Joseph Beuys Salvatore Scarpitta. Icona per un transito
Dal 11 Febbraio 2015 al 03 Aprile 2015
Milano
Luogo: Montrasio Arte
Indirizzo: via di Porta Tenaglia 1
Curatori: L. Sansone
Telefono per informazioni: +39 039 321770
E-Mail info: montrasio@montrasioarte.com
Sito ufficiale: http://www.montrasioarte.it
Mercoledì 11 febbraio alle ore 18.30 nella sede milanese della galleria Montrasio Arte si inaugurerà la mostra Icona per un transito a cura di Luigi Sansone dove saranno presentate le opere di due grandi maestri del Novecento, Joseph Beuys e Salvatore Scarpitta.
Come per Joseph Beuys (Krefeld, 1921 - Düsseldorf, 1986) così per Salvatore Scarpitta (New York, 1919 - 2007) determinante nella loro ricerca artistica è stata la loro biografia, soprattutto l'esperienza della seconda guerra mondiale che li ha visti drammaticamente coinvolti, anche se su fronti e schieramenti opposti. Entrambi artisti energetici e multidisciplinari hanno in modo totale amalgamato l'arte con la vita nel tentativo di cambiare la società, cercando di andare, attraverso l'ispirazione artistica, oltre la materialità, in un mondo ricco di elevati valori spirituali.
Li accomuna inoltre l'amore per la natura, l'uso di materiali organici nei loro lavori (grasso, legno, terra, pezzi di feltro, fasce di cotone), ma soprattutto l'energia creativa e la certezza che le esperienze realizzate attraverso l'arte creino qualcosa che sproni nuovamente ad innalzare in modo edificante il vivere umano. Beuys e Scarpitta con l'insegnamento, le performance, le installazioni e l'impegno per la difesa dell'ambiente e della natura, hanno ideato un'arte fortemente connessa alla vita, un'arte esperienza, antropologica e sociale.
Come per Beuys, per cui l'arte non è più un concetto museale, anche per Scarpitta l'arte è mezzo fondamentale di dialogo tra gli uomini; i due artisti-sciamani, spiriti liberi e anticonvenzionali, hanno portato l'arte al di fuori dalle gallerie e dai musei, per collocarla tra la natura, in un'isola lontana, in un parco di città, in un garage officina, su un circuito automobilistico dove scaturiscono nuove energie creative che permettono allo spettatore coinvolto di interagire con essa
Salvatore Scarpitta nasce a New York nel 1919 e cresce a Los Angeles dove rimane fino al 1936, anno in cui inizia i suoi studi presso l’accademia di Belle Arti di Roma. Durante il periodo italiano (1936-1958) si avvicina a Leo Castelli, che lo invita ad esporre nella sua galleria di New York; è il 1959 quando la Leo Castelli Gallery espone Extramurals la mostra che presenta le tele di Scarpitta, tra le più famose della sua produzione, realizzate con bende e fasce di tessuto; da quel momento fino al 1992 Scarpitta espone alla Leo
Castelli Gallery in dieci personali e diverse collettive. Qui presenta anche la sua ricerca sulle automobili, elemento ricorrente nella sua produzione scultorea, affascinato dall’idea del movimento come metafora dell’esistenza costruisce le sue sculture con automobili e parti di macchinari, sci, slittini. Si lega a personaggi quali De Kooning, Rothko and Kline, Harold Rosenberg. E’ presente con sale personali alla Biennale di Venezia del 1972 e del 1993. Il suo lavoro è presentato nella collezione del Castello di Rivoli Museo d’Arte, Torino, il catalogo ragionato a cura di Luigi Sansone è stato pubblicato da Mazzotta, Milano. Scarpitta muore a New York nel 2007.
Joseph Beuys nasce a Krefeld nel nord della Germania nel 1921, durante la seconda guerra mondiale si arruola come pilota nell’aviazione tedesca e nel 1943 partecipando all’offensiva nazista contro i russi il suo aereo viene abbattuto in Crimea. Beuys è trovato moribondo e semicongelato da un gruppo di tartari nomadi che lo curano avvolgendolo in grasso e feltro. Da questa esperienza Beuys trae i motivi di ispirazione che lo hanno accompagnato lungo tutta la sua attività, condotta lungo un misterioso filo di rinascita spirituale, “sciamanica”, che giunge all’armonia finale dell’uomo con se stesso e con la natura. Finita la guerra studia arte diplomandosi nel 1952 alla Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf dove agli inizi degli anni sessanta ottiene la cattedra di scultura monumentale. Diventa uno dei membri più attivi di Fluxus, mosso dalla volontà di indagare il senso dell’arte in relazione alla sua fruizione sociale. Partecipa attivamente alla fondazione di molti movimenti politico – sociali. Tra i suoi motti più famosi ricordiamo “La Rivoluzione siamo Noi”; “Difesa della Natura”; “Tutti gli uomini sono artisti”; “Kunst=Kapital”.
Joseph Beuys muore a Düsseldorf nel 1986.
Come per Joseph Beuys (Krefeld, 1921 - Düsseldorf, 1986) così per Salvatore Scarpitta (New York, 1919 - 2007) determinante nella loro ricerca artistica è stata la loro biografia, soprattutto l'esperienza della seconda guerra mondiale che li ha visti drammaticamente coinvolti, anche se su fronti e schieramenti opposti. Entrambi artisti energetici e multidisciplinari hanno in modo totale amalgamato l'arte con la vita nel tentativo di cambiare la società, cercando di andare, attraverso l'ispirazione artistica, oltre la materialità, in un mondo ricco di elevati valori spirituali.
Li accomuna inoltre l'amore per la natura, l'uso di materiali organici nei loro lavori (grasso, legno, terra, pezzi di feltro, fasce di cotone), ma soprattutto l'energia creativa e la certezza che le esperienze realizzate attraverso l'arte creino qualcosa che sproni nuovamente ad innalzare in modo edificante il vivere umano. Beuys e Scarpitta con l'insegnamento, le performance, le installazioni e l'impegno per la difesa dell'ambiente e della natura, hanno ideato un'arte fortemente connessa alla vita, un'arte esperienza, antropologica e sociale.
Come per Beuys, per cui l'arte non è più un concetto museale, anche per Scarpitta l'arte è mezzo fondamentale di dialogo tra gli uomini; i due artisti-sciamani, spiriti liberi e anticonvenzionali, hanno portato l'arte al di fuori dalle gallerie e dai musei, per collocarla tra la natura, in un'isola lontana, in un parco di città, in un garage officina, su un circuito automobilistico dove scaturiscono nuove energie creative che permettono allo spettatore coinvolto di interagire con essa
Salvatore Scarpitta nasce a New York nel 1919 e cresce a Los Angeles dove rimane fino al 1936, anno in cui inizia i suoi studi presso l’accademia di Belle Arti di Roma. Durante il periodo italiano (1936-1958) si avvicina a Leo Castelli, che lo invita ad esporre nella sua galleria di New York; è il 1959 quando la Leo Castelli Gallery espone Extramurals la mostra che presenta le tele di Scarpitta, tra le più famose della sua produzione, realizzate con bende e fasce di tessuto; da quel momento fino al 1992 Scarpitta espone alla Leo
Castelli Gallery in dieci personali e diverse collettive. Qui presenta anche la sua ricerca sulle automobili, elemento ricorrente nella sua produzione scultorea, affascinato dall’idea del movimento come metafora dell’esistenza costruisce le sue sculture con automobili e parti di macchinari, sci, slittini. Si lega a personaggi quali De Kooning, Rothko and Kline, Harold Rosenberg. E’ presente con sale personali alla Biennale di Venezia del 1972 e del 1993. Il suo lavoro è presentato nella collezione del Castello di Rivoli Museo d’Arte, Torino, il catalogo ragionato a cura di Luigi Sansone è stato pubblicato da Mazzotta, Milano. Scarpitta muore a New York nel 2007.
Joseph Beuys nasce a Krefeld nel nord della Germania nel 1921, durante la seconda guerra mondiale si arruola come pilota nell’aviazione tedesca e nel 1943 partecipando all’offensiva nazista contro i russi il suo aereo viene abbattuto in Crimea. Beuys è trovato moribondo e semicongelato da un gruppo di tartari nomadi che lo curano avvolgendolo in grasso e feltro. Da questa esperienza Beuys trae i motivi di ispirazione che lo hanno accompagnato lungo tutta la sua attività, condotta lungo un misterioso filo di rinascita spirituale, “sciamanica”, che giunge all’armonia finale dell’uomo con se stesso e con la natura. Finita la guerra studia arte diplomandosi nel 1952 alla Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf dove agli inizi degli anni sessanta ottiene la cattedra di scultura monumentale. Diventa uno dei membri più attivi di Fluxus, mosso dalla volontà di indagare il senso dell’arte in relazione alla sua fruizione sociale. Partecipa attivamente alla fondazione di molti movimenti politico – sociali. Tra i suoi motti più famosi ricordiamo “La Rivoluzione siamo Noi”; “Difesa della Natura”; “Tutti gli uomini sono artisti”; “Kunst=Kapital”.
Joseph Beuys muore a Düsseldorf nel 1986.
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