Il genere, luogo precario
Dal 17 Dicembre 2014 al 20 Dicembre 2014
Palermo
Luogo: Palazzo Branciforte
Indirizzo: via Bara all'Olivella 2
Telefono per informazioni: +39 091 6072011
E-Mail info: info@fondazionebancodisicilia.it
Sito ufficiale: http://fondazionesicilia.it/it/home/
Nell'introduzione di "Fare e disfare il genere", Judith Butler si propone di "disfare quelle concezioni dominanti che dettano norme restrittive in materia di genere e sessualità": "concezioni normative del genere e della sessualità possono neutralizzare il soggetto, minando la vivibilità della sua esistenza". La neutralizzazione è un principio di novità: con il superamento delle concezioni normative, ognuno può inaugurare un'idea di sé "relativamente nuova, che si pone l'obiettivo di una maggiore vivibilità".
"Il genere, luogo precario" (dal titolo del saggio introduttivo a "Fare e disfare il genere", a cura di Federico Zappino) è una manifestazione organizzata da Arcigay Palermo che coinvolge arte, letteratura, politica, sociologia e medicina, e che si svolgerà nella prestigiosa sede di Palazzo Branciforte, uno storico palazzo della fine del XVI secolo, restaurato da Gae Aulenti.
Ci si propone di indagare quei processi che costruiscono un percorso verso il superamento della semplice categorizzazione dicotomica Maschile/Femminile, aprendo ad una possibilità di intendere il proprio corpo, così come la propria identità, in termini relazionali e non più solamente normativi.
“è proprio attraverso il corpo che il genere e la sessualità sono esposti agli altri, implicati nei processi sociali, marcati dalle norme culturali e sussunti nei loro significati sociali. In un certo senso, essere un corpo significa essere esposto agli altri, anche quando un corpo è chiaramente il proprio, quello per il quale noi rivendichiamo i diritti di autodeterminazione. Questo vale sia per le rivendicazioni di libertà sessuale da parte di lesbiche, gay e bisessuali, sia per le rivendicazioni di autodeterminazione di transessuali e transgender. E vale anche per il diritto degli intersessuali a essere liberi da interventi coercitivi, medici, chirurgici o psichiatrici che siano, per ogni rivendicazione di libertà da attacchi razzisti, fisici o verbali e per la rivendicazione delle donne alla libertà riproduttiva. È difficile, se non impossibile, rivendicare questi diritti senza ricorrere al concetto di autodeterminazione, e, in particolar modo, senza ricorrere a quello di autodeterminazione del/sul proprio corpo.” (cit. Judith Butler "Fare e disfare il genere" a cura di Federico Zappino (ed. Mimesis, novembre 2014)
Apriremo la manifestazione il 17 dicembre proprio con la presentazione dell'edizione italiana del saggio di Judith Butler "Fare e disfare il genere" a cura di Federico Zappino (ed. Mimesis, Novembre 2014), ideale cornice delle tre giornate, per proseguire con un talk con Cesare Viel, artista neoconcettuale che ha messo la riflessione sull'identità di genere al centro della sua poetica, intervistato da Paola Nicita, storica dell'arte e curatrice; una performance dello stesso Viel legata al tema proposto chiuderà l'ultima giornata.
“Quella dell’identità soggettiva e relazionale di ognuno di noi invece per me resta una questione fondamentale e dirimente per misurare il livello di civiltà di una cultura, compresa quella strettamente artistica.” INTERVISTA ALL’ARTISTA CESARE VIEL, 27 giugno 2013, http://www.ilmuromag.it/intervista-allartista-cesare-viel/.
Sabato 20 dicembre ospiteremo un convegno su "Intersessualità e politiche di contrasto ad omofobia e transfobia" in cui i rappresentanti delle associazioni nazionali si confronteranno con il Governo rappresentato dall' On. Davide Faraone, Sottosegretario all'Istruzione e dall'On. Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di Pari Opportunità. Per chiudere con un seminario sull'intersessualità a cura di Lucie Veith, l'attivista che ha portato la Germania al riconoscimento ufficiale del terzo sesso.
Con il riconoscimento di un genere «indeterminato» la Germania si allinea alle indicazioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) e del Tribunale Costituzionale a tutela dei diritti umani degli individui intersessuali costantemente lesi poiché viviamo in una società arbitrariamente fondata su un modello a due sessi. L'indirizzo di tale riconoscimento è dunque tutelare tutte quelle persone per cui alla nascita è difficile stabilire se si tratti di maschi o femmine. Le consuetudini sociali e i vigenti sistemi giuridici infatti, imponendo l’obbligo di classificarli immediatamente come tali quindi con l'attribuzione arbitraria di un sesso, inducono spesso i genitori a prendere decisioni avventate in merito all'attribuzione del sesso, ricorrendo ad interventi definitivi ed invasivi che possono avere conseguenze fisiche e psicologiche drammatiche per gli interessati. La nuova norma mette così in discussione anche tutte le altre leggi basate su un sistema tacitamente riconosciuto come valido, formato dalla categorizzazione a due generi. «Nel lessico ufficiale non viene formulato in questo modo», scrive il giurista Heribert Prantl su un articolo pubblicato sul Süddeutsche Zeitung «ma di fatto si tratta dell’introduzione di un terzo sesso».
