Luca Pignatelli. Off paper
Dal 30 Maggio 2014 al 28 Settembre 2014
Milano
Luogo: M77 Gallery
Indirizzo: via Mecenate 77
Orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 14-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 84571243
E-Mail info: info@m77gallery.com
Sito ufficiale: http://www.m77gallery.com/
La personale, che presenta 60 opere inedite realizzate su carta, segna anche il debutto di M77 Gallery, un nuovo spazio per l’arte italiana e internazionale nell’area della nascente Città della moda.
Dopo oltre 15 anni dalla sua ultima personale, Luca Pignatelli torna a esporre a Milano.
La mostra, in programma dal 30 maggio al 28 settembre 2014, inaugura M77 Gallery, un nuovo spazio espositivo di 1.000 metri quadrati, posto in una zona strategica della “nuova” Milano, nell’area della nascente Città della moda.
L’esposizione, dal titolo Off paper, presenta, per la prima volta, un’ampia selezione di lavori creati da Pignatelli esclusivamente su carta: 60 opere inedite, sia di dimensioni ridotte che di grandi superfici, caratterizzate da un’eccellente qualità, in nulla inferiore ai suoi lavori su tela.
La rassegna propone inoltre due “lavagne” di 275 x 800 centimetri, realizzate sempre in carta ma che al tatto restituiscono il senso della ceratura. Dallo sfondo disegnato con il gesso, emergono labili figure amorfe e frammenti indecifrabili che invitano il pubblico a un'attenta valutazione dell'opera artistica, da meditare con calma e con i tempi riflessivi del raccoglimento.
L’iniziativa segna il passaggio dalle grandi tele a una dimensione più intimista, in cui è forte il rapporto tangibile con gli strumenti di lavoro e l'uso delle mani. Emerge in queste opere il contenuto della ricerca artistica che Luca Pignatelli ha intrapreso negli ultimi vent'anni.
Le visioni che Pignatelli traduce in segno traggono origine dalle tracce disposte nei cassetti della memoria, indagando tra gli eventi della contemporaneità occidentale. I soggetti sono città le cui immagini sono fissate nell’istante stesso di un’intuizione, animate dalla presenza di treni fermi in attesa di partire da stazioni misteriose, le cui architetture sono costruite sulle reminiscenze delle carte di Primaticcio, Serlio, D'Orbay, Mansard e ambientate in sfondi che delineano profili di possibili nature arboree, astratte, zoomorfe.
“Su brandelli minimi di carta – scrive Michele Bonuomo - o su superfici di grandi dimensioni, Pignatelli dà forma e ordine ad un caos apparente, ma che già tutto contiene in sé: la memoria del passato, i segni del presente, le attese del futuro”.
Accompagna la mostra un catalogo M77 con un saggio critico di Michele Bonuomo.
M77 Gallery vuole raccogliere il meglio dell’arte italiana e aprirsi a collaborazioni internazionali di prestigio soprattutto con realtà americane che stanno scandagliando percorsi di grande rilevanza.
Luca Pignatelli nasce a Milano il 22 giugno 1962, in una casa-atelier, dove il padre Ercole esercita la sua attività di pittore e scultore.
Animato dalla visione onirica di Giorgio De Chirico, dalle periferie urbane di Mario Sironi, dalla matericità sperimentale di Burri, negli anni '80 consolida le sue visioni poetiche seguendo i corsi tenuti alla Facoltà di Architettura, segnata in quel periodo dalle intuizioni di Aldo Rossi, prelevate da tempi, spazi, culture lontane. Spronato dall'idea della crescita sedimentaria della Storia, per Pignatelli la pittura ha con il tempo un rapporto particolare: la compresenza di elementi e forme ascrivibili ad epoche diverse non è solo sognata ma è reale e vive dentro la sua opera.
E' spinto a visitare i luoghi dell'immagazzinamento, le aree di stoccaggio, i depositi militari, i grandi cantieri dell’ingegneria. È affascinato dalla via dei misteri silenziosi che danno un volto alle architetture anonime delle città portuali, con i loro cantieri e le movimentazioni delle merci; ammira quelle del Partenone, di Vignola, di Leon Battista Alberti, di Loos e Mies van der Rohe, e di altre incontrate nei suoi percorsi attraverso le città europee.
