Miroslaw Balka. nehtyM
Dal 22 Settembre 2022 al 12 Novembre 2022
Milano
Luogo: Galleria Raffaella Cortese
Indirizzo: Via Stradella 7
Orari: tue – sat 10am – 1pm | 2:30pm – 7pm
Telefono per informazioni: +39 02 2043555
E-Mail info: galleria@raffaellacortese.com
Sito ufficiale: http://raffaellacortese.com
Galleria Raffaella Cortese presenta nehtyM, quinta personale di Miroslaw Balka (Varsavia, 1958) in galleria. L’artista, già protagonista dell’importante retrospettiva CROSSOVER/S, tenutasi al Pirelli HangarBicocca nel 2017 a cura di Vicente Todolí, ritorna a Milano con un nuovo progetto di opere inedite nello spazio di via Stradella 7.
nehtyM, titolo della mostra, è la versione speculare della parola tedesca “Mythen” che rivela il viaggio dell’artista nel concetto di mito attraverso tre simbolici momenti: Desiderio, Gravità e Unione. Il percorso espositivo è così scandito in tre macro-aree attraverso nuove sculture e disegni, opere che proseguono l’indagine, avviata da Miroslaw Balka negli anni ’80, sul delicato rapporto tra arte e vita, intrecciando le esperienze personali con l’immaginario della memoria collettiva.
Desiderio è il primo tempo della mostra, caratterizzato da tre disegni di grandi dimensioni che rappresentano due personaggi della mitologia greca: Afrodite, l’antica dea greca dell’amore e della bellezza, e Niobe, figlia di Tantalo, che fu punita per l’arroganza con cui si vantava dei propri numerosi figli. Le due divinità appartengono alla storia personale dell’artista che le ricorda come i primi soggetti del desiderio, scoperti mentre curiosava tra i libri di mitologia in bianco e nero all’età di 12 anni.
Segue Gravità che vede come protagonista 84 kg, una scultura in cemento composta da forme differenti di vasi da fiori. Dell’opera, che è stata sviluppato attraverso strutture, livelli e intensità diversi, l’unica informazione dataci è il peso: mentre la misura del titolo suggerisce la totalità dell’oggetto finale e ne demarca la presenza nello spazio, i dettagli sono taciuti. Nella compresenza di visibile, quantificabile, e invisibile, latente, l’opera evoca un immaginario senza tempo.
Unione è la terza area della mostra con 273 x 23 x 23 / NowHereWe, una scultura composta da campane provenienti da luoghi, culture e iconografie religiose diverse. Attraverso l’associazione di oggetti comuni trovati, raccolti e rimossi dal loro contesto originario, Miroslaw Balka avvicina storie e memorie lontane mettendole in relazione con uno spazio inedito, quello espositivo, e sviluppa un nuovo linguaggio formale il cui significato è libero da ogni esplicita interpretazione.
L’artista conclude il percorso con un frammento della sua sfera privata, rappresentato dall’opera Heaven – Jerzy, una carta da regalo dorata che rievoca un ricordo ormai distante: l’ultimo Natale trascorso con suo padre. Sospesa tra il tempo perduto e quello ritrovato, questa narrazione che Balka costruisce a partire da una memoria personale allude al mito collettivo della dimora famigliare, dell’infanzia e della condizione umana.
“Dove sono i confini della fiducia? Non toccheresti un quadro con le dita, ma la scultura fa venire voglia di toccarla, di bussare per capire di cosa è fatta. La presenza del corpo, il ruolo della fisicità — è un contesto diverso, in cui ci sono ancora prospettive per la scultura non più figurativa ma dedicata a una figura diversa — la figura dello spettatore”.
