Il Cortile di Francesco

© Galleria Continua / Ph. T. Grillo | Michelangelo Pistoletto, Metamorfosi, 1976
Dal 21 Settembre 2018 al 22 Settembre 2018
Assisi | Perugia
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: sedi varie
Curatori: Enrico Sciamanna
Enti promotori:
- Sacro Convento di Assisi
- Pontificio Consiglio della Cultura
- Conferenza Episcopale Umbra
- Associazione Oicos Riflessioni
- In collaborazione con la Regione Umbria
Telefono per informazioni: +39 800333733
E-Mail info: cortile@sanfrancesco.org
Sito ufficiale: http://www.cortiledifrancesco.it
Anche quest’anno l’arte farà tappa ad Assisi per il Cortile di Francesco che si terrà il 21 e 22 settembre. Per l’occasione si terrà un esclusivo workshop, il 22 alle 9.00, con il Maestro Michelangelo Pistoletto, e il fotografo Oliviero Toscani, dal titolo “Happening! Pietre, scatti e paradisi“. L’obiettivo è di ricreare il “Terzo Paradiso” di Pistoletto, ma con pietre portate dagli spettatori con la ritrattistica di Toscani. Un’opera collettiva, realizzata con il contributo del pubblico presente, uomini e donne che dell’arte hanno la passione e che vogliono misurarsi per un giorno con grandi artisti contemporanei. A cura del critico d’arte Enrico Sciamanna.
Quattro direttori di importanti realtà culturali italiane, condotti dal critico d’arte Achille Bonito Oliva, si interrogano e dialogano il 22 alle 15.30 sul futuro del patrimonio artistico italiano. Sono Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta, Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico Nazionale di Paestum, e Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. A loro il compito di ridisegnare, per il Cortile di Francesco di Assisi, il futuro di quell’immenso patrimonio di bellezza, più unico che raro, di cui è culla l’Italia.
“Il Cortile di Francesco”, che giunge quest’anno alla sua quarta edizione, avrà come tema le “Differenze”. Differenze che il pubblico potrà esplorare anche grazie ai 32 incontri, che coinvolgeranno i 40 relatori presenti in quei giorni ad Assisi, in sei sezioni: l'Uomo e il suo Ambiente, l'Arte, la Letteratura, l'Economia, la Geopolitica e la Comunicazione.
Nel workshop dedicato all’arte i partecipanti porteranno da un luogo della terra – nelle aree circostanti, le cave, il greto del torrente, un edificio in rovina – una pietra da unire insieme alle altre, per formare, secondo le indicazioni dell’artista un ulteriore, effimero "Terzo Paradiso", una chiamata che completa il concetto di responsabilità, in quanto il gesto metareale del percorso della pietra sottoscrive l’adesione al progetto che l’artista propone.
Il “concetto” di Terzo Paradiso si è diffuso con un’intensità e una congruenza che trova pochi riscontri nell’arte contemporanea. L’idea di Michelangelo Pistoletto, resa tramite un segno grafico di volta in volta arricchito, coniuga l’essenzialità con la ricchezza e la modularità della definizione, che a loro volta sono interconnesse. Il paradiso, anche in senso etimologico è un luogo, che tende alla perfezione ed evoca armonia, equilibrio. Il simbolo che l’artista introduce aggiunge un valore in più grazie al quale Pistoletto, radicandolo sulla terra, tra l’umanità, assegna alle persone un senso di responsabilità.
La pietra, il semplice sasso occupa nella storia, nella mitologia, nella religione e nella letteratura un posto di rilievo. Le pietre che si depositano sulle tombe ebraiche garantendo continuità generazionale, quindi “immortalità”, la pietra della fionda di Davide, dell’unzione e del sepolcro di Cristo. Sono “una fronte dove gemono i sogni” o, addirittura, ne costituiscono l’impianto, come lo sono di case e città.
La fotografia, l’immagine in movimento è quanto di più lontano si può immaginare dalla pietra. Il suo viaggiare è illimitato e non richiede che una minima energia. Qui dialogano pietra e fotografia, due campioni dell’arte contemporanea che insieme trasmettono, tramite il coinvolgimento dei presenti, la volontà a partecipare, ad impegnarsi per un terzo paradiso.
Oliviero Toscani, con una riproposizione del suo ormai paradigmatico "Razza umana", isola ed esalta il gesto del trasporto delle pietre, sottolinea con la sua certificazione visiva i punti focali dell’itinerario. Uomini e pietre che transitano per comunicare un messaggio, sintetico ma chiaro. La chiarezza risiede nell’essere lì, con il proprio volto e mettersi a disposizione per l’immagine, significa asserire di essere corresponsabili.
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