Stanis Dessy. Maestro del colore e delle tecniche
Dal 18 Maggio 2013 al 06 Luglio 2013
Oristano
Luogo: Pinacoteca Carlo Contini
Indirizzo: via S. Antonio
Orari: da lunedì a sabato 10.30-13/ 17-19.30
Curatori: Giannella Demuro, Paola Dessy, Ivo Serafino Fenu, Caterina Limentani Virdis
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna
- Comune di Oristano
Telefono per informazioni: +39 0783 791337/ 347 9754558
E-Mail info: francesca.balia@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.comune.oristano.it
Si inaugura il 17 maggio nelle sale della Pinacoteca Comunale “Carlo Contini” di Oristano, Stanis Dessy. Maestro del colore e delle tecniche, un’importante retrospettiva antologica di Stanis Dessy: 120 opere per presentare un’immagine inedita di uno dei protagonisti dell’arte del primo Novecento in Sardegna e per offrire una lettura originale dell’itinerario artistico del maestro arzanese, attraverso un percorso espositivo che mette in mostra oli, acquerelli, incisioni e disegni che esplorano, grazie anche alla presentazione di numerose opere inedite, le affinità tra temi e tecniche espressive, permettendo di scoprire la grandezza coloristica e il virtuosismo tecnico dell’artista.
Nella collezione della Pinacoteca comunale “Carlo Contini” di Oristano figurano alcuni dei più prestigiosi nomi di quell’eletta schiera d’artisti che, nella prima metà del secolo scorso, hanno contribuito a formare una vera e propria via “sarda” per le arti visive, tra loro Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Mario Delitala e Carmelo Floris, ma, nella raccolta – consolidatasi tramite donazioni e acquisizioni e senza pretese di completezza – vi sono anche dei “grandi assenti” che tale via hanno creato e percorso. Stanis Dessy è tra questi e la sua assenza è resa ancor più evidente dal fatto che anche nel resto del Novecento e fino a oggi la città arborense non gli abbia reso omaggio e non lo abbia mai ospitato in uno spazio espositivo istituzionale.
Di questo panorama, in bilico tra tradizione e innovazione, col confronto discreto con la collezione comunale, dà conto la mostra che, se da un lato colma, pur per un breve lasso di tempo, una grave lacuna, dall’altro si propone come un’iniziativa di alto valore artistico e culturale rileggendo l’opera del grande maestro sardo in una prospettiva antologica e originale. Se si è generalmente concordi nel considerare Stanis Dessy uno dei protagonisti indiscussi del risveglio artistico sardo del primo Novecento, con una fortuna critica che non gli è mai venuta meno nel tempo – come attestano la grande retrospettiva del 1987 al Padiglione “Tavolara” di Sassari, quella al Palazzo del Monte di Padova nel 2000 curata, come questa, da Caterina Limentani Virdis, e quella al MASEDU, sempre a Sassari, del 2002 – è pur vero che la mostra oristanese, oltre a presentare diversi inediti, alla consueta scansione cronologica affianca una differenziazione per generi artistici che mette in risalto l’estrema versatilità dell’artista e la sua insaziabile propensione alla sperimentazione.
Un utile approccio didattico dunque, per capire la grande perizia tecnica di un maestro capace di spaziare dal disegno alla xilografia, dalle diverse prassi calcografiche all’acquarello, dall’olio alla scultura, ma senza perdere di vista quella lettura critica che privilegia l’individuazione di due fasi ben distinte nell’opera dell’artista: da un lato gli anni della sperimentazione, dal 1918 al 1928, dall’altro gli anni della maturità, dal 1930 in poi. I due periodi, diversi per qualità e quantità, trovano nell’incisione sia xilografica sia calcografica un elemento unificante. L’esposizione è ulteriormente percorsa trasversalmente da alcuni nuclei tematici che nel tempo hanno caratterizzato la produzione pittorica dell’artista, soprattutto gli autoritratti e i ritratti della moglie Ada e dei figli.
Il ritratto è, del resto, un genere che gli fu sempre congeniale e nel quale l’artista riuscì a dare le sue prove più convincenti e a esso vi si dedicò sin dagli esordi, conferendo dignità a una pratica, soprattutto quella dell’autoritratto, ancora poco sperimentata nella Sardegna primonovecentesca, quasi a sottolineare una difficoltà di quei pionieri del moderno ad affermarsi sia in termini di individualità artistica sia in termini di prestigio sociale.
