Francesco Cabras
Dal 11 Novembre 2015 al 03 Dicembre 2015
Napoli
Luogo: Mediterranea
Indirizzo: via Carlo De Cesare 60
Orari: dal Lunedì al Sabato 11-13,30 / 17-20
Curatori: Saverio Ammendola, Patrizia Varone
Telefono per informazioni: +39 081 403310
E-Mail info: lamediterraneaarte@virgilio.it
Sito ufficiale: http://www.mediterranea-arte.com/
Inaugura mercoledì 11 novembre alle ore 18 l'esposizione "Francesco Cabras".
Saverio Ammendola di Mediterranea, in collaborazione con Patrizia Varone, giornalista e curatrice, ospita negli spazi di via Carlo De Cesare 60, sedici scatti del fotografo e regista romano.
Fotografie che hanno il sapore dello stile di Cabras ma non hanno la pretesa di rappresentarne né una retrospettiva né un'antologica. Bensì, l'esposizione risulta essere frutto di una precisa scelta che, come lo stesso Saverio Ammendola spiega, "è legata al desiderio, e piacere, di raccontare, semplicemente raccontare, chi è l’autore".
Sedici immagini di Francesco Cabras realizzate in giro per il mondo. Sedici fotografie dove vengono affiancati scatti vicini per rapporto tra chiari e scuri, mono o pluricromatici, per disposizioni prospettiche a testimonianza di un lavoro fotografico che ha una continuità nel tempo e negli anni. Una ricerca, quella di Cabras che si svolge per appunti. Immagine per immagine, scatto per scatto, fotogramma per fotogramma, ritrovano il racconto proprio delle indagini dell'autore.
Il critico Giorgio Bonomi scrive che Cabras "appartiene a quella schiera di artisti cui si applica il concetto del filosofo francese Gilles Deleuze che parla di “ripetizione differente”, [...]: opere apparentemente uguali ma invece tutte diverse. Così il Nostro che, ovunque si trovi, sia in Asia che in Africa, in riunioni sadomaso o di fronte a muri con manifesti strappati, realizza numerose immagini del soggetto prescelto, ma in realtà esegue ogni singolo scatto come unico, come opera in sé definita ed autosufficiente".
Una narrazione che prende senso nell’animo, nello sguardo e nei punti di vista dell’autore. L'intento di Francesco Cabras è di portare avanti un viaggio, quello dove l'espressività, o meglio, l'aderenza tra la tensione dell'animo e il prodotto attribuito all'uso del media, è sempre più vicino.
E infatti, quasi impercettibile il segno dell’umano è immobilizzato da Cabras in tracce appena riconoscibili, intuibili e svelate a volte dalle rotondità di volti e dalla luce immediata che acceca un particolare o, soffusa, attenua le spigolature, altre dalle inserzioni materiche che creano improvvise geometrie somiglianti pur appartenenti a contesti lontani.
Una narrazione che mostra, al di là dei singoli progetti espositivi, e nella molteplicità dei racconti fotografici, una realtà dalle mille sfaccettatture, fatta vedere nella sua essenza, senza giudizio o arteficio, in presenza di sete di conoscenza per ciò che è.
La base della ricerca fotografica di Cabras ad un’osservazione lenta, schiude nessi e connessioni che ne rafforzano, avvicinando progetti nati da esigenze differenti, la plasticità e l’atemporalità. Questi, essi stessi animati dalla curiosità dell'autore, donano delicatezza e poesia agli scatti. L’umano plasma e i segni restano, riconoscibili.
