Lina Fucà. vedonelvelononvedo

Lina Fucà, vedonelvelononvedo, 2013
Dal 03 Luglio 2021 al 05 Agosto 2021
Napoli
Luogo: Castel dell’Ovo
Indirizzo: Via Eldorado 3
Orari: Tutti i giorni dalle10,30 alle 18,00. Domenica dalle 10,30 alle 13,00. Martedì chiuso
Curatori: Marina Guida
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli
- Con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Si inaugura il 3 luglio, alle ore 12.30, nella sala delle Carceri del Castel dell’Ovo, la prima personale a Napoli dell’artista Lina Fucà dal titolo vedonelvelononvedo, a cura di Marina Guida, promossa dall’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, e con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Il progetto pensato appositamente per Castel dell’Ovo, vede allestite tre grandi opere, in cui Il tema cardine è la ricerca, che l’artista persegue da tempo, sul concetto di alterità o meglio sulla conoscenza di noi stessi attraverso la relazione e l’incontro con l’altro. Il video è scelto come medium privilegiato d’indagine e osservazione del reale, costruendo immagini poetiche e al tempo stesso politiche.
Nel video, vedonelvelononvedo, che dà il titolo all’esposizione, è analizzato l’incontro fra due mondi e due modi di percepire e raccontare il corpo. Si alternano immagini di una giovane donna musulmana, una studentessa egiziana della scuola dove Lina Fucà insegna, e dell’artista.
Si indugia sui dettagli: una mano che impugna un coltello e taglia una cipolla e in sequenza un’altra che compie la stessa azione; la ragazza intenta a sistemare un copricapo, in quella che non è soltanto un’abitudine quotidiana, ma anche un elegante rituale sacro. Quasi a contrapporsi a queste immagini, arrivano quelle che ritraggono l’artista mentre si lava i capelli in un catino di ferro. La capigliatura è in primo piano, i movimenti si fanno lenti e senza tempo, mentre si ascolta il rumore dello sgocciolio dell’acqua, che ci riporta a un’emozione primordiale.
Il secondo lavoro, dal titolo unopertreugualesette,ècomposto dacinque schermi, contenenti ciascuno tre video disposti uno sopra l’altro come tre sequenze narrative.
Ancora una volta, protagonista delle immagini è l’artista, mentre viene vestita e truccata da donne di età e nazionalità diverse. Tra loro si crea una relazione profonda. Mentre incipriano e avvolgono il corpo, in un gioco di rimandi e interscambio, le donne svelano qualcosa della loro intimità. Alla vestizione dell’artista, sembra così corrispondere la loro messa a nudo.
nonbastanounmilionedipassi è la terza installazione in mostra. Si tratta dell’evoluzione di un gruppo di opere che l’artista ha realizzato al termine di una residenza artistica a Cuba, nell’estate del 2016. Inviata nell’isola dalla Fondazione Merz Lina Fucà, spostandosi in diverse località, entra in relazione con molte persone, alle quali affida delle macchine fotografiche usa e getta, chiedendo loro di utilizzarle liberamente.
A questi scatti presentati nei lightbox, si accompagna un video dove sono rappresentate delle mani che lavorano all’uncinetto, dieci chilometri di filo che l’artista ha ricavato dipanando sacchi di juta che nell’isola vengono usati per la raccolta del caffè e del cacao. Viene così a crearsi una lunga corda, metafora d’incontri e relazioni, un tracciato sia fisico sia mentale di questa esperienza corale, il viaggio compiuto con il racconto del mondo incontrato.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione della Fondazione Merz e della Galleria Giorgio Persano.
Lina Fucà (Torino, 1972)
Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Torino, diplomandosi in pittura. Negli stessi anni inizia a compiere performance di pittura dal vivo con il gruppo teatrale “Il Barrito degli Angeli”. Questa esperienza amplifica l’attitudine dell’artista a far dialogare la propria pratica figurativa con altre forme espressive quali teatro, musica e video. L’evoluzione naturale di questa dinamica relazione la porta ad occuparsi di scenografia e costumi con numerose realtà della scena teatrale e cinematografica indipendente.
L’interazione fra diversi linguaggi è divenuta in questi ultimi anni la caratteristica della sua ricerca, che parte innanzitutto da una riflessione sulla percezione di sé in rapporto alla percezione “degli altri”.
