Rosa Genoni (1876-1954): una donna alla conquista del ‘900 per la moda, l’insegnamento, la pace e l’emancipazione
Dal 13 Gennaio 2018 al 17 Marzo 2018
Milano
Luogo: Archivio di Stato di Milano – Palazzo del Senato
Indirizzo: via Senato 10
Orari: dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 17; venerdì dalle 10 alle 14.30; sabato dalle 10 alle 13.30; domenica chiuso
Curatori: Elisabetta Invernici
Enti promotori:
- Regione Lombardia
- Comune di Milano
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Milano, Italia. Dopo un anno di attività celebrative in occasione dei 150 anni dalla nascita, va in scena all’Archivio di Stato di Milano la grande mostra dedicata a Rosa Genoni, una delle donne italiane più autorevoli del secolo scorso, con la quale si inaugura il calendario che Milano dedica al Novecento. Tanta strada è stata percorsa dai giorni di Milano EXPO 2015, durante i quali Rosa Genoni è stata presentata al grande pubblico a Palazzo Castiglioni con un evento sempre a cura di Elisabetta Invernici: incontri e momenti di studio (come la presentazione presso l’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo e quella all’Unione Femminile Nazionale a Milano) fino alla presenza da protagonista nella mostra “Tra Arte e Moda” a maggio 2016 a Firenze organizzata da Ferragamo, per proseguire con la capsule a Palazzo Morando, Milano, concerti, lectio e conferenze tenute dalla nipote-biografa Raffaella Podreider curatrice dell’Archivio riconosciuto di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia. Nel novembre 2015 Rosa Genoni è stata inserita nel Famedio fra i personaggi che hanno fatto grande questa città.
Oggi la mostra, il convegno inaugurale e la presentazione del documento del mese di gennaio 2018 dell’Archivio di Stato di Milano mettono in luce l’impegno di Rosa Genoni nella moda, nell’insegnamento, per l’emancipazione femminile, per i valori della pace. L’esposizione, visitabile dal 13 gennaio al 17 marzo 2018, racconta di Rosa Genoni donna audace, capace e decisa a non sottostare a un destino di povertà. Dal lavoro duro come piscinina alla direzione di una nota maison milanese, dal Grand Prix della Giuria all’Esposizione del 1906 alla carriera giornalistica; dirigente della sezione di sartoria e docente di storia del costume presso la Società Umanitaria di Milano; unica rappresentante italiana alla Conferenza dell’Aja del 1915, con il suo ingegno costruì una vita eccezionale in ogni ambito in cui operò. L’Archivio Genoni Podreider, l’Archivio di Stato di Milano, Fondazione Anna Kuliscioff, Società Umanitaria e Associazione Culturale Profumo di Milano espongono cimeli, bozzetti e abiti, documenti inediti, lettere, foto e pagine d’epoca, articoli e libri.
LA MOSTRA
Suddivisa in due parti, la mostra, sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e di altri importanti soggetti istituzionali, presenta una sezione moda e una politico-sociale.
SEZIONE MODA “Tributo a Rosa Genoni” - 13 gennaio - 4 febbraio 2018
A cura di Elisabetta Invernici.
Abiti, memorabilia, bozzetti, documenti autentici e inediti di Rosa Genoni la cui firma stilistica è spesso collegata a Casa Savoia e al gran mondo d’Europa come la marchesa Lindenberger e donna Carla Erba, al teatro e al cinema (Sarah Bernhardt, Lyda Borelli, Eleonora Duse), alla politica (Anna Kuliscioff), alla storia dell’arte (Boldini e Tallone) e alla creatività (D’Annunzio e Giuseppe Visconti di Modrone). “L’esposizione – spiega la curattrice Elisabetta Invernici - vuole raccontare attraverso la testimonianza di Rosa Genoni come l’esperienza ideativa, il concetto di filiera e l’eco-sostenibilità debbano convivere nella produzione di moda. E come la moda sia forma di comunicazione tra le più accreditate a veicolare valori artistici e morali. Un percorso narrativo, emotivo e inclusivo che consente una lettura a più livelli, nel corso del quale rimbalzano significati come: bello, etica, ricerca, identità e dove l’elemento femminile fa la differenza per quel tocco sentimentale che tutto pervade”.
