Marina Tana. Human Forest
![Marina Tana, Human Forest, Waorani, 2017 Marina Tana, Human Forest, Waorani, 2017](http://www.arte.it/foto/600x450/de/105501-_marina_tana_human_forest_waorani_2017_3_72dpi.jpg)
© Marina Tana | Marina Tana, Human Forest, Waorani, 2017
Dal 15 Ottobre 2020 al 31 Ottobre 2020
Milano
Luogo: Galleria al142
Indirizzo: viale Monza 142
Orari: giovedì-ven-sab 16.30 – 19.30; gli altri giorni su appuntamento 3402554947
Curatori: Paola Riccardi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
L’Amazzonia è per tutti il polmone verde della Terra. Pochi si soffermano sul fatto che è un luogo inestricabilmente connesso agli esseri umani che da sempre lo abitano, testimoni diretti della sua unicità e degli stravolgimenti sociali e ambientali che attualmente lo minacciano.
A causa della recente pandemia di Coronavirus, le popolazioni indigene sono ancor più in pericolo, in assenza di adeguate cure sanitarie e mezzi di sostenamento, nel mirino di governi e interessi economici che le sovrastano.
Il progetto Human Forest nasce da un'esperienza di viaggio in solitaria nel cuore dell’Amazzonia (dall’Ecuador al Brasile). Nella remota Zòna Intangible del Parque Nacional Yasuní - creata in Ecuador nel 1999 a protezione del territorio di alcuni gruppi indigeni - la fotografa ha incontrato nel 2017 i Waorani della comunità di Bameno, che hanno scelto volontariamente di tornare a vivere nella foresta dopo che nel 1956 erano stati presentati al mondo per la prima volta sulle pagine di LIFE e poi invasivamente civilizzati tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70. Oggi, i Waorani sopravvivono sospesi tra uno stile di vita ancestrale di comunione con la foresta, sempre più compromesso, e una modernità predatrice, nell’indifferenza del mondo.
Human Forest mette al centro del racconto le persone, volendo superare i classici stereotipi sulle popolazioni indigene e dando evidenza all'inscindibilità nella cultura amazzonica del rapporto tra esseri umani e foresta. Un invito alla riflessione sul senso profondo del limite e della condizione umana. “Waorani significa Umani. E’ da qui che credo si debba tutti ripartire”.
Nata a Pavia nel 1979, si laurea in Ingegneria e si trasferisce a Roma, lavorando come manager nel settore della tecnologia e dell’innovazione in contesti internazionali.
Appassionata viaggiatrice, studiosa di filosofia e autrice di racconti di viaggio, nel 2014 inizia inaspettatamente a viaggiare da sola, avvicinandosi alla Fotografia come ulteriore spazio di riflessione, elaborazione e ricerca personale, come sguardo potenziato in grado di creare un contatto intimo tra la viaggiatrice e l’ambiente naturale e umano circostante. I suoi viaggi nascono dal desiderio di osservare come esseri umani e territorio si sono influenzati reciprocamente nel tempo, sviluppando una molteplicità di intrecci culturali, spirituali e ambientali. Ha frequentato un laboratorio di Fotografia con Sara Lando e un corso sulla decolonializzazione dell’Arte presso il Node Center di Berlino.
Nel 2017 intraprende in solitaria un viaggio avventuroso con l’intenzione di attraversare l’Amazzonia, dall’Ecuador al Brasile seguendo il corso dei suoi fiumi principali, attratta dal richiamo mitizzato della vastità e impenetrabilità geografica, dalla straordinaria ricchezza naturale e antropologica, dal fascino misterioso della cosmovisione delle sue popolazioni. Il viaggio si è trasformato in un’esperienza umana di incommensurabile valore, grazie soprattutto all’incontro con la comunità indigena Waorani di Bameno.
MOSTRE
2020 - Human Forest, Color Café, Bassano del Grappa [febbraio]
2020 – Human Forest, Galleria al 142, Milano [ottobre]
Inaugurazione giovedì 15 ottobre 2020 ore 18.30 – 21.00
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