19:34. Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta
Dal 22 Novembre 2021 al 02 Maggio 2022
Napoli
Luogo: MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Indirizzo: Piazza Museo 19
Enti promotori:
- Regione Campania
- Con il patrocinio dell'Ordine dei Giornalisti della Campania
Il MANN e la memoria: la mostra 19:34. Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta, in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 22 novembre 2021 al 2 maggio 2022, è un percorso di ricerca attraverso testimonianze, ricordi, emozioni che, quarantuno anni fa, cambiarono la storia del territorio campano.
Realizzata nell'ambito del Piano Operativo Complementare- POC 2014-2020 della Regione Campania, la mostra raccoglie oltre cento fotografie, concesse dall'archivio di marechiarofilm e scattate da Antonietta De Lillo all'indomani della scossa del 23 novembre 1980: un reportage sensibile di una ferita ancora aperta. Senza mai perdere la giusta distanza dalla realtà che osserva, l’occhio dell’autrice riesce a restituirci l’umanità che si cela dietro la cronaca. La mostra è, così, un percorso attraverso il materiale inedito di una giovane fotogiornalista che dimostrerà la sua capacità narrativa nella trentennale carriera di autrice cinematografica, sempre in bilico tra la presa diretta della realtà e la ricerca dell'invisibile.
''Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, appena usciti dall'emergenza Covid19, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra. Gli inediti scatti 'in presa diretta' di Antonietta De Lillo ci fanno infatti riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell'antichità. Ed anche nel dolore provocato dal terremoto e nella strenua opposizione alla natura matrigna si può riconoscere una delle tante identità delle genti del Mediterraneo. Una terra abituata a tremare quella del Sud Italia. Basti pensare al terribile terremoto del 62 d.C. che colpì proprio Pompei ed Ercolano e ai lavori di ristrutturazione degli edifici, mai ultimati, le cui testimonianze sono state suggellate dall'eruzione del 79 d.C.", commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.
Partita verso i comuni dell'entroterra colpiti dal sisma, con la sua Renault 4 e le macchine fotografiche, Antonietta De Lillo, allora ventenne, racconta i paesi ridotti in macerie, i primi soccorsi, i gruppi di ricerca, il dramma dei ritrovamenti. Il reportage ci accompagna nelle settimane successive: ecco gli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, i volontari che giungono da tutta Italia, l’arrivo della neve fino al disgelo, alle soglie di una fragile, ma coraggiosa ripresa. Napoli è la tappa iniziale da cui si protrae il viaggio della fotoreporter: Piazza del Plebiscito, affollata da cittadini e automobili, all'indomani del sisma, riporta il visitatore nel cuore di una città vittima di sconforto e paura. Le immagini di Via Stadera, dove avvenne il crollo più grave nell'area metropolitana, sono la premessa del percorso di indagine che condurrà l'autrice nei borghi dell'Irpinia distrutti
Un tappeto sonoro, tratto dall'archivio di Rai Teche, con le voci dei telegiornali e radiogiornali dell'epoca è diffuso in tutte le tre sale.
Nell'allestimento della mostra, patrocinata dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, le foto sono commentate da frasi tratte dai giornali dell'epoca, in particolare dal quotidiano Il Mattino, e da servizi televisivi.
"Un altro aspetto fondamentale, nel solco della nostra ricerca su 'Il MANN e la memoria' dedicata alla città è l'apporto che diedero proprio i giovani, 'i ragazzi del 1980', alla rinascita del museo post terremoto. Dalla crescita del nostro laboratorio di restauro, alla definizione di una vera e propria 'coscienza archeologica' della città, questi aspetti sono ricordati nel contributo video del prof. Antonio De Simone che di quei giorni fu protagonista. Ed è da questa storia che nasce il nostro forte impegno in tema di sicurezza e beni culturali. Perché le grandi crisi, ieri come oggi, devono indicarci la strada per un futuro migliore", conclude Paolo Giulierini.
Il percorso espositivo si chiude con l'illustrazione dei recenti studi sull'antisismica condotti con l'Università degli studi Federico IIDipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt) diretto da prof. Andrea Prota.
Una ricerca rivolta proprio ai temi connessi alla riduzione del rischio sismico con riferimento all’edificio museale, agli allestimenti, alle esposizioni permanenti e temporanee.
La mostra, inizialmente programmata per il quarantennale del terremoto e rimandata per il lockdown che nel novembre 2020 costrinse i musei alla chiusura, è indirizzata in particolare ai giovani e alle scuole.
