Uno:Uno. A tu per tu con l’opera. Pompeo Batoni. La casta Susanna
Dal 25 Maggio 2014 al 25 Giugno 2014
Pavia
Luogo: Musei civici del Castello Visconteo
Indirizzo: piazza Castello
Orari: ore 16.30
Enti promotori:
- Musei Civici del Castello Visconteo
- Settore Cultura - Comune di Pavia
- Associazione Amici dei Musei Pavesi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0382 399770
E-Mail info: museicivici@comune.pv.it
Sito ufficiale: http://www.museicivici.pavia.it/
Un’opera d’arte al mese, per un anno ricco di cultura. Si intitola Uno:Uno. A tu per tu con l’opera, l’iniziativa organizzata dai Musei Civici del Castello Visconteo, Settore Cultura del Comune di Pavia, in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei Pavesi, che fino a novembre, ogni quarta domenica del mese, proporrà all’interno dei Musei civici una visita guidata ad hoc, alla scoperta dei capolavori delle collezioni pavesi. Un capolavoro alla volta.
L’appuntamento è fissato per domenica 25 maggio 2014, ore 16.30, con Pompeo Batoni e La casta Susanna.
Il dipinto verrà presentato dalla dott.ssa Silvia Salvaneschi.
La preziosa opera di Pompeo Batoni sarà esposta fino al 20 giugno 2014 in una sala pensata appositamente per ospitare un capolavoro alla volta, in modo da privilegiare il contatto diretto con l'opera e una fruizione "slow".
Un video focus e alcuni documenti scelti accompagneranno l'esposizione e consentiranno di approfondire la storia del dipinto, l'iconografia e la sua collocazione della produzione dell'artista. La casta Susanna. di Pompeo Batoni
Il dipinto raffigurante la casta Susanna è opera di Pompeo Batoni, nato a Lucca nel 1708 e attivo a Roma già dal 1727. “Egli sotto quel corpo aveva un’anima fatta per la pittura. In una parola egli era nato pittore” scriveva il biografo Onofrio Boni nel 1787 parlando del pittore, morto a Roma proprio quell'anno.
Famoso soprattutto come ritrattista, oltre che per i soggetti sacri, interpretati secondo un particolare gusto per il classicismo maturato grazie allo studio delle opere di Correggio, Raffaello e Guido Reni, la sua bottega divenne una tappa fondamentale dei viaggi degli aristocratici anglosassoni che si recavano a Roma in occasione del Grand Tour.
Una memoria dell'epoca ricorda che egli fu il pittore che dipinse “quattro papi e ventisei sovrani”, tra cui papa Pio VI, l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo con il fratello Granduca di Toscana Pietro Leopoldo e l’imperatore Francesco I di Lorena, raffigurato in un intenso ritratto postumo commissionato dalla moglie, la sovrana Maria Teresa d’Austria.
Il soggetto della tela pavese è ispirato al tredicesimo capitolo del libro del profeta Daniele, nell’Antico Testamento. La storia narra che Susanna, una bellissima donna, fu notata da due anziani giudici del popolo ebraico che frequentavano il palazzo del marito Gioachim. Ammaliati da tale bellezza, un giorno la sorpresero mentre era intenta a fare un bagno nel giardino di casa. I due anziani persero il lume della ragione ... colpiti tutt e due dalla passione per lei e per convincerla a cedere alle loro volontà sottoposero la donna ad un ricatto: se si fosse opposta alle loro lusinghe, avrebbero affermato di averla sorpresa con un giovane uomo accusandola di adulterio. Susanna preferì comunque rischiare la lapidazione piuttosto che concedersi al peccato. Inizialmente condannata a morte, si salvò infine grazie all’intervento del futuro profeta Daniele.
La storia di Susanna offrì stimolanti particolari narrativi ai pittori nel corso dei secoli, che utilizzarono la propria inventiva per illustrare differenti significati delle virtù morali attraverso l'episodio biblico. La più antica rappresentazione del soggetto risale già al periodo dell’arte catacombale, nella decorazione murale della Cappella Greca nel cimitero di Priscilla a Roma, del II secolo, ma la diffusione vera e propria del tema della Susanna si ebbe nel primo Rinascimento, favorita dal poemetto quattrocentesco di Lucrezia Tornabuoni, moglie di Piero di Cosimo de’ Medici e madre di Lorenzo il Magnifico. La storia fu interpretata da numerosi artisti, tra cui Annibale Carracci, Guido Reni, Artemisia Gentileschi, che misero in risalto aspetti di volta in volta differenti, accostando temi sacri e profani, alternando allegorie di castità e lussuria, virtus e voluptas, giovinezza e vecchiaia. Nell’opera pavese, Pompeo Batoni scelse di rappresentare la storia di Susanna cogliendo il momento di più alta tensione drammatica: la giovane è raffigurata seduta con eleganza al bordo di una fontana in cui immerge i piedi dopo aver riposto i sandali, con le vesti che lasciano scoperto il petto. Il luminoso mantello blu abbinato alla tunica bianca, la cui materia è definita con grande abilità pittorica, richiama la virtù di purezza simboleggiata da Susanna, il cui nome significa giglio.
