Giuliano Giuman. Last time
Dal 06 Febbraio 2015 al 07 Giugno 2015
Perugia
Luogo: Galleria Nazionale dell’Umbria e altre sedi
Indirizzo: corso Pietro Vannucci 19
Orari: 9-19
Curatori: Fabio De Chirico, Bianca Pedace
Enti promotori:
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo MIBACT
- Galleria Nazionale dell’Umbria
- Comune di Perugia
- Università per Stranieri di Perugia
- Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”
Costo del biglietto: € 6.50, gratuito fino a 18 anni
Telefono per informazioni: +39 075 33390
E-Mail info: info@mg2comunicazione.it
Sito ufficiale: http://www.giuman.it
In occasione dei cinquanta anni di attività di Giuliano Giuman, Perugia dedica all’artista una grande mostra, promossa, d’intesa, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - MiBACT, dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, dal Comune di Perugia, dall’Università per Stranieri di Perugia, dall'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. L’evento, curato dal Soprintendente Fabio De Chirico e da Bianca Pedace, si svolgerà fino al 7 giugno 2015 e si articola in più sedi, di elevato valore simbolico, nel centro storico della città: dagli spazi della Galleria Nazionale dell’Umbria e del Comune a Palazzo dei Priori, che ospiteranno il percorso principale, a quelli dell’Università per Stranieri, al Museo dell’Accademia. Lontana da intenzioni celebrative, Last time non è un’antologica ma una finestra aperta sulla produzione attuale dell’artista, punteggiata da pochi e mirati rimandi alla sua storia, che si è intrecciata con le vicende più rilevanti dell’arte contemporanea internazionale, dal concettuale al ritorno alla pittura fino alla peculiare cifra musicale. L’esposizione, tesa a costruire un’ipotesi di lettura coerente della nuova stagione creativa, sempre più libera nella inedita freschezza dei lavori in vetro di matrice postconcettuale, è costituita da opere recenti appositamente realizzate e da grandi installazioni site specific.
La mostra - Il percorso è costruito su quaranta opere nelle sale della Galleria Nazionale di Palazzo dei Priori, prosegue con sei installazioni nel museo dell'Accademia di Belle Arti e termina nell'atrio e nell'aula magna di Palazzo Gallenga - rappresenta uno degli eventi artistici più rilevanti della stagione, rende omaggio a un artista che ha al suo attivo mezzo secolo di attività, nel corso del quale la sua ricerca ha esplorato molteplici frontiere raggiungendo sempre esiti qualitativi che si sono segnalati a livello nazionale e internazionale.
Partito dai forti e indiscussi legami con la tradizione umbra, e perugina in particolare, Giuman è stato ed è protagonista, a livello nazionale e internazionale, delle molteplici vicende creative degli ultimi decenni, dal concettuale al ritorno alla pittura fino all’originale prassi del vetro. Infatti l’artista, dopo un primo avvio come musicista, ha iniziato la sua carriera negli anni Sessanta, pervenendo a maturità con il ciclo sull’ombra, condotto in pittura e fotografia nel decennio successivo. In quel periodo, nell’ambito della sua produzione concettuale, si è distinto come uno dei più precoci autori di video e installazioni multimediali in Italia e non solo. Negli anni Ottanta, sui quali oggi si stanno accendendo i riflettori della storicizzazione, diviene uno dei protagonisti maggiori della scena italiana, anche grazie alla specifica cifra della compresenza tra musica e pittura. La svolta del vetro, nei Novanta, lo porta ad una inedita definizione pittoscultorea e installatoria. Peculiarissima e di grande successo internazionale, si può considerare una originale filiazione del ripensamento delle tecniche maturato in epoca concettuale. Negli ultimi anni continua la sua ricerca, di matrice postconcettuale, con la pittura, la performance e le opere in vetro prevalentemente di grandi dimensioni o di misura ambientale. Rubricato nelle maggiori occasioni espositive degli ultimi decenni, in costante dialogo con i critici più importanti da Crispolti a Dorfles a Barilli e molti altri, attivo nelle Quadriennali Giuman è presente in modo cospicuo, sin dai Settanta nella scena bolognese, romana e soprattutto milanese. Notevole è stato anche il suo lungo impegno didattico, svolto per molti anni come docente dell’Accademia di Brera e, dal 2009 al 2012, come direttore dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia.
La mostra - Il percorso è costruito su quaranta opere nelle sale della Galleria Nazionale di Palazzo dei Priori, prosegue con sei installazioni nel museo dell'Accademia di Belle Arti e termina nell'atrio e nell'aula magna di Palazzo Gallenga - rappresenta uno degli eventi artistici più rilevanti della stagione, rende omaggio a un artista che ha al suo attivo mezzo secolo di attività, nel corso del quale la sua ricerca ha esplorato molteplici frontiere raggiungendo sempre esiti qualitativi che si sono segnalati a livello nazionale e internazionale.
Partito dai forti e indiscussi legami con la tradizione umbra, e perugina in particolare, Giuman è stato ed è protagonista, a livello nazionale e internazionale, delle molteplici vicende creative degli ultimi decenni, dal concettuale al ritorno alla pittura fino all’originale prassi del vetro. Infatti l’artista, dopo un primo avvio come musicista, ha iniziato la sua carriera negli anni Sessanta, pervenendo a maturità con il ciclo sull’ombra, condotto in pittura e fotografia nel decennio successivo. In quel periodo, nell’ambito della sua produzione concettuale, si è distinto come uno dei più precoci autori di video e installazioni multimediali in Italia e non solo. Negli anni Ottanta, sui quali oggi si stanno accendendo i riflettori della storicizzazione, diviene uno dei protagonisti maggiori della scena italiana, anche grazie alla specifica cifra della compresenza tra musica e pittura. La svolta del vetro, nei Novanta, lo porta ad una inedita definizione pittoscultorea e installatoria. Peculiarissima e di grande successo internazionale, si può considerare una originale filiazione del ripensamento delle tecniche maturato in epoca concettuale. Negli ultimi anni continua la sua ricerca, di matrice postconcettuale, con la pittura, la performance e le opere in vetro prevalentemente di grandi dimensioni o di misura ambientale. Rubricato nelle maggiori occasioni espositive degli ultimi decenni, in costante dialogo con i critici più importanti da Crispolti a Dorfles a Barilli e molti altri, attivo nelle Quadriennali Giuman è presente in modo cospicuo, sin dai Settanta nella scena bolognese, romana e soprattutto milanese. Notevole è stato anche il suo lungo impegno didattico, svolto per molti anni come docente dell’Accademia di Brera e, dal 2009 al 2012, come direttore dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia.
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