Pittore in grado di affrontare la sfida delle grandi dimensioni, Pignatelli lavora di norma su supporti anomali, già di per se pittorici: teloni di canapa, legni, ferri, carte assemblate, elementi sui quali interviene sovrapponendo un repertorio di immagini; una sorta di catalogo dove compaiono mezzi meccanici, navi, aeroplani, paesaggi metropolitani, reminiscenze dell'antico rappresentate dai resti di statue e oggetti. Verso la metà degli anni 90, le tele usate sono quelle dei convogli merci, che correvano lungo le strade ferrate dell'Europa, ricucite e rattoppate, lacerate da tragitti continui ma che congelano la storia e aprono squarci ad altri viaggi nei mondi dell' arte. La poetica include l'impiego della fotografia come urgenza necessaria alla citazione di altre icone appartenute a un passato aureo. Le monumentali sculture degli imperatori romani, le bighe trainate dai i cavalli, de-contestualizzate e riproposte sulle tele, lavorate con tecniche e soluzioni diverse, diventano parte importante della sua iconografia.
L’opera di Luca Pignatelli conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni ‘90. Ricordiamo tra le personali più recenti: Museo di Capodimonte, Napoli (2014), Istituto Nazionale per la Grafica, Roma (2011), Galleria Poggiali e Forconi, Firenze (2010), 53° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, (2009), Mamac di Nizza (2009), Museo Archeologico Nazionale di Napoli (2008), Teatro India di Roma (2007), Annex Plus–White Box e Ethan Cohen Fine Arts, New York (2006), Galerie Daniel Templon, Parigi (2005), Galerie Mudimadue, Berlino (2004), Generous Miracles Gallery, New York (2004), Leighton House Museum, Londra. Tra le numerose mostre collettive sono da ricordare: Galleria dell’Accademia, Firenze (2014), Palazzo Chiablese, Torino (2014), Museo MAXXI, Roma (2010), Miami Biennale (2010), 53° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2009), Musée Olympique, Shanghai, Losanna (2008), , Palazzo Reale, Milano (2007), ; MACRO, Roma (2006), 50° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2003), Palais du Parlament Eropéen, Strasburgo (2003), Académie Royale de Belgique, Bruxelles (2002), PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2000), Isetan Tokyo Museum, Tokyo (2000), International Forum, Tokyo (2000), Musée Nicolas Sursock, Beirut (1997), Musée de Pully, Losanna (1996), XII Quadriennale, Roma (1996).
Dopo oltre 15 anni dalla sua ultima personale, Luca Pignatelli torna a esporre a Milano.
La mostra, in programma dal 30 maggio al 28 settembre 2014, inaugura M77 Gallery, un nuovo spazio espositivo di 1.000 metri quadrati, posto in una zona strategica della “nuova” Milano, nell’area della nascente Città della moda.
L’esposizione, dal titolo Off paper, presenta, per la prima volta, un’ampia selezione di lavori creati da Pignatelli esclusivamente su carta: 60 opere inedite, sia di dimensioni ridotte che di grandi superfici, caratterizzate da un’eccellente qualità, in nulla inferiore ai suoi lavori su tela.
La rassegna propone inoltre due “lavagne” di 275 x 800 centimetri, realizzate sempre in carta ma che al tatto restituiscono il senso della ceratura. Dallo sfondo disegnato con il gesso, emergono labili figure amorfe e frammenti indecifrabili che invitano il pubblico a un'attenta valutazione dell'opera artistica, da meditare con calma e con i tempi riflessivi del raccoglimento.
L’iniziativa segna il passaggio dalle grandi tele a una dimensione più intimista, in cui è forte il rapporto tangibile con gli strumenti di lavoro e l'uso delle mani. Emerge in queste opere il contenuto della ricerca artistica che Luca Pignatelli ha intrapreso negli ultimi vent'anni.
Le visioni che Pignatelli traduce in segno traggono origine dalle tracce disposte nei cassetti della memoria, indagando tra gli eventi della contemporaneità occidentale. I soggetti sono città le cui immagini sono fissate nell’istante stesso di un’intuizione, animate dalla presenza di treni fermi in attesa di partire da stazioni misteriose, le cui architetture sono costruite sulle reminiscenze delle carte di Primaticcio, Serlio, D'Orbay, Mansard e ambientate in sfondi che delineano profili di possibili nature arboree, astratte, zoomorfe.