La parte sinistra del dipinto è occupata esclusivamente dalla bella figura femminile: il viso arrossato dallo spavento e la mano protesa verso lo spettatore annunciano l’irruzione dei due anziani, che incombono nella parte destra del quadro, definiti con attenzione nei minimi dettagli della barba e nelle vesti, dei quali si conserva anche un disegno preparatorio.
Se nel raffigurare Susanna il pittore eccelle nella resa della sensualità femminile e nell'espressività del volto impaurito, nella rappresentazione dei due anziani egli mette in campo il suo genio per la narrazione e la composizione dinamica della scena. L’anziano semi nascosto dietro al bordo della fontana strattona la veste bianca della giovane nel tentativo di scoprirne maggiormente il corpo e con l’altra mano tenta di sedurla con una borsa piena d’oro. Il risultato di massimo dinamismo è rappresentato invece dall’immagine dell’altro uomo che, lanciandosi in avanti oltre il parapetto, crea un arco con il braccio sinistro, ad indicare minaccioso il palazzo del marito, preannunciando a Susanna il ricatto.
Di particolare interesse è anche la provenienza del dipinto, che faceva parte della collezione di Giovanni Alessandro Brambilla (1728-1800), noto medico pavese che divenne chirurgo personale dell’imperatore Giuseppe II, a Vienna. Della collezione di Brambilla sono pervenuti ai Musei Civici di Pavia dodici dipinti: oltre alla Casta Susanna di Pompeo Batoni, anche i due dipinti di soggetto omerico di Giuseppe Bottani, due paesaggi di Philipp Peter Roos esposti nella Pinacoteca del '600 e '700, e altri dipinti custoditi nei depositi del Castello, tra cui una copia da Correggio e una copia da Parmigianino i cui originali sono conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e una bellissima Madonna Annunciata della maniera del Maratta.
Pompeo Batoni eseguì altri due dipinti identici rappresentanti la Casta Susanna, uno firmato e datato 1751, commissionato dal conte Ernst Guido von Harrach, e un altro delle stesse dimensioni segnalato nello studio del pittore alla sua morte. Il dipinto pavese è considerato una replica di eccellente fattura dell’esemplare della collezione del conte Harrach.
Uno:Uno. A tu per tu con l’opera si concentrerà di volta in volta su un’opera d’arte differente, offrendo la possibilità di ammirare anche capolavori normalmente non visibili al pubblico, perché conservati nei depositi. Attraverso una visita guidata e un video focus (che rimarrà a disposizione per tutto il mese successivo), sarà presentata l’opera e l’autore, si metteranno in luce i dettagli originali e la tecnica esecutiva, consentendo così confronti e associazioni inedite.
L’obbiettivo è quello di favorire il rapporto diretto tra il visitatore e l’opera d’arte, privilegiando la fruizione “slow” di un singolo oggetto, differente rispetto alla visita di un’intera collezione.
Le visite e l’ingresso ai musei sono gratuiti e senza prenotazione.
Si terranno alle ore 16.30; ritrovo presso la biglietteria dei Musei civici
L’appuntamento è fissato per domenica 25 maggio 2014, ore 16.30, con Pompeo Batoni e La casta Susanna.
Il dipinto verrà presentato dalla dott.ssa Silvia Salvaneschi.
La preziosa opera di Pompeo Batoni sarà esposta fino al 20 giugno 2014 in una sala pensata appositamente per ospitare un capolavoro alla volta, in modo da privilegiare il contatto diretto con l'opera e una fruizione "slow".
Un video focus e alcuni documenti scelti accompagneranno l'esposizione e consentiranno di approfondire la storia del dipinto, l'iconografia e la sua collocazione della produzione dell'artista. La casta Susanna. di Pompeo Batoni
Il dipinto raffigurante la casta Susanna è opera di Pompeo Batoni, nato a Lucca nel 1708 e attivo a Roma già dal 1727. “Egli sotto quel corpo aveva un’anima fatta per la pittura. In una parola egli era nato pittore” scriveva il biografo Onofrio Boni nel 1787 parlando del pittore, morto a Roma proprio quell'anno.
Famoso soprattutto come ritrattista, oltre che per i soggetti sacri, interpretati secondo un particolare gusto per il classicismo maturato grazie allo studio delle opere di Correggio, Raffaello e Guido Reni, la sua bottega divenne una tappa fondamentale dei viaggi degli aristocratici anglosassoni che si recavano a Roma in occasione del Grand Tour.
Una memoria dell'epoca ricorda che egli fu il pittore che dipinse “quattro papi e ventisei sovrani”, tra cui papa Pio VI, l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo con il fratello Granduca di Toscana Pietro Leopoldo e l’imperatore Francesco I di Lorena, raffigurato in un intenso ritratto postumo commissionato dalla moglie, la sovrana Maria Teresa d’Austria.
