Pasíon Picasso 1953-1973-2023. Quando l’Italia imparò a osservare il mondo in modo diverso
Dal 14 Ottobre 2023 al 11 Marzo 2024
Napoli
Luogo: Archivio di Stato di Napoli – Ministero della Cultura
Indirizzo: Piazzetta Grande Archivio 5
Orari: da lunedì a venerdì dalle 8 alle 18, sabato dalle 8 alle 14
Prolungata: fino all'11 marzo 2024
“C’è Dalí a Roma...Dicono che l’esposizione sia stata fatta per servire da contraltare pittorico a quella di Picasso. Puzza di morto da un miglio”.
Con queste parole rivolte all’amico Leone Piccioni Giuseppe Ungaretti prendeva posizione nelle schermaglie provocate nel 1953 da due mostre molto controverse.
Nell’anno che celebra il cinquantesimo anniversario della morte del grande maestro spagnolo, un’originale mostra in formato phygital, all’Archivio di Stato di Napoli, accende i riflettori su una data fatidica nella carriera e nella memoria del padre del Cubismo.
Nel 1953 presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma e a Palazzo Reale a Milano si tennero le due prime monografiche ufficiali in Italia dedicate a Picasso. Eppure questi due appuntamenti furono preceduti da velenosi scontri tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, partiti che accesero intorno all'evento una vera e propria querelle politica. I conservatori additavano le esposizioni del ‘53 come politicamente scorrette e preferirono organizzare in parallelo una mostra di Salvator Dalí, quella che appunto secondo Ungaretti “puzzava di morto”.
Dal 14 ottobre con la mostra Pasíon Picasso 1953-1973-2023. Quando l’Italia imparò a osservare il mondo in modo diverso l’Archivio di Stato di Napoli – Ministero della Cultura, depositario dell’Archivio del senatore Eugenio Reale, vuole ricostruire, attingendo ai suoi documenti, la querelle di 80 anni fa offrendo una testimonianza preziosa delle temperie di quei giorni. Ne nasce una mostra documentaria che si arricchisce delle più avanzate tecnologie in fatto di visualizzazione digitale. Intrecciando documenti storici all'esperienza immersiva, la mostra, a ingresso gratuito, presenterà nei quattro bracci del suggestivo Chiostro del Platano dell’Archivio di Stato le riproduzioni digitali di 39 opere di Pablo Picasso, inclusa Guernica con i suoi cartoni preparatori. L'appuntamento, frutto dell’alleanza tra l’Italia e la Spagna e delle loro articolazioni culturali nel nome di Picasso, inserito nel grande progetto congiunto della Commissione Bi-nazionale Spagna e Francia “Picasso Celebration 1973-2023”, è sostenuto dalla Regione Campania nell’ambito del POC 2014-2020.
“La mostra – spiega l’Ambasciatore di Spagna in Italia, Miguel Fernández-Palacios - è un grande omaggio al pittore spagnolo e ci riporta indietro nel tempo, al 1953, quando l’Italia, uscita dalla guerra, iniziò a guardare il mondo e l’arte con occhi attenti agli artisti stranieri. Attraverso corrispondenze, articoli di giornale, fotografie, cataloghi, cartoline esploreremo le grandi retrospettive italiane dedicate a Picasso in quest’anno fatidico. In particolare voglio sottolineare il ruolo fondamentale svolto dal senatore napoletano Eugenio Reale, intellettuale attento e sensibile".
L’Archivio di Stato di Napoli custodisce infatti un fondo del senatore Reale che ha conservato i documenti riguardanti l’affaire politico scoppiato nel 1953 quando la sinistra voleva portare in Italia la prima mostra monografica di Picasso.
