TOUJOURS
Dal 18 Dicembre 2020 al 21 Gennaio 2021
Milano
Luogo: Piazza Cavour
Indirizzo: Piazza Cavour
Sito ufficiale: http://www.istitutosvizzero.it
L’espressione francese ‘toujours’ fa riferimento alla temporalità – sempre, costantemente. Allo stesso tempo, contiene la frase ‘tous les jours’, tutti i giorni. TOUJOURS è una collaborazione tra l’Istituto Svizzero e gli studenti del Bachelor in Belle Arti all’Università delle Arti di Zurigo (ZHdK), creato nella classe di Nadia Graf e Thomas Julier. L’ampio schermo LED in cima al palazzo ad angolo in Piazza Cavour a Milano – dove si trovano non solo gli spazi espositivi dell’Istituto Svizzero, ma anche il Consolato Svizzero e il ristorante ‘Swiss Corner’ – fungerà prima e dopo Natale, in date selezionate, ‘toujours’, come piattaforma per una serie di lavori e interventi artistici. La Piazza viene percorsa ogni giorno dalle persone che vanno al lavoro, è un luogo famigliare per loro. Lo schermo è uno spazio per annunci pubblici – distanti e anonimi. Tuttavia, al momento è uno dei pochi spazi che rimane aperto al pubblico durante la chiusura dei musei a causa della pandemia: è una piattaforma per impulsi creativi e culturali, uno schermo condiviso.
Il 18, 19, 21 e 22 dicembre quattro studenti presentano i loro lavori, una seconda serie seguirà dall'11 al 21 gennaio 2021. Ciò che accomuna i lavori è il loro approccio giocoso con il luogo, e la loro analisi delle peculiarità del LED curvilineo e delle sue maestose dimensioni. Inoltre, i lavori degli studenti innescano anche una riflessione sulla presenza di schermi nello spazio pubblico, e si chiedono come questi cambino la nostra visione del mondo e come i media digitali generino nuove forme di publicity. Questo non riguarda solo gli abitanti di Milano che si confrontano con i lavori artistici proiettati in Piazza Cavour, ma tutti noi. In quanto luoghi per le discussioni via videoconferenza circa i lavori artistici, gli schermi sono stati onnipresenti anche nel processo di creazione. Dunque, la cultura dello schermo è un tema che ha accompagnato lo sviluppo dei lavori, a casa, in classe, in dialogo con l’Istituto, e alla fine in Piazza Cavour.
Suphansa Buraphalit ha sviluppato il lavoro Dizionario Gen Z per Milano per lo schermo LED in Piazza Cavour. Per il progetto, l’artista ha ricercato le espressioni e le frasi della così detta ‘Generazione Z’, che include i nati nei primi due decenni del 2000, che sono in grado di navigare facilmente nello spazio digitale e gestire in modo intuitivo app, piattaforme, strumenti tecnologici. Una generazione per la quale, dunque, uno schermo rappresenta anche un portale sul mondo. Dizionario Gen Z per Milano riunisce termini che ci sono famigliari o meno, a dipendenza della generazione a cui apparteniamo, e ci mostra che la lingua non è un costrutto stabile, quanto piuttosto continuamente muta e si adatta.
Elena Corvaglia, nel suo lavoro For sale. Tap water occasionally (2014-2020), proietta spazi privati, quotidiani e normali su un ampio schermo. Si tratta di spazi privati che sono tuttavia, in un certo senso, già pubblici, in quanto l’artista lavora con materiale visivo trovato nei portali immobiliari della sua città natale, nell’est dell’Ucraina, occupata dai separatisti filorussi. Gli intimi scorci di sale da bagno estranee o di camere da letto disfatte appaiono alienanti, quasi disturbanti, su un grande schermo. Ci irritano con i secchi di plastica e gli altri contenitori costantemente presenti. Elena Corvaglia affronta così un problema della sua città, danneggiata dalla guerra: in molte abitazioni l’erogazione dell’acqua funziona ma inadeguatamente, e le persone sono costrette a immagazzinare riserve nei secchi di plastica.
Anche Julius Peter Jenny crea scorci nel suo lavoro Untitled (2020) che proietta sullo schermo LED. Eppure, i suoi spazi sono di tipo fantastico, persino surreale. L’artista, che in effetti è primariamente un pittore, utilizza le peculiarità digitali dello schermo per tradurre i suoi dipinti in un altro medium, trasferendoli in uno spazio altro. Illuminati da strani soli e fonti luminose enigmatiche, situati tra tessuti e drappi luccicanti, osserviamo paesaggi artificiali con alberi nudi, classiche nature morte, o corpi attorcigliati. Queste fantasie, questi paesaggi e scene sono stati creati attraverso lo schermo di un computer e nella labirintica architettura dei programmi informatici 3D. Sopra Piazza Cavour questi si aprono a un mondo diverso e misterioso, attraente per quanto inspiegabile.
Thank you all for the wonderful comments (2020) è il titolo che Sebastian Eduardo Roldan Palomino ha attribuito al suo lavoro, che consiste in screenshot tratti da Youtube. L’artista ha scoperto un fenomeno umoristico e diffusissimo: le persone che commentano i video musicali della piattaforma nei quali appaiono i loro fratelli, figli, zie, mogli, madri. Nella sezione del commenti leggiamo, per esempio, “Mio padre – voce unica”, “THAT’S MY DAD!!!”, “This is actually my grandmother!”. Thank you all for the wonderful comments ci ricorda non solo che nello spazio digitale la sfera privata e quella pubblica talvolta si sovrappongono in modo bizzarro, ma anche che cantare insieme a Natale sarà probabilmente differente nell’anno della pandemia.
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