Ne sono testimonianza le opere presentate alla Galleria Giorgio Persano nell’Aprile del 2016 dove sono state esposte, in una mostra personale, alcuni lavori che sono il risultato di un intreccio che prende corpo in forme e modalità visive poliedriche. Recentemente, l’artista ha tenuto una personale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid (2017) e realizzato la mostra “Solo da bambini” (2019), con Daniele Gaglianone e Paolo Leonardo, alla Fondazione Merz di Torino. Nello stesso anno ha partecipato a Palermo al progetto “Intermezzo 2019”, una rassegna di video-arte a Villa Zito, curata da Agata Polizzi per la Fondazione Sicilia.
Il progetto pensato appositamente per Castel dell’Ovo, vede allestite tre grandi opere, in cui Il tema cardine è la ricerca, che l’artista persegue da tempo, sul concetto di alterità o meglio sulla conoscenza di noi stessi attraverso la relazione e l’incontro con l’altro. Il video è scelto come medium privilegiato d’indagine e osservazione del reale, costruendo immagini poetiche e al tempo stesso politiche.
Nel video, vedonelvelononvedo, che dà il titolo all’esposizione, è analizzato l’incontro fra due mondi e due modi di percepire e raccontare il corpo. Si alternano immagini di una giovane donna musulmana, una studentessa egiziana della scuola dove Lina Fucà insegna, e dell’artista.
Si indugia sui dettagli: una mano che impugna un coltello e taglia una cipolla e in sequenza un’altra che compie la stessa azione; la ragazza intenta a sistemare un copricapo, in quella che non è soltanto un’abitudine quotidiana, ma anche un elegante rituale sacro. Quasi a contrapporsi a queste immagini, arrivano quelle che ritraggono l’artista mentre si lava i capelli in un catino di ferro. La capigliatura è in primo piano, i movimenti si fanno lenti e senza tempo, mentre si ascolta il rumore dello sgocciolio dell’acqua, che ci riporta a un’emozione primordiale.
Il secondo lavoro, dal titolo unopertreugualesette,ècomposto dacinque schermi, contenenti ciascuno tre video disposti uno sopra l’altro come tre sequenze narrative.
Ancora una volta, protagonista delle immagini è l’artista, mentre viene vestita e truccata da donne di età e nazionalità diverse. Tra loro si crea una relazione profonda. Mentre incipriano e avvolgono il corpo, in un gioco di rimandi e interscambio, le donne svelano qualcosa della loro intimità. Alla vestizione dell’artista, sembra così corrispondere la loro messa a nudo.
nonbastanounmilionedipassi è la terza installazione in mostra. Si tratta dell’evoluzione di un gruppo di opere che l’artista ha realizzato al termine di una residenza artistica a Cuba, nell’estate del 2016. Inviata nell’isola dalla Fondazione Merz Lina Fucà, spostandosi in diverse località, entra in relazione con molte persone, alle quali affida delle macchine fotografiche usa e getta, chiedendo loro di utilizzarle liberamente.
A questi scatti presentati nei lightbox, si accompagna un video dove sono rappresentate delle mani che lavorano all’uncinetto, dieci chilometri di filo che l’artista ha ricavato dipanando sacchi di juta che nell’isola vengono usati per la raccolta del caffè e del cacao. Viene così a crearsi una lunga corda, metafora d’incontri e relazioni, un tracciato sia fisico sia mentale di questa esperienza corale, il viaggio compiuto con il racconto del mondo incontrato.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione della Fondazione Merz e della Galleria Giorgio Persano.
Lina Fucà (Torino, 1972)
Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Torino, diplomandosi in pittura. Negli stessi anni inizia a compiere performance di pittura dal vivo con il gruppo teatrale “Il Barrito degli Angeli”. Questa esperienza amplifica l’attitudine dell’artista a far dialogare la propria pratica figurativa con altre forme espressive quali teatro, musica e video. L’evoluzione naturale di questa dinamica relazione la porta ad occuparsi di scenografia e costumi con numerose realtà della scena teatrale e cinematografica indipendente.
L’interazione fra diversi linguaggi è divenuta in questi ultimi anni la caratteristica della sua ricerca, che parte innanzitutto da una riflessione sulla percezione di sé in rapporto alla percezione “degli altri”.
Ne sono testimonianza le opere presentate alla Galleria Giorgio Persano nell’Aprile del 2016 dove sono state esposte, in una mostra personale, alcuni lavori che sono il risultato di un intreccio che prende corpo in forme e modalità visive poliedriche. Recentemente, l’artista ha tenuto una personale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid (2017) e realizzato la mostra “Solo da bambini” (2019), con Daniele Gaglianone e Paolo Leonardo, alla Fondazione Merz di Torino. Nello stesso anno ha partecipato a Palermo al progetto “Intermezzo 2019”, una rassegna di video-arte a Villa Zito, curata da Agata Polizzi per la Fondazione Sicilia.
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