La Leggenda di Tex
Dal 04 Ottobre 2014 al 18 Gennaio 2015
Milano
Luogo: WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto
Indirizzo: viale Campania 12
Orari: da martedì a venerdì 15-19; sabato e domenica 15-20
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 02 49524744 / 45
E-Mail info: fondazione@francofossati.eu
Sito ufficiale: http://www.museowow.it
Vera e propria leggenda dell’immaginario, Tex Willer è uno dei personaggi più amati e longevi del fumetto italiano. WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano, allestisce dal 4 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015 una grande mostra per celebrare Tex attraverso l’arte dei suoi due creatori: Gianluigi Bonelli (sceneggiatore) e Aurelio Galleppini, in arte Galep (disegnatore). Per la prima volta sono esposte in mostra, tutte assieme, oltre 200 tavole originali di Galep create per illustrare altrettante copertine e documenti preziosi che testimoniano il lavoro di Gianluigi Bonelli come sceneggiatore e creatore di storie. E in più testimonianze preziose, oggetti e memorabilia (tra cui i preziosissimi primi numeri della serie ancora nel classico formato striscia, riconosciuti come arte identitaria della Città di Milano) che testimoniano un sodalizio prezioso durato oltre mezzo secolo tra praterie e deserti, diligenze e indiani, banditi e fortini, qualche avventura sentimentale e tanta, tanta Avventura con la A maiuscola!
Nel corso dell’inaugurazione il M° Fabrizio Spaggiari eseguirà al piano le più belle colonne sonore dei capolavori del genere Western
Tex Willer è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più longevi del fumetto italiano: in edicola da ben 66 anni non mostra segni di vecchiaia, soddisfacendo le aspettative del suo pubblico a ogni uscita. Il merito di tanto successo va riconosciuto alla mai esausta vena creativa di autori che, ancora oggi, sanno attingere all’insegnamento dei due creatori del personaggio, ossia a Gianluigi Bonelli (sceneggiatore e fondatore della casa editrice, che oggi porta il nome del figlio Sergio, a sua volta tra gli sceneggiatori della serie) e del grande disegnatore Aurelio Galleppini, conosciuto con il nome d’arte di Galep. Alla loro storia, al loro lavoro insieme, WOW Spazio Fumetto dedica la mostra LA LEGGENDA DI TEX, un vero e proprio viaggio nel mitico West così come ce lo hanno raccontato questi due protagonisti del fumetto italiano. Grazie alla collaborazione di Sergio Bonelli Editore e degli eredi Galleppini, per la prima volta WOW Spazio Fumetto espone infatti più di 200 tavole originali create da Galep per altrettante copertine di albi, con l’aggiunta di importanti documenti provenienti dai due archivi e da quelli della Fondazione Franco Fossati: lettere, corrispondenze, sceneggiature firmate da Bonelli e schizzi di Galep completeranno un percorso davvero magico che aiuterà gli appassionati a rivivere le emozioni dei primi numeri e chi non conosce Tex ad appassionarsi alle sue avventure senza tempo.
Tex, la storia
1948. Gli anni del secondo dopoguerra sono un periodo di grande fermento nell’editoria a fumetti italiana, con nuovi editori che si affacciano sul mercato proponendo decine di personaggi diversi, destinati a durare pochi mesi o a diventare presenze costanti nelle edicole italiane. La giovane casa editrice Audace di Tea Bonelli decide di puntare su due nuove serie, entrambe scritte da Gianluigi Bonelli e disegnate da Aurelio Galleppini, che esordiscono in contemporanea nel 1948. Il primo è Occhio Cupo, un eroe di cappa e spada su cui gli autori concentrano gran parte dei loro sforzi, mentre il secondo è un cowboy di nome Tex Willer, scritto velocemente e disegnato la sera nei ritagli di tempo. Ma i lettori decidono diversamente. Occhio Cupo dura solo una manciata di numeri, mentre il piccolo albo a striscia di Tex, venduto a 15 lire, diventa il primo tassello di un successo sempre crescente. In breve tempo si toccano le 45 mila copie di vendita settimanale e Galep può finalmente rallentare il ritmo forsennato tenuto per diversi mesi, lasciando altri impegni per dedicarsi con maggior cura a Tex. In tutto usciranno nelle edicole, con periodicità settimanale, 973 albi a striscia, suddivisi in 36 serie, i cui resi venivano accorpati in raccoltine. Nel 1952 nasce il primo tentativo di una ristampa cronologica in un formato albo, una collana quindicinale con copertine splendide, che chiude i battenti nel 1960 (205 numeri suddivisi in otto serie). Le rese di questi albi, scopertinate e raccolte in 29 volumetti con una nuova copertina, vedono così la luce tra il 1954 e il 1957 e costituiscono la prima serie “gigante”, rarissima. Il gradimento del pubblico per questi volumetti convince l’editore a creare nel 1958 la nuova serie di “Tex Gigante”, che ristampa tutte le avventure apparse prima nelle strisce (fino al 1967) per proseguire con le nuove avventure.
La formula di un successo
La formula di tanto successo è da ricercare nel mito del West. Quello raccontato da Bonelli e disegnato da Galep è infatti lo stesso West con cui i ragazzi dell’epoca si riempiono gli occhi nei cinema, fatto di spazi sconfinati arsi dal sole, eroi senza macchia e spietati criminali, duelli all’ultimo sangue e giustizia portata al suono delle Colt. Un West rivisto con la lente del mito, a cui gli autori aggiungono nuovi elementi frutto delle loro personalità.Tex Willer è uno dei grandi Eroi dell’immaginario: amico degli indiani, antischiavista e antirazzista, è tanto vicino alla cultura dei Navajo da sposare Lilyth, figlia del capo tribù. Nelle sue storie si anticipa anche lo stesso cinema hollywoodiano nella rappresentazione delle popolazioni indiane: per i bianchi Tex è l’agente indiano della Riserva Navajo e un ranger dalla mira infallibile, per i nativi è Aquila della Notte, saggio capo bianco e fratello di ogni uomo rosso. Combatte la Guerra Civile con il Nord, pur essendo texano, e lotta per la libertà del Messico con l’amico Montales. Allo straordinario successo di Tex contribuiscono sia le affascinanti storie di Gianluigi Bonelli, che gli incredibili disegni di Aurelio Galleppini. Amante del fumetto di avventura statunitense e in particolare del grande Alex Raymond (creatore di Flash Gordon e di Agente Segreto X9), Galep si richiama per l’aspetto di Tex inizialmente all’attore Gary Cooper, per modificarlo in seguito sui propri lineamenti. Per sottolineare quanto il cinema abbia ispirato i due creatori della serie, grazie alla collaborazione di Fermo Immagine – Museo del manifesto Cinematografico di Milano, saranno esposti manifesti e locandine originali di alcuni di capolavori del genere Western, tra cui un magnifico manifesto originale di Ombre rosse di John Ford illustrato dal grande Ballester, film che ispirò proprio un albo intitolato “Diavoli rossi”. I paesaggi del West, soprattutto all’inizio, sono quelli della Sardegna dove il disegnatore è cresciuto, gli stessi in cui, anni dopo, registi di “spaghetti western” gireranno le loro opere. In seguito, anche quando si documenta diligentemente su libri e fotografie delle zone degli Stati Uniti dove il Ranger si muove, Galep trova molta ispirazione nelle Dolomiti trentine. Con il passare del tempo la ricetta di Tex si affina, e all’eroe si affiancano tre inseparabili compagni d’avventura: il figlio Kit, l’indiano Tiger Jack e il “vecchio cammello” Kit Carson. Inizialmente il protagonista avrebbe dovuto chiamarsi Tex Killer: è stata Tea Bonelli a proporre a Gianluigi di optare per Tex Willer, in un periodo in cui i fumetti erano tacciati di essere violenti e diseducativi.
Il mito, l’emozione e l’avventura delle storie di Bonelli e Galleppini si ritrovano in particolare nelle copertine, tutte disegnate da Galep fino al numero 400 della serie “gigante”, uscito nel 1994, appena prima della scomparsa del disegnatore. Egli stesso ammetteva di dedicare alle copertine una cura particolare. Tra albi a striscia, serie quindicinale, volumetti “giganti”, raccolte e volumi, Galep realizza migliaia di illustrazioni, un vero e proprio record, oltre alle storie vere e proprie!
In alcuni casi le illustrazioni riprendono uno dei momenti salienti dell’episodio, mettendo in risalto il dramma, l’azione e il senso del pericolo, in altri casi offrendo ai lettori magnifiche pin-up degli eroi in posa. Illustrazioni straordinariamente cariche di suggestione, che portano alla mente i fotogrammi dei classici del cinema di John Ford o Fred Zinnemann.
La mostra
In mostra sarà esposta per la prima volta la più grande selezione di copertine di Aurelio Galleppini mai concepita. Oltre alle copertine più belle della cosiddetta seconda serie “Gigante”, quella che ancora oggi prosegue mensilmente a raccontare le avventure di Tex, saranno presenti alcune copertine di strisce, capolavori del Tex quindicinale e della prima serie “Gigante”, la pubblicazione meno conosciuta e più ricercata dai collezionisti.
Il percorso espositivo sarà una vera cavalcata nella storia del fumetto italiano: tra le oltre 200 tavole originali esposte sarà possibile vedere la mitica copertina de “La Mano Rossa” (storico n. 1 del Tex gigante!), le storie più amate del ranger, come “Sangue navajo” e “Tex contro Mefisto”, e vari numeri-anniversario, come il n. 100 “SuperTex” e il commovente numero n. 400, la copertina d’addio di Galep, con Tex che saluta i suoi lettori allontanandosi a cavallo.
Alle copertine si affiancheranno altre preziose testimonianze, come l’originale del frontespizio che tuttora apre ogni nuova avventura di Tex, schizzi e rodovetri di animazione disegnati da Galep per un breve “cartone animato” realizzato in Super8 ai tempi di SuperGulp!, alcune copertine “fuori serie” (come quella del “Texone” e dei volumi Mondadori), oltre a schizzi preparatori, fotografie, copertine mai pubblicate e documenti inediti. Una vera chicca: l’originale della prima tavola interna disegnata da Galleppini per il n. 1 nel 1948, quella in cui Tex si presenta per la prima volta al suo pubblico esclamando “Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?”:.
Altrettanto fondamentale per lo straordinario successo di Tex è stato naturalmente il lavoro di Gianluigi Bonelli. Soggettista di tutte le storie fino a metà degli anni Settanta, ha poi continuato a supervisionare tutta la produzione del Ranger fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2001.
Bonelli si autodefiniva un “romanziere prestato al fumetto e mai più restituito”: le sue storie prendevano ispirazione da autori classici come Alexandre Dumas, Jack London e Victor Hugo, perché il lettore odia essere annoiato e vuole ritmo e azione. Il suo metodo di scrittura è peculiare: alla sceneggiatura affianca veloci schizzi che servono a suggerire al disegnatore l’impostazione da dare alla tavola. Attentissimo alle ambientazioni delle storie, segue su dettagliate mappe degli Stati Uniti gli spostamenti dei suoi personaggi, documentandosi anche attraverso riviste specializzate. Come tutti i grandi autori, anche Gianluigi Bonelli ha messo molto di sé nel suo eroe più famoso, che per lui rappresentava la dignità e il senso di giustizia: “Tex sono io. Nel mio Tex c’è il mio senso di reazione a ogni ingiustizia”. L’identificazione caratteriale tra autore ed eroe è quindi molto forte. Il carattere di Tex-Bonelli si basa su alcuni dei sentimenti più intensi dell’animo umano: il fuoco sacro della dignità della vita, la percezione dell’idea di giustizia, la difesa dei deboli e degli oppressi, la saldezza dell’amicizia e del cameratismo, la volontà di arrivare alla meta, l’indignazione dettata da una costante tensione morale. E in mezzo a queste esplosioni di vitalità esistenziale, anche la delicatezza dei sentimenti, quando occorre.
Nel corso dell’inaugurazione il M° Fabrizio Spaggiari eseguirà al piano le più belle colonne sonore dei capolavori del genere Western
Tex Willer è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più longevi del fumetto italiano: in edicola da ben 66 anni non mostra segni di vecchiaia, soddisfacendo le aspettative del suo pubblico a ogni uscita. Il merito di tanto successo va riconosciuto alla mai esausta vena creativa di autori che, ancora oggi, sanno attingere all’insegnamento dei due creatori del personaggio, ossia a Gianluigi Bonelli (sceneggiatore e fondatore della casa editrice, che oggi porta il nome del figlio Sergio, a sua volta tra gli sceneggiatori della serie) e del grande disegnatore Aurelio Galleppini, conosciuto con il nome d’arte di Galep. Alla loro storia, al loro lavoro insieme, WOW Spazio Fumetto dedica la mostra LA LEGGENDA DI TEX, un vero e proprio viaggio nel mitico West così come ce lo hanno raccontato questi due protagonisti del fumetto italiano. Grazie alla collaborazione di Sergio Bonelli Editore e degli eredi Galleppini, per la prima volta WOW Spazio Fumetto espone infatti più di 200 tavole originali create da Galep per altrettante copertine di albi, con l’aggiunta di importanti documenti provenienti dai due archivi e da quelli della Fondazione Franco Fossati: lettere, corrispondenze, sceneggiature firmate da Bonelli e schizzi di Galep completeranno un percorso davvero magico che aiuterà gli appassionati a rivivere le emozioni dei primi numeri e chi non conosce Tex ad appassionarsi alle sue avventure senza tempo.
Tex, la storia
1948. Gli anni del secondo dopoguerra sono un periodo di grande fermento nell’editoria a fumetti italiana, con nuovi editori che si affacciano sul mercato proponendo decine di personaggi diversi, destinati a durare pochi mesi o a diventare presenze costanti nelle edicole italiane. La giovane casa editrice Audace di Tea Bonelli decide di puntare su due nuove serie, entrambe scritte da Gianluigi Bonelli e disegnate da Aurelio Galleppini, che esordiscono in contemporanea nel 1948. Il primo è Occhio Cupo, un eroe di cappa e spada su cui gli autori concentrano gran parte dei loro sforzi, mentre il secondo è un cowboy di nome Tex Willer, scritto velocemente e disegnato la sera nei ritagli di tempo. Ma i lettori decidono diversamente. Occhio Cupo dura solo una manciata di numeri, mentre il piccolo albo a striscia di Tex, venduto a 15 lire, diventa il primo tassello di un successo sempre crescente. In breve tempo si toccano le 45 mila copie di vendita settimanale e Galep può finalmente rallentare il ritmo forsennato tenuto per diversi mesi, lasciando altri impegni per dedicarsi con maggior cura a Tex. In tutto usciranno nelle edicole, con periodicità settimanale, 973 albi a striscia, suddivisi in 36 serie, i cui resi venivano accorpati in raccoltine. Nel 1952 nasce il primo tentativo di una ristampa cronologica in un formato albo, una collana quindicinale con copertine splendide, che chiude i battenti nel 1960 (205 numeri suddivisi in otto serie). Le rese di questi albi, scopertinate e raccolte in 29 volumetti con una nuova copertina, vedono così la luce tra il 1954 e il 1957 e costituiscono la prima serie “gigante”, rarissima. Il gradimento del pubblico per questi volumetti convince l’editore a creare nel 1958 la nuova serie di “Tex Gigante”, che ristampa tutte le avventure apparse prima nelle strisce (fino al 1967) per proseguire con le nuove avventure.
La formula di un successo
La formula di tanto successo è da ricercare nel mito del West. Quello raccontato da Bonelli e disegnato da Galep è infatti lo stesso West con cui i ragazzi dell’epoca si riempiono gli occhi nei cinema, fatto di spazi sconfinati arsi dal sole, eroi senza macchia e spietati criminali, duelli all’ultimo sangue e giustizia portata al suono delle Colt. Un West rivisto con la lente del mito, a cui gli autori aggiungono nuovi elementi frutto delle loro personalità.Tex Willer è uno dei grandi Eroi dell’immaginario: amico degli indiani, antischiavista e antirazzista, è tanto vicino alla cultura dei Navajo da sposare Lilyth, figlia del capo tribù. Nelle sue storie si anticipa anche lo stesso cinema hollywoodiano nella rappresentazione delle popolazioni indiane: per i bianchi Tex è l’agente indiano della Riserva Navajo e un ranger dalla mira infallibile, per i nativi è Aquila della Notte, saggio capo bianco e fratello di ogni uomo rosso. Combatte la Guerra Civile con il Nord, pur essendo texano, e lotta per la libertà del Messico con l’amico Montales. Allo straordinario successo di Tex contribuiscono sia le affascinanti storie di Gianluigi Bonelli, che gli incredibili disegni di Aurelio Galleppini. Amante del fumetto di avventura statunitense e in particolare del grande Alex Raymond (creatore di Flash Gordon e di Agente Segreto X9), Galep si richiama per l’aspetto di Tex inizialmente all’attore Gary Cooper, per modificarlo in seguito sui propri lineamenti. Per sottolineare quanto il cinema abbia ispirato i due creatori della serie, grazie alla collaborazione di Fermo Immagine – Museo del manifesto Cinematografico di Milano, saranno esposti manifesti e locandine originali di alcuni di capolavori del genere Western, tra cui un magnifico manifesto originale di Ombre rosse di John Ford illustrato dal grande Ballester, film che ispirò proprio un albo intitolato “Diavoli rossi”. I paesaggi del West, soprattutto all’inizio, sono quelli della Sardegna dove il disegnatore è cresciuto, gli stessi in cui, anni dopo, registi di “spaghetti western” gireranno le loro opere. In seguito, anche quando si documenta diligentemente su libri e fotografie delle zone degli Stati Uniti dove il Ranger si muove, Galep trova molta ispirazione nelle Dolomiti trentine. Con il passare del tempo la ricetta di Tex si affina, e all’eroe si affiancano tre inseparabili compagni d’avventura: il figlio Kit, l’indiano Tiger Jack e il “vecchio cammello” Kit Carson. Inizialmente il protagonista avrebbe dovuto chiamarsi Tex Killer: è stata Tea Bonelli a proporre a Gianluigi di optare per Tex Willer, in un periodo in cui i fumetti erano tacciati di essere violenti e diseducativi.
Il mito, l’emozione e l’avventura delle storie di Bonelli e Galleppini si ritrovano in particolare nelle copertine, tutte disegnate da Galep fino al numero 400 della serie “gigante”, uscito nel 1994, appena prima della scomparsa del disegnatore. Egli stesso ammetteva di dedicare alle copertine una cura particolare. Tra albi a striscia, serie quindicinale, volumetti “giganti”, raccolte e volumi, Galep realizza migliaia di illustrazioni, un vero e proprio record, oltre alle storie vere e proprie!
In alcuni casi le illustrazioni riprendono uno dei momenti salienti dell’episodio, mettendo in risalto il dramma, l’azione e il senso del pericolo, in altri casi offrendo ai lettori magnifiche pin-up degli eroi in posa. Illustrazioni straordinariamente cariche di suggestione, che portano alla mente i fotogrammi dei classici del cinema di John Ford o Fred Zinnemann.
La mostra
In mostra sarà esposta per la prima volta la più grande selezione di copertine di Aurelio Galleppini mai concepita. Oltre alle copertine più belle della cosiddetta seconda serie “Gigante”, quella che ancora oggi prosegue mensilmente a raccontare le avventure di Tex, saranno presenti alcune copertine di strisce, capolavori del Tex quindicinale e della prima serie “Gigante”, la pubblicazione meno conosciuta e più ricercata dai collezionisti.
Il percorso espositivo sarà una vera cavalcata nella storia del fumetto italiano: tra le oltre 200 tavole originali esposte sarà possibile vedere la mitica copertina de “La Mano Rossa” (storico n. 1 del Tex gigante!), le storie più amate del ranger, come “Sangue navajo” e “Tex contro Mefisto”, e vari numeri-anniversario, come il n. 100 “SuperTex” e il commovente numero n. 400, la copertina d’addio di Galep, con Tex che saluta i suoi lettori allontanandosi a cavallo.
Alle copertine si affiancheranno altre preziose testimonianze, come l’originale del frontespizio che tuttora apre ogni nuova avventura di Tex, schizzi e rodovetri di animazione disegnati da Galep per un breve “cartone animato” realizzato in Super8 ai tempi di SuperGulp!, alcune copertine “fuori serie” (come quella del “Texone” e dei volumi Mondadori), oltre a schizzi preparatori, fotografie, copertine mai pubblicate e documenti inediti. Una vera chicca: l’originale della prima tavola interna disegnata da Galleppini per il n. 1 nel 1948, quella in cui Tex si presenta per la prima volta al suo pubblico esclamando “Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?”:.
Altrettanto fondamentale per lo straordinario successo di Tex è stato naturalmente il lavoro di Gianluigi Bonelli. Soggettista di tutte le storie fino a metà degli anni Settanta, ha poi continuato a supervisionare tutta la produzione del Ranger fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2001.
Bonelli si autodefiniva un “romanziere prestato al fumetto e mai più restituito”: le sue storie prendevano ispirazione da autori classici come Alexandre Dumas, Jack London e Victor Hugo, perché il lettore odia essere annoiato e vuole ritmo e azione. Il suo metodo di scrittura è peculiare: alla sceneggiatura affianca veloci schizzi che servono a suggerire al disegnatore l’impostazione da dare alla tavola. Attentissimo alle ambientazioni delle storie, segue su dettagliate mappe degli Stati Uniti gli spostamenti dei suoi personaggi, documentandosi anche attraverso riviste specializzate. Come tutti i grandi autori, anche Gianluigi Bonelli ha messo molto di sé nel suo eroe più famoso, che per lui rappresentava la dignità e il senso di giustizia: “Tex sono io. Nel mio Tex c’è il mio senso di reazione a ogni ingiustizia”. L’identificazione caratteriale tra autore ed eroe è quindi molto forte. Il carattere di Tex-Bonelli si basa su alcuni dei sentimenti più intensi dell’animo umano: il fuoco sacro della dignità della vita, la percezione dell’idea di giustizia, la difesa dei deboli e degli oppressi, la saldezza dell’amicizia e del cameratismo, la volontà di arrivare alla meta, l’indignazione dettata da una costante tensione morale. E in mezzo a queste esplosioni di vitalità esistenziale, anche la delicatezza dei sentimenti, quando occorre.
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