In questo contesto si inseriscono i Tributi a lei dedicati da alcuni tra i più importanti marchi italiani e milanesi della moda e del design: Barbara Tristini Trimarchi, Chapeau Flambè by Fiammetta, Curiel, Doria 1905, Elena Savò, Ellie by Marco Lagattolla, Fratelli Rossetti, Gallia e Peter, Giuseppe di Morabito, JMonteiro, Katia Gagliardini, Maison Elegance Haute Couture, Manfredi Manara, Milena Ianniciello, Ornella Bijoux, Paola Bonacina, Roberta Moretti Gioielli, Sella Italia. L’Istituto Secoli ha realizzato un paio di cartamodelli di Rosa Genoni mai sviluppati prima d’ora. La Sartoria San Vittore presenta un modello teatrale ispirato all’araba fenice, simbolo di eterna rinascita. L’Associazione Irene propone una creazione che ricorda il periodo londinese di Rosa Genoni. Inoltre promuove tra le partecipanti dei propri laboratori sartoriali di Monza e di Milano, la realizzazione di borse “Rosa” ispirate al lavoro di ricerca stilistica di Rosa Genoni. Le borse saranno fabbricate con scarti di produzione donati dalle aziende tessili del territorio. Da Tirano, città natale della stilista, l’omaggio dell’Artigianato Artistico della Provincia di Sondrio e della Confartigianato Imprese Sondrio. Tutte le creazioni sartoriali in mostra sono valorizzate grazie alla partnership con ABC Mannequins, azienda leader del settore. “Dare un’anima a un manichino facendone una flessuosa opera artistica - spiega il fondatore Silvano Besana tuttora presente in azienda - è il frutto di una viscerale passione per arte e bellezza, design, artigianalità, comunicazione, sensibilità per l’ambiente, multiculturalità trasversale”. In occasione dell’inaugurazione della mostra il pubblico potrà ammirare in attività alcune artigiane fra le eccellenze del ricamo e del merletto italiano (Tombolo, Burano, Orvieto….) giunte dalle diverse regioni d’Italia in omaggio a Rosa Genoni e al suo amore per l’arte. Alcuni loro capolavori resteranno esposti per tutta la durata della mostra. Questo atelier del ricamo dà voce a Maria Vittoria Ovidi, coordinatrice del progetto Unesco per il merletto italiano.
In anteprima al pubblico, il docu-film, La moda è fatta di libertà- regia di Maja Astrid Diedenhofen - che ha partecipato come finalista nel 2017 al Film Festival di Sarajevo, organizzato da Consortio Civium Invictum, in cooperazione con il London Fashion Film Festival, Istanbul Fashion Film Festival e Madrid Fashion Film Festival. Due minuti per raccontare due vite che si intrecciano in pirouettes e cuciture a testimoniare come, grazie alla determinazione, i sogni possano diventare realtà. E poi la grande sorpresa: per la prima volta gli amanti della moda e delle arti decorative potranno scoprire alcuni dei 600 campioni tessili e prove di ricamo che Rosa Genoni collezionò per 25 anni progettando la nascita di un museo di arti decorative a Milano, come centro studi per giovani creativi. Le sale saranno profumate dalle note alla rosa create in esclusiva per Rosa Genoni da Ariaprofumata, azienda milanese leader nel marketing olfattivo. Il tocco glam della cartella stampa porta la firma di Elena Montesi.
SEZIONE STORICA “Impegno politico e sociale di Rosa Genoni” - 13 gennaio - 17 marzo 2018
Questa sezione ripercorre i momenti salienti della vita e dell’impegno politico e sociale di Rosa Genoni ed è stata curata dall’Archivio Genoni-Podreider con la collaborazione di Società Umanitaria, Fondazione Anna Kuliscioff, Associazione Profumo di Milano.
