Livio Senigalliesi. Diario dal fronte
Dal 25 Novembre 2022 al 08 Gennaio 2023
Milano
Luogo: Museo Diocesano Carlo Maria Martini
Indirizzo: Piazza Sant’Eustorgio 3
Orari: da martedì a domenica 10-18; chiuso lunedì
Curatori: Barbara Silbe
Costo del biglietto: Intero: € 9,00 Ridotto individuale: € 7,00 Ridotto gruppi: € 7,00 Ridotto parrocchie: € 7,00 Scuole e oratori: € 4,00
Telefono per informazioni: +39 02 89420019
Sito ufficiale: http://www.chiostrisanteustorgio.it
Dal 25 novembre 2022 all’8 gennaio 2023, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita Diario dal fronte, una retrospettiva che ripercorre l’intera carriera di Livio Senigalliesi (Milano, 1956) fotoreporter tra i più apprezzati a livello internazionale che, in circa 30 anni di lavoro, ha raccontato 25 conflitti in tutto il mondo.
La rassegna, curata da Barbara Silbe, presenta una selezione di 50 fotografie in bianco e nero e a colori, raccolte in numerosi scenari di guerra, dal Medio-Oriente al Kurdistan, dal Kuwait all’Unione Sovietica, all’Africa a molti altri.
Un approfondimento è dedicato al Vietnam dove, ripercorrendo il ‘sentiero di Ho Chi Minh’, ha riportato gli effetti sulle popolazioni locali dell’Agent Orange, il defoliante alla diossina nebulizzato dall’aeronautica statunitense sulle zone di foresta dove si annidavano i Vietcong.
Attraverso il suo sguardo attento e imparziale, Senigalliesi ha costruito negli anni un archivio che si rivela oggi una preziosa testimonianza storica dei territori e delle popolazioni colpite dai conflitti, interessandosi particolarmente a fornire documentazione degli effetti “collaterali” che questi lasciano dietro di sé, soprattutto sui civili.
La mostra conduce a una ulteriore riflessione sui temi della pace. Proprio in questi mesi, infatti, cade la ricorrenza del 60° anniversario della Pacem in terris, enciclica di Papa Giovanni XXIII pubblicata nell’aprile del 1963. Il santo pontefice scriveva in un momento storico di grande cambiamento culturale ed economico, caratterizzato da una nuova fase delle relazioni internazionali dominata dalla minaccia nucleare al seguito della guerra fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, all’indomani della costruzione del muro di Berlino del 1961 e della crisi di Cuba del 1962, ponendo l’accento sui diritti dell’uomo, sul bene comune, sul rispetto delle minoranze, sulla comunicazione e il rispetto tra le nazioni, sui rifugiati politici e sul disarmo.
Argomenti di grande attualità ripresi più volte anche da papa Francesco che ricorda quanto la pace sia “anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. La pace è una conversione del cuore e dell’anima” (messaggio per la LII giornata della Pace, 1° gennaio 2019) e “azione di costruzione di una nuova umanità” (Enciclica Fratelli tutti, 2020).
Livio Senigalliesi (Milano, 1956) inizia la carriera di fotogiornalista nei primi anni ’80 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana, le lotte operaie e studentesche, l’immigrazione, l’emarginazione, i problemi del sud, la lotta alla mafia. Alla fine degli anni ’80 amplia il raggio delle collaborazioni e rivolge sempre di più la sua attenzione all’attualità internazionale pubblicando ampi reportage sulle maggiori testate nazionali ed estere.
La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l'hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell'Unione Sovietica, a Sarajevo, dove ha vissuto tra la gente l’assedio più lungo della Storia. Ha seguito tutte le fasi del conflitto nell’ex-Yugoslavia e documentato le atroci conseguenze di guerre e genocidi in Africa e sud-est asiatico.
Negli ultimi anni ha focalizzato il suo impegno su due grandi temi: le vittime civili dei conflitti e la condizione umana degli immigrati in Italia. Oltre alle mostre e ai libri, realizza progetti didattici per gli studenti delle scuole affinché la sua testimonianza diretta avvicini i giovani ai temi della pace e della guerra ed alla comprensione delle migrazioni forzate.
La rassegna, curata da Barbara Silbe, presenta una selezione di 50 fotografie in bianco e nero e a colori, raccolte in numerosi scenari di guerra, dal Medio-Oriente al Kurdistan, dal Kuwait all’Unione Sovietica, all’Africa a molti altri.
Un approfondimento è dedicato al Vietnam dove, ripercorrendo il ‘sentiero di Ho Chi Minh’, ha riportato gli effetti sulle popolazioni locali dell’Agent Orange, il defoliante alla diossina nebulizzato dall’aeronautica statunitense sulle zone di foresta dove si annidavano i Vietcong.
Attraverso il suo sguardo attento e imparziale, Senigalliesi ha costruito negli anni un archivio che si rivela oggi una preziosa testimonianza storica dei territori e delle popolazioni colpite dai conflitti, interessandosi particolarmente a fornire documentazione degli effetti “collaterali” che questi lasciano dietro di sé, soprattutto sui civili.
La mostra conduce a una ulteriore riflessione sui temi della pace. Proprio in questi mesi, infatti, cade la ricorrenza del 60° anniversario della Pacem in terris, enciclica di Papa Giovanni XXIII pubblicata nell’aprile del 1963. Il santo pontefice scriveva in un momento storico di grande cambiamento culturale ed economico, caratterizzato da una nuova fase delle relazioni internazionali dominata dalla minaccia nucleare al seguito della guerra fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, all’indomani della costruzione del muro di Berlino del 1961 e della crisi di Cuba del 1962, ponendo l’accento sui diritti dell’uomo, sul bene comune, sul rispetto delle minoranze, sulla comunicazione e il rispetto tra le nazioni, sui rifugiati politici e sul disarmo.
Argomenti di grande attualità ripresi più volte anche da papa Francesco che ricorda quanto la pace sia “anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. La pace è una conversione del cuore e dell’anima” (messaggio per la LII giornata della Pace, 1° gennaio 2019) e “azione di costruzione di una nuova umanità” (Enciclica Fratelli tutti, 2020).
Livio Senigalliesi (Milano, 1956) inizia la carriera di fotogiornalista nei primi anni ’80 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana, le lotte operaie e studentesche, l’immigrazione, l’emarginazione, i problemi del sud, la lotta alla mafia. Alla fine degli anni ’80 amplia il raggio delle collaborazioni e rivolge sempre di più la sua attenzione all’attualità internazionale pubblicando ampi reportage sulle maggiori testate nazionali ed estere.
La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l'hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell'Unione Sovietica, a Sarajevo, dove ha vissuto tra la gente l’assedio più lungo della Storia. Ha seguito tutte le fasi del conflitto nell’ex-Yugoslavia e documentato le atroci conseguenze di guerre e genocidi in Africa e sud-est asiatico.
Negli ultimi anni ha focalizzato il suo impegno su due grandi temi: le vittime civili dei conflitti e la condizione umana degli immigrati in Italia. Oltre alle mostre e ai libri, realizza progetti didattici per gli studenti delle scuole affinché la sua testimonianza diretta avvicini i giovani ai temi della pace e della guerra ed alla comprensione delle migrazioni forzate.
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