“Si era deciso di organizzare una mostra a Roma e una a Milano – spiega la direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino - ma le forze politiche della DC e del PC vedevano l'iniziativa come un’occasione per poter spostare i voti. Temevano che la mostra potesse avere un riflesso sulle elezioni. La posizione di Picasso d’altra parte era molto forte. Nel ‘53 non c’erano ancora i potenti mezzi di comunicazione di massa di oggi e le opere d’arte, si pensi a Guernica, permettevano quasi di toccare con mano i disastri della guerra.".
ll povero senatore Reale dovette quindi combattere su due fronti: da un lato, la cultura conservatrice che quasi considerava l'arte picassiana ambasciatrice di messaggi comunisti, suggestionanti per il popolo; dall'altro Picasso, imbufalito da tutte queste strumentalizzazioni della sua pittura.
L'Archivio di Eugenio Reale conserva le testimonianze di questa storia quasi paradossale conclusasi con la vittoria di due donne che, in barba ai politici, fecero sì che le mostre avessero luogo.
"Fu Palma Bucarelli, nel 1953, a volere fortemente la mostra di Roma e Fernanda Wittgens fece lo stesso a Milano - continua Carrino -. In occasione del cinquantenario abbiamo deciso di esporre queste carte al pubblico, anche per avvicinare i giovani a conoscere, magari in un secondo momento, i capolavori originali. Ma una mostra documentale non ha un impatto forte e immediato. Quindi abbiamo pensato di recuperare i diritti e le riproduzioni dei quadri che erano esposti nel ‘53. Ne è nata una mostra immersiva . Abbiamo fatto un grande lavoro filologico, ma con un linguaggio moderno. Prevediamo di avere un grosso afflusso”.
Grazie alle proiezioni digitali e alla tecnologia di realtà virtuale i visitatori potranno immergersi completamente tra capolavori come "Guernica", "La Guerra e La Pace", "Massacro in Corea" e tanti altri quadri custoditi oggi nei più importanti musei internazionali.
Al pubblico sarà data l'opportunità di indossare i visori Oculus per osservare l’arte da un'altra dimensione (La mostra è gratuita, mentre la sezione di approfondimento realizzata in realtà virtuale è a pagamento).
“L’Archivio di Stato di Napoli – continua Candida Carrino – ha intrapreso una strategia di più ampia presenza sul territorio, rivolta ad un pubblico vasto composto non solo dai fruitori delle ricerche nei suoi 70 chilometri di faldoni, ma anche da visitatori delle sue strutture musealmonumentarie e delle periodiche mostre e iniziative che organizza con partner prestigiosi”.
Con queste parole rivolte all’amico Leone Piccioni Giuseppe Ungaretti prendeva posizione nelle schermaglie provocate nel 1953 da due mostre molto controverse.
Nell’anno che celebra il cinquantesimo anniversario della morte del grande maestro spagnolo, un’originale mostra in formato phygital, all’Archivio di Stato di Napoli, accende i riflettori su una data fatidica nella carriera e nella memoria del padre del Cubismo.
Nel 1953 presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma e a Palazzo Reale a Milano si tennero le due prime monografiche ufficiali in Italia dedicate a Picasso. Eppure questi due appuntamenti furono preceduti da velenosi scontri tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, partiti che accesero intorno all'evento una vera e propria querelle politica. I conservatori additavano le esposizioni del ‘53 come politicamente scorrette e preferirono organizzare in parallelo una mostra di Salvator Dalí, quella che appunto secondo Ungaretti “puzzava di morto”.
Dal 14 ottobre con la mostra Pasíon Picasso 1953-1973-2023. Quando l’Italia imparò a osservare il mondo in modo diverso l’Archivio di Stato di Napoli – Ministero della Cultura, depositario dell’Archivio del senatore Eugenio Reale, vuole ricostruire, attingendo ai suoi documenti, la querelle di 80 anni fa offrendo una testimonianza preziosa delle temperie di quei giorni. Ne nasce una mostra documentaria che si arricchisce delle più avanzate tecnologie in fatto di visualizzazione digitale. Intrecciando documenti storici all'esperienza immersiva, la mostra, a ingresso gratuito, presenterà nei quattro bracci del suggestivo Chiostro del Platano dell’Archivio di Stato le riproduzioni digitali di 39 opere di Pablo Picasso, inclusa Guernica con i suoi cartoni preparatori. L'appuntamento, frutto dell’alleanza tra l’Italia e la Spagna e delle loro articolazioni culturali nel nome di Picasso, inserito nel grande progetto congiunto della Commissione Bi-nazionale Spagna e Francia “Picasso Celebration 1973-2023”, è sostenuto dalla Regione Campania nell’ambito del POC 2014-2020.
