PERFORMING PAC. Dance Me To The End Of Love

PERFORMING PAC. Dance Me To The End Of Love, PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea, Milano

 

Dal 11 Luglio 2023 al 10 Settembre 2023

Milano

Luogo: PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea

Indirizzo: Via Palestro 14

Orari: da martedì a domenica ore 10—19:30 Giovedì ore 10—22:30 Lunedì chiuso Ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura

Costo del biglietto: Intero € 8,00 Ridotto speciale € 6,50 / € 4,00 Gratuito inori di 6 anni; disabili con invalidità pari al 100%; un accompagnatore per disabile che presenti necessità; un accompagnatore per ogni gruppo; due accompagnatori per ogni gruppo scolastico; un accompagnatore e una guida per ogni gruppo FAI o Touring Club; dipendenti della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Milano; giornalisti accreditati dall’ufficio stampa; tesserati ICOM; possessori di Abbonamento Musei Lombardia; guide turistiche

Sito ufficiale: http://www.pacmilano.it


In occasione del trentesimo anno dalla strage mafiosa di Via Palestro, l’edizione di PERFORMING PAC Estate 2023 è dedicata al rapporto tra arte contemporanea e memoria storica: l’idea è di raccontare  - attraverso video, fotografie, installazioni, performance e una piccola mostra “flashback” con i materiali dell’Archivio del PAC - come la pratica e la ricerca artistica contemporanee abbiamo trattato la memoria non in quanto conoscenza della storia fine a se stessa, ma in quanto nesso, significativamente ed emotivamente carico, vissuto fra soggetti e vicende che trascendono la loro singolarità.  
Per questa nuova edizione si parte dalla rilettura della mostra di Christian Boltanski, 6 septembres, curata da Jean-Hubert Martin al PAC nel 2005. Tra le principali chiavi di lettura dell’opera di Boltanski vi è proprio l’analisi del concetto di “tempo”, che inesorabilmente fluisce e in cui la memoria e il ricordo divengono i segni, le tracce, del fragile e instabile passaggio dell’uomo.  
Il titolo di quest'anno, Dance Me To The End Of Love, è una citazione da una canzone di Leonard Cohen del 1984, brano ispirato al dramma della Shoah. In un’intervista Cohen spiegava: «La canzone è nata sentendo i racconti dei sopravvissuti dai campi della morte. Accanto ai forni crematori, in alcuni lager, un quartetto d’archi era costretto a suonare mentre si consumava questo orrore. Un orrore che sarebbe diventato il destino anche degli stessi musicisti. Suonavano quando i loro compagni morivano». Ma nei versi della canzone il dramma sembra scomparire nella missione salvifica e pacifica dell'arte come veicolo di memoria, capace di essere più forte di ogni crudeltà.  
Artisti: Maja Bajevic, Christian Boltanski, Yael Bartana, Maurizio Cattelan, Clemencia Echeverri, Miguel Gomes, Douglas Gordon, Nicola Pellegrini e Ottonella Mocellin, Giulio Squillacciotti  
Timeline con ricostruzione avvenimenti della strage di via Palestro: a cura di Simona Zecchi e Marco Bova

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