Queste giornate sono concepite all'interno delle strategie comunicative del progetto Diversity on the Job, che prevede azioni di orientamento e inserimento lavorativo in favore di persone omosessuali e transessuali che hanno come obiettivo l'empowerment della comunità LGBTI.
"Il genere, luogo precario" (dal titolo del saggio introduttivo a "Fare e disfare il genere", a cura di Federico Zappino) è una manifestazione organizzata da Arcigay Palermo che coinvolge arte, letteratura, politica, sociologia e medicina, e che si svolgerà nella prestigiosa sede di Palazzo Branciforte, uno storico palazzo della fine del XVI secolo, restaurato da Gae Aulenti.
Ci si propone di indagare quei processi che costruiscono un percorso verso il superamento della semplice categorizzazione dicotomica Maschile/Femminile, aprendo ad una possibilità di intendere il proprio corpo, così come la propria identità, in termini relazionali e non più solamente normativi.
“è proprio attraverso il corpo che il genere e la sessualità sono esposti agli altri, implicati nei processi sociali, marcati dalle norme culturali e sussunti nei loro significati sociali. In un certo senso, essere un corpo significa essere esposto agli altri, anche quando un corpo è chiaramente il proprio, quello per il quale noi rivendichiamo i diritti di autodeterminazione. Questo vale sia per le rivendicazioni di libertà sessuale da parte di lesbiche, gay e bisessuali, sia per le rivendicazioni di autodeterminazione di transessuali e transgender. E vale anche per il diritto degli intersessuali a essere liberi da interventi coercitivi, medici, chirurgici o psichiatrici che siano, per ogni rivendicazione di libertà da attacchi razzisti, fisici o verbali e per la rivendicazione delle donne alla libertà riproduttiva. È difficile, se non impossibile, rivendicare questi diritti senza ricorrere al concetto di autodeterminazione, e, in particolar modo, senza ricorrere a quello di autodeterminazione del/sul proprio corpo.” (cit. Judith Butler "Fare e disfare il genere" a cura di Federico Zappino (ed. Mimesis, novembre 2014)
Apriremo la manifestazione il 17 dicembre proprio con la presentazione dell'edizione italiana del saggio di Judith Butler "Fare e disfare il genere" a cura di Federico Zappino (ed. Mimesis, Novembre 2014), ideale cornice delle tre giornate, per proseguire con un talk con Cesare Viel, artista neoconcettuale che ha messo la riflessione sull'identità di genere al centro della sua poetica, intervistato da Paola Nicita, storica dell'arte e curatrice; una performance dello stesso Viel legata al tema proposto chiuderà l'ultima giornata.
“Quella dell’identità soggettiva e relazionale di ognuno di noi invece per me resta una questione fondamentale e dirimente per misurare il livello di civiltà di una cultura, compresa quella strettamente artistica.” INTERVISTA ALL’ARTISTA CESARE VIEL, 27 giugno 2013, http://www.ilmuromag.it/intervista-allartista-cesare-viel/.
Sabato 20 dicembre ospiteremo un convegno su "Intersessualità e politiche di contrasto ad omofobia e transfobia" in cui i rappresentanti delle associazioni nazionali si confronteranno con il Governo rappresentato dall' On. Davide Faraone, Sottosegretario all'Istruzione e dall'On. Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di Pari Opportunità. Per chiudere con un seminario sull'intersessualità a cura di Lucie Veith, l'attivista che ha portato la Germania al riconoscimento ufficiale del terzo sesso.
Con il riconoscimento di un genere «indeterminato» la Germania si allinea alle indicazioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) e del Tribunale Costituzionale a tutela dei diritti umani degli individui intersessuali costantemente lesi poiché viviamo in una società arbitrariamente fondata su un modello a due sessi. L'indirizzo di tale riconoscimento è dunque tutelare tutte quelle persone per cui alla nascita è difficile stabilire se si tratti di maschi o femmine. Le consuetudini sociali e i vigenti sistemi giuridici infatti, imponendo l’obbligo di classificarli immediatamente come tali quindi con l'attribuzione arbitraria di un sesso, inducono spesso i genitori a prendere decisioni avventate in merito all'attribuzione del sesso, ricorrendo ad interventi definitivi ed invasivi che possono avere conseguenze fisiche e psicologiche drammatiche per gli interessati. La nuova norma mette così in discussione anche tutte le altre leggi basate su un sistema tacitamente riconosciuto come valido, formato dalla categorizzazione a due generi. «Nel lessico ufficiale non viene formulato in questo modo», scrive il giurista Heribert Prantl su un articolo pubblicato sul Süddeutsche Zeitung «ma di fatto si tratta dell’introduzione di un terzo sesso».
Queste giornate sono concepite all'interno delle strategie comunicative del progetto Diversity on the Job, che prevede azioni di orientamento e inserimento lavorativo in favore di persone omosessuali e transessuali che hanno come obiettivo l'empowerment della comunità LGBTI.
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