L’insegnamento alla scuola professionale della società Umanitaria: il 4 novembre 1905, inizia il rapporto che Rosa Genoni manterrà ininterrottamente con la Società Umanitaria legando il suo insegnamento, decisamente innovativo, al suo sogno di creare una moda mai più soggetta al modello francese. L’incarico di Rosa Genoni durerà fino al 1933 - quando si dimette in netto contrasto con la presidenza fascista - e non sarà solo legato alla sartoria, perché Rosa si occuperà anche di corsi di taglio (1908) e di costume (anni Venti), collaborando con l’Ente ad ulteriori progetti didattici, come quello di un Museo d’Arte Decorativa Moderna che fosse d'ispirazione alle scolaresche nelle loro creazioni e nei loro studi.
In esposizione fotografie delle scuole professionali femminili (sartoria, modisteria e cucito) e ricami eseguiti dalle allieve dell’Umanitaria e collezionati da Rosa Genoni, lettere, quaderni, illustrazioni d’epoca.
I congressi e la pace: Rosa Genoni partecipa ai più importanti Congressi dell’epoca, inerenti soprattutto la questione femminile e tutti gli aspetti legati ad una politica di neutralità e non belligeranza, nel periodo storico antecedente e contemporaneo alla Prima Guerra Mondiale.
In esposizione: documenti, lettere, opuscoli, libri, proclami, fotografie.
Pro Umanità: Il 6 agosto 1914 le truppe tedesche invadono il Belgio neutrale e i lavoratori italiani, emigrati a migliaia, sono costretti alla fuga. Conosciuto dalla realtà viva del racconto dei fuggiaschi tutto l’orrore della guerra, Rosa, con il marito Alfredo Podreider, rivolge tutta la sua attività nella propaganda anti interventista, decidendo di fondare la “Pro Umanità”.
Con l’entrata in guerra dell’Italia, inviare “pane per i Prigionieri Italiani” diventa una missione per Rosa Genoni che moltiplica i suoi sforzi: raccoglie donazioni e fondi, stampa migliaia di cartoline, cerca madrine per i soldati rinchiusi nei campi di prigionia.
In esposizione: documenti, lettere, opuscoli, proclami, fotografie, manifesti, cartoline.
Attività filantropiche e altre passioni: Il suo impegno sociale inoltre si è esplicato in attività filantropiche, come ad esempio l’istituzione di laboratorio di sartoria nelle carceri San Vittore, di un nido per i bimbi delle carcerate e di un ambulatorio ginecologico.
Notevole l’interesse per gli insegnamenti di Rudolf Steiner e, prima in Italia, per l’Agricoltura Biodinamica.
In esposizione documenti fotografici, libri, lettere.
La vita personale: Di fondamentale importanza in tutta la vita di Rosa Genoni ci sono gli affetti famigliari, in particolare l’unione con l’Avvocato Alfredo Podreider, con il quale condivideva le scelte politiche e dal quale riceveva sostegno nelle sue battaglie sociali.
Importanti gli incontri e i rapporti di amicizia con personalità dell’epoca, come Camillo Prampolini, Anna Kuliscioff, Filippo Turati, Lina Schwarz e Laura Orvieto.
In esposizione: lettere olografe, foto, libri con dedica autografa, mirabilia della famiglia.
L’intero percorso della mostra è accompagnato dalla presenza di studenti del Liceo Artistico Statale Umberto Boccioni di Milano in grado di offrire supporto ai visitatori all’interno dell’esperienza educativa “alternanza scuola lavoro”.
Closing della mostra venerdì 16 marzo 2018, convegno “Per l’emancipazione e l’insegnamento”,a cui interverranno, tra gli altri, i rappresentanti di Società Umanitaria, Fondazione Kuliscioff e Unione Femminile Nazionale.
IL CONVEGNO
Il 13 gennaio 2018 alle ore 10.00, un convegno scientifico, dedicato all’analisi di Rosa Genoni come personaggio ma soprattutto come donna, si propone di restituire al pubblico la figura complessa della stilista, docente, giornalista, scrittrice e attivista socialista impegnata pubblicamente nell’insegnamento, per l’emancipazione femminile e in difesa dei valori della pace. Grazie all’intervento di autorevoli esperti della materia che da anni si dedicano alla ricerca emergeranno nuovi elementi di studio per le giovani generazioni. Grande rilevanza avrà l’esposizione al pubblico di un documento inedito dedicato a Rosa Genoni e conservato dall’Archivio di Stato di Milano secondo una tradizione che vede ogni mese la presentazione di uno dei “tesori d’archivio” custodito dall’Istituto per diffonderne la conoscenza. Con un’introduzione di Raffaella Podreider, nipote-biografa di Rosa Genoni e presidente dell’Associazione Amici di Rosa Genoni, il convegno viene mediato da Elisabetta Invernici, giornalista, ideatrice e curatrice del progetto.
