Pippo Rizzo. Dialoghi Futuristi
Dal 12 Luglio 2018 al 16 Settembre 2018
Palermo
Luogo: Villa Zito
Indirizzo: via della Libertà 52
Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle ore 19.30. Chiuso lunedì. La biglietteria chiude mezz’ora prima
Curatori: Giulia Gueci, Sergio Troisi
Enti promotori:
- Fondazione Sicilia
- Con il Patrocinio di Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura
Costo del biglietto: Intero € 10, Ridotto € 8 per gruppi e convenzioni, Ridotto speciale € 4 per minori di 18 anni e scuole. Gratuito per minori di 6 anni, insegnanti accompagnatori, disabili, giornalisti accreditati, guide turistiche. Il biglietto d’ingresso comprende la visita delle collezioni permanenti di Villa Zito
Nell’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, la città torna a omaggiare uno dei suoi maestri più significativi. Nata dalla collaborazione tra la Fondazione Sicilia e l’Archivio Pippo Rizzo, la mostra “Pippo Rizzo | Dialoghi Futuristi”, a cura di Giulia Gueci e Sergio Troisi, si inaugurerà a Villa Zito, giovedì 12 luglio alle ore 19.
Con oltre 70 lavori tra dipinti, disegni, oggetti d’arte applicata, mobili e documenti, la mostra si focalizza attraverso la produzione artistica di Pippo Rizzo sulla straordinaria esperienza del Movimento futurista in Sicilia, mettendone in evidenza la rete di relazioni, affinità elettive e scambi intellettuali che si svilupparono a partire dalla fine degli anni Dieci del Novecento fino agli ultimi scampoli degli anni Venti.
In quegli anni, la fervida attività di Rizzo diviene così emblematica di un contesto culturale sorprendentemente all’avanguardia, di una realtà vivace perfettamente allineata con l’idea di “Ricostruzione futurista dell’universo”, che si comprende appieno nelle sue connessioni con il resto d’ Italia confermando l’artista come un’indiscussa colonna portante del Futurismo siciliano. E, più in generale, come un raffinato ed energico intellettuale della prima metà del Novecento in Sicilia.
“L’idea curatoriale – dicono Giulia Gueci e Sergio Troisi - è quella di raccontare il percorso fatto da Pippo Rizzo all’indomani del suo primo e cruciale soggiorno romano (1919/1921), durante il quale conobbe Balla, Depero, Bragaglia e gli altri, fino agli ultimi anni del decennio, in cui appare evidente l’emergere di una sensibilità diversa, già intrisa delle suggestioni connesse al movimento del Novecento. In particolare si vuole restituire l’atmosfera culturale di quegli anni, mettendo in luce l’importante contributo dato nell’ambito delle arti applicate”.
“Più che una mostra, Dialoghi Futuristi è stata concepita come un viaggio, in cui la vita, la sensibilità, la creatività di Pippo Rizzo vengono declinate non solo attraverso le sue opere, ma anche attraverso gli scritti, il rapporto con gli altri artisti, il dibattito culturale. Per queste ragioni – dice il presidente della Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – siamo felici di ospitare il mondo di Pippo Rizzo a Villa Zito, che già accoglie nella collezione permanente un cospicuo numero di opere frutto di una donazione voluta molti anni fa da Alba Rizzo, figlia dell’artista, e di farlo dopo una così lunga assenza di una sua mostra, proprio in occasione di questo 2018 in cui Palermo è Capitale Italiana della cultura”.
Le opere
Per valorizzare questa trama di percorsi e idee, saranno esposte le opere di Rizzo presenti nelle mostre più importanti a cui aderì - dalle Biennali di Venezia del 1926, del 1928 e del 1930 a quelle della I Mostra di Arti Decorative Siciliane di Taormina del 1928, fino alle mostre del Sindacato fascista di Belle Arti di Palermo (1928 e 1929) – insieme con molti bozzetti, disegni e oggetti di arte applicata che rivelano la sua intensa attenzione nei confronti dei dettami della “Ricostruzione futurista dell’universo”.
