M-Art Contemporanea
Dal 22 Luglio 2014 al 28 Novembre 2014
Muggiò | Milano
Luogo: Sala espositiva Pier Paolo Pasolini
Indirizzo: piazza 9 Novembre 1989
Orari: 10-17
Enti promotori:
- Città di Muggiò
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 039 2709484
E-Mail info: expovisumsilma@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.comune.muggio.mb.it
I Casati erano fra i più grandi proprietari terrieri del Comune. La loro abitazione si trova all’estremità del di una serie di case rurali che si estendevano lungo la via per Monza, nello stesso luogo dove ora sorge la villa. Di questa antica residenza resta ora soltanto il fabbricato che sta davanti alla villa, col suo elegante porticato.
All’interno della villa e nel sottosuolo attorno ad essa durante i lavori di restauro si sono trovate tracce di murature preesistenti.
La villa viene acquistata dal Comune e nel 1977 approva un progetto di restauro. Nel dicembre 1981 viene approvato il piano particolareggiato che permetterà il restauro del parco e la sistemazione definitiva degli spazi intorno alla villa, Esso cerca anche una soluzione completa al problema dei complessi rapporti fra questa parte superstite dell’antico borgo rurale, con le sue eredità aristocratiche, e la popolosa e attiva città che nel frattempo è cresciuta tutt’intorno.
Nel 1813 veniva pubblicato anonimo un libretto dal titolo “ Le ville del contorno di Monza”, nel quale si trova scritto: “ Il nuovo palazzo della Villa Casati in Muggiò, disegnato daòòò’architetto Leopoldo Pollack, è assai vago, ben concentrato e inteso. Il corpo di mezzo è sormontato da un bel tempietto ionico a colonne isolate d’onde si scorge un’ampia veduta di paese all’intorno. Vi è una stana nella quale ha alloggiato S. Carlo, che si è conservata e ridotta a capella, ed una galleria con soffitto a cassettoni superbi, che pure si è voluta conservare. Lo spazio per i giardini è bastantemente vasto e ben combinato col palazzo”.
Ciò che maggiormente contraddistingue la concezione architettonica della Villa Casati a Muggiò, rispetto ad altre analoghe costruzioni della stessa epoca, è lo schema impostato su di un prisma rettangolare da cui sporge, al centro di uno dei lati maggiori, un cilindro di base ellittica, che forma il centro della composizione. Il Parco Casati è oggi purtroppo molto alterato, ma i disegni rimasti dicono chiaramente che nella forma originaria anch’esso era un buon esempio del gusto naturalistico che allora si stava diffondendo in Lombardia.
L’arte contemporanea è, per definizione, l’arte del nostro tempo. L’aggettivo “contemporaneo” denota l’attualità dell’arte alla quale ci si riferisce; è l’espressione degli artisti della nostra epoca. Il termine, tuttavia, non è riducibile a un’esclusiva accezione temporale: “contemporaneo” designa, infatti, qualcosa di più dell’arte odierna, ovvero la sua “presenza”. Come sostiene il filosofo Arthur Danto, l’arte contemporanea «è la “nostra arte” in un senso particolarmente profondo». L’arte contemporanea risponde al bisogno di appartenere a una determinata cultura. In essa, invero, si ritrova la consapevolezza della propria identità, rispecchiata in un’arte reale, contemporanea.
Storicamente, si tende a identificare come “contemporanea” l’arte prodotta dalla fine degli anni Sessanta del XX secolo ai giorni nostri. Il parossismo di stili di quegli anni ha messo in luce la mancanza di una concezione dell’opera d’arte condivisa, già messa in discussione dalle avanguardie storiche. Le espressioni artistiche affermatesi negli anni Sessanta non costituiscono gli stadi di uno sviluppo; al contrario, i diversi stili e la loro coesistenza, che spesso diviene ibridazione dei linguaggi, evidenziano l’assenza tanto di una direzione univoca, quanto della coerenza di una linea evolutiva.
I movimenti degli anni Sessanta e Settanta introducono nel processo artistico profonde innovazioni di carattere linguistico e formale – influenzate dalle ricerche e dalle creazioni di Marcel Duchamp, che sostituisce la finalità dell’arte come mimesis della realtà con la presenza fisica dell’oggetto d’uso comune elevato alla dignità di oggetto d’arte per semplice scelta dell’artista – volte a valorizzare l’aspetto concettuale dell’operazione estetica. È nell’arte concettuale che tale aspetto viene esasperato al punto di dimostrare che non deve necessariamente esistere un oggetto concreto per creare un’opera ascrivibile alle arti visive. Ne deriva che, relativamente all’aspetto esteriore, tutto può essere un’opera d’arte. «L'arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte», affermava Dino Formaggio; la tautologica definizione del filosofo mette in evidenza la potenzialità estetica di ciascun oggetto a diventare “arte”, ma non senza un criterio – determinato da un complesso e articolato Sistema dell’arte.