“Su brandelli minimi di carta – scrive Michele Bonuomo - o su superfici di grandi dimensioni, Pignatelli dà forma e ordine ad un caos apparente, ma che già tutto contiene in sé: la memoria del passato, i segni del presente, le attese del futuro”.
Accompagna la mostra un catalogo M77 con un saggio critico di Michele Bonuomo.
M77 Gallery vuole raccogliere il meglio dell’arte italiana e aprirsi a collaborazioni internazionali di prestigio soprattutto con realtà americane che stanno scandagliando percorsi di grande rilevanza.
Luca Pignatelli nasce a Milano il 22 giugno 1962, in una casa-atelier, dove il padre Ercole esercita la sua attività di pittore e scultore.
Animato dalla visione onirica di Giorgio De Chirico, dalle periferie urbane di Mario Sironi, dalla matericità sperimentale di Burri, negli anni '80 consolida le sue visioni poetiche seguendo i corsi tenuti alla Facoltà di Architettura, segnata in quel periodo dalle intuizioni di Aldo Rossi, prelevate da tempi, spazi, culture lontane. Spronato dall'idea della crescita sedimentaria della Storia, per Pignatelli la pittura ha con il tempo un rapporto particolare: la compresenza di elementi e forme ascrivibili ad epoche diverse non è solo sognata ma è reale e vive dentro la sua opera.
E' spinto a visitare i luoghi dell'immagazzinamento, le aree di stoccaggio, i depositi militari, i grandi cantieri dell’ingegneria. È affascinato dalla via dei misteri silenziosi che danno un volto alle architetture anonime delle città portuali, con i loro cantieri e le movimentazioni delle merci; ammira quelle del Partenone, di Vignola, di Leon Battista Alberti, di Loos e Mies van der Rohe, e di altre incontrate nei suoi percorsi attraverso le città europee.
Pittore in grado di affrontare la sfida delle grandi dimensioni, Pignatelli lavora di norma su supporti anomali, già di per se pittorici: teloni di canapa, legni, ferri, carte assemblate, elementi sui quali interviene sovrapponendo un repertorio di immagini; una sorta di catalogo dove compaiono mezzi meccanici, navi, aeroplani, paesaggi metropolitani, reminiscenze dell'antico rappresentate dai resti di statue e oggetti. Verso la metà degli anni 90, le tele usate sono quelle dei convogli merci, che correvano lungo le strade ferrate dell'Europa, ricucite e rattoppate, lacerate da tragitti continui ma che congelano la storia e aprono squarci ad altri viaggi nei mondi dell' arte. La poetica include l'impiego della fotografia come urgenza necessaria alla citazione di altre icone appartenute a un passato aureo. Le monumentali sculture degli imperatori romani, le bighe trainate dai i cavalli, de-contestualizzate e riproposte sulle tele, lavorate con tecniche e soluzioni diverse, diventano parte importante della sua iconografia.
L’opera di Luca Pignatelli conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni ‘90. Ricordiamo tra le personali più recenti: Museo di Capodimonte, Napoli (2014), Istituto Nazionale per la Grafica, Roma (2011), Galleria Poggiali e Forconi, Firenze (2010), 53° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, (2009), Mamac di Nizza (2009), Museo Archeologico Nazionale di Napoli (2008), Teatro India di Roma (2007), Annex Plus–White Box e Ethan Cohen Fine Arts, New York (2006), Galerie Daniel Templon, Parigi (2005), Galerie Mudimadue, Berlino (2004), Generous Miracles Gallery, New York (2004), Leighton House Museum, Londra. Tra le numerose mostre collettive sono da ricordare: Galleria dell’Accademia, Firenze (2014), Palazzo Chiablese, Torino (2014), Museo MAXXI, Roma (2010), Miami Biennale (2010), 53° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2009), Musée Olympique, Shanghai, Losanna (2008), , Palazzo Reale, Milano (2007), ; MACRO, Roma (2006), 50° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2003), Palais du Parlament Eropéen, Strasburgo (2003), Académie Royale de Belgique, Bruxelles (2002), PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2000), Isetan Tokyo Museum, Tokyo (2000), International Forum, Tokyo (2000), Musée Nicolas Sursock, Beirut (1997), Musée de Pully, Losanna (1996), XII Quadriennale, Roma (1996).
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