Dall’acquarello “Autoritratto Futurista” del ’21 fino al notissimo “Nomade” del 1929 (proveniente dalla GAM di Palermo), passando per i masterpiece che hanno segnato l’ascesa della sua carriera e l'affermazione nel novero dei futuristi - come il “Il treno notturno in corsa” e i “Lampi” - il visitatore avrà la possibilità di avvertire la febbrile creatività di quegli anni comprendendone ispirazioni, riferimenti e finalità.
Importantissima la presenza dello “Schermidore Salafia” del 1928, che dopo essere stato disperso per anni e dopo circa 90 anni di assenza dalla Sicilia, torna a Palermo per essere esposto per la prima volta in occasione della mostra.
I “dialoghi” con le opere già presenti a Villa Zito e con quelle degli altri artisti.
La Casa d'Arte Pippo Rizzo
Le stesse opere provenienti dalla donazione Rizzo Amorello, esposte normalmente a Villa Zito, saranno collocate in un percorso completamente differente, in modo da “dialogare” con i lavori dell'artista arrivati in occasione di questa preziosa esperienza, per creare nuove chiavi di lettura del percorso di Rizzo all'interno di una contestualizzazione critica più ampia. In mostra saranno inoltre presenti i lavori di Giacomo Balla, Fortunato Depero, ma anche Renato Guttuso, che di Rizzo fu allievo, e Paolo Bevilacqua.
Asse portante della mostra è l’esperienza della Casa d’Arte Pippo Rizzo che, sul modello di Balla e Depero, divenne alla metà degli anni Venti fucina progettuale a 360°, laboratorio di idee e novità dalla quale verrà fuori non soltanto un lessico pittorico moderno, ma anche una cospicua progettazione di opere d’arte applicata, dai mobili alla grafica: tappeti realizzati dalla M.I.T.O., gli ombrellini, le stoffe ricamate, i disegni dei giocattoli e i bozzetti-collage degli arazzi.
In mostra sarà quindi presente il famoso e “spigoloso” salottino futurista di Pippo Rizzo, recentemente esposto alla Fondazione Prada di Milano nell’imponente mostra “Post Gang Tumblr Tum. Art Iife Politics: Italia 1918–1943″, concepita e curata da Germano Celant, insieme con i disegni preparatori per altri elementi d’arredo.
Interessante a riguardo sarà il confronto con la progettazione e produzione di tappeti e arazzi di Rizzo, Corona e Bevilacqua con quelli di Balla; così come l’accostamento dei “Portatori d’uva” di Rizzo, oggetto di legno laccato, con il celeberrimo pupazzo Campari di Depero e con alcuni suoi straordinari manifesti d’epoca che ne sottolineano tanto la vicinanza con la Sicilia quanto una similitudine stilistica.
I documenti: Pippo Rizzo artista-uomo e uomo-artista
Un’ampia sezione sarà infine riservata ai documenti: fotografie d’epoca, cartoline, lettere, appunti, libri con dedica, note manoscritte provenienti dall’Archivio Pippo Rizzo di Palermo e dall’Archivio del ‘900 del MaRT – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Il percorso di mostra si sviluppa quindi su un doppio binario professionale e umano, visivo e documentale attraverso un discorso unitario volto ad intrecciare opere pittoriche, fotografie e documenti d’archivio con l’intento di sottolineare la personalità dell’artista e soprattutto il suo essere stato un punto di riferimento importante per il dibattito culturale locale (e non solo), nonché ponte di collegamento significativo fra la Sicilia e il resto di Italia. L’intenzione è offrire un’analisi ampia del rapporto tra l’arte e il suo contesto sociale, politico nel rapporto tra spazio pubblico e spazio privato, le grandi mostre collettive e l’intimità dell’esperienza della Casa d’arte.
In occasione del finissage della mostra sarà pubblicato un volume scientifico che comprenderà diversi saggi storico-critici sulla figura di Rizzo, ma anche sull’atmosfera del Futurismo siciliano e le principali esposizioni in cui i suoi esponenti hanno avuto la possibilità di presentare il proprio lavoro.
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