M.B. 2015
Miroslaw Balka è nato nel 1958 a Varsavia, Polonia. Attualmente vive e lavora a Otwock, Polonia e Oliva, Spagna. I lavori di Balka, che comprendono installazioni, sculture e video, hanno un’essenziale e poetica qualità che è sottolineata dal posizionamento attento e minimalista degli oggetti negli spazi e dalle distanze tra gli oggetti stessi. Spesso l’artista utilizza il suo stesso corpo come modello di riferimento ed è per questo che la maggior parte dei suoi lavori incorporano elementi personali o autoreferenziali come cenere, feltro, sale, capelli o sapone. Il lavoro di Balka si occupa di memorie personali e collettive, con particolare riferimento alla sua educazione cattolica e alla storia frammentata della Polonia, suo paese natale. Attraverso questa indagine sulla memoria collettiva del proprio paese, Balka indaga come i traumi soggettivi si tramutano in storie collettive e vice versa. I materiali utilizzati sono semplici, come oggetti di tutti i giorni, spesso carichi di energia, rituali e memorie nascoste. Tra le mostre personali dedicate all’artista: Red Nerve, Castello di Ama, Siena (2019); 30/5780, Galeria Labirynt 2, Lublino, Polonia (2019); [(.;,:?!–...)], Muzeum Śląskie, Katowice, Polonia; DIE SPUREN, Museum Morsbroich, Leverkusen, Germania (2017); CROSSOVER/S, Pirelli HangarBicocca, Milano (2017); Nerve.Construction, Muzeum Sztucki MS1, Lodz (2015); Fragment, Akademie Der Kunste, Berlino e CCA Warsaw (2011); Between Honey & Ashes, Douglas Hyde Gallery, Dublino (2011); Museo Reina Sofia, Madrid (2010); Topography, Modern Art Oxford, Oxford (2009) How It Is, Turbine Hall, Tate Modern, Londra (2009); AAA + rauchsignale, Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka (2007); Tristes Tropiques, Irish Museum of Modern Art, Dublino (2007); Lichtzwang, K21 Kunstsammlung Nordrhein Westfalen, Düsseldorf (2006); Eclipse, Kröller-Müller Museum, Otterlo (2001). Balka ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive: la Biennale di Venezia (1990, 2003, 2005, 2013; ha rappresentato la Polonia nel 1993); documenta IX, Kassel (1992); Biennale di Sydney (1992, 2006); The Carnegie International, Pittsburgh (1995); Biennale di São Paulo (1998); Liverpool Biennial (1999); Biennale di Santa Fe (2006). Nel 2009 ha presentato il suo progetto speciale How It Is per la Unilever Series, Turbine Hall, Tate Modern, Londra. Ha prodotto il Memoriale alle Vittime della tragedia del traghetto Estonia a Stoccolma (1997), e molteplici installazioni tra cui AUSCHWITZWIELICZKA, Cracovia (2010), e HEAL, University of California, San Francisco (2009). Una serie di conversazioni tra Miroslaw Balka e l’intellettuale Zygmunt Bauman è stata pubblicata nel 2012. Nel 2015, l’artista ha creato la scenografia per l’opera spettacolo Magic Mountain di Paweł Mykietyn. Miroslaw Balka ha partecipato a diversi comitati, giurie e tavole rotonde con speakers del calibro di Juan Vicente Aliaga, Julian Heynen, Anda Rottenberg, Kasia Redsisz, Anja Rubik, Joseph Rykwert e Vicente Todolí.
nehtyM, titolo della mostra, è la versione speculare della parola tedesca “Mythen” che rivela il viaggio dell’artista nel concetto di mito attraverso tre simbolici momenti: Desiderio, Gravità e Unione. Il percorso espositivo è così scandito in tre macro-aree attraverso nuove sculture e disegni, opere che proseguono l’indagine, avviata da Miroslaw Balka negli anni ’80, sul delicato rapporto tra arte e vita, intrecciando le esperienze personali con l’immaginario della memoria collettiva.
Desiderio è il primo tempo della mostra, caratterizzato da tre disegni di grandi dimensioni che rappresentano due personaggi della mitologia greca: Afrodite, l’antica dea greca dell’amore e della bellezza, e Niobe, figlia di Tantalo, che fu punita per l’arroganza con cui si vantava dei propri numerosi figli. Le due divinità appartengono alla storia personale dell’artista che le ricorda come i primi soggetti del desiderio, scoperti mentre curiosava tra i libri di mitologia in bianco e nero all’età di 12 anni.
Segue Gravità che vede come protagonista 84 kg, una scultura in cemento composta da forme differenti di vasi da fiori. Dell’opera, che è stata sviluppato attraverso strutture, livelli e intensità diversi, l’unica informazione dataci è il peso: mentre la misura del titolo suggerisce la totalità dell’oggetto finale e ne demarca la presenza nello spazio, i dettagli sono taciuti. Nella compresenza di visibile, quantificabile, e invisibile, latente, l’opera evoca un immaginario senza tempo.
Unione è la terza area della mostra con 273 x 23 x 23 / NowHereWe, una scultura composta da campane provenienti da luoghi, culture e iconografie religiose diverse. Attraverso l’associazione di oggetti comuni trovati, raccolti e rimossi dal loro contesto originario, Miroslaw Balka avvicina storie e memorie lontane mettendole in relazione con uno spazio inedito, quello espositivo, e sviluppa un nuovo linguaggio formale il cui significato è libero da ogni esplicita interpretazione.