L'esposizione è accompagnata da un catalogo edito dal MANN con contributi del Direttore del MANN Paolo Giulierini e del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, così come di Antonietta De Lillo, Andrea Prota, Antonio De Simone, Titta Fiore, Gaty Sepe, Antonello Caporale e Giovanni Fiorentino. Nel volume, vi sono anche toccanti testimonianze di sopravvissuti.
Realizzata nell'ambito del Piano Operativo Complementare- POC 2014-2020 della Regione Campania, la mostra raccoglie oltre cento fotografie, concesse dall'archivio di marechiarofilm e scattate da Antonietta De Lillo all'indomani della scossa del 23 novembre 1980: un reportage sensibile di una ferita ancora aperta. Senza mai perdere la giusta distanza dalla realtà che osserva, l’occhio dell’autrice riesce a restituirci l’umanità che si cela dietro la cronaca. La mostra è, così, un percorso attraverso il materiale inedito di una giovane fotogiornalista che dimostrerà la sua capacità narrativa nella trentennale carriera di autrice cinematografica, sempre in bilico tra la presa diretta della realtà e la ricerca dell'invisibile.
''Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, appena usciti dall'emergenza Covid19, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra. Gli inediti scatti 'in presa diretta' di Antonietta De Lillo ci fanno infatti riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell'antichità. Ed anche nel dolore provocato dal terremoto e nella strenua opposizione alla natura matrigna si può riconoscere una delle tante identità delle genti del Mediterraneo. Una terra abituata a tremare quella del Sud Italia. Basti pensare al terribile terremoto del 62 d.C. che colpì proprio Pompei ed Ercolano e ai lavori di ristrutturazione degli edifici, mai ultimati, le cui testimonianze sono state suggellate dall'eruzione del 79 d.C.", commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.
Partita verso i comuni dell'entroterra colpiti dal sisma, con la sua Renault 4 e le macchine fotografiche, Antonietta De Lillo, allora ventenne, racconta i paesi ridotti in macerie, i primi soccorsi, i gruppi di ricerca, il dramma dei ritrovamenti. Il reportage ci accompagna nelle settimane successive: ecco gli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, i volontari che giungono da tutta Italia, l’arrivo della neve fino al disgelo, alle soglie di una fragile, ma coraggiosa ripresa. Napoli è la tappa iniziale da cui si protrae il viaggio della fotoreporter: Piazza del Plebiscito, affollata da cittadini e automobili, all'indomani del sisma, riporta il visitatore nel cuore di una città vittima di sconforto e paura. Le immagini di Via Stadera, dove avvenne il crollo più grave nell'area metropolitana, sono la premessa del percorso di indagine che condurrà l'autrice nei borghi dell'Irpinia distrutti
Un tappeto sonoro, tratto dall'archivio di Rai Teche, con le voci dei telegiornali e radiogiornali dell'epoca è diffuso in tutte le tre sale.
Nell'allestimento della mostra, patrocinata dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, le foto sono commentate da frasi tratte dai giornali dell'epoca, in particolare dal quotidiano Il Mattino, e da servizi televisivi.
"Un altro aspetto fondamentale, nel solco della nostra ricerca su 'Il MANN e la memoria' dedicata alla città è l'apporto che diedero proprio i giovani, 'i ragazzi del 1980', alla rinascita del museo post terremoto. Dalla crescita del nostro laboratorio di restauro, alla definizione di una vera e propria 'coscienza archeologica' della città, questi aspetti sono ricordati nel contributo video del prof. Antonio De Simone che di quei giorni fu protagonista. Ed è da questa storia che nasce il nostro forte impegno in tema di sicurezza e beni culturali. Perché le grandi crisi, ieri come oggi, devono indicarci la strada per un futuro migliore", conclude Paolo Giulierini.
Il percorso espositivo si chiude con l'illustrazione dei recenti studi sull'antisismica condotti con l'Università degli studi Federico IIDipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt) diretto da prof. Andrea Prota.
Una ricerca rivolta proprio ai temi connessi alla riduzione del rischio sismico con riferimento all’edificio museale, agli allestimenti, alle esposizioni permanenti e temporanee.
La mostra, inizialmente programmata per il quarantennale del terremoto e rimandata per il lockdown che nel novembre 2020 costrinse i musei alla chiusura, è indirizzata in particolare ai giovani e alle scuole.
L'esposizione è accompagnata da un catalogo edito dal MANN con contributi del Direttore del MANN Paolo Giulierini e del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, così come di Antonietta De Lillo, Andrea Prota, Antonio De Simone, Titta Fiore, Gaty Sepe, Antonello Caporale e Giovanni Fiorentino. Nel volume, vi sono anche toccanti testimonianze di sopravvissuti.
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