“La mostra – spiega l’Ambasciatore di Spagna in Italia, Miguel Fernández-Palacios - è un grande omaggio al pittore spagnolo e ci riporta indietro nel tempo, al 1953, quando l’Italia, uscita dalla guerra, iniziò a guardare il mondo e l’arte con occhi attenti agli artisti stranieri. Attraverso corrispondenze, articoli di giornale, fotografie, cataloghi, cartoline esploreremo le grandi retrospettive italiane dedicate a Picasso in quest’anno fatidico. In particolare voglio sottolineare il ruolo fondamentale svolto dal senatore napoletano Eugenio Reale, intellettuale attento e sensibile".
L’Archivio di Stato di Napoli custodisce infatti un fondo del senatore Reale che ha conservato i documenti riguardanti l’affaire politico scoppiato nel 1953 quando la sinistra voleva portare in Italia la prima mostra monografica di Picasso.
“Si era deciso di organizzare una mostra a Roma e una a Milano – spiega la direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino - ma le forze politiche della DC e del PC vedevano l'iniziativa come un’occasione per poter spostare i voti. Temevano che la mostra potesse avere un riflesso sulle elezioni. La posizione di Picasso d’altra parte era molto forte. Nel ‘53 non c’erano ancora i potenti mezzi di comunicazione di massa di oggi e le opere d’arte, si pensi a Guernica, permettevano quasi di toccare con mano i disastri della guerra.".
ll povero senatore Reale dovette quindi combattere su due fronti: da un lato, la cultura conservatrice che quasi considerava l'arte picassiana ambasciatrice di messaggi comunisti, suggestionanti per il popolo; dall'altro Picasso, imbufalito da tutte queste strumentalizzazioni della sua pittura.
L'Archivio di Eugenio Reale conserva le testimonianze di questa storia quasi paradossale conclusasi con la vittoria di due donne che, in barba ai politici, fecero sì che le mostre avessero luogo.
"Fu Palma Bucarelli, nel 1953, a volere fortemente la mostra di Roma e Fernanda Wittgens fece lo stesso a Milano - continua Carrino -. In occasione del cinquantenario abbiamo deciso di esporre queste carte al pubblico, anche per avvicinare i giovani a conoscere, magari in un secondo momento, i capolavori originali. Ma una mostra documentale non ha un impatto forte e immediato. Quindi abbiamo pensato di recuperare i diritti e le riproduzioni dei quadri che erano esposti nel ‘53. Ne è nata una mostra immersiva . Abbiamo fatto un grande lavoro filologico, ma con un linguaggio moderno. Prevediamo di avere un grosso afflusso”.
Grazie alle proiezioni digitali e alla tecnologia di realtà virtuale i visitatori potranno immergersi completamente tra capolavori come "Guernica", "La Guerra e La Pace", "Massacro in Corea" e tanti altri quadri custoditi oggi nei più importanti musei internazionali.
Al pubblico sarà data l'opportunità di indossare i visori Oculus per osservare l’arte da un'altra dimensione (La mostra è gratuita, mentre la sezione di approfondimento realizzata in realtà virtuale è a pagamento).
“L’Archivio di Stato di Napoli – continua Candida Carrino – ha intrapreso una strategia di più ampia presenza sul territorio, rivolta ad un pubblico vasto composto non solo dai fruitori delle ricerche nei suoi 70 chilometri di faldoni, ma anche da visitatori delle sue strutture musealmonumentarie e delle periodiche mostre e iniziative che organizza con partner prestigiosi”.
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