Francesco Cabras è un fotografo e regista. Inizia a fotografare e stampare in camera oscura a undici anni. A venti, insieme agli studi per la futura laurea in psicologia inizia a lavorare come giornalista e fotografo di viaggio, ambiente, musica rock e cinema per molte testate italiane (L’Europeo, L’Espresso, Avvenimenti, D- Donna, Isole, Linus, Rock Magazine, Tuttifrutti ecc..) trascorre lunghi periodi in Asia realizzando reportages, lavorando come guida di viaggio e occupandosi di turismo sostenibile. Realizza campagne umanitarie e ambientali per Greenpeace con cui collabora da più di venti anni, per le ONG Un Ponte per Baghdad, Terres des Hommes, e per l’IFAD. Copertine di dischi (Al Di Meola, Sergio Cammariere, Nada, Claudio Lolli, Andrea Parodi, Luca Madonia ecc). Espone in mostre personali in Italia e all’estero e con il collettivo Massagrigia. E' co-autore di guide su India, Amsterdam e Birmania. Nel ’96 riesce a intervistare il futuro premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari a Rangoon. La sua favola 'L'isola della Quorina' vince il premio letterario internazionale Andersen e viene pubblicata nell'edizione speciale delle agende Moleskine dedicata a Bruce Chatwin. Più recentemente è autore di un capitolo del volume di Eleonora Bagarotti ‘Tommy, The Who’ Noreply edizioni. Come regista fonda nel 2000 la società di produzione Ganga specializzandosi in videoclip musicali, documentari di creazione, visual art e pubblicità. Con Alberto Molinari realizza in co-regia e co-direzione della fotografia la maggioranza dei suoi lavori molti dei quali selezionati e premiati in festival internazionali. Tra le diverse produzioni, videoclip per Max Gazzè, Caparezza, Sergio Cammariere, Giorgia e Nada. Tra i documentari lungometraggi 'The Big Question' viene prodotto da Mel Gibson e distribuito nei cinema statunitensi da ThinkFilm attraverso l’agente di Michael Moore Andrew Herwitz diventando il primo documentario lungometraggio italiano distribuito nei cinema Usa. Ha realizzato programmi e documentari per RAI e la Sette tra cui ‘LeggerMente’ in co-regia con Mario Balsamo, e due episodi monografici di ‘Sfera’ sull’India. Sempre con Molinari dirige per CULT TV di Sky un ciclo di visual art, tra cui 'Paleoliche' che vince il festival di Festarte includendolo in 'Young Blood', la pubblicazione dei talenti italiani premiati nel mondo, l’opera viene utilizzata da Greenpeace per la campagna nazionale pro-energia eolica. Un altro ciclo di videoarte, ‘Gente che conta’, viene inserito nel Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e nella retrospettiva ‘La via sperimentale del cinema italiano’ nella 49° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Dirige la messa in scena teatrale e video opera ‘Terracuzatò’ per il Teatro Lirico di Cagliari con la cantante Noa e Andrea Parodi. Realizza per Al-Arabiya una serie di documentari sul Kurdistan iracheno e sulla Sardegna. Di più recente uscita, ‘The Akram Tree’ , un documentario sul coreografo Akram Khan, ‘Morocco Fantasia’, sul chitarrista Al Di Meola e un cortometraggio prodotto da Greenpeace ‘There She Blows’, sempre in co-regia con Molinari. Saltuariamente lavora dall’altra parte della macchina da presa, vince il premio come migliore attore protagonista al Sacher Festival di Nanni Moretti con ‘Cosmos Hotel’ di Varo Venturi. In seguito recita in produzioni internazionali come ‘The Passion of the Christ’ del premio Oscar Mel Gibson, ‘Il mandolino del Capitano Corelli’ del premio Oscar John Madden, ‘Equilibrium’ di Kurt Wimmer, 'The Obscure brother' di Linda de Franco. E’ protagonista di ‘Rasputin’ di Louis Nero. Cabras è autore di testi di canzoni tra i quali il triplo disco di platino 'Tre parole'. E' cantante del gruppo ‘North Sentinel’ il cui primo CD uscirà a dicembre 2015.
Saverio Ammendola di Mediterranea, in collaborazione con Patrizia Varone, giornalista e curatrice, ospita negli spazi di via Carlo De Cesare 60, sedici scatti del fotografo e regista romano.
Fotografie che hanno il sapore dello stile di Cabras ma non hanno la pretesa di rappresentarne né una retrospettiva né un'antologica. Bensì, l'esposizione risulta essere frutto di una precisa scelta che, come lo stesso Saverio Ammendola spiega, "è legata al desiderio, e piacere, di raccontare, semplicemente raccontare, chi è l’autore".
Sedici immagini di Francesco Cabras realizzate in giro per il mondo. Sedici fotografie dove vengono affiancati scatti vicini per rapporto tra chiari e scuri, mono o pluricromatici, per disposizioni prospettiche a testimonianza di un lavoro fotografico che ha una continuità nel tempo e negli anni. Una ricerca, quella di Cabras che si svolge per appunti. Immagine per immagine, scatto per scatto, fotogramma per fotogramma, ritrovano il racconto proprio delle indagini dell'autore.
Il critico Giorgio Bonomi scrive che Cabras "appartiene a quella schiera di artisti cui si applica il concetto del filosofo francese Gilles Deleuze che parla di “ripetizione differente”, [...]: opere apparentemente uguali ma invece tutte diverse. Così il Nostro che, ovunque si trovi, sia in Asia che in Africa, in riunioni sadomaso o di fronte a muri con manifesti strappati, realizza numerose immagini del soggetto prescelto, ma in realtà esegue ogni singolo scatto come unico, come opera in sé definita ed autosufficiente".
Una narrazione che prende senso nell’animo, nello sguardo e nei punti di vista dell’autore. L'intento di Francesco Cabras è di portare avanti un viaggio, quello dove l'espressività, o meglio, l'aderenza tra la tensione dell'animo e il prodotto attribuito all'uso del media, è sempre più vicino.
E infatti, quasi impercettibile il segno dell’umano è immobilizzato da Cabras in tracce appena riconoscibili, intuibili e svelate a volte dalle rotondità di volti e dalla luce immediata che acceca un particolare o, soffusa, attenua le spigolature, altre dalle inserzioni materiche che creano improvvise geometrie somiglianti pur appartenenti a contesti lontani.