La mostra è curata da Giannella Demuro, Paola Dessy, Ivo Serafino Fenu e Caterina Limentani Virdis ed è accompagnata da un catalogo a colori, con testi critici di Caterina Limentani Virdis, edito da Ilisso edizioni
Stanis Dessy. Maestro del colore e delle tecniche è stata resa possibile grazie al sostegno e contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Oristano, con l’organizzazione dell’associazione culturale Stanislao Dessy e la collaborazione del Museo PAV di Berchidda e l’associazione culturale isolasenzatitolo.
Nella collezione della Pinacoteca comunale “Carlo Contini” di Oristano figurano alcuni dei più prestigiosi nomi di quell’eletta schiera d’artisti che, nella prima metà del secolo scorso, hanno contribuito a formare una vera e propria via “sarda” per le arti visive, tra loro Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Mario Delitala e Carmelo Floris, ma, nella raccolta – consolidatasi tramite donazioni e acquisizioni e senza pretese di completezza – vi sono anche dei “grandi assenti” che tale via hanno creato e percorso. Stanis Dessy è tra questi e la sua assenza è resa ancor più evidente dal fatto che anche nel resto del Novecento e fino a oggi la città arborense non gli abbia reso omaggio e non lo abbia mai ospitato in uno spazio espositivo istituzionale.
Di questo panorama, in bilico tra tradizione e innovazione, col confronto discreto con la collezione comunale, dà conto la mostra che, se da un lato colma, pur per un breve lasso di tempo, una grave lacuna, dall’altro si propone come un’iniziativa di alto valore artistico e culturale rileggendo l’opera del grande maestro sardo in una prospettiva antologica e originale. Se si è generalmente concordi nel considerare Stanis Dessy uno dei protagonisti indiscussi del risveglio artistico sardo del primo Novecento, con una fortuna critica che non gli è mai venuta meno nel tempo – come attestano la grande retrospettiva del 1987 al Padiglione “Tavolara” di Sassari, quella al Palazzo del Monte di Padova nel 2000 curata, come questa, da Caterina Limentani Virdis, e quella al MASEDU, sempre a Sassari, del 2002 – è pur vero che la mostra oristanese, oltre a presentare diversi inediti, alla consueta scansione cronologica affianca una differenziazione per generi artistici che mette in risalto l’estrema versatilità dell’artista e la sua insaziabile propensione alla sperimentazione.
Un utile approccio didattico dunque, per capire la grande perizia tecnica di un maestro capace di spaziare dal disegno alla xilografia, dalle diverse prassi calcografiche all’acquarello, dall’olio alla scultura, ma senza perdere di vista quella lettura critica che privilegia l’individuazione di due fasi ben distinte nell’opera dell’artista: da un lato gli anni della sperimentazione, dal 1918 al 1928, dall’altro gli anni della maturità, dal 1930 in poi. I due periodi, diversi per qualità e quantità, trovano nell’incisione sia xilografica sia calcografica un elemento unificante. L’esposizione è ulteriormente percorsa trasversalmente da alcuni nuclei tematici che nel tempo hanno caratterizzato la produzione pittorica dell’artista, soprattutto gli autoritratti e i ritratti della moglie Ada e dei figli.
Il ritratto è, del resto, un genere che gli fu sempre congeniale e nel quale l’artista riuscì a dare le sue prove più convincenti e a esso vi si dedicò sin dagli esordi, conferendo dignità a una pratica, soprattutto quella dell’autoritratto, ancora poco sperimentata nella Sardegna primonovecentesca, quasi a sottolineare una difficoltà di quei pionieri del moderno ad affermarsi sia in termini di individualità artistica sia in termini di prestigio sociale.
La mostra è curata da Giannella Demuro, Paola Dessy, Ivo Serafino Fenu e Caterina Limentani Virdis ed è accompagnata da un catalogo a colori, con testi critici di Caterina Limentani Virdis, edito da Ilisso edizioni
Stanis Dessy. Maestro del colore e delle tecniche è stata resa possibile grazie al sostegno e contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Oristano, con l’organizzazione dell’associazione culturale Stanislao Dessy e la collaborazione del Museo PAV di Berchidda e l’associazione culturale isolasenzatitolo.
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