Mirror Room
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Matteo Gatti, Mula ciega, 2021, matite colorate su carta, 29,7x21 cm.
Dal 20 Novembre 2021 al 15 Dicembre 2021
Milano
Luogo: Edicola Radetzky
Indirizzo: Viale Gorizia
Edicola Radetzky presenta Mirror Room, mostra realizzata con la collaborazione di Candy Snake Gallery, con le opere di Matteo Gatti, Naomi Gilon e Andrea Samory.
Il progetto unisce le opere dei tre giovani artisti accomunati dalla vicinanza all’immaginario fantastico tra ibridazioni di forme umane, animali, vegetali e artificiali. Tramite l’utilizzo degli specchi lo spazio espositivo diviene luogo in cui decade il limite tra realtà e finzione, in un gioco di riflessi misterioso e seducente.
La ricerca di Matteo Gatti (1989, nato a Olgiate Olona, vive e lavora a Torino) si sviluppa intorno al superamento della centralità dell’essere umano, con opere che sono il risultato di interventi di ibridazione di elementi naturali e culturali. La produzione recente è connotata dall’utilizzo delle matite colorate per realizzare disegni in cui il flusso di coscienza porta a libere associazioni, in uno stato di permanente dialettica che celebra il conflitto tra elementi opposti quali mostruoso/seducente, artificiale/naturale, umano/non umano, contemporaneo/arcaico, macroscopico/microscopico, razionale/irrazionale, sentimentale/bestiale, reale/immaginario.
Traendo ispirazione da alcune forme della cultura popolare come la fantascienza, il cinema horror e la mitologia, nelle proprie opere recenti Naomi Gilon (1996, nata ad Arlon, vive e lavora a Bruxelles) realizza forme fantastiche in cui il mostruoso prende vita irrompendo nella quotidianità, con incursioni negli ambiti del design e della moda. La tecnica principale utilizzata dall’artista è la ceramica smaltata, con cui il corpo viene ritratto nelle sue possibilità di trasformazione, dando vita a chimere tra l’umano e l’animale.
La pratica di Andrea Samory (1991, nato a Padova, vive a Tokyo) si concentra sulla relazione tra materia biologica e lo stereotipico concetto di natura. La sua ricerca si riferisce a una realtà parallela in cui gli esseri sono contemporaneamente virtuali e reali, vivi e morti, naturali e artificiali, biologici e minerali. Immagini familiari e confortanti vengono sistematicamente alienate dal proprio idealizzato contesto, creando una natura artificiale terrificante, sconcertante, corrotta. Le molteplici tecniche utilizzate combinano polimeri sintetici industriali con piante viventi, materiali cinematografici SFX con terra e pietra, render digitali con realtà stampate in 3D.
Inaugurazione: sabato 20 novembre 2021 ore 18.00 - 21.00
Il progetto unisce le opere dei tre giovani artisti accomunati dalla vicinanza all’immaginario fantastico tra ibridazioni di forme umane, animali, vegetali e artificiali. Tramite l’utilizzo degli specchi lo spazio espositivo diviene luogo in cui decade il limite tra realtà e finzione, in un gioco di riflessi misterioso e seducente.
La ricerca di Matteo Gatti (1989, nato a Olgiate Olona, vive e lavora a Torino) si sviluppa intorno al superamento della centralità dell’essere umano, con opere che sono il risultato di interventi di ibridazione di elementi naturali e culturali. La produzione recente è connotata dall’utilizzo delle matite colorate per realizzare disegni in cui il flusso di coscienza porta a libere associazioni, in uno stato di permanente dialettica che celebra il conflitto tra elementi opposti quali mostruoso/seducente, artificiale/naturale, umano/non umano, contemporaneo/arcaico, macroscopico/microscopico, razionale/irrazionale, sentimentale/bestiale, reale/immaginario.
Traendo ispirazione da alcune forme della cultura popolare come la fantascienza, il cinema horror e la mitologia, nelle proprie opere recenti Naomi Gilon (1996, nata ad Arlon, vive e lavora a Bruxelles) realizza forme fantastiche in cui il mostruoso prende vita irrompendo nella quotidianità, con incursioni negli ambiti del design e della moda. La tecnica principale utilizzata dall’artista è la ceramica smaltata, con cui il corpo viene ritratto nelle sue possibilità di trasformazione, dando vita a chimere tra l’umano e l’animale.
La pratica di Andrea Samory (1991, nato a Padova, vive a Tokyo) si concentra sulla relazione tra materia biologica e lo stereotipico concetto di natura. La sua ricerca si riferisce a una realtà parallela in cui gli esseri sono contemporaneamente virtuali e reali, vivi e morti, naturali e artificiali, biologici e minerali. Immagini familiari e confortanti vengono sistematicamente alienate dal proprio idealizzato contesto, creando una natura artificiale terrificante, sconcertante, corrotta. Le molteplici tecniche utilizzate combinano polimeri sintetici industriali con piante viventi, materiali cinematografici SFX con terra e pietra, render digitali con realtà stampate in 3D.
Inaugurazione: sabato 20 novembre 2021 ore 18.00 - 21.00
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