Una narrazione che mostra, al di là dei singoli progetti espositivi, e nella molteplicità dei racconti fotografici, una realtà dalle mille sfaccettatture, fatta vedere nella sua essenza, senza giudizio o arteficio, in presenza di sete di conoscenza per ciò che è.
La base della ricerca fotografica di Cabras ad un’osservazione lenta, schiude nessi e connessioni che ne rafforzano, avvicinando progetti nati da esigenze differenti, la plasticità e l’atemporalità. Questi, essi stessi animati dalla curiosità dell'autore, donano delicatezza e poesia agli scatti. L’umano plasma e i segni restano, riconoscibili.
Francesco Cabras è un fotografo e regista. Inizia a fotografare e stampare in camera oscura a undici anni. A venti, insieme agli studi per la futura laurea in psicologia inizia a lavorare come giornalista e fotografo di viaggio, ambiente, musica rock e cinema per molte testate italiane (L’Europeo, L’Espresso, Avvenimenti, D- Donna, Isole, Linus, Rock Magazine, Tuttifrutti ecc..) trascorre lunghi periodi in Asia realizzando reportages, lavorando come guida di viaggio e occupandosi di turismo sostenibile. Realizza campagne umanitarie e ambientali per Greenpeace con cui collabora da più di venti anni, per le ONG Un Ponte per Baghdad, Terres des Hommes, e per l’IFAD. Copertine di dischi (Al Di Meola, Sergio Cammariere, Nada, Claudio Lolli, Andrea Parodi, Luca Madonia ecc). Espone in mostre personali in Italia e all’estero e con il collettivo Massagrigia. E' co-autore di guide su India, Amsterdam e Birmania. Nel ’96 riesce a intervistare il futuro premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari a Rangoon. La sua favola 'L'isola della Quorina' vince il premio letterario internazionale Andersen e viene pubblicata nell'edizione speciale delle agende Moleskine dedicata a Bruce Chatwin. Più recentemente è autore di un capitolo del volume di Eleonora Bagarotti ‘Tommy, The Who’ Noreply edizioni. Come regista fonda nel 2000 la società di produzione Ganga specializzandosi in videoclip musicali, documentari di creazione, visual art e pubblicità. Con Alberto Molinari realizza in co-regia e co-direzione della fotografia la maggioranza dei suoi lavori molti dei quali selezionati e premiati in festival internazionali. Tra le diverse produzioni, videoclip per Max Gazzè, Caparezza, Sergio Cammariere, Giorgia e Nada. Tra i documentari lungometraggi 'The Big Question' viene prodotto da Mel Gibson e distribuito nei cinema statunitensi da ThinkFilm attraverso l’agente di Michael Moore Andrew Herwitz diventando il primo documentario lungometraggio italiano distribuito nei cinema Usa. Ha realizzato programmi e documentari per RAI e la Sette tra cui ‘LeggerMente’ in co-regia con Mario Balsamo, e due episodi monografici di ‘Sfera’ sull’India. Sempre con Molinari dirige per CULT TV di Sky un ciclo di visual art, tra cui 'Paleoliche' che vince il festival di Festarte includendolo in 'Young Blood', la pubblicazione dei talenti italiani premiati nel mondo, l’opera viene utilizzata da Greenpeace per la campagna nazionale pro-energia eolica. Un altro ciclo di videoarte, ‘Gente che conta’, viene inserito nel Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e nella retrospettiva ‘La via sperimentale del cinema italiano’ nella 49° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Dirige la messa in scena teatrale e video opera ‘Terracuzatò’ per il Teatro Lirico di Cagliari con la cantante Noa e Andrea Parodi. Realizza per Al-Arabiya una serie di documentari sul Kurdistan iracheno e sulla Sardegna. Di più recente uscita, ‘The Akram Tree’ , un documentario sul coreografo Akram Khan, ‘Morocco Fantasia’, sul chitarrista Al Di Meola e un cortometraggio prodotto da Greenpeace ‘There She Blows’, sempre in co-regia con Molinari. Saltuariamente lavora dall’altra parte della macchina da presa, vince il premio come migliore attore protagonista al Sacher Festival di Nanni Moretti con ‘Cosmos Hotel’ di Varo Venturi. In seguito recita in produzioni internazionali come ‘The Passion of the Christ’ del premio Oscar Mel Gibson, ‘Il mandolino del Capitano Corelli’ del premio Oscar John Madden, ‘Equilibrium’ di Kurt Wimmer, 'The Obscure brother' di Linda de Franco. E’ protagonista di ‘Rasputin’ di Louis Nero. Cabras è autore di testi di canzoni tra i quali il triplo disco di platino 'Tre parole'. E' cantante del gruppo ‘North Sentinel’ il cui primo CD uscirà a dicembre 2015.
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