Giancarlo Frison. Parva Aesthetica
![Giancarlo Frison, Voci orecchio Giancarlo Frison, Voci orecchio](http://www.arte.it/foto/600x450/c4/66877-voci-orecchio.jpg)
Giancarlo Frison, Voci orecchio
Dal 08 Luglio 2017 al 27 Agosto 2017
Padova
Luogo: Oratorio di San Rocco
Indirizzo: via Santa Lucia 59
Orari: 9.30-12.30 / 15.30-19; lunedì chiuso
Curatori: Paolo Pavan, Brunilde Neroni
Enti promotori:
- Comune di Padova - Settore Cultura Turismo Musei e Biblioteche
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 049 8204529
E-Mail info: donolatol@comune.padova.it
Sito ufficiale: http://padovacultura.padovanet.it
Dopo quattordici anni ritorna a San Rocco la scultura di Giancarlo Frison, con una personale dal titolo "Parva Aesthetica", a cura diPaolo Pavan e Brunilde Neroni.
La mostra "Parva Aesthetica" raccoglie un'antologica delle opere prodotte in quasi due decadi - realizzate in terracotta, bronzo, nylon, bronzo patinato -, che evidenziano un suo percorso stilistico, originalissimo.
La scultura di Frison punta ad un universalismo del sentire che può essere inteso a diversi livelli percettivi; difatti la buona composizione che egli persegue, è un modo di promuovere non solo “estetiche”, ma anche di veicolare valori collettivi, come la pietas o il valore del lavoro e della storia, tali da essere letti da un pubblico composito. Si tratta di un'arte che educa nel contempo al bello e al buono e in cui s’incontrano i grandi temi della natura, della ricerca spirituale e dei piccoli accadimenti della quotidianità.
Ne consegue un uso del figurativo giocato su livelli diversi della percezione, sia nel riferimento al rilievo stiacciato che all'arte di ricerca gestaltica, ma sempre nel rimando a un contenuto pedagogico, riflessivo, introspettivo.
Le opere in esposizione si compongono in diversi cicli: alcune rimandano in modo palese al mondo del sacro, altre al fenomenico della natura o del lavoro della campagna, altre ancora al simbolico e alle geometrie topologiche. La volontà dell'autore di saldare in un unicum le sue diverse esperienze comunicative è, però, evidente ed efficace proprio nelle ultime opere, dove ritroviamo tali elementi così fortemente saldati tra loro da rendere impossibile incardinare la scultura dell'artista in un singolo filone, proprio perché il suo è un linguaggio personalissimo e universale.
Giancarlo Frison è nato nella campagna delle Selve di S. Benedetto nel 1949. Ha intrapreso gli studi liceali tra gli alunni del Monastero di Praglia, presso il Seminario Vescovile di Padova, dove ha scoperto la passione per la modellazione plastica, grazie anche al contributo dalla scultrice Licia Boldrin, nipote dello scultore Paolo Boldrin. Si è laureato in Arte Contemporanea col professor Umbro Apollonio. Le grandi mostre di sculture e l’incontro con artisti e critici stimolano in lui, assieme agli studi, una passione per la scultura astratta, geometrica e per il mondo delle intuizioni morfogenetiche originate da solidi primari, dalla topologia, dai nodi. Decisivo è stato in questa fase l’incontro con Giò Pomodoro e con Max Bill. Partecipa nei primi anni Ottanta ad alcune esposizioni, tra cui la XIIIa mostra del bronzetto e della piccola scultura di Padova, la Va e la VIa Biennale del bronzetto dantesco di Ravenna e «Vent’anni con l’arte» di Ca’ Pesaro a Venezia, promosse con il contributo critico e organizzativo di Giorgio Segato. L’affiorare ulteriore di un critico straniamento dai luoghi elitari dell'arte e l’adesione a committenze destinate agli spazi della quotidianità semplice, lo inducono a raccogliere l’esigenza di un nuova lingua e ad elaborare un originale idioma stilistico.
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