L’arte, oggigiorno, continua a differenziarsi in una molteplicità di espressioni artistiche. Il pluralismo di intenzioni e modi che la caratterizzano decreta l’impossibilità non solo di identificare un unico stile come “contemporaneo”, ma, soprattutto, di attribuire una definizione univoca di “arte contemporanea”. La sua peculiarità consiste, allora, nella dimensione contemporanea che ontologicamente la determina. Charles Baudelaire, nella “attualità” del suo pensiero ottocentesco, affermava:
Il passato è interessante non solo in ragione della bellezza che hanno saputo estrapolare gli artisti per i quali il passato era presente, ma anche in quanto passato, in virtù del suo valore storico. Lo stesso vale per il presente. Il piacere che deriviamo dalla rappresentazione del presente è dovuto non solo alla bellezza della quale può essere ammantato, ma anche alla sua qualità intrinseca di presente.
La rappresentazione del presente racchiude la sua importanza proprio nel suo essere “presente”. L’arte contemporanea risponde alla funzione di effettiva immanenza nel presente della nostra epoca; il semplice fatto di “esserci”, qui e ora, nell’impellente Hic et Nunc del nostro tempo, apre all’uomo l’opportunità di prenderla in esame. L’arte necessita di essere sentita, esperita, capita, ma soprattutto considerata per la sua importanza di arte del nostro tempo. La presa di coscienza della sua presenza e la nostra appartenenza, con essa, all’oggi, è la condizione per ogni successiva valutazione, sia a un livello oggettivo, sia a un livello personale e soggettivo.
Nel più concreto hic et nunc, la mostra M-art contemporanea espone le opere di trentadue artisti contemporanei. Nella tangibilità di un tempo determinato e nella definita spazialità delle splendide sale di Villa Casati Stampa a Muggiò, l’arte contemporanea si manifesta con la presenza di opere di diversa natura stilistica e ideologica.
Alcuni artisti presentano opere astratte, materiche, che richiamano le ricerche avanguardistiche, nonché la loro ripresa nelle successive correnti artistiche, opere che fanno uso di collages o che rimandano a combine-paintings, in una commistione di materiali pittorici e di elementi tratti dal quotidiano; altri artisti, invece, continuano la tradizione del figurativo declinata in opere dalla resa poetica e artistica singolare.
All’interno della villa e nel sottosuolo attorno ad essa durante i lavori di restauro si sono trovate tracce di murature preesistenti.
La villa viene acquistata dal Comune e nel 1977 approva un progetto di restauro. Nel dicembre 1981 viene approvato il piano particolareggiato che permetterà il restauro del parco e la sistemazione definitiva degli spazi intorno alla villa, Esso cerca anche una soluzione completa al problema dei complessi rapporti fra questa parte superstite dell’antico borgo rurale, con le sue eredità aristocratiche, e la popolosa e attiva città che nel frattempo è cresciuta tutt’intorno.
Nel 1813 veniva pubblicato anonimo un libretto dal titolo “ Le ville del contorno di Monza”, nel quale si trova scritto: “ Il nuovo palazzo della Villa Casati in Muggiò, disegnato daòòò’architetto Leopoldo Pollack, è assai vago, ben concentrato e inteso. Il corpo di mezzo è sormontato da un bel tempietto ionico a colonne isolate d’onde si scorge un’ampia veduta di paese all’intorno. Vi è una stana nella quale ha alloggiato S. Carlo, che si è conservata e ridotta a capella, ed una galleria con soffitto a cassettoni superbi, che pure si è voluta conservare. Lo spazio per i giardini è bastantemente vasto e ben combinato col palazzo”.
Ciò che maggiormente contraddistingue la concezione architettonica della Villa Casati a Muggiò, rispetto ad altre analoghe costruzioni della stessa epoca, è lo schema impostato su di un prisma rettangolare da cui sporge, al centro di uno dei lati maggiori, un cilindro di base ellittica, che forma il centro della composizione. Il Parco Casati è oggi purtroppo molto alterato, ma i disegni rimasti dicono chiaramente che nella forma originaria anch’esso era un buon esempio del gusto naturalistico che allora si stava diffondendo in Lombardia.
