Paesi vaghissimi. Giuseppe Zola e la pittura di paesaggio
Dal 10 Dicembre 2021 al 13 Marzo 2022
Monza | Milano
Luogo: La Galleria. Collezione e Archivio Storico
Indirizzo: Via Scudari 9
Orari: venerdì, sabato e domenica con orario 10.00-13.00 e 14.00-18.00; chiusura natalizia nei weekend 24-26 dicembre e 31 dicembre - 2 gennaio
Curatori: Lucia Peruzzi
Costo del biglietto: ingresso gratuito. Nel rispetto della normativa vigente, per accedere agli spazi espositivi sarà necessario esibire il Green pass rafforzato (Super green pass) ed indossare la mascherina
Telefono per informazioni: +39 059 2021598
E-Mail info: lagalleria@bper.it
Sito ufficiale: http://www.lagalleriabper.it
L'esposizione è dedicata a Giuseppe Zola (Brescia, 1672 - Ferrara, 1743), pittore originario di Brescia, giunto giovanissimo a Ferrara dove svolge tutta la sua attività. Considerato maestro nella pittura di paesaggio, l'artista è in grado di ritagliarsi una posizione rilevante presso la borghesia e la nobiltà estense per le quali produce una considerevole quantità di paesaggi destinati a impreziosire saloni e gallerie.
Zola è una figura del tutto singolare nel contesto culturale e artistico ferrarese del XVIII secolo per la sua vastissima produzione di dipinti quasi interamente a carattere paesaggistico, in grado di soddisfare, con la piacevolezza del soggetto e della conduzione pittorica, la crescente richiesta di tele per arredare i palazzi della città.
Il percorso della mostra si articola attraverso otto tele provenienti dalla nuova sede del Monte di Pietà di Ferrara, edificata nel 1756. A seguito della fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Ferrara in BPER Banca, avvenuta nel 2017, queste opere ed altri 24 dipinti dello stesso autore sono entrati a fare parte della collezione d'arte del gruppo bancario, che ad oggi comprende oltre mille capolavori, dal Quattrocento al Novecento.
«L'arte si è costantemente confrontata con il tema della natura - scrive la curatrice Lucia Peruzzi - in un continuo e complesso mutamento del punto di vista, e si è inevitabilmente intrecciata al modo di vedere e di interpretare il territorio. Ma è nel Seicento che la natura, da semplice sfondo, comincia ad affermarsi nella sua autonomia. E il paesaggio arcadico e pieno di atmosfera del Settecento, nelle sue varie declinazioni, affonda le radici nei paesaggi del secolo precedente, dalle visioni solenni e idealizzate, quasi senza tempo, alle immagini di una natura pittoresca, carica di sentimenti e suggestioni. Zola parte da questi temi dominanti e li rielabora con citazioni che vanno da Claude Lorrain a Salvator Rosa, in una ricerca cromatica mediata dalla conoscenza delle opere di Marco Ricci. Nei suoi dipinti paesaggi alpestri con rocce e cascate, architetture in rovina e vecchi casali contadini si alternano a più serene vedute di campagne adagiate lungo le rive di fiumi placidissimi, immerse nel silenzio dell'atmosfera velata del meriggio, con l'azzurro del cielo e i riflessi violacei delle montagne in lontananza».
«Ogni nostra azione - dichiara la Presidente di BPER Banca Flavia Mazzarella - produce un impatto sul paesaggio che ci circonda e, più in generale, sull'ambiente. Per questo BPER Banca sta portando avanti iniziative per contribuire al raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs), obiettivi di sostenibilità non solo economica ed ambientale, ma anche sociale e culturale, dell'Agenda 2030, per il benessere futuro delle persone e dei territori. Questa nuova esposizione ha dunque un duplice obiettivo: presentare lo splendido nucleo di Giuseppe Zola, maestro della pittura del paesaggio, e sensibilizzare il pubblico sull'importanza di preservare le meraviglie del territorio».
«La valorizzazione dei capolavori della corporate collection di BPER Banca - scrive Sabrina Bianchi, responsabile del progetto - è uno dei principali obiettivi che "La Galleria. Collezione e Archivio Storico" si propone, unitamente alla volontà di contribuire alla diffusione di una cultura sostenibile, aperta a tutti e integrata nella vita delle persone. "Paesi vaghissimi" trasporta il visitatore in un percorso visivo in cui il paesaggio non è solo uno sfondo, ma è capace di stimolare la riflessione su quanto l'impatto antropico ha determinato nel corso del tempo».
L'esposizione è accompagnata da un catalogo disponibile in loco con un testo critico della curatrice Lucia Peruzzi, un testo dedicato ai giardini di Eraldo Antonini (dottore agronomo che opera nel settore del verde ornamentale, pubblico e privato, dal 1995, già professore a contratto nella Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ove ha insegnato "Restauro, ripristino, conservazione e ricostruzione dei giardini storici") e ricco apparato iconografico.
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