Ernesto Tatafiore. Ritorno a Itaca
Dal 21 Gennaio 2017 al 06 Marzo 2017
Napoli
Luogo: MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Indirizzo: piazza Museo 19
Orari: 9-19; chiuso martedì
Telefono per informazioni: +39 081. 4422275
E-Mail info: ornella.falco@beniculturali.it
La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ha varato nel 2013 un programma di patrocinio, denominato MATRONATO, volto al riconoscimento e alla promozione di progetti (aventi sede in una delle seguenti regioni italiane: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), che, per il loro valore e qualità culturale, stimolino la coesione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo fra diverse discipline, il supporto alla produzione e alla mediazione artistica quali fonte e stimolo di progresso collettivo.
Il MATRONATO è stato concesso alla mostra Ritorno a Itaca dell'artista Ernesto Tatafiore, a cura di Marco De Gemmis e Patrizia Di Maggio, in programma presso il MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli (piano terra, sala 33) dal 21 gennaio al 6 marzo 2017 (inaugurazione: sabato 21 gennaio, ore 17:00). James Joyce sosteneva che “Il più bello e universale dei soggetti è quello dell’Odissea. È più grande e più umano di quello d’Amleto: superiore al Don Chisciotte, a Dante, al Faust”. Ernesto Tatafiore ha esplorato gli scenari del poema omerico a partire dalla metà degli anni Ottanta e, in occasione della sua mostra al MANN, propone un eccezionale e in gran parte inedito ciclo di opere interamente dedicato a Ulisse e ai personaggi connessi al viaggio decennale, fra innumerevoli traversie e peripezie, di ritorno all'isola di Itaca, ai suoi affetti e alla sua casa. Il coloratissimo racconto di Tatafiore, colto e raffinato ma al tempo stesso "favoloso" e popolare, si articola al MANN fra sculture in ferro, carta, bronzo e argento e dipinti su carta e tela di grandi dimensioni. Come per altri personaggi storici e mitici dall'artista costantemente raccontati, anche in questo caso Tatafiore rivolge l’attenzione all'iconografia e ai modi di rappresentazione propri del tempo della Storia cui Ulisse è appartenuto, riferendosi con particolare evidenza al linguaggio della pittura vascolare attica e dando luogo, fra l’altro, a un suggestivo dialogo con l’antichità e le raccolte del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La mostra Ritorno a Itaca, organizzata in collaborazione con la Galleria 1Opera, sarà visitabile nei consueti giorni e orari di apertura del MANN: tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 19:00 (chiuso il martedì).
A partire dalla sua prima mostra personale alla Modern Art Agency di Napoli nel 1969, Ernesto Tatafiore (Marigliano, 1943) si afferma come uno dei più importanti artisti emersi in quegli anni. Dai primi anni Settanta Tatafiore realizza installazioni di grandi dimensioni in cui le tele invadono anche lo spazio espositivo. Del 1977 sono le prime minimali sculture in ferro, dal forte significato simbolico. La Storia e la Filosofia diventano i grandi temi con cui l’artista costruisce un vocabolario segnico composto da figure rese con un disegno netto e con colori senza ombreggiature, a cui impone sconfinamenti semantici oscillanti tra storia privata e universale, con una sottile, energica sfumatura ironica: una ricerca “neo-illuministica”, volta a indagare il legame che unisce l’arte all'impegno etico e civile e in cui si intrecciano memoria e vita, presente e passato. Tra le numerose mostre Tatafiore partecipa nel 1980 a Aperto ’80, nell'ambito della Biennale di Venezia (a cui parteciperà nuovamente nel 1990), a cui seguiranno numerose mostre personali in alcuni dei più importanti musei internazionali, fra cui, nel 2005, al Museo di Capodimonte. Dei primi anni Ottanta sono, fra le altre, anche le prime opere dedicate alla Rivoluzione francese. Nei dipinti appaiono inoltre motti, giochi di parole, scritte, frasi e paradossi, chiosando l’esistenza di forme che, negli anni, si arricchiscono di ulteriori riferimenti iconografici, fra cui anche quelli tratti dalla cultura partenopea. L’artista è presente in numerose collezioni pubbliche, fra cui, in Campania, Terrae Motus esposta alla Reggia di Caserta, al Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo, alla Fondazione Banco di Napoli, nella Metropolitana di Napoli e al museo MADRE.
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