L’arte contemporanea è, per definizione, l’arte del nostro tempo. L’aggettivo “contemporaneo” denota l’attualità dell’arte alla quale ci si riferisce; è l’espressione degli artisti della nostra epoca. Il termine, tuttavia, non è riducibile a un’esclusiva accezione temporale: “contemporaneo” designa, infatti, qualcosa di più dell’arte odierna, ovvero la sua “presenza”. Come sostiene il filosofo Arthur Danto, l’arte contemporanea «è la “nostra arte” in un senso particolarmente profondo». L’arte contemporanea risponde al bisogno di appartenere a una determinata cultura. In essa, invero, si ritrova la consapevolezza della propria identità, rispecchiata in un’arte reale, contemporanea.
Storicamente, si tende a identificare come “contemporanea” l’arte prodotta dalla fine degli anni Sessanta del XX secolo ai giorni nostri. Il parossismo di stili di quegli anni ha messo in luce la mancanza di una concezione dell’opera d’arte condivisa, già messa in discussione dalle avanguardie storiche. Le espressioni artistiche affermatesi negli anni Sessanta non costituiscono gli stadi di uno sviluppo; al contrario, i diversi stili e la loro coesistenza, che spesso diviene ibridazione dei linguaggi, evidenziano l’assenza tanto di una direzione univoca, quanto della coerenza di una linea evolutiva.
I movimenti degli anni Sessanta e Settanta introducono nel processo artistico profonde innovazioni di carattere linguistico e formale – influenzate dalle ricerche e dalle creazioni di Marcel Duchamp, che sostituisce la finalità dell’arte come mimesis della realtà con la presenza fisica dell’oggetto d’uso comune elevato alla dignità di oggetto d’arte per semplice scelta dell’artista – volte a valorizzare l’aspetto concettuale dell’operazione estetica. È nell’arte concettuale che tale aspetto viene esasperato al punto di dimostrare che non deve necessariamente esistere un oggetto concreto per creare un’opera ascrivibile alle arti visive. Ne deriva che, relativamente all’aspetto esteriore, tutto può essere un’opera d’arte. «L'arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte», affermava Dino Formaggio; la tautologica definizione del filosofo mette in evidenza la potenzialità estetica di ciascun oggetto a diventare “arte”, ma non senza un criterio – determinato da un complesso e articolato Sistema dell’arte.
L’arte, oggigiorno, continua a differenziarsi in una molteplicità di espressioni artistiche. Il pluralismo di intenzioni e modi che la caratterizzano decreta l’impossibilità non solo di identificare un unico stile come “contemporaneo”, ma, soprattutto, di attribuire una definizione univoca di “arte contemporanea”. La sua peculiarità consiste, allora, nella dimensione contemporanea che ontologicamente la determina. Charles Baudelaire, nella “attualità” del suo pensiero ottocentesco, affermava:
Il passato è interessante non solo in ragione della bellezza che hanno saputo estrapolare gli artisti per i quali il passato era presente, ma anche in quanto passato, in virtù del suo valore storico. Lo stesso vale per il presente. Il piacere che deriviamo dalla rappresentazione del presente è dovuto non solo alla bellezza della quale può essere ammantato, ma anche alla sua qualità intrinseca di presente.
La rappresentazione del presente racchiude la sua importanza proprio nel suo essere “presente”. L’arte contemporanea risponde alla funzione di effettiva immanenza nel presente della nostra epoca; il semplice fatto di “esserci”, qui e ora, nell’impellente Hic et Nunc del nostro tempo, apre all’uomo l’opportunità di prenderla in esame. L’arte necessita di essere sentita, esperita, capita, ma soprattutto considerata per la sua importanza di arte del nostro tempo. La presa di coscienza della sua presenza e la nostra appartenenza, con essa, all’oggi, è la condizione per ogni successiva valutazione, sia a un livello oggettivo, sia a un livello personale e soggettivo.
Nel più concreto hic et nunc, la mostra M-art contemporanea espone le opere di trentadue artisti contemporanei. Nella tangibilità di un tempo determinato e nella definita spazialità delle splendide sale di Villa Casati Stampa a Muggiò, l’arte contemporanea si manifesta con la presenza di opere di diversa natura stilistica e ideologica.
Alcuni artisti presentano opere astratte, materiche, che richiamano le ricerche avanguardistiche, nonché la loro ripresa nelle successive correnti artistiche, opere che fanno uso di collages o che rimandano a combine-paintings, in una commistione di materiali pittorici e di elementi tratti dal quotidiano; altri artisti, invece, continuano la tradizione del figurativo declinata in opere dalla resa poetica e artistica singolare.
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