Momenti di Nuova Figurazione in Lombardia. Ceretti, Gasparini, Leddi, Vaglieri
Dal 07 Giugno 2017 al 06 Luglio 2017
Milano
Luogo: Spazio Eventi Palazzo Pirelli
Indirizzo: via Filzi 22
Orari: dal lunedì al venerdì 13-19 (sabati e domeniche esclusi)
Curatori: Luca Pietro Nicoletti, Renato Galbusera
Enti promotori:
- Regione Lombardia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
La mostra presenta alcuni casi emblematici della Nuova Figurazione a Milano e ripercorre la vicenda di quattro figure emblematiche, anche se un po’ appartate, del panorama artistico milanese del Secondo Dopoguerra: Mino Ceretti, Giansisto Gasparini, Piero Leddi e Tino Vaglieri. Ripercorrendo per tappe il loro itinerario artistico, la mostra vuole essere un omaggio a quattro figure la cui storia merita maggiore attenzione e costituisce tutt’ora una valida proposta da far conoscere alla cittadinanza e al pubblico più giovane.
La mostra si propone infatti di mostrare tre vie che hanno tenuto unito rinnovamento della pittura e impegno etico nei confronti della realtà circostante, affrontando il tema della crisi di identità contemporanea (Mino Ceretti), o reinventando in chiave allegorica la rappresentazione storica (Piero Leddi) oppure momenti e oggetti della vita quotidiana (Giansisto Gasparini) fino a una visionaria reinvenzione delle periferie urbane (Tino Vaglieri).
Mostrandone i caratteri di novità e originalità, i tre profili che si intende presentare esemplificano in maniera molto chiara tre diverse fenomenologie di nuova figurazione, invitando il visitatore a riflettere sui rapporti fra immagine, figura, spazio e sua rappresentazione.
Allo stesso tempo, tutti e quattro gli artisti qui proposti mostrano legami molto forti con la città e con il suo ambiente intellettuale, tessendo rapporti di amicizia con poeti e scrittori come Emilio Tadini e Roberto Sanesi (Ceretti e Vaglieri), Mario De Micheli, Franco Loi e Gilberto Finzi (Leddi e Gasparini), che rievocano un’importante stagione della cultura milanese.
Mino Ceretti (Milano 1930). frequenta l’Accademia di Brera sotto la guida di Aldo Carpi e qui si diploma nel 1955, anno a cui risale anche la sua prima mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano. Qui esporrà anche l’anno successivo in una mostra insieme a Romagnoni e Guerreschi, poi portata alla Galleria Alibert di Roma e alla Galleria del Cavallino a Venezia. Nel 1960 partecipa alla rassegna Possibilità di relazione alla galleria l’Attico di Roma, mostra di riferimento per il dibattito sul superamento dell’Informale. È presente alla VII, VII e IX Quadriennale di Roma. Ha insegnato nelle Accademie di Belle Arti di Milano, Carrara, Venezia e Torino. Nel 1996 ha pubblicato i suoi appunti autobiografici dedicati agli anni Cinquanta su “Terzocchio” (numeri 78, 79, 80), che hanno costituito la base del volume Il caso di vivere. appunti edito nel 2009 da La Città di brera nella collana “Quaderni” dedicati agli scritti d’artista.
Giansisto Gasparini (Casteggio (Pavia) nel 1924. Compie gli studi a Milano presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Brera. Abita a Voghera per diversi anni in stretto contatto di amicizia e di lavoro con il pittore Alberto Nobile. Dopo aver vissuto i momenti prebellici e della resistenza nel vogherese, si trasferisce a Milano nel 1946. Nell’Unione cattolica degli Artisti Italiani (U.CA.I.) ha sostenuto per molti anni il ruolo di presidente della Sezione Milanese e di Segretario nazionale. Nel 1952 viene invitato ad esporre alla Biennale di Venezia e dopo tre anni, nel 1955, viene ammesso alla Quadriennale di Roma.
Piero Leddi (San Sebastiano Curone 1930-Milano 2016). A Milano dal 1951, per vari anni Leddi si è dedicato all’attività di grafico pubblicitario. Alle prime mostre personali del 1953 e del 1958, rispettivamente alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e a Tortona, ne sono seguite circa cento. Fausto Coppi, eroe di un’epopea contadina, è protagonista di numerose opere esposte tra l’altro in una mostra alla Galleria La Nuova Pesa di Roma nel 1966. Nella fase successiva, mentre i paesaggi urbani ricorrono nelle opere che hanno per oggetto il parco Sempione, la riconsiderazione del rapporto con la storia si traduce in un vasto ciclo sulla Rivoluzione francese, esposto nel 1989 al Castello Sforzesco di Milano in occasione del bicentenario e poi all’Istituto italiano di cultura di Lione e al Palais de l’Europe di Strasburgo.
Tino (Giustino) Vaglieri (Trieste 1929- Milano 2000). Dopo avere condotto studi classici, si iscrive all’Accademia di Brera, sotto l’insegnamento del pittore Aldo Carpi. Marco Valsecchi e Mario De Micheli lo individuano come uno degli artisti più promettenti del gruppo. È nel 1956 che il giovane Vaglieri si distingue, in una mostra alla Galleria Pater di Milano. Nel 1960 è alla XXX Biennale di Venezia con una sala personale, che avrà nuovamente nel 1964. Nel 1995 la Permamente gli dedica una mostra personale, curata da Piero Del Giudice, che ottiene grande successo. Ancora immerso nel suo lavoro, scompare a Milano nel 2000.
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