L’artista conclude il percorso con un frammento della sua sfera privata, rappresentato dall’opera Heaven – Jerzy, una carta da regalo dorata che rievoca un ricordo ormai distante: l’ultimo Natale trascorso con suo padre. Sospesa tra il tempo perduto e quello ritrovato, questa narrazione che Balka costruisce a partire da una memoria personale allude al mito collettivo della dimora famigliare, dell’infanzia e della condizione umana.
“Dove sono i confini della fiducia? Non toccheresti un quadro con le dita, ma la scultura fa venire voglia di toccarla, di bussare per capire di cosa è fatta. La presenza del corpo, il ruolo della fisicità — è un contesto diverso, in cui ci sono ancora prospettive per la scultura non più figurativa ma dedicata a una figura diversa — la figura dello spettatore”.
M.B. 2015
Miroslaw Balka è nato nel 1958 a Varsavia, Polonia. Attualmente vive e lavora a Otwock, Polonia e Oliva, Spagna. I lavori di Balka, che comprendono installazioni, sculture e video, hanno un’essenziale e poetica qualità che è sottolineata dal posizionamento attento e minimalista degli oggetti negli spazi e dalle distanze tra gli oggetti stessi. Spesso l’artista utilizza il suo stesso corpo come modello di riferimento ed è per questo che la maggior parte dei suoi lavori incorporano elementi personali o autoreferenziali come cenere, feltro, sale, capelli o sapone. Il lavoro di Balka si occupa di memorie personali e collettive, con particolare riferimento alla sua educazione cattolica e alla storia frammentata della Polonia, suo paese natale. Attraverso questa indagine sulla memoria collettiva del proprio paese, Balka indaga come i traumi soggettivi si tramutano in storie collettive e vice versa. I materiali utilizzati sono semplici, come oggetti di tutti i giorni, spesso carichi di energia, rituali e memorie nascoste. Tra le mostre personali dedicate all’artista: Red Nerve, Castello di Ama, Siena (2019); 30/5780, Galeria Labirynt 2, Lublino, Polonia (2019); [(.;,:?!–...)], Muzeum Śląskie, Katowice, Polonia; DIE SPUREN, Museum Morsbroich, Leverkusen, Germania (2017); CROSSOVER/S, Pirelli HangarBicocca, Milano (2017); Nerve.Construction, Muzeum Sztucki MS1, Lodz (2015); Fragment, Akademie Der Kunste, Berlino e CCA Warsaw (2011); Between Honey & Ashes, Douglas Hyde Gallery, Dublino (2011); Museo Reina Sofia, Madrid (2010); Topography, Modern Art Oxford, Oxford (2009) How It Is, Turbine Hall, Tate Modern, Londra (2009); AAA + rauchsignale, Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka (2007); Tristes Tropiques, Irish Museum of Modern Art, Dublino (2007); Lichtzwang, K21 Kunstsammlung Nordrhein Westfalen, Düsseldorf (2006); Eclipse, Kröller-Müller Museum, Otterlo (2001). Balka ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive: la Biennale di Venezia (1990, 2003, 2005, 2013; ha rappresentato la Polonia nel 1993); documenta IX, Kassel (1992); Biennale di Sydney (1992, 2006); The Carnegie International, Pittsburgh (1995); Biennale di São Paulo (1998); Liverpool Biennial (1999); Biennale di Santa Fe (2006). Nel 2009 ha presentato il suo progetto speciale How It Is per la Unilever Series, Turbine Hall, Tate Modern, Londra. Ha prodotto il Memoriale alle Vittime della tragedia del traghetto Estonia a Stoccolma (1997), e molteplici installazioni tra cui AUSCHWITZWIELICZKA, Cracovia (2010), e HEAL, University of California, San Francisco (2009). Una serie di conversazioni tra Miroslaw Balka e l’intellettuale Zygmunt Bauman è stata pubblicata nel 2012. Nel 2015, l’artista ha creato la scenografia per l’opera spettacolo Magic Mountain di Paweł Mykietyn. Miroslaw Balka ha partecipato a diversi comitati, giurie e tavole rotonde con speakers del calibro di Juan Vicente Aliaga, Julian Heynen, Anda Rottenberg, Kasia Redsisz, Anja Rubik, Joseph Rykwert e Vicente Todolí.
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