Interventi:
“Archivio Genoni-Podreider: le ragioni del riconoscimento d’interesse storico”
Maurizio Savoja, Direttore della Soprintendenza Archivistica e bibliografica della Lombardia
Esposizione e commento del Documento del Mese a cura dell'Archivio di Stato.
“Una vera impronta di italianità: la moda di Rosa Genoni nei campioni tessili conservati alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti – Firenze”
Elisa Masiero, esperta di Storia del Costume e dei Tessuti, ordinatrice alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti - Firenze
“La partecipazione di Rosa Genoni al Primo Congresso Internazionale Femminile dell'Aja nel 1915”
Maria Grazia Suriano, Università Cà Foscari, Venezia, Redazione DEP.
“Come le autorità tenevano d’occhio una pericolosa sovversiva: Rosa Genoni”
Pierluigi Zenoni, scrittore e storico dell'Istituto Sondriese di storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea - Sondrio.
GLI EVENTI COLLATERALI
Welcome Coffee. Possibilità di gustare in occasione del convegno inaugurale un vero caffè lombardo a partire dalla tostatura realizzata a Vigevano con una macchina originale degli anni ’50 grazie al servizio offerto da Ottobono.
Info: www.ottobono.it
Concerto vocale. Per l’apertura della mostra il coro “Il mio canto libero”, Casa delle Donne, composto da 40 coriste, diretto da Marcella Inga, esegue brani tratti dal repertorio dei canti popolari italiani che raccontano il lavoro femminile nei primi del ‘900.
Info: www.casadonnemilano.it
Food Experience. Le aziende storiche italiane Krumiri Rossi (1878), D.Barbero (1883) e Golf and Wine (1895), leader di mercato nella biscotteria, cioccolateria e bollicine, portano la loro testimonianza di un made in Italy che, grazie alla serietà della produzione, si è mantenuto indiscusso nel tempo. Carlo De Giorgis, sommelier FISAR delegazione di Monza, accompagna l’esperienza enologica. L’inaugurazione è l’occasione per degustare ricette storiche valorizzate nel tempo. Info: www.krumirirossi.it, www.barberodavide.it, www.vitea.it
Set fotografico Nadar. Come in un film muto, sullo scalone del Palazzo del Senato, verrà ricreato un set fotografico dove, accanto alle figure di Rosa Genoni e delle sue testimonial, ciascuno potrà scattarsi un selfie o farsi fotografare da Carlo Cozzoli, fotografo professionista.
Info e prenotazioni: www.carlocozzoliphotographer.com, cozzolicarlomilano@gmail.com
Visite narrate a cura della nipote-biografa Raffaella Podreider.
Info e prenotazioni: raffaellaalisa.podreider@fastwebnet.it
Tavola rotonda. Il 14 febbraio 2018, alla Tavola Rotonda Inaugurale per la mostra organizzata dalla Fondazione Anna Kuliscioff presso l’Archivio di Stato su Teodoro Ernesto Moneta, premio Nobel per la Pace: intervento su “Pace e movimento femminile: Rosa Genoni“. Interverranno tra gli altri Barbara Bracco dell’Università Bicocca su “Moneta, un pacifista nella guerra” e Giampaolo Romanato dell’Università di Padova “I Cattolici e la guerra”.
Incontri di approfondimento su Rosa Genoni presso l’Ufficio di Milano del Parlamento Europeo. Date in via di definizione. Info: www.europarl.europa.eu/italy/it/ufficio-a-milano
Visite guidate a cura di ConfGuide GITEC - Associazione Guide Italiane Turismo e Cultura di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. Due gli appuntamenti già in calendario (sabato 3 febbraio e sabato 10 marzo 2018 entrambi al mattino) su un tema caro al Novecento, la moda e l’emancipazione femminile, con un percorso che dalla mostra di Rosa Genoni all’Archivio di Stato proseguirà per la Milano liberty di Palazzo Castiglioni.
