Claudio Cesari. Del colore dei sogni si dipinge la sera
Dal 03 Settembre 2016 al 20 Settembre 2016
Collecchio | Parma
Luogo: Ex prosciuttificio
Indirizzo: via Verdi 9
Enti promotori:
- Patrocinata dal Comune di Collecchio e dalla Provincia di Parma
Telefono per informazioni: +39 348 7635114
Sito ufficiale: http://www.claudiocesari.it
Sabato 3 settembre 2016 alle ore 21.00 inaugura, nell’ex prosciuttificio di via Verdi 9 a Collecchio (PR), la nuova personale del pittore Claudio Cesari dal titolo “Del colore dei sogni si dipinge la sera”, inserita nella manifestazione “Settembre Collecchiese” e organizzata dal Circolo ricreativo culturale e sportivo “Il Colle”.
Una mostra antologica di oltre settanta dipinti, tra acquerelli, acrilici e oli, realizzati dagli anni ’80 ad oggi, che ripercorrono con sfumature diverse il tema del crepuscolo e della sera, non in un’accezione negativa e cupa, ma come esemplificazione di pace interiore, tranquillità e benessere che l’autore riesce a trasmettere attraverso i suoi quadri.
Cesari è un artista poliedrico e versatile, che ha trasposto la passione per la fotografia nelle opere che realizza, attraverso un abile uso di luci e ombre, e riesce ad esprimersi utilizzando tecniche pittoriche e supporti diversi, grazie allo spirito giovane e curioso che da sempre lo contraddistingue.
Introdurrà la serata la “Compagnia del calzino”, con una performance di Silvia Marchetti e Davide Pedroni che, accompagnati al pianoforte da Giulia Zecca, leggeranno alcuni brani poetici di Quasimodo, Pascoli, Foscolo, Montale e Ungaretti, una cui poesia ha ispirato il titolo della mostra.
Interverranno l’onorevole Giuseppe Romanini, il Sindaco di Collecchio Paolo Bianchi, l’assessore alla Cultura Michela Zanetti e il presidente del Circolo “Il Colle” Daniele Ferrari.
Contestualmente sarà presentato il catalogo della mostra, una pubblicazione bilingue, in italiano e tedesco, che comprende i contributi dell’onorevole Giuseppe Romanini e del professor Mauro Buzzi.
Il 16 settembre una delegazione di cento membri, provenienti da Butzbach cittadina della Germania e Melide comune spagnolo gemellati con Collecchio, Spagna, Finlandia, Gran Bretagna e Croazia, farà visita all’esposizione.
La mostra, a ingresso libero, è patrocinata dal Comune di Collecchio e dalla Provincia di Parma, e rimarrà allestita fino al 20 settembre 2016 dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19 e la domenica e i festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.
Contributo contenuto nel catalogo della mostra dell’On. Giuseppe Romanini
Con questo nuovo appuntamento, Claudio Cesari ci offre un’ulteriore occasione per apprezzare la sua ricerca, il suo lavoro, le sue opere. È Cesari un artista dalla produttività inusuale che pare non in grado di esaurire una spinta creativa via via più intensa, che lo porta ad esplorare strade ignote, “valli senz’orma” o, a tratti, a ripercorrerne altre più usate e familiari. In questa antologica tutti i percorsi si ritrovano, divergono, si ricongiungono passando dal figurativo all’informale, dall’acquarello all’acrilico e allo smalto, dalle velature delicate ed allusive di paesaggi con tramonti cangianti alla pittura materica ed energica di tinte esplicite senza mediazioni. Fili conduttori sono le luci ed i colori del tramonto. Luci e colori che l’artista maneggia senza soggezione, senza paura. D’altronde Cesari è stato fotografo e la luce è stata la sua sfida e la sua compagna per tanti anni. Oggi, da pittore, può permettersi di trattarla con sapiente confidenza. Ho già avuto modo di dirlo in altre occasioni, i paesaggi di Claudio Cesari, e così questi tramonti, a me appaiono familiari e “veri”. Familiari perché nelle sue tele ritrovo i luoghi in cui entrambi siamo nati e cresciuti, il nostro paese, i fiumi Taro e Po, i campi, le pianure ed i dolci declivi delle prime colline. “Veri” perché in essi c’è la natura che è fonte della sua ispirazione da sempre. Mai scenari fini a se stessi, ma sempre in dialogo con la gente che li abita, con la cultura che li caratterizza, e soprattutto con se stesso, con l’animo dell’artista. A dominare la scena è l’invito dell’artista all’osservatore, chiamato a soffermarsi e saggiare il dispiegarsi di attimi, impressionati sulla tela, in cui la Luce si dona a disvelare il nucleo metafisico della natura e delle cose in sé, valorizzandone forme e colori. Ogni artista, alla fine, racconta principalmente se stesso ed ogni dipinto, ogni opera, è un itinerario ed un viaggio personale. Ed il racconto si accompagna alla poesia che rende luci e forme come emozioni: “Forse perché della fatal quïete tu sei l'immago a me sì cara vieni o sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, e quando dal nevoso aere inquïete tenebre e lunghe all'universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni…”. E così i tramonti di luce e di colore vivono nella sua tecnica che, nel tratto sulla tela, ne disvela l’essenza, accompagnando il pubblico ad essere partecipe di visioni complesse e affascinanti, ed a vedere sotto nuova luce la realtà delle cose.
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