Il soggetto della tela pavese è ispirato al tredicesimo capitolo del libro del profeta Daniele, nell’Antico Testamento. La storia narra che Susanna, una bellissima donna, fu notata da due anziani giudici del popolo ebraico che frequentavano il palazzo del marito Gioachim. Ammaliati da tale bellezza, un giorno la sorpresero mentre era intenta a fare un bagno nel giardino di casa. I due anziani persero il lume della ragione ... colpiti tutt e due dalla passione per lei e per convincerla a cedere alle loro volontà sottoposero la donna ad un ricatto: se si fosse opposta alle loro lusinghe, avrebbero affermato di averla sorpresa con un giovane uomo accusandola di adulterio. Susanna preferì comunque rischiare la lapidazione piuttosto che concedersi al peccato. Inizialmente condannata a morte, si salvò infine grazie all’intervento del futuro profeta Daniele.
La storia di Susanna offrì stimolanti particolari narrativi ai pittori nel corso dei secoli, che utilizzarono la propria inventiva per illustrare differenti significati delle virtù morali attraverso l'episodio biblico. La più antica rappresentazione del soggetto risale già al periodo dell’arte catacombale, nella decorazione murale della Cappella Greca nel cimitero di Priscilla a Roma, del II secolo, ma la diffusione vera e propria del tema della Susanna si ebbe nel primo Rinascimento, favorita dal poemetto quattrocentesco di Lucrezia Tornabuoni, moglie di Piero di Cosimo de’ Medici e madre di Lorenzo il Magnifico. La storia fu interpretata da numerosi artisti, tra cui Annibale Carracci, Guido Reni, Artemisia Gentileschi, che misero in risalto aspetti di volta in volta differenti, accostando temi sacri e profani, alternando allegorie di castità e lussuria, virtus e voluptas, giovinezza e vecchiaia. Nell’opera pavese, Pompeo Batoni scelse di rappresentare la storia di Susanna cogliendo il momento di più alta tensione drammatica: la giovane è raffigurata seduta con eleganza al bordo di una fontana in cui immerge i piedi dopo aver riposto i sandali, con le vesti che lasciano scoperto il petto. Il luminoso mantello blu abbinato alla tunica bianca, la cui materia è definita con grande abilità pittorica, richiama la virtù di purezza simboleggiata da Susanna, il cui nome significa giglio.
La parte sinistra del dipinto è occupata esclusivamente dalla bella figura femminile: il viso arrossato dallo spavento e la mano protesa verso lo spettatore annunciano l’irruzione dei due anziani, che incombono nella parte destra del quadro, definiti con attenzione nei minimi dettagli della barba e nelle vesti, dei quali si conserva anche un disegno preparatorio.
Se nel raffigurare Susanna il pittore eccelle nella resa della sensualità femminile e nell'espressività del volto impaurito, nella rappresentazione dei due anziani egli mette in campo il suo genio per la narrazione e la composizione dinamica della scena. L’anziano semi nascosto dietro al bordo della fontana strattona la veste bianca della giovane nel tentativo di scoprirne maggiormente il corpo e con l’altra mano tenta di sedurla con una borsa piena d’oro. Il risultato di massimo dinamismo è rappresentato invece dall’immagine dell’altro uomo che, lanciandosi in avanti oltre il parapetto, crea un arco con il braccio sinistro, ad indicare minaccioso il palazzo del marito, preannunciando a Susanna il ricatto.
Di particolare interesse è anche la provenienza del dipinto, che faceva parte della collezione di Giovanni Alessandro Brambilla (1728-1800), noto medico pavese che divenne chirurgo personale dell’imperatore Giuseppe II, a Vienna. Della collezione di Brambilla sono pervenuti ai Musei Civici di Pavia dodici dipinti: oltre alla Casta Susanna di Pompeo Batoni, anche i due dipinti di soggetto omerico di Giuseppe Bottani, due paesaggi di Philipp Peter Roos esposti nella Pinacoteca del '600 e '700, e altri dipinti custoditi nei depositi del Castello, tra cui una copia da Correggio e una copia da Parmigianino i cui originali sono conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e una bellissima Madonna Annunciata della maniera del Maratta.
Pompeo Batoni eseguì altri due dipinti identici rappresentanti la Casta Susanna, uno firmato e datato 1751, commissionato dal conte Ernst Guido von Harrach, e un altro delle stesse dimensioni segnalato nello studio del pittore alla sua morte. Il dipinto pavese è considerato una replica di eccellente fattura dell’esemplare della collezione del conte Harrach.
Uno:Uno. A tu per tu con l’opera si concentrerà di volta in volta su un’opera d’arte differente, offrendo la possibilità di ammirare anche capolavori normalmente non visibili al pubblico, perché conservati nei depositi. Attraverso una visita guidata e un video focus (che rimarrà a disposizione per tutto il mese successivo), sarà presentata l’opera e l’autore, si metteranno in luce i dettagli originali e la tecnica esecutiva, consentendo così confronti e associazioni inedite.
L’obbiettivo è quello di favorire il rapporto diretto tra il visitatore e l’opera d’arte, privilegiando la fruizione “slow” di un singolo oggetto, differente rispetto alla visita di un’intera collezione.
Le visite e l’ingresso ai musei sono gratuiti e senza prenotazione.
Si terranno alle ore 16.30; ritrovo presso la biglietteria dei Musei civici
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