Per info e prenotazioni dal 15 gennaio 2018: gitec@unione.milano.it.
Visite emozionali a cura di Neiade Milano Tour. Due le date a disposizione: sabato 20 e sabato 27 gennaio 2018 ore 11.00. Tema Moda e Profumo nella Belle Epoque con un percorso che dalla mostra si conclude al set fotografico Nadar (sessione fotografica e stampa su richiesta).
Info e prenotazioni: info@neiade.com - tel. 0236565694
Gemellaggio. All’interno del programma Percorsi in città “I Martedì al Museo Martinitt e Stelline” il 30 gennaio alle ore 15.00 visita guidata alla mostra “Rosa Genoni 1867- 1954 una donna alla conquista del ‘900 per la moda, l’insegnamento, la pace e l’emancipazione”. All’interno del programma Briciole di sapere “I martedì al Museo Martinitt e Stelline” il 20 febbraio alle ore 17.00 presso il Museo Martinitt e Stelline (Corso Magenta 57 Milano) conferenza sulla figura di Rosa Genoni e sulla mostra a lei dedicata presso l’Archivio di Stato di Milano con la presenza della curatrice Elisabetta Invernici e della nipote biografa Raffaella Podreider.
Info: www.museomartinittestelline.it; infomuseo@pioalbergotrivulzio.it
Teatro. Perfetto closing della mostra moda lo spettacolo teatrale “Rosa Genoni e l’invenzione del made in Italy” scritto e diretto da Giorgio Almasio, interpretato da Cristina Castigliola con accompagnamento alla chitarra di Paolo Mazzanti. Prodotto da Donne In•canto presso lo Spazio Banterle di Largo Corsia dei Servi 4 (MI). Tre repliche: venerdì 2 febbraio 2018 ore 20.30, sabato 3 febbraio 2018 ore 19.30 (con conversazione di Raffaella Podreider, nipote e biografa di Rosa Genoni) e domenica 4 febbraio 2018 ore 16.30.
Info e prenotazioni: biglietteria@incamminati.it
Il 28 febbraio 2018 torna in scena lo spettacolo teatrale “Figlie d’epoca – Donne di pace in tempo di guerra” di e con Roberta Biagiarelli al Centro Asteria – Milano dedicato all’impegno pacifista e alla lotta per i diritti femminili.
Info e prenotazioni: cultura@centroasteria.it
Operetta. In occasione di Milano Liberty - stagione lirica “Invito all’Opera” 2017/2018” presso la Palazzina Liberty, Largo Marinai d’Italia, Milano, 11 marzo 2018 alle ore 16.00 pomeriggio musicale con la Compagnia del BelCanto: “Ti racconto l’Operetta - Il paese dei campanelli”.
Info e prenotazioni: www.compagniadelbelcanto.it
Pittura. Nella “convinzione che sarebbe avventato programmare il futuro senza comprenderne il passato”, Bottegantica, via Manzoni 45 Milano presenta dal 26 gennaio 2018 il primo appuntamento Lab/Contemporary - L’arte contemporanea incontra la pittura dell’Ottocento “Ottocento contemporaneo. Due generazioni di artisti a confronto”. Un rimando poetico alla mostra “Rosa Genoni – Una donna alla conquista del Novecento” che nella sezione moda “Tributi” propone il dialogo fra le creazioni originali della stilista e quelle di prolifici artisti contemporanei. Visite guidate congiunte con date in via di definizione.
Info: www.bottegantica.com; milano@bottegantica.com, info@bottegantica.com
Rosa Genoni, pioniera della moda italiana, artefice di pace e umanità. Note biografiche. Dalle montagne dell’alta Valtellina alle lotte per l’emancipazione femminile, fino ad entrare di diritto nell’Olimpo della moda. Di umili origini (primogenita di ben diciotto tra fratelli e sorelle), partita giovanissima da una piccola cittadina ai piedi delle Alpi (Tirano), Rosa Genoni ebbe una vita a dir poco straordinaria, unendo l’amore per la bellezza all’impegno per la pace e per il riscatto dei lavoratori. La sua gavetta nel mondo delle sartorie milanesi comincia a soli dieci anni come “piscinina”, ma ben presto la Genoni dimostra di avere una marcia in più: frequenta le scuole serali e poi si inscrive ad un corso di francese, la cui conoscenza è indispensabile perché, nella moda, la Francia detta legge. E proprio la capitale francese segnerà la vita di Rosa che, fin dagli esordi, cercherà di affrancarsi dallo stile parigino per trovare ispirazione nel grande patrimonio artistico e decorativo italiano. Arte e bellezza, quindi, non senza dimenticare le condizioni delle mestieranti delle sartorie, sfruttate e sottopagate. Avvicinatasi ai circoli socialisti, il suo impegno sociale non sfugge ai dirigenti del Partito Operaio Italiano, che nel 1884 le propongono di recarsi a Parigi per partecipare ad un Convegno internazionale sulle condizioni dei lavoratori. Tornata a Milano, dal 1893 la troviamo impegnata per il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici: entra a far parte della “Lega Promotrice degli Interessi femminili” e poi si avvicina alle posizioni di Anna Kuliscioff, di cui sosterrà le battaglie per l’emancipazione delle donne lavoratrici e per la tutela dei minori. È in questo periodo che Rosa viene assunta dalla rinomata “Maison H. Haartdt et Fils”, allora principale casa di moda milanese con filiali a Sanremo, Lucerna e St. Moritz, in un palazzotto di cinque piani con duecento dipendenti,. Qui ricoprirà il ruolo di premiere e poi quello di direttrice, dando inizio ad una vera rivoluzione dello stile, affrancandosi da quello parigino e dando vita ad uno stile autoctono, basato sull’arte decorativa italiana. Le sua creazioni, ispirate alle opere dei pittori rinascimentali italiani, conoscono il successo e meritano il Grand Prix della Giuria alla Esposizione Internazionale di Milano del 1906. Due di queste creazioni, il celebre abito da ballo ispirato a “Flora” dalla Primavera di Botticelli e il Manto di Corte tratto da un disegno del Pisanello, sono stati donati dalla figlia Fanny Podreider alla Galleria del Costume a Palazzo Pitti a Firenze e lì tuttora esposti. Scelta per i suoi meriti dalla Società Umanitaria, nel 1905 viene chiamata dalla Società Umanitaria a dirigere la sezione di sartoria nelle scuole professionali femminili (successivamente sarà anche docente di storia del costume), dove tiene lezioni serali e dirige la sezione di sartoria, biancheria e modisteria fino al 1933, anno in cui si dimetterà per non giurare fedeltà al fascismo. Sempre per incarico dell’Umanitaria Rosa Genoni visiterà le migliori scuole professionali europee (tra cui Parigi, Berlino e Amsterdam), ne studierà i programmi, perfezionando i suoi corsi professionali, per essere sempre all’avanguardia. Nel 1908 partecipa a Roma al Primo Congresso delle Donne Italiane esprimendo in un lungo intervento molto apprezzato la necessità dell'affrancamento dalla Moda Francese. Auspica la nascita e lo sviluppo di una Moda Italiana con l'affermazione sempre più rilevante, sia dal punto di vista artistico che economico, dell'alto potenziale dell'artigianato italiano. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale è sostenitrice della Neutralità. Nel 1928 regolarizza la sua unione sposandosi con l’avvocato Podreider ed inaugura con suo marito un laboratorio di sartoria, un asilo nido e successivamente un ambulatorio ginecologico per le detenute di San Vittore in memoria della di lui madre deceduta Carolina Podreider. Nel 1936 rimane vedova e quattro anni dopo si trasferisce a Varese nella villa che il marito aveva comprato per sua madre. Del 1948 è ancora una sua appassionata lettera al conte Bernadotte, mediatore dell’ONU per la questione palestinese, dove auspica la pace tra arabi ed ebrei. Muore a Varese il 12 agosto 1954.
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