente per l’opera dannunziana e dello stesso cenacolo, intitolava un saggio: Il gregge, il pastore e la zampogna.
La mostra – organizzata dalla Soprintendenza BSAE insieme all’Associazione Culturale Zampogne d’Abruzzo – intende ricostruire momenti essenziali della storia dello strumento e la sua influenza nell’arte, nella letteratura, nella poesia e nell’iconografia, esercitata in particolar modo nell’ambito di quello straordinario fenomeno culturale, noto come Grand Tour. Attraverso documenti, partiture, libri di viaggiatori stranieri, incisioni e disegni, zampogne e ciaramelle, è rievocato un mondo che ha lasciato rilevanti tracce nella cultura europea. Stendhal, Dickens, Berlioz, Lear, Gregorovius e molti altri autori celebri hanno dimostrato interesse per gli zampognari abruzzesi, che con il loro repertorio hanno ispirato musicisti e compositori. Tra le pastorali influenzate dalle loro sonorità spicca lo stesso Sant’Alfonso Maria de Liguori, autore del testo del celebre Tu scendi dalle stelle.
Nella mostra emerge la scultura lignea tardo cinquecentesca raffigurante un pastore intento a suonare la zampogna, proveniente dal Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila. La scultura, che un tempo apparteneva alla chiesa di San Lorenzo martire di San Buono (Chieti), fu acquistata dal Regno d’Italia nel 1938 per evitarne la dispersione sul mercato antiquariale.
All’inaugurazione della mostra, sabato 23 novembre alle 10.45, interverranno Lucia Arbace, Soprintendente BSAE dell'Abruzzo, Antonio Bini, che ha curato la ricostruzione delle testimonianze del Grand Tour, e Antonello di Matteo, direttore artistico dell’Associazione Zampogne d’Abruzzo. I musicisti della stessa associazione impegnata nella valorizzazione dell’antico strumento, eseguiranno brani appartenenti alla tradizione pastorale, tra cui la Novena di Natale, che tradizionalmente ha inizio il 25 novembre.
Al tema del Natale è dedicato l’incontro del 3 dicembre, con letture di testi dannunziani a cura di Franca Minnucci, accompagnati dalle sonorità delle zampogne.
A conclusione della mostra, l’8 dicembre, sarà ricordato il musicista e compositore Vittorio Pepe, amico e coetaneo di Gabriele d’Annunzio, nella ricorrenza dell’anniversario della morte avvenuta l’8 dicembre 1943 durante i bombardamenti aerei di Pescara.
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