ARTEDONNA. Cento anni d’arte femminile in Sicilia 1850-1950
ARTEDONNA. Cento anni d’arte femminile in Sicilia 1850 – 1950, Palermo
Dal 26 Febbraio 2012 al 25 Aprile 2012
Palermo
Luogo: Reale Albergo delle Povere
Indirizzo: Corso Calatafimi 217
Orari: da martedì a sabato 9-13/15-19; domenica e i giorni festivi 9-13
Curatori: Anna Maria Ruta
Enti promotori:
- Regione Siciliana - Assessorato Turismo Sport e Spettacolo
- Assessorato Regionale Beni Culturali e Identità Siciliana.
Telefono per informazioni: +39 331 4039019
E-Mail info: info@studioesseci.net
Sito ufficiale: http://www.ilcircuitodelmito.it
Nell’arte “si dà per scontato che le donne siano una categoria umana inferiore per storia e tradizione consacrata…Nessuno si è dato la briga di andare a vedere, a studiare, ad approfondire questi dipinti, dando per scontato che essendo di mano femminile, sia in partenza arte marginale, trascurabile, infantile, primitiva, irrilevante. Ma questo si chiama pregiudizio. Sentimento che si trasforma facilmente in discriminazione. Discriminazione da pregiudizio”.
La dura denuncia è di Dacia Maraini, che l’ha firmata per la prefazione del catalogo della prima mostra veramente organica che sia stata sino ad oggi dedicata alle donne artiste di una importante regione italiana.
Stupisce, ma anche no, che la prima regione italica a compiere questo atto di giustizia, oltre che di cultura, sia la Sicilia che a Palermo, nella prestigiosa sede del Reale Albergo delle Povere propone, dal 25 febbraio al 25 aprile, una grande esposizione di dipinti di sole artiste, indagandone la produzione lungo un secolo vitale come quello intercorso tra il 1850 e il secondo dopo guerra: dagli ultimi splendori dei Gattopardi isolani all’esperienza unitaria, all’oggi. La mostra accoglie infatti anche alcune artiste nate o attive nel secondo dopoguerra, concludendosi con un giusto omaggio a colei che apre un nuovo capitolo della storia dell’arte contemporanea, Carla Accardi, che intraprende il suo viaggio di conquista di gallerie e mercati del Nord.
L' intento è quello di ricostruire il profilo e il percorso operativo delle signore dell’arte siciliana, di indagarne la specificità del segno, collocarle all’interno di una più vasta visione storico-culturale regionale, anche con riferimento al contesto nazionale e internazionale, di vederle come partecipi e promotrici con la loro vitalità e intelligenza di un processo culturale in progress, che anch’esse hanno contribuito ad alimentare e far progredire. La ricerca mira alla scrittura di un capitolo adeguato su un’idea di modernità artistica al femminile recuperata in sede critica, che possa completare percorsi e colmare vuoti finora esistenti.
A colpire nella mostra sono la qualità, ma anche la quantità delle personalità artistiche che essa mette in luce: 33 pittrici e tutte di grande spessore, che non emergono solitarie da un deserto, ma che svettano per livello di immaginario e di segno imponendosi ad una critica per tradizione restia a parlare di arte femminile.
Molti anche i nomi di artiste sia nate in altre regioni italiane, sia straniere che giungono in Sicilia per amore, al seguito di mariti siciliani e che qui decidono di vivere e lavorare, da Elisa Maria Boglino a Ida Nasini Campanella, dalla giapponese O’Tama Kiyohara ad Adelaide Atramblè e Herta Schaeffer Amorelli. Donne dal piglio forte, che hanno saputo rivendicare, una volta approdate a Palermo, le loro qualità e le loro passioni, la loro indipendenza e sicurezza.
Un terzo gruppo è quello delle mogli di artisti, vicine ai loro uomini per doppia passione, pronte a misurarsi con loro in abilità artistica, predilezioni figurali, segno innovativo.
Nel tempo, e soprattutto negli anni del Ventennio, le artiste siciliane si riconoscono in associazioni, partecipano alle Mostre Sindacali isolane e nazionali, allestiscono proprie Personali, rivendicano ruolo e attenzione, conquistandosi l’ammirazione e il rispetto dei colleghi e dei critici e una loro visibilità in un mercato dominato dai colleghi maschi, contribuendo a far conoscere e consolidare le novità dell’arte nazionale ed internazionale in Sicilia. Le loro storie consentono di intraprendere un piacevole viaggio generazionale, un attraversamento di esistenze, di culture, di storia, oltre che un transito negli ingranaggi tematici e tecnico-stilistici delle loro invenzioni, e nelle fascinazioni del loro immaginario.
La mostra è pertanto concepita come una serie di piccole personali, ognuna dedicata ad una singola pittrice, perché attraverso un certo numero di dipinti si possa meglio comprendere l’identità artistica ed umana di ciascuna: un brano importante e ancora quasi del tutto inedito della storia e della cultura artistica siciliana.
Quasi 200 le opere esposte, provenienti da collezioni private e pubbliche, quali GAM di Palermo, Presidenza della Regione Siciliana e vari Assessorati Regionali Siciliani, Provincia Regionale di Palermo, Fondazione del Banco di Sicilia di Palermo, Museo Renato Guttuso di Bagheria, Fondazione Giuseppe Whitaker, Camera di Commercio di Palermo, Museo Civico Castello Ursino di Catania.
A promuovere questa ampia rassegna con la puntuale ricognizione che l’ha preceduta, è la Regione Sicilia, tramite l’Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, che ne ha affidato la curatela ad una studiosa di quegli anni come Anna Maria Ruta.
Il volume-catalogo della mostra è edito dalle Edizioni di Passaggio di Palermo con prefazione di Dacia Maraini, testo critico di Anna Maria Ruta e contributi di Manuela Conciauro, Valentina Di Miceli, Marina Giordano, Giulia Gueci, Giulia Ingarao, Marina Sajeva, Maria Antonietta Spadaro, Giulia Sommariva, Sandra Tucci.
La dura denuncia è di Dacia Maraini, che l’ha firmata per la prefazione del catalogo della prima mostra veramente organica che sia stata sino ad oggi dedicata alle donne artiste di una importante regione italiana.
Stupisce, ma anche no, che la prima regione italica a compiere questo atto di giustizia, oltre che di cultura, sia la Sicilia che a Palermo, nella prestigiosa sede del Reale Albergo delle Povere propone, dal 25 febbraio al 25 aprile, una grande esposizione di dipinti di sole artiste, indagandone la produzione lungo un secolo vitale come quello intercorso tra il 1850 e il secondo dopo guerra: dagli ultimi splendori dei Gattopardi isolani all’esperienza unitaria, all’oggi. La mostra accoglie infatti anche alcune artiste nate o attive nel secondo dopoguerra, concludendosi con un giusto omaggio a colei che apre un nuovo capitolo della storia dell’arte contemporanea, Carla Accardi, che intraprende il suo viaggio di conquista di gallerie e mercati del Nord.
L' intento è quello di ricostruire il profilo e il percorso operativo delle signore dell’arte siciliana, di indagarne la specificità del segno, collocarle all’interno di una più vasta visione storico-culturale regionale, anche con riferimento al contesto nazionale e internazionale, di vederle come partecipi e promotrici con la loro vitalità e intelligenza di un processo culturale in progress, che anch’esse hanno contribuito ad alimentare e far progredire. La ricerca mira alla scrittura di un capitolo adeguato su un’idea di modernità artistica al femminile recuperata in sede critica, che possa completare percorsi e colmare vuoti finora esistenti.
A colpire nella mostra sono la qualità, ma anche la quantità delle personalità artistiche che essa mette in luce: 33 pittrici e tutte di grande spessore, che non emergono solitarie da un deserto, ma che svettano per livello di immaginario e di segno imponendosi ad una critica per tradizione restia a parlare di arte femminile.
Molti anche i nomi di artiste sia nate in altre regioni italiane, sia straniere che giungono in Sicilia per amore, al seguito di mariti siciliani e che qui decidono di vivere e lavorare, da Elisa Maria Boglino a Ida Nasini Campanella, dalla giapponese O’Tama Kiyohara ad Adelaide Atramblè e Herta Schaeffer Amorelli. Donne dal piglio forte, che hanno saputo rivendicare, una volta approdate a Palermo, le loro qualità e le loro passioni, la loro indipendenza e sicurezza.
Un terzo gruppo è quello delle mogli di artisti, vicine ai loro uomini per doppia passione, pronte a misurarsi con loro in abilità artistica, predilezioni figurali, segno innovativo.
Nel tempo, e soprattutto negli anni del Ventennio, le artiste siciliane si riconoscono in associazioni, partecipano alle Mostre Sindacali isolane e nazionali, allestiscono proprie Personali, rivendicano ruolo e attenzione, conquistandosi l’ammirazione e il rispetto dei colleghi e dei critici e una loro visibilità in un mercato dominato dai colleghi maschi, contribuendo a far conoscere e consolidare le novità dell’arte nazionale ed internazionale in Sicilia. Le loro storie consentono di intraprendere un piacevole viaggio generazionale, un attraversamento di esistenze, di culture, di storia, oltre che un transito negli ingranaggi tematici e tecnico-stilistici delle loro invenzioni, e nelle fascinazioni del loro immaginario.
La mostra è pertanto concepita come una serie di piccole personali, ognuna dedicata ad una singola pittrice, perché attraverso un certo numero di dipinti si possa meglio comprendere l’identità artistica ed umana di ciascuna: un brano importante e ancora quasi del tutto inedito della storia e della cultura artistica siciliana.
Quasi 200 le opere esposte, provenienti da collezioni private e pubbliche, quali GAM di Palermo, Presidenza della Regione Siciliana e vari Assessorati Regionali Siciliani, Provincia Regionale di Palermo, Fondazione del Banco di Sicilia di Palermo, Museo Renato Guttuso di Bagheria, Fondazione Giuseppe Whitaker, Camera di Commercio di Palermo, Museo Civico Castello Ursino di Catania.
A promuovere questa ampia rassegna con la puntuale ricognizione che l’ha preceduta, è la Regione Sicilia, tramite l’Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, che ne ha affidato la curatela ad una studiosa di quegli anni come Anna Maria Ruta.
Il volume-catalogo della mostra è edito dalle Edizioni di Passaggio di Palermo con prefazione di Dacia Maraini, testo critico di Anna Maria Ruta e contributi di Manuela Conciauro, Valentina Di Miceli, Marina Giordano, Giulia Gueci, Giulia Ingarao, Marina Sajeva, Maria Antonietta Spadaro, Giulia